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I Corti 2015 - La locanda nella nebbia

Re: I Corti 2015 - La locanda nella nebbia

Dai, la prendo un po' sul ridere perché il racconto mi ha effettivamente fatto ridere.

Diciamo che già dal titolo, il nostro autore dimostra di non essersi sbattuto troppo... C'è "giocare facile", e c'è "non sforzarsi nemmeno un minuto". Ripeto, ci avrei scommesso che almeno un Corto avrebbe avuto questo titolo; però, ecco, speravo di no. E invece. C'erano altri mille titoli possibili, ma non c'è stata la voglia di pensarci.

Ma anche tutto il resto, insomma. 40 paragrafi. Va be', nessuno costringe a usare tutti i paragrafi disponibili (io ne so qualcosa). Però che siano usati tutti a proposito! Eppure no: una buona parte delle situazioni presentate, bivio o non bivio, entro 2 paragrafi vanno a incanalarsi comunque sulla strada prevista dall'autore.

Poi quello che mi ha fatto ridere è che il personaggio non ha proprio un cavolo di obiettivo, in questa storia. È un burattino che si muove perché l'autore tira i fili.
Senza capire molto decidi comunque di seguirli senza scendere da cavallo. D'altronde non hai altro da fare
Ecco, appunto.
Quando ho letto
Non hai la minima idea di dove siano andati e, sinceramente, dopo tutto quello che è successo, un'elfa può anche andare al diavolo
mi sono sbracato dal ridere smile2 Tutto 'sto casino per un'elfa prigioniera, hai combattuto, hai seguito i rapitori, poi non sai che porta scegliere e rinunci, così? Bell'eroe! smile2

Potrei citare una buona dozzina di frasi, ma tanto il racconto è proprio Corto e si fa in fretta a leggersele nel loro contesto. Comunque non c'è nessuna sequenzialità, nessuna logica, tutto accade "perché sì" e il nostro potere decisionale è limitatissimo. In pratica c'è una sola scelta, quella iniziale - ed è pure un "vai a destra o a sinistra?". Il resto è tutto già deciso, e l'ho letto declamando un "macheccazz?" dietro l'altro, e ridendo per l'assurdità di certi passaggi. Per quanto siano concentrati nel rituale, devo davvero credere che i tizi misteriosi non si accorgano della fuga di UNA DECINA di prigioniere? Ma se poi ne sacrificano una sola, perché tenerle tutte in gabbia lì accanto? E perché salvare quelle prigioniere, a rischio di farsi scoprire, se poi di quella già distesa sull'altare te ne sbatti allegramente? Sei un eroe? Non lo sei? Lo vuoi essere? Chi minchia sei, perché fai le cose? Boh.

Alla fine è tutta un'illusione, però ci si può morire. Boh.

Le frasi tra parentesi. Senti dei cambiamenti nel tuo corpo e ti accorgi di avere addosso l'armatura (hai in testa finanche l'elmo)
Ah. Ma i cambiamenti non erano NEL tuo corpo?
Hai addosso l'armatura; il dettaglio dell'elmo richiedeva la parentesi?

La storia dell'ordalia di Gnaf, presunto obiettivo del nostro protagonista, è citata al 25; non dà dettagli, ma comunque almeno l'ho considerata come una parziale "spiegazione" del finale. Giusto per dire che non trovo che "cada dal nulla" all'ultimo paragrafo.

Potrei andare avanti per un'ora a sottolineare tutto quello che non convince, ma dai, chiunque può leggerselo da sé.
Non posso nemmeno pensare che il racconto sia stato scritto in fretta e furia, perché l'idea di partenza appare ben più grande di quanto poi sia narrato nel Corto. Qui mi sa che l'autore è uno che ci ha voluto provare - e lo ringrazio per questo, - ma non ha proprio gli strumenti. Non è uno abituato a scrivere. Ha avuto un'idea ma non sapeva come realizzarla appieno, e si è arrangiato come è riuscito. Non gli dico "lascia perdere" perché è un concorso in cui è bello partecipare e non c'è in palio niente di trascendentale, però in questo caso è veramente difficile fare critiche "costruttive" perché, in buona sostanza, è da rivedere l'intero lavoro. Bisognerebbe partire da basi che, ora come ora, non ci sono.

Un appunto: a me la spiegazione di Naginata e Yumi tra parentesi non dà problemi. C'è modo e modo di presentare parole che il lettore potrebbe non conoscere, e una breve spiegazione, in questo contesto, non la trovo fuori luogo. A differenza delle parole d'ordine di È un gioco da ragazzi, le quali, invece, erano esterne alla narrazione e spiegarle sul momento non avrebbe avuto senso. In quel caso, era giusto che uno se le andasse a cercare (se gli interessava).
Vi ricordo anche che, quando Dirk stava lavorando alla traduzione di Golden Dragon 6, ci fu una consultazione pubblica sul forum per decidere se spiegare o meno il significato della parola "corniolo", usata nell'introduzione. E si decise di sì: infatti, nel libro tradotto leggete "Il corniolo, il cilindro di legno posto al centro del bersaglio per le frecce...". Specificazione che nell'originale non c'è. Dunque, obiezione respinta sulla scia dei precedenti: dichiaro La locanda nella nebbia innocente per il reato di spiegazione tra parentesi non necessaria bigsmile2

Per tutti gli altri reati, be'... lì non posso farci niente, autore.

