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La waterloo del fantasy: UNIKA!

Re: La waterloo del fantasy: UNIKA!

Credevo anch'io (che sono Veneto, regione di dialetti e di campanili) che le differenze (di tutti i tipi) tra i vari abitanti dell'Italia siano incommensurabilmente maggiori che in qualunque altro posto del mondo.
Poi mi sono trasferito in Scozia per alcuni anni e ho toccato con mano le differenze (anche lessicali e di accento), tra Scozzesi e Inglesi, tra Scozzesi dell'ovest e dell'est, tra contea e contea, tra paese e paese, tra contrada e contrada... e da straniero ne ho sicuramente captate meno di quante avrei potuto.
Adesso vivo in un altro paese e vedo le differenze (enormi, ai loro occhi) tra chi abita a est e a ovest del fiume, vicino all'acqua e lontano dall'acqua, eccetera eccetera.
Se tra qualche tempo mi trasferiro' di nuovo, credo proprio che trovero' situazioni simili.
Spero solo che non le usino per teorizzare l'impossibilita' di scrivere qualcosa che possa interessare a tutti (=alibi) - dopo tutto prima teorizziamo che in Italia non ci puo' essere qualcosa che capti l'attenzione di tutti e poi la realta' e' che l'attenzione e' captata da storie che come origine e sviluppo non hanno nulla a che fare con l'Italia e gli Italiani (chiunque essi siano).
Solo esterofilia? Magari un pelo di autorazzismo? Forse.

I veri motivi io non li ho veramente capiti bene.
Forse pero' l'abbassamento delle barriere alla pubblicazione (ma non alla promozione, ovviamente) potra' aiutare quegli Italiani che non sono mai riusciti a "fare sistema".
L'esempio dei Librinostri che sono in media molto migliori delle altre pubblicazioni amatoriali prodotte negli altri paesi sembrerebbe dire questo.
Lo scoglio della promozione comunque resiste.

Un' idea, un concetto, un' idea, finche' resta un' idea e' soltanto un' astrazione.
Se potessi mangiare un' idea avrei fatto la mia rivoluzione.

Yaztromo
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Re: La waterloo del fantasy: UNIKA!

Copio e incollo da Wikipedia:

Negli anni novanta, dopo la caduta dei regimi comunisti nell'Europa Orientale, il genere divenne molto popolare in Bulgaria per circa un decennio, sebbene in occidente avesse ormai passato il suo picco di popolarità. Mentre vennero tradotte le serie più conosciute come Choose Your Own Adventure e Fighting Fantasy, il periodo venne caratterizzato principalmente dall'opera di un alto numero di autori bulgari, alcuni dei quali molto produttivi e popolari. Poiché le case editrici bulgare credevano all'epoca che solo degli autori occidentali avrebbero potuto vendere, praticamente tutti gli autori bulgari usarono uno pseudonimo occidentale, una tradizione che rimase nonostante la vera nazionalità degli autori divenne ben presto chiara al pubblico. Un fenomeno simile, sebbene in scala ridotta si verificò in Ungheria, dove venne pubblicato un apprezzabile numero di librogame originali, la maggior parte dei quali sotto pseudonimo e con "titoli ufficiali" in inglese. Furono anche pubblicati diversi librogame nella Repubblica Ceca e in Russia. In Azerbaijan fu pubblicato il romanzo Open It's Me by Narmin Kamal, che poteva essere letto come 39 brevi storie sullo stesso protagonista o come un unico romanzo dall'inizio alla fine.

Questa cosa mi ha colpito e ho pensato che potesse interessare fare un copia e incolla....

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Yaztromo
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Re: La waterloo del fantasy: UNIKA!

Attenzione: io non voglio ricercare degl'alibi di tipo produttivo (e tu stesso se t'affacci sulla mia pagina ewriters t'accorgerai che non posto affatto poco, e molte cose sono state tolte per attendere tempi migliori, per raffinarle ed eseguirle ad arte), e anche da questo punto di vista, tu stesso puoi vedere quanto ahinoi non si pubblichi, in Italia...
Il punto è COSA.
Ed è su questo che verte al limite il dibattito interessante che si sta creando...
Ti posso benissimo assicurare che le diversità culturali italiane siano enormi, e che questo mal dispone nella ricerca di un personaggio storico essenziale per chiunque -cioè: invento un greco, ma se ne hanno a male i latini, un latino ma se ne ha a male un romano, senza contare che poi il sangue s'è fuso e queste 'appartenenze' sono più inconsce che consce.
Io taglio corto: mi sento etrusco e ultimamente scrivo d'etruschi, piaccia o meno...
Ma anche fuori da questo discorso d'onestà artistica (Howard si sentiva celta e scriveva di Conan), il settore langue perché il bacino dei personaggi 'avatar' è ormai finito... il '79 è la data di morte del Romanticismo, ovvero il momento in cui il personaggio smette di assolvere quella funzione rasserenante per il lettore che ha esercitato per oltre 200 anni, facendolo immedesimare, dandogli un tramite nello svolgersi degli eventi...
La morte del personaggio ha significato l'entrata in scena del Lettore, come puoi ben vedere in operazioni analoghe ai lg, ma anche quella stagione narrativa s'è conclusa o almeno pare esserlo...
Il punto è cosa fare dopo.
Io ho teorizzato un ulteriore taglio alla tela con L'Esercito degli Gnomi Ribelli, dove, pur rimanendo in un libro di narrativa a tutti gl'effetti, il Lettore si pone in qualità di soggetto protagonista e svolge un'avventura fantastica senza rinunciare al proprio libero arbitrio.

