Breve intervento, subito dopo aver compilato la scheda.

Le Qualità mi piacciono, mi sembra che coprano egregiamente un po' tutte le eventualità. Non mi sembra affatto equilibrato il sistema di attribuzione dei punteggi.
Insomma ho 6 Qualità e sei punti da distribuire tra di esse, però se a una Qualità non assegno nessun punto essa non va a 0, bensì a -2.
Questo è uno sporco modo per dire: "mettete 1 punto ad ogni Qualità"! Ma avrei apprezzato di più se l'autore mi avesse imposto un eprsonaggio già prefabbricato con +1 a tutte le Qualità. Così mi sembra una fregatura. Insomma se voglio dare un punto bonus a una Qualità questo vuol dire che accumulo un malus di +2 a un'altra. Dare un bonus di due punti implica un malus complessivo di -4 punti da altre parti.
Nons erve un genio della matematica per capire che la cosa è sbilanciata.

Vabbè, vedrò come si comporterà il mio eprsonaggio sbilanciato nel gioco (alla faccia dell'autore), infatti ho deciso di potenziarlo in astuzia e osservazione, a discapito di Abilità e Carisma.

Tadanori ha scritto:

Io sono andato a leggermi la parte introduttiva che fa da tutorial delle caratteristiche senza aver prima creato un personaggio, e ovviamente non aveva molto senso. Mi sarebbe piaciuto poter dare una risposta a scelta in stile Monkey Island invece di dover valutare le doti del personaggio (che non ho creato). Ma ho apprezzato l'atmosfera. Ricordo che da ragazzino avrei voluto scoprire Sherlock a farsi di morfina o cocaina come nei racconti. Ma forse sarebbe stato un "piccolo problema" per l'editore. In un classico è accettabile, in una serie che ufficialmente era rivolta a dei bambini in quanto gioco, no. L'atmosfera è sherlockiana per ora, e il mettere il giocatore nei panni del cugino scemo del povero Watson anziché dei più celebri e abusati eroi è una bella pensata.

assolutamente d'accordo.  Considera, del resto, che ai tempi farsi di cocaina non era malvisto, anzi era una cosa da esseri superiori

spadadelsole ha scritto:

Tadanori ha scritto:

Io sono andato a leggermi la parte introduttiva che fa da tutorial delle caratteristiche senza aver prima creato un personaggio, e ovviamente non aveva molto senso. Mi sarebbe piaciuto poter dare una risposta a scelta in stile Monkey Island invece di dover valutare le doti del personaggio (che non ho creato). Ma ho apprezzato l'atmosfera. Ricordo che da ragazzino avrei voluto scoprire Sherlock a farsi di morfina o cocaina come nei racconti. Ma forse sarebbe stato un "piccolo problema" per l'editore. In un classico è accettabile, in una serie che ufficialmente era rivolta a dei bambini in quanto gioco, no. L'atmosfera è sherlockiana per ora, e il mettere il giocatore nei panni del cugino scemo del povero Watson anziché dei più celebri e abusati eroi è una bella pensata.

assolutamente d'accordo.  Considera, del resto, che ai tempi farsi di cocaina non era malvisto, anzi era una cosa da esseri superiori

Per la precisione, la cocaina era un rimedio medico prescritto. Poi era costoso (come quasi tutte le droghe dell'epoca), legato molto nell'immaginario al ricco bohemienne che si droga tutto il giorno sul divano, mentre il poveraccio lavora nei campi.

Che poi il poveraccio potesse avere una vita più lunga e sana, all'epoca non ci pensavano!

Molto bella e completa la disamina di Gabrielund.

Io ho finito ieri la prima parte del libro, ossia ho completato l'indagine all'ippodromo.
Il mio giudizio, almeno su questa prima parte del libro, è dannatamente positiva. Il volume è scritto bene, intendo proprio come qualità della prosa. Spero di non attirarmi addosso gli strali di nessuno ma, avendo riletto da poco Neve Rosso Sangue di Joe dever, fatti i debiti confronti, trovo che Lienz scriva molto meglio dell'osannato autore di LS.
L'ambientazione vittoriana, poi, è resa molto bene, ho avuto la sensazione di muovermi in un ippodrono inglese della fine dell'800.
La cosa che mi ha convinto di più è la meccanica, per nulla semplice, di indizi e Decisioni che porta a numerosi possibili finali. Certo l'applicazione di questo sistema non è perfetto, ad esempio, per trovare il mandante mi si diceva che occorrevano gli Indizi W,Z,U e V (vado a memoria), si dava il caso che io li possedessi tutti e quattro questi codici, ma nessuna opzione era prevista per il mio caso. Insomma c'era il hai l'Indizio W ma non il Z, Hai lì'Indizio U e V e basta ecc ecc.

