Danilo Baldoni ha scritto:

Beh... questo è poco ma sicuro, su questo non ci piove e trova te altre espressioni

Altre espressioni:
fa pena
fa schifo
mette tristezza

Sarei invece meno scettico sul futuro del Fantasy -poi bisogna vedere, scusami, se sia davvero la tua passione:

La passione è una cosa
Esprimere un giudizio o fare un'analisi obbiettiva è tutta un'altra amministrazione.

[E appunto poi il bello sta nel capire che tipo di fantasy possa uscire e rappresentare l'Italia:

Valerio Evangelisti, che non scrive benissimo, esce dall'Italia tranquillamente, in quante lingue è tradotto?
Poi come tecnica non è una cima ma si è dovuto inventare tutto da solo.
Gli ultimi libri del ciclo dell'inquisitore però non avevano scusanti perché erano proprio bozze pubblicate un po' alla carlona.
Complessivamente Evangelisti scrive meno peggio dello scrittore medio di fiction di gdr e videogiochi

Una cosa è certa, Coock: credo tu appartenga a quella categoria di lettori che uno scrittore non vorrebbe mai avere... perdonami, ma è così.

In realtà fino a che gli scrittori o chi per loro non mi prendono per i fondelli sono un pacioccone come ho dimostrato dando voti alti al concorso dei corti 2013.

Hai probabilmente dei traguardi molto alti...

Forse troppo: sogno di non avere rotture di coglioni mentre leggo letteratura d'intrattenimento, tutto lì.

Miiiii, quanta roba ho dovuto leggere, avevo perso questo lunghissimo thread.
Avrei tante cose da dire, ma lo farò a rate; inizio col confessarmi "esterofila" quanto a letture, con background comprensivo di Marion Zimmer Bradley, Weiss e Hickman, Scott Card, Diana Wynn Jones, (solo per quanto riguarda la saga di Landover) Brooks e molti altri che ho amato magari per singole opere. Questo per citare il fantasy puro, lascio da parte horror, fantascienza e fanta-horror.
Il motivo è che ho sempre prediletto il ritmo della narrativa anglosassone e riscontrato nella mentalità italiana la fastidiosa convinzione che "pesante=importante/bello/degno di lettura", motivo per cui la scifi e il fantasy in particolare erano considerati generi "minori".
Crescendo e con l'evolversi (lento) di questo pensiero, siamo finiti all'eccesso opposto ovvero considerare capolavoro il fango e dimenticare che si può abbinare una certa cura letteraria ed importanza di stile a buon ritmo e storie scorrevoli. Come qualcuno fa notare, l'imperversare dei videogiochi e del fumetto nel cinema ha poi rivoluzionato anche la scrittura, spesso in peggio, producendo romanzi basati più sul clamore delle mode che sulla effettiva qualità.
Personalmente, mi sono posta il problema della ricchezza della nostra tradizione e di come non abbia nulla da invidiare a quella estera: è sbagliato dire che non ci appartiene una certa "giocosità", perché un appassionato di fiabe sa bene quanti folletti, fate, creature nostrane interessanti potrebbero venire sfruttate benissimo per ottenere saghe divertenti quanto Harry Potter. Avevo anche un mio progetto, nel cassetto da anni, in merito... ormai non so nemmeno se avrebbe senso scriverlo, considerato che, appunto, parrebbe ormai uno scopiazzamento da HP e a voglia a dire che è molto precedente.
Quanto ai bimbiminkia e critici/imperatori suddetti, come la penso lo sapete anche dall'altro thread: odio gli eccessi e penso che prima di parlare si dovrebbe dimostrare ed essere coerenti con sé stessi.
Sono capaci tutti a piegare qualsiasi opera per produrre risate in un pubblico adulatore, ma non altrettanto ad applicare i propri canoni e MOSTRARE che è possibile fare "altro". Finché si prendono per ridere vanno benissimo, un po' come si fa con nonciclopedia, ma se iniziano ad avere influenza reale dovrebbero porsi il problema di essere più costruttivi. Gli haters non sono nati per esserlo, purtroppo e peccano spesso di auto-masturbazione a oltranza, ad un certo punto diventa più importante produrre emulatori che critici autonomi.
Non parliamo del fatto che nel 90% dei casi non hanno il coraggio di mostrare la faccia. Ricordo un altro tipo simile, che elogiava i comici satirici capaci di parlare in faccia ai politici dal vivo e poi nasconde la sua dietro una mascherina perché non ha le palle di rischiare altrettante conseguenze quando scrive. Si commenta da sé.
Idem, i famosi critici che sparavano feroci improperi contro attuali pilastri della letteratura e che vengono elogiati in certi blog mettevano nome e cognome sui loro interventi. Tant'è che spesso si assistevano a vere e proprie epopee di botte e risposte tramite giornali, anche per molto tempo.