Voto: 5 (va' che mi sono ammorbidito anch'io, negli anni)

EGO
Barone del Sole
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Re: I Corti 2015 - La locanda nella nebbia

Aloona ha scritto:

Anima (sono commossa di aver insegnato qualcosa a qualcuno) vuole alludere al fatto di lasciare che il lettore O si informi da sé sui termini "stranieri" o che l'autore trovi un modo elegante di spiegarlo indirettamente, esempio: "afferri la tua Nagima. La lunga lama dell'antica spada scintilla è il legno liscio del manico ti accarezza la mano" e bla bla. Oppure, in ultimo, come anche dice Adriano, se non ti va ogni volta così, spreca due righe di regolamento con registro armi.

Non avrei saputo dirlo meglio, Mia Signora. wink

Fa che ciò che ami sia il tuo rifugio

Anima di Lupo
Barone del Sole
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Re: I Corti 2015 - La locanda nella nebbia

Aloona ha scritto:

afferri la tua Nagima. La lunga lama dell'antica spada scintilla è il legno liscio del manico ti accarezza la mano

Meglio che tu non ti metta MAI a parlare di armi, Aloona: inanelli castonerie una dopo l'altra. Il naginata (non nagima) non è una spada ma un'arma ad asta (per quanto la lama sia simile a quella di una katana); per contro una spada con un "manico" (che termine rozzo e generico...) liscio sarebbe veramente una pessima spada, che sfuggirebbe di mano in ogni momento. Non a caso sullo tsuka (il "manico" delle katana) si metteva della pelle di razza o di squalo molto rugosa, e sopra delle strisce intrecciate di seta, per aumentare l'attrito e quindi assicurare una presa salda.

Questo mi viene buono per dire la mia opinione, che da alcuni giorni rimugino, su quelle righe: si tratta di fanservice nel senso più classico e più spudorato del termine, e come tale lo trovo un po' gratuito. Può starci, quando viene inserito con abilità e all'interno di una trama ben strutturata, ma non è questo il caso, e figura come contentino per i nerd col pallino delle armi.

Ho vinto È un gioco da ragazzi E In cerca d'avventura al primo tentativo.

Charles Petrie-Smith
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Re: I Corti 2015 - La locanda nella nebbia

Il giorno che mi metterò a parlare di armi, Charles, mi documenterò. Non so nemmeno che cosa sia una naginata, tra l'altro nemmeno ho riletto il nome perché stavo col telefonino fuori casa, ma il succo è che la cosa non conta, in quanto non volevo tenere una lezioncina sulle armi giapponesi bensì fare un esempio a caso di spiegazione indiretta. Il che mi pareva abbastanza lampante. Ora che sono illuminata, mille grazie, vale lo stesso esempio con altri connotati al posto di lama e manico. E già che siamo in vena di lezioni, semmai inanello "castronerie".
Quanto al mettercela o meno, sarà fanservice, ma è un modo classico usato anche in seri libri di ispirazione storica (quando fatto bene). Sarà forse ancor più fico non scrivere niente, ma ci stiamo rivolgendo a un pubblico di lettori inesperti e non ci vedo del male in due righe "divulgative".

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Aloona
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Re: I Corti 2015 - La locanda nella nebbia

Travolto in questi giorni dall'irresistibile insignificanza della mia vita, non ho ancora spiegato quale sarebbe stato l'espediente che - da solo - avrebbe ai miei occhi salvato il corto portandolo alla sufficienza (per quanto risicata).

Si trattava semplicemente di disseminare gli indizi della vampirizzazione con sapiente abilità, mettendone una dose adeguata in ogni percorso possibile, e poi verificare se il lettore ha capito, sulla base di una sua scelta, e non di un lancio di dadi.
Come fare? Con una verifica in due tempi alla Jackson: nel paragrafo in cui compare l'elfa durante il combattimento porre la scelta se attaccare quest'ultima o continuare a battersi con il locandiere; una volta che il lettore opta - correttamente - per l'attacco all'elfa mettere 3 o 4 scelte di dove e come colpirla, inserendo il collo tra queste*, ovviamente come unica scelta giusta che indica che il lettore ha capito che non si tratta di tirarle una spadata ma di morderla (tutte le altre opzioni portano a una ID). Questo espediente richiedeva qualche paragrafo in più, ma tanto l'Autore ne aveva a disposizione ancora 10.
Certo, avrebbe funzionato solo alla prima lettura, ma almeno avrebbe dato al lettore la gratificazione di aver capito giusto, di essersi sentito in gamba, e per merito suo, non di un tiro di dado; e al contempo avrebbe dato un senso alla semina degli indizi nei paragrafi precedenti, sarebbe diventato il culmine del corto che verificava quanto il lettore fosse stato attento nella lettura e la sua perspicacia.
Far decidere solo a un tiro di dado, in assenza oltretutto di caratteristiche di intelligenza o percezione, intuito etc. che possano modificare il tiro, è desolante.