Ora: chi di queste cose non sa un tubo -ossia la maggioranza di scrittori, lettori ed editori- è convinto che non stia accadendo proprio nulla, e che non solo L'Esercito, ma persino operazioni come La Storia Infinita possano essere messe nel dimenticatoio. Compresi i lg, intendiamoci... è stata una prosecuzione logica, quella...
Ma se questo può succedere da un punto di vista formale, pratico, non può succedere da un punto di vista ideologico e di invenzioni letterarie: finché non saranno proposti dei validi avanzamenti rispetto La Storia Infinita e i lg, il mondo del Fantasy languirà intorno alla scimmietta che balla, dacché La Storia Infinita c'ha insegnato che ognuno è in grado d'avere un mondo interiore e in grado, per quel che può, di restituirlo.

E' successo come per Fontana in pittura: dopo il taglio, tutti hanno avuto in animo di far arte credendosi artisti... ma è solo in una rivoluzione di linguaggio che esiste il fatto artistico.
Ma questo non è solo un problema italiano: non mi consolo sapendo che Paolini ha venduto molto, o che esistano i Dragon Lance...
Siamo in un momento in cui tutto langue per mancanza d'idee e per eccessiva proposizione del pubblico in fatti che poco gli competono.

Danilo Baldoni
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Re: La waterloo del fantasy: UNIKA!

Danilo Baldoni ha scritto:

Io taglio corto

Son convinto che sia proprio questo che serve.
Poche pippe.

Un' idea, un concetto, un' idea, finche' resta un' idea e' soltanto un' astrazione.
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Yaztromo
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Re: La waterloo del fantasy: UNIKA!

Beh, fino a un certo punto: le pippe servono per evitare di scrivere per anni su qualcosa che storicamente non è già più valido... ci sono dei ragionamenti interiori che bisogna fare, e soprattutto uno scrittore deve chiedersi a cosa s'allacci o meno, qual è il filone che percorre e da dove lo piglia...

Danilo Baldoni
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Re: La waterloo del fantasy: UNIKA!

Unika è una cagata.ù

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 Uno non può aspettarsi un fantasy scritto bene in Italia per i motivi che ho detto ma Unika è una cagata anche per la media nazionale, grazie.

Il miglior materiale per gdr gratuito da 150 anni: http://makemake.forumfree.it/

E.A. Coockhob
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Re: La waterloo del fantasy: UNIKA!

Beh... questo è poco ma sicuro, su questo non ci piove e trova te altre espressioni.
Sarei invece meno scettico sul futuro del Fantasy -poi bisogna vedere, scusami, se sia davvero la tua passione: dal disincanto che provi nutro i miei dubbi- almeno da un punto di vista di titoli che possono uscire in mezzo al ciarpame che fa chiasso e trambusto.
E appunto poi il bello sta nel capire che tipo di fantasy possa uscire e rappresentare l'Italia: se si pensa a Barbi, ha tirato fuori un titolo che pochi s'aspettavano, e credo che il punto stia proprio nel non immaginarci per forza gli stereotipi ai quali siamo e siamo stati abituati: non per forza Compagnie delle indie, non per forza Bene Male, ecc. ecc. ecc.
Una cosa è certa, Coock: credo tu appartenga a quella categoria di lettori che uno scrittore non vorrebbe mai avere... perdonami, ma è così. Hai probabilmente dei traguardi molto alti... ma pronosticare un futuro iperfuturo improbabile con le mani in mano e sparando a zero su tutta la contemporaneità non lo trovo un buon modo di darsi da fare o sperare che altri se ne diano. Sbaglierò...

Danilo Baldoni
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Re: La waterloo del fantasy: UNIKA!

Danilo Baldoni ha scritto:

Beh, fino a un certo punto: le pippe servono per evitare di scrivere per anni su qualcosa che storicamente non è già più valido... ci sono dei ragionamenti interiori che bisogna fare, e soprattutto uno scrittore deve chiedersi a cosa s'allacci o meno, qual è il filone che percorre e da dove lo piglia...

Johann Wolfgang Goethe ha scritto:

C'è una verità elementare, la cui ignoranza uccide innumerevoli idee e splendidi piani: nel momento in cui uno si impegna a fondo, anche la provvidenza allora si muove. Infinite cose accadono per aiutarlo, cose che altrimenti mai sarebbero avvenute... Qualunque cosa tu possa fare, o sognare di poter fare, incominciala. L'audacia ha in sè genio, potere, magia. Incomincia adesso.

Goethe non ha aggiunto: "...e poche pippe" ma l'ha pensato (me l'ha confidato lui).

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Yaztromo
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Re: La waterloo del fantasy: UNIKA!

Sì... ciò che definisco come ragionamenti non è certo un discorso a priori che si fa prima ancora di porre la prima lettera al posto giusto, semmai delle considerazioni a posteriori rispetto a quel che di buono è uscito fuori dopo molta e molta e molta terra vangata; dopo cioè aver sondato con mano quali strade siano di facile accesso e quali no, dove è possibile battere il sentiero e dove meno, o dove si deve assolutamente batterlo nonostante la folta selva circostante...

Danilo Baldoni
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Re: La waterloo del fantasy: UNIKA!

wink

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Yaztromo
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