koala ha scritto:

vabbè dai, più che altro la moglie è stata davvero cafona!

Da morire, infatti dopo aver spiegato l'equivoco le ho fatto notare che non ci sarebbe stato nulla di cui vergognarsi a fare il contadino!

uraniborg ha scritto:

La mia è fresca fresca..

Premessa: ho un cliente in libreria che ha comprato nel tempo una decina di copie dello stesso identico libro sui trattori (molto bello, un cartonato fotografico).

Al che, pochi giorni fa, credendo di vederlo entrare (con la moglie) lo accolgo dicendogli ad alta voce: "scommetto che vuole un libro sui trattori!". Ovviamente non era lui, ma uno che gli assomigliava. Al che la moglie, anche piuttosto scortesemente, mi dice: "Guardi che mio marito lavoro all'Electrolux, non fa il contadino.."

Piuttosto imbarazzante...sad

questa è simpatica :-D
anche se in effetti la signora è stata molto antipatica

Si vabbe', ok... ma ora, invece di divagare sulle ipocrisie del mondo, perche' non tiri fuori anche tu qualche bella figuraccia del passato?
Forza, dai!
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A me, per il momento, ne e' venuta in mente giusto una: ero in viaggio a Praga per il capodanno 2000 tra amici, tutti ospiti nell'appartamento del mio amicone Gregorio. Tra i vari della compagnia, anche un ragazzo simpatico conosciuto da poco.

Il primo gennaio andiamo tutti al commissariato locale perche' ignoti ladruncoli avevano scassinato il finestrino di una delle nostre auto. In sala d'attesa, intanto che aspettiamo il nostro turno, si parla di furti, danni e assicurazioni...

Ad un certo punto m'infervoro nel raccontare al mio amico Gregorio le ladronate che ho sempre subito dalla mia compagnia assicurativa e sviluppo la mia tesi secondo la quale se uno finisce a lavorare in quel settore non e' mai un caso: se fai l'assicuratore devi essere certamente un mezzo parassita della societa' o quantomeno un uomo di merda...
Dieci minuti di conferenza ispirata durante le quali non mi accorgo della faccia inorridita di Gregorio che continua a farmi cenni con gli occhi indicando l'amico da poco conosciuto e che era rimasto seduto in silenzio, alle mie spalle.

...indovinate che mestiere faceva?

Ok, come promesso vi racconto la mia più grossa figura di cacca della mia vita:

parliamo di 5-6 anni or sono: ai tempi ero solito rifornirmi regolarmente in un supermercato qui a Reggio Emilia, dove, all'entrata, c'era (e c'è tuttora) sempre un simpatico ragazzo senegalese a cui ogni tanto compravo qualche CD taroccato per non spendere prezzo pieno quando un album non mi interessava particolarmente da desiderare di possedere quello originale.. un giorno gliene chiesi un paio e mi disse che me li avrebbe portati il giorno seguente perchè aveva già venduto tutti quelli che si era portato.. però attenzione, l'indomani non ci sarebbe stato lui, che aveva trovato un lavoro giornaliero da svolgere, ma un suo amico, che lo avrebbe sostituito solo in quell'occasione.. benissimo, allora siamo daccordo.. il giorno dopo arrivo all'entrata del supermercato e vedo puntualmente questo ragazzo di colore mai visto prima seduto su un muretto che aveva un borsone pieno di roba.. io senza neanche pensarci su un istante mi rivolgo a lui e gli dico: "Ciao! Ce li hai i CD?". Al che lui mi guarda subito attonito, ma immediatamente dopo divertito, come nel classico spirito africano (quanto abbiamo da imparare!), e mi risponde: "Veramente io non vendo quella roba, ho appena fatto la spesa e sto aspettando un mio amico che mi passi a prendere con la macchina!" Dopo pochi secondi un'auto si accosta e lui, tra l'altro vestito molto elegante, sale ridacchiando e io, colmo di vergogna e mortificato, mi scuso ripetutamente e entro a fare la spesa con la coda tra le gambe, sentendomi di essermi comportato come un perfetto razzista..

devo dire che se ho digerito abbastanza velocemente quell'autoumiliazione che mi sono inferto, lo devo al grande spirito con cui ha preso la cosa quell'uomo..

Fantastica questa!
Ma siete degli artisti!

Ego: comunque c'è da puntualizzare che mi sono ricordata di aver detto non "che nome del cazzo!", ma molto più signorilmente "che nome banale!". E sono stata un fenomeno di diplomazia rispondendo alla gaffe: "Beh che vuol dire, pure IL MIO quando me l'hanno dato non era banale e oggi sì!"

Una cosa che mi capita spesso è confondere la gente, come il nostro buon Uraniborg.
Non capita di rado che incroci qualcuno e parta a salutarlo entusiasticamente, iniziando discorsi che tiro avanti per mezzora su tutto quel che "sappiamo solo noi", prima di accorgermi che il/la poveretto/a mi fissa con occhi stralunati e l'aria di qualcuno che ha il dubbio di aver subito un disinnesto di memoria o avere di fronte una pazza...
Una di queste fu particolarmente notevole, quando salutai quel che avevo confuso con un mio amico di scuola di danza alla maniera molto marinaresca di "Oh, gran puttaniere, che si dice?" .
La cosa migliore è che 'sto tizio mi rispose sorridendo contento, come avessi detto qualcosa di molto lusinghiero: "Eh, non c'è male!".