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Re: I Corti 2015 - E' un gioco da ragazzi
Pirata delle Alpi ha scritto:[...] la battuta sui comunisti avrebbe potuto essere evitata (capisco lo stereotipo del lombardo di destra, ma alcuni possono sentirsi feriti).
SkarnTasKai ha scritto:certe battute un po' al limite. insomma, al di là di come uno la pensi (e chi mi legge su fb sa perfettamente come la penso io), la battuta sui comunisti l'ho trovata fuori luogo in un librogame.
Be', ma se un autore descrive una scena in cui una SS batte i tacchi esclamando: "Heil Hitler!" non vuol dire che sia nazista pure lui.
La battuta non riflette necessariamente il pensiero di chi l'ha scritta e va letta nel contesto in cui è inserita: quella di un rapporto di amicizia stretta e consolidata in cui ci si percula anche pesantemente.
È normale tra amici che si dicano solo per provocare, spesso anche in maniera pesante, cose che magari non si pensano davvero (o quantomeno non in quei termini). Visto che, come è stato rilevato, il rischio era quello di cadere nel macchiettismo, secondo me anche quella uscita rappresenta un tocco di realismo e di approfondimento dei personaggi.
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Re: I Corti 2015 - E' un gioco da ragazzi
Heimdall di Bifrost ha scritto:Casa. Ho abitato a Parabiago per quasi quarant'anni (e i Punkreas non mi sono mai piaciuti! ).
E, se proprio vi interessa, a San Lorenzo di Parabiago è nata anche Franca Rame. Tutto questo, naturalmente, per la precisione.
Come ben sa anche il nostro Dragan a Parabiago c'è Crespi Bonsai con il più grande museo bonsaistico vivente d'Italia dove coltivano esemplari stupendi tra i quali un enorme ficus dall'età stimata superiore ai 1000 anni
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Re: I Corti 2015 - E' un gioco da ragazzi
Charles Petrie-Smith ha scritto:Heimdall di Bifrost ha scritto:Appennino anche secondo me.
Il DAMS effettivamente c'è anche in Statale a Milano.
Ma davvero?
Mi pare che ci sia anche a Pordenone.
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Re: I Corti 2015 - E' un gioco da ragazzi
Io ho fatto altre "partite", senza però controllare le caratteristiche e ritirare i dadi; di sicuro ci sono molti modi per arrivare al finale, ma non ho controllato la difficoltà.
A questo proposito, capisco molto bene come l'Autore - ripeto secondo me per amaro disincanto sperimentato sulla propria pelle, forse più di una volta - abbia voluto indicare in maniera implacabile, direi quasi didascalica, come con le parole non si arrivi da nessuna parte e se si vuole "portare a casa" si debba necessariamente passare all'azione unilaterale, al gesto fisico, cioè al bacio (ricorda molto la morale finale di Mignon è partita), tuttavia io avrei lasciato uno strettissimo e difficilissimo "true path" attraverso il quale vincere anche con la patetica dichiarazione. Mi rendo conto, però, che - anche se l'Autore non avesse avuto una preclusione ideologica - per tracciarlo avrebbe dovuto allungare il corto.
Ho vinto È un gioco da ragazzi E In cerca d'avventura al primo tentativo.
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Re: I Corti 2015 - E' un gioco da ragazzi
Non ho provato col livello Impossibile, ma credo sia effettivamente impossibile finirlo con un totale di 4 punti da suddividere tra le varie caratteristiche, a meno di non avere una fortuna sfacciata a tutti i lanci di dado.
"Lo sai come dev'esse lo sguardo del carabiniere? Pronto, acuto e profondo".
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Re: I Corti 2015 - E' un gioco da ragazzi
Torno, dopo essermi preso un anno di pausa, a leggere e votare nella nuova edizione dei Corti di LGL.
Parto dalla pagella:
Giocabilità: 8
Divertimento: 6.5
Narrazione: 7.5
Il Corto è ben pensato, mi piace l'atmosfera che l'autore riesce a creare, che rispecchia molto quella tipica delle serate senza troppa storia, in potenza, che tutti noi abbiamo vissuto a 20 anni. Io sono cittadino, nato e vissuto sempre in Metropoli, quindi magari colgo meno di altri l'elemento "provinciale", ma rilevo in pieno la ripetitività, l'approccio bislacco, la sensazione di cameratismo e allo stesso tempo di vago soffocamento che certe serate sempre uguali davano quando si era abituati a uscire quasi ogni giorno.
Le persone che ci circondano sono davvero ottimamente caratterizzate: Lodovica è vitale, spumeggiante, egocentrica, un po' viziata, a tratti sicura di sé, a tratti infantile, con idee vagamente reazionarie ma allo stesso tempo capace di non farsi mai mettere sotto e di mantenere costantemente vivo il nostro interesse. E anche i personaggi di contorno sono davvero resi bene, e contribuiscono a dipingere al meglio l'atmosfera del locale. Lo stesso si può dire per i nostri amici Delio ed Elena.
Mi piace il sistema di gioco, che secondo me merita un encomio: il livello di difficoltà variabile spinge alla rigiocabilità, e cambiare il dosaggio delle caratteristiche può davvero modificare l'esito di una partita.
Al contrario di qualcuno non l'ho trovato troppo facile; convincere Lodovica alla "pomiciata risolutiva" non è affatto semplice, e certi errori (tipo il temporeggiare) si pagano carissimi. Esiste un percorso più abbordabile di altri per arrivare alla conclusione, ma è anche vero che se si giunge al lancio decisivo senza sufficienti bonus è impossibile o quasi uscirne vincitori.
Privilegiando una caratteristica piuttosto che un'altra si ha sempre la possibilità di recuperare abbastanza punti bonus per avere almeno una chance, e questo è un bel pregio. Allo stesso tempo non si è avuto un approccio troppo morbido, per cui beccare un malus di quelli pesanti è davvero un gap non da poco, che compromette o quasi la riuscita dell'abbordaggio. Una situazione questa che ci costringe a ponderare bene le nostre mosse.
Cosa manca per l'eccellenza? Mi trovo d'accordo con quanto detto da Shaman: dopo un inizio veramente intrigante e divertente l'autore si è un po' arenato. Devo ammettere che alla lunga i dialoghi, spesso fin troppo articolati, sono risultati un po' ostici da digerire, e il picco di divertimento si è abbassato. Probabilmente un approccio più scanzonato, e magari anche più snello, avrebbe giovato al corto.
Questa imperfezione strutturale si nota anche in certi passaggi: la dissertazione di Ludovica sul basket con tanto di considerazioni sulla convocazione in nazionale di Fucka e Myers stona, sia per il contesto della serata sia perché si sposa un po' male con le altre caratteristiche del personaggio.
In ogni caso un corto davvero godibile, che manca il colpo grosso veramente di poco. L'autore però ha dimostrato di saperci fare, e tutto sommato una volta terminato rimane la voglia di approfondire la conoscenza riguardo ad alcune cose che rimangono sospese (Che fine fanno Delio ed Elena? E Anna?): questo non può che essere un buon segno.
Alla luce di queste considerazioni il mio voto è 7,5.
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