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Re: La waterloo del fantasy: UNIKA!
Mi piacerebbe allora che anche gli Italiani conoscessero il loro paese e i suoi valiori storici...
La verita' e' che i libri che si leggono in Italia sono quasi tutte traduzioni, lo stesso dicasi dei film che si guardano, della musica che si ascolta, dei format televisivi che si guardano, degli articoli di giornale che si leggono (che non siano veline di partito...), delle cose che si comprano al supermercato e, sempre di piu', anche quello che si mette nei piatti...
C'e' in Italia un autorazzismo culturale che fa paura, e non ne capisco la ragione.
Tu (e' un "tu" generico, ovviamente...) non ti alzerai dal letto la mattina con la voglia matta di ringraziare la Germania o l'America, eppure con le tue azioni e con i tuoi interessi culturali ti genufletti a loro.
E' normale, anzi, giustissimo, che ci siano scambi culturali tra i vari paesi, ma questi non sono scambi, ma bensi' monologhi.
Se poi vogliamo tornare agli esempi (piccolo piccoli) del librigame, tanto per stare in tema, in Italia si sono vendute praticamente solo traduzioni di produzioni Inglesi, Americane, Francesi e Tedesche. In questi paesi si sono venduti librigame sia locali che stranieri, mentre in Italia no.
Se vogliamo possiamo guardarci allo specchio e dirci che Asimov Galactic Foundation (forse qualcuno l'ha letto...) e' una serie completa in Italiano (ma ovviamente con lo sfondo della storia svoluppato da Asimov, un Russo-Americano, come se in Italia non fosse possibile sviluppare uno straccio di storia interessante) e che scrivere una pagina in Italiano "vale di piu'" di scrivere un'enciclopedia in qualunque altra lingua della terra... fatto sta' che non mi risulta che ci sia un librogame italiano che sia stato tradotto e venduto con un minimo di successo altrove.
Come mai?
Mi sembra che i librinostri provino che non ci mancherebbe niente, o no?
Un' idea, un concetto, un' idea, finche' resta un' idea e' soltanto un' astrazione. Se potessi mangiare un' idea avrei fatto la mia rivoluzione.
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Re: La waterloo del fantasy: UNIKA!
Ma guarda, questa in realtà è una sorta di nostrano complesso d'inferiorità che abbiamo rispetto agl'altri paesi... Noi non abbiamo avuto dei nomi in tal senso ma abbiamo avuto appunto Calvino e la sua combinatoria che ha preparato il terreno per tutto il genere...
Prima ancora abbiamo avuto Rodari con le fiabe col finale a scelta, grande anticipazione dell'evento.
E pensando al professionismo del settore, in Italia sono stati prodotti due meravigliosi gdr con espansioni annesse, che sono davvero dei caposaldo della ludica e della fantasia, meraviglie sia d'artigianato che di contenuti; parlo tanto di Kata Kumbas quanto de I Cavalieri del Tempio, un modo meraviglioso di ambientare le storie pigliando dal realismo e dal folclore italiani, e anche, come nel caso del primo, costruendoci un mondo intorno bellissimo, suggestivo e grottesco come pochi...
Da piccolo supponevo che fossero anche loro traduzioni, perché ammiccavano quasi a Sortilegio!, che conserva anche lui una qualche latinità...
Poi alcuni autori si sono espressi nella fiaba, pensando al tema 'scelta', e Angiolillo, oltre ad aver proposto molte cose, è uno degli autori dei summenzionati gdr.
Dunque direi che il fermento vi sia stato anche qui, producendo quel che per questo paese era meglio...
Forse sarebbe stato bello avere dei lg italiani, magari proprio su questi gdr: sono sicuro che avrebbero fatto scintille... specie se corposi alla Sortilegio!
Forse sarebbero stati lg adulti, però, ed è proprio il mio cruccio in merito: il lg non s'è mai evoluto verso qualcosa di più adulto, mentre la nostra lingua e la nostra mitologia tendono a spingere verso quella direzione...
