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Saggio, su... so' ragazzi!
Scherza... lo sa bene che li guardo solo dai 23 in giù.

Comunque, non auguro a nessuno di essere mio figlio/a: sarebbe condannato/a a nomi assurdi di quelli che ti fanno odiare i genitori tutta la vita.
Ebbene, confesso, per restare in tema "donna": anch'io ho la fissa delle iniziali uguali e dei nomi da romanzo/album cui sono affezionata. Cosa ANCOR più deleteria: sono una donna amante del fantasy e dell'epic, potete immaginare.
Gli ultimi nomi con cui mi sono fissata erano Ariel e Aeris, dove Ariel era il nome MASCHILE.

Io conosco un bambino (maschio) che si chiama Crystal (nome chiaramente femminile)... Dannati cavalieri dello zodiaco!

Grazie a Dio, la fissa per i nomi dei Cavalieri l'ho superata con l'adolescenza.
Ariel è un nome che amo da quando ho scoperto Epica dei Kamelot ed in realtà è un nome angelico, attribuito quindi a esseri teoricamente asessuati ma dalla forte connotazione maschile. Quindi il povero bambino avrebbe ALTISSIME possibilità di dover sostenere tutta la vita la mia teoria: quando la corrente va da una parte, tu nuota al contrario.
C'è di peggio, comunque, ho conosciuto una ragazza di nome Nirvana e il suo look mi ha fatto solo immaginare la filosofia del resto della famiglia.

Per continuare l'interessante discussione sulle donne, in genere, per cui sarebbe piacevole sfruttare questo post... e per rispondere in via più seria alla questione maternità: noto una certa pressione da parte di molti miei amici maschi, esponenzialmente cresciuta da quando ho superato i trenta, nel volermi vedere a tutti i costi madre. Devo ammetterlo, ciò mi da il sentore del fatto che una donna single e senza figli alla mia età sia vista molto come una "disperata" o peggio una "menomata". E questa visione rende ancor più pressante, certe volte, il doversi affermare in altri sensi per dimostrare che può essere una scelta.
D'accordo, l'ho sentito pesare anche su molti uomini questo giudizio, ma posso assicurare che ad ogni età ci può essere quel che si chiama "rivalutazione" della propria vita o, meglio ancora, si può ricominciare in maniera diversa. Non è qualcosa che decidi, è qualcosa che anzi spesso viene da molte... troppe esperienze fatte e lunghi periodi in cui si è trascurato quel che era davvero il nostro essere. Paradossalmente, si può decidere di star soli perché si è stati troppo in compagnia, magari sbagliando, pur senza perdere la voglia... anzi, magari per star meglio in futuro con qualcuno. La questione figli è già diversa: da un lato, passata la normale voglia di maternità "ormonale" che si ha a vent'anni, si acquisisce più consapevolezza di cosa realmente sei adatta ad essere; dall'altro, ammetto che la voglia parecchio si perde per stanchezza e soprattutto per paura... soprattutto quando sei nella suddetta fase di "rivalutazione" e ripresa di tutto quel che non vuoi più sacrificare per quasi nessuno. Nel mio caso, c'è dietro anche in parte una scelta ideologica, ma se dicessi che sono immune all'istinto femminile di considerare l'idea o che questa ideologia non nasconda in piccola parte un meccanismo di difesa che mi fa accettare meglio la possibilità che non capiterà mai, forse mentirei.
In ogni caso, non vivo certo la cosa come una mancanza, tuttaltro e mi spiace un po' che venga vista tale da parte dei suddetti amici. Dopo tanti anni di ferma, sto riprendendo attività che avevo lasciato e che sembrano suscitare grande apprezzamento da parte di chi mi aiuta, sono impegnata anche nel cercare di crearmi con le mie mani una base stabile di vita, dato che il mio paese non può darmela... sarei pazza ORA a farmi venire certi pensieri: a tutte piace l'idea del bamboccetto cui dare il nome fico del romanzo preferito, peccato che però c'è anche tutto il resto e quello significa dire stop a tutti i progetti. Ci si può pensare serenamente solo quando hai almeno raggiunto qualche obiettivo per te stesso, a parer mio o prima o poi la si fa scontare all'erede e ne so qualcosa.
Non so cosa ne pensiate voi o come immaginiate la questione o se ne avete mai discusso con le vostre consorti (e prossime tali).

Ecco, diciamo che le mie motivazioni sociali sono pressappoco queste. Ci vuole qualcuno che non abbia voglia, per compensare chi ne ha troppa o ecologicamente siamo nei guai.
Per fortuna, nonostante i miei sogni d'amore siano andati in mille pezzi mille volte, almeno la voglia di innamorarmi mi resta. E non credo passerà mai. In questo sono davvero una femmina, sì. 
Purtroppo, il problema delle mie coetanee è proprio questo: troppi coetanei hanno invece rinunciato e sono chiusi/scottati/scoraggiati/amareggiati. E' indubbiamente difficile iniziare una relazione, che anche potesse avere buone possibilità, in questo modo e diventa un problema sempre più reale e serio. Tanto da indurre noialtre a frequentare sempre più spesso ragazzi più giovani, che pur avendo i loro limiti, hanno ancora tanto entusiasmo. Per carità, sono tendenze e fenomeni sociali e non c'è nulla di male, ma mi piacerebbe molto vedere ancora fiducia o coraggio nella mia generazione. Dicono che noi donne siamo nate con la sindrome del "principe azzurro" e per questo restiamo deluse, ma sempre più vedo che non è solo un problema nostro. Il "per sempre" non esiste, ma può esistere l'amore che col tempo assume molte forme e resta solido, se solo non fossimo diventati così facili alla fuga e così vigliacchi tutti quanti davanti ai problemi. Siamo esseri umani, uomini e donne, ci sono molti compromessi che fanno una relazione e la persona giusta non è certo quella perfetta o quella che ci riempie di passione ogni mattina che ci svegliamo. Quello sarebbe da ricovero psichiatrico, dopo i vent'anni... e anche abbastanza egocentrico e fasullo, in quanto più nella nostra mente che per i reali pregi della persona vicina. Non ho nemmeno una formula da dare, non esiste, io ho la mia per capire quando amo e mi soddisfa; ma, pur essendo estremamente romantica, non contempla la perfezione del soggetto o l'illusione che non cambierà mai nulla, né che siamo dentro "Twilight". Non credo nemmeno che ci sia UNA sola persona giusta, in realtà, ma quella giusta per la persona che si è nel momento in cui arriva. Però, permettimi Tadanori un'osservazione... e te lo dice una con molte riserve al momento... la scoperta che quel tipo di amore è un'illusione non dovrebbe essere motivo per rinnegarlo, ma per viverlo in modo più maturo. In TEORIA.