Riguardo alla storia in se è gradevole e mi ha dato proprio la sensazione di essere un investigatore che vaglia ipotesi, prende appunti, fa comngetture e interroga sospetti.
L'essere riuscito a trasmettere tale sensazione è un ulteriore punto a favore per Lienz; perchè, ad essere oggettivi, la libertà di manovra durante l'investigazione è davvero poca. In sostanza le occasioni in cui davvero possiamo prendere delle decisioni sono risicate. La metà dei bivi è condizionata da un lancio di dadi, quindi esula dalla volontà del lettore, mentre la maggior parte dei rimanenti è strutturata come un: Fai la domanda oppure termini il dialogo. Che è un finto bivio, insomma se mi viene proposto di fare una domanda a un sospetto, essendo un gioco investigativo, non c'è motivo di concludere il dialogo.
Quindi tanto di cappello all'autore che riesce a non far pesare un impostazione in cui la libertà di scelta è estremamente limitata.

Personalmente ho trovato semplice individuare chi ha drogato il cavallo e anche capire per conto di chi lo ha fatto, penso di aver perso qualche dettaglio (tipo cosa ci guadagnava l'esecutore) ma ho risolto egregiamente il caso.

Cose che mi hanno dato fastidio: Ho trovato assurdo non avere alcuna opzione per esaminare il cavallo, che passata la corsa scompare nel nulla; né di poter interrogare il fantino. Certo, il fantino lo posso interrogare alla fine, ma solo perché lo incontro per caso al pub. Assurdo che non possa pensare di interrogarlo prima, magari mentre non è attorniato da amici nerboruti, pronti a malmenarmi se non gli piace come parlo con il fantino.
Infatti questo è stato l'unico caso in cui ho imbrogliato, sono stato picchiato come un ciuco e rimandato a casa in carrozza, prima di poter parlare con l'irregolare di Baker Street e di poter concludere le ultime fasi delle indagini. Così sono tornato indietro e ho rifatto quella parte di storia, potendo così parlare con il veterinario (che anche lui lo incontriamo per caso).
Altra cosa che mi è piaciuta poco è l'uso dell'Irregolare di baker street. Possiamo dirgli di seguire un sospetto, ma solo all'inizio, quando non abbiamo alcun elemento per sospettare di uno più che di un altro. Quindi questa scelta iniziale si traduce in un lancio di dadi, in una scelta dettata dalla casualità, e la cosa mi ha dato fastidio, sarebbe stato meglio poter sguinzagliare l'Irregolare dopo aver raccolto qualche elemento e esserci fatti una idea di chi seguire.

Prossimamente leggerò anche la seconda parte della storia.

Boole ha scritto:

gpet74 ha scritto:

L'essere riuscito a trasmettere tale sensazione è un ulteriore punto a favore per Lienz; perchè, ad essere oggettivi, la libertà di manovra durante l'investigazione è davvero poca. In sostanza le occasioni in cui davvero possiamo prendere delle decisioni sono risicate. La metà dei bivi è condizionata da un lancio di dadi, quindi esula dalla volontà del lettore, mentre la maggior parte dei rimanenti è strutturata come un: Fai la domanda oppure termini il dialogo. Che è un finto bivio, insomma se mi viene proposto di fare una domanda a un sospetto, essendo un gioco investigativo, non c'è motivo di concludere il dialogo.

Perfetto. Pur essendo un librogame gradevole, è oltremodo fastidioso che non ci siano delle vere scelte da fare. Ho finito agilmente la parte del cavallo, non sono riuscito a finire al primo colpo la seconda parte del libro (l'omicidio al club) ma non ho nessunissima voglia di riprovarci!! vorrebbe dire rileggere le stesse cose e sperare che i dadi diano dei risultati diversi, non molto divertente!

purtroppo Holmes è così, per simulare un investigazione non basta che tu abbia cervello, ma ci vuole anche che tu noti la cosa al momento giusto.. ovvero che tu vinca ai dadi. In tutta la serie ci sono sempre dei bivi decisivi