La mitologia e la lingua inglesi, sono più giocose e dirette, e probabilmente il motivo è da ricercarsi qui.
In merito alla 'colonizzazione' culturale, chi dice nulla: s'è partiti co' le nike ai piedi negli anni '80 e oggi si finisce col credere che i manuali possano spazzare con un colpo di spugna tutta la storia che abbiamo alle spalle, imbevendoci di liofilizzata cultura anglofona... questa però non è solo un'anomalia del pubblico, è anche un'anomalia editoriale, dacché non si perde tempo a scegliere certi temi che sono davvero la vera fuffa del sistema... ma ahimè proprio perché vogliono ammiccare ai manuali.
Però lasciatemi dire come questa sia un'anomalia tutta italiana e tutta moderna: fino a 10 anni fa sarebbe stato impensabile supporre che uno scrittore, qualsiasi sia il genere preferito, scrivesse senza essersi rafforzato prima coi titoli italiani migliori, fra i quali -se non per il fantasy, almeno per la fiabistica- risultano necessari Buzzati, Calvino, e se volessimo continuare Landolfi, Manganelli e Giuseppe Pederiali.
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Danilo Baldoni
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Re: La waterloo del fantasy: UNIKA!
Tutti autori che adoro, pero' Rodari all'estero non ha avuto nessun vero impatto (e io lo adoro: se controlli vedrai che la scheda e la recensione di Tante storie per giocare in questo sito le ho fatte io) -mentre in Italia ci sono una marea di libri per bambini e ragazzi di proveninza estera- e Calvino all'estero e' un autore (purtroppo) di nicchia (per esempio, Borges o Ende, spesso citati in questa sede, li conoscono tutti, anche se non sono scrittori anglofoni).
Kata Kumbas e i Cavalieri del Tempio (e Holmes & Co...), belli come sono, non sono stati tradotti all'estero (perche' forse non sono stati nemmeno proposti? anche questo e' un segnale del problema).
La mitologia classica ha prodotto Grecia Antica, che stranissimamente non e' stato scritto in Italia. Perche' no?
Il problema non e' solamente il colonialismo anglofono, perche' Francia e Germania hanno saputo creare ed esportare dei modelli nazionali con successo.
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Re: La waterloo del fantasy: UNIKA!
Sì, ma qui bisogna un attimo uscire dalle logiche di mercato, per capire bene cosa sia essenziale e cosa no... e anche cosa sia 'il vero successo' o semplicemente il fare cassetta; ora, non dubito che se entri in una libreria inglese non ti trovi Se Una Notte d'Inverno Un Viaggiatore in bella vista... ma, ad esempio, quando qui a Roma sono stato nella casa di Goethe per gli 80 anni di Ende, fra i suoi libri c'era questo in tedesco; e, che io sappia, questo libro ha conosciuto moltissime traduzioni, ha avuto un suo seguito...
Poi i libri possono anche uscire per lunghi periodi fuori produzione: ma intanto hanno creato moda, pensiero e capacità d'imitazione...
Sempre lo stesso Ende, aveva in tedesco tutta la combinatoria di Calvino.
Sapere che questi libri abbiano ispirato Ende anche solo per Lo Specchio Nello Specchio, non è poco... Poi si sa che noi italiani siamo campioni nelle idee; e quelle esportiamo...
In merito alla produzione, l'estero ci batte nel fantasy proprio appunto per la giocosità della mitologia nordica, che non c'appartiene per nulla...
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Danilo Baldoni
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Re: La waterloo del fantasy: UNIKA!
Danilo Baldoni ha scritto:In merito alla produzione, l'estero ci batte nel fantasy proprio appunto per la giocosità della mitologia nordica, che non c'appartiene per nulla...
Vabbeh, pero' Grecia Antica non e' una serie originale Italiana... perche' non e' nata da noi?
A me ha colpito parecchio che l'unica vera serie completa di librigame per adulti scritta da un autore italiano fa riferimento al ciclo della Fondazione di Asimov e non a qualche tema piu' propriamente Italiano.
"Nome in codice: Assad", per esempio, ha tutto per essere un librogame di successo e di esportazione. Forse hanno sbagliato i tempi (troppo tardi, la moda dei librigame era ormai al tramonto), ma piu' probabilmente non l'hanno nemmeno proposto all'estero.
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Re: La waterloo del fantasy: UNIKA!
L'argomento è complesso; più ci si spinge a noi, meno si comprendono le cose, anche perché il tempo attuale è contraddistinto da molte cecità, oltre che da una naturale propensione alla miopia come succede per ogni tempo contemporaneo... Io ho scritto un libro, L'Esercito degli Gnomi Ribelli, per il quale non saprei dire nulla: non so se le sue mille e passa letture siano segno d'un risveglio o no, né saprei dire se possa somigliare a un riprincipiare pigliando l'argomento da qualche parte... è un libro che unisce ludica e narrativa.
E anche qui le questioni sono diverse: c'è chi crede che il lg debba proporsi per come è ed è stato, e chi, come me, che deve rinnovare il suo linguaggio se vuole stare al suo tempo e battere videogiochi et simila.
Di certo il mercato è sordo tanto da un verso quanto dall'altro...
PS: i '90 sono decisamente tardivi rispetto al fenomeno; gli ultimi scoppi proprio...
Il fenomeno lg è un fenomeno che si sviluppa nel breve e forsennato arco d'un decennio; considerando che le traduzioni non sono a costo zero, e necessitano d'una loro cura, nessuna meraviglia se alla fin fine a parte quelle non ci siano state grosse iniziative in merito.
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Danilo Baldoni
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Re: La waterloo del fantasy: UNIKA!
Danilo Baldoni ha scritto:Sì, ma qui bisogna un attimo uscire dalle logiche di mercato, per capire bene cosa sia essenziale e cosa no... e anche cosa sia 'il vero successo' o semplicemente il fare cassetta
Vabbeh, allora tutti sono imperatori nella propria cameretta...
Tolkien voleva dimostrare che le mitologie nordiche non dovevano avere nessun complesso d'inferiorita' verso la mitologia greco-romana all'epoca imperante.
C'e' riuscito benino, direi!
Ha avuto vero successo o ha semplicemente fatto cassetta? E' cosi' impensabile ottenere entrambi?
Io Tolkien lo adoro, ma avrei preferito che ci fosse un vero scambio (con altri autori coinvolti) e non un monologo dove in Italia si recepisce (=traduce) e basta.
Se Tolkien fosse nato in Italia, avrebbe avuto la possibilita' di scrivere (e far conoscere ovunque) delle opere dello stesso respiro?
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Re: La waterloo del fantasy: UNIKA!
Per la questione ti rimanderei agl'ultimi post scritti sul thred 'è uscito il mio libro!' di Mauro Longo, dove provo ad avvicinarmi all'argomento... in linea di massima, la questione presenta troppe diversità, e provo ad elencarle rapidamente e sommariamente:
1) Tolkien parte da zero o quasi: la sua operazione è di riscatto, la cultura nordica non ha lasciato grosse eredità scritte, ma solo orali.
2) Di contro, noi, avendole scritte, e scritte bene, e scritte una volta e per sempre come avviene nella mitologia, che gioca col Canto e dunque con una memoria da scolpire nei secoli, siamo molto più intimiditi: Omero, Virgilio, Dante, sono nomi che fanno venire la pelle d'oca, e giocare col loro materiale, oltre che sacrilegio, ci sembra impegnativo e soprattutto controproducente da un punto di vista di 'sfida'.
3) Il nostro contatto con lo storico è pressoché nullo: abbiamo una storia antica che ci attraversa continuamente. Nella mia città, Roma, è cosa nota il fatto di passare con le macchine sul ciottolato antico, di epoca romana, o passare accanto a un acquedotto o sotto un loro arco. Questo abbassa l'effetto meraviglia di cui il genere gode. La stessa cosa non può avvenire per chi vive all'estero: per loro, avere Tolkien significa proprio ri-appropiarsi di un Colosseo che non possono avere...
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Danilo Baldoni
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