*esempio:
Dove intendi colpire l'elfa?
Se le squarci il ventre vai al
se punti al suo collo vai al
se tiri un fendente al braccio vai al

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Charles Petrie-Smith
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Re: I Corti 2015 - La locanda nella nebbia

O magari puoi far gestire la cosa con tiri di dado multipli, in cui solo la scelta giusta offriva un tiro più favorevole.
Esempio:

Dove intendi colpire l'elfa?
Se le squarci il ventre vai al 2 (al paragrafo 2 si faceva lanciare un dado: 1-5 portano ad un'ID, 6 colpo riuscito e l'elfa crepa)
se punti al suo collo vai al 3 (al paragrafo 2 si faceva lanciare un dado: 1-2 portano ad un'ID, 3-6 colpo riuscito e la storia prosegue)
se tiri un fendente al braccio vai al 4 (al paragrafo 4 si faceva lanciare un dado: 1-5 portano ad un'ID, 6 colpo riuscito e l'elfa crepa)

"Lo sai come dev'esse lo sguardo del carabiniere? Pronto, acuto e profondo".

Adriano
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Re: I Corti 2015 - La locanda nella nebbia

Adriano ha scritto:

Dove intendi colpire l'elfa?

Scusa, ma perché mai mi dovrebbe essere data l'opzione di colpire l'elfa? E' entrata tutta tremante nella stanza, c'è anche il percorso in cui la liberiamo... a questo punto se ho capito di essere un vampiro la aggredisco, ma il testo non dovrebbe condurmi obbligatoriamente ad attaccarla. Tantomeno non me lo dovrebbe suggerire!

"La grammatica è tutto ciò che conta"

gabrieleud
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Re: I Corti 2015 - La locanda nella nebbia

Charles Petrie-Smith ha scritto:


Si trattava semplicemente di disseminare gli indizi della vampirizzazione con sapiente abilità, mettendone una dose adeguata in ogni percorso possibile, e poi verificare se il lettore ha capito, sulla base di una sua scelta, e non di un lancio di dadi.
Come fare? Con una verifica in due tempi alla Jackson: nel paragrafo in cui compare l'elfa durante il combattimento porre la scelta se attaccare quest'ultima o continuare a battersi con il locandiere; una volta che il lettore opta - correttamente - per l'attacco all'elfa mettere 3 o 4 scelte di dove e come colpirla, inserendo il collo tra queste*, ovviamente come unica scelta giusta che indica che il lettore ha capito che non si tratta di tirarle una spadata ma di morderla (tutte le altre opzioni portano a una ID). Questo espediente richiedeva qualche paragrafo in più, ma tanto l'Autore ne aveva a disposizione ancora 10.
Certo, avrebbe funzionato solo alla prima lettura, ma almeno avrebbe dato al lettore la gratificazione di aver capito giusto, di essersi sentito in gamba, e per merito suo, non di un tiro di dado; e al contempo avrebbe dato un senso alla semina degli indizi nei paragrafi precedenti, sarebbe diventato il culmine del corto che verificava quanto il lettore fosse stato attento nella lettura e la sua perspicacia.

Su questo non ci piove. Lo spoileraggio mal gestito è stata la parte che mi è dispiaciuta di più, perché l'idea in sé era carina.

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Aloona
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Re: I Corti 2015 - La locanda nella nebbia

Si trattava semplicemente di disseminare gli indizi della vampirizzazione con sapiente abilità...
Come fare? Con una verifica in due tempi alla Jackson (...)

Bhe, chiaro che se uno partecipa al concorso deve aspettarsi che il suo corto venga analizzato e smontato...  smile2
                      http://www.boorp.com/sfondi_gratis_desktop_pc/sfondi_gratis/sfondi_divertenti_pazzi/divertente_otorinolaringoiatra.jpg

tuttavia spingersi ad ipotizzare addirittura in che altro modo avrebbe dovuto essere fatto mi sembra eccessivo e lo sposterei al dopo-concorso come proposte per l'autore. Comunque quell''idea e' potenzialmente buona.  cool

Seven_Legion
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Re: I Corti 2015 - La locanda nella nebbia

Premetto che non leggo le recensioni altrui finché non scrivo la mia, per non lasciarmi influenzare, seppur in minima parte. Forse ripeterò cose già dette.

Questo corto lascia senza parole... e non è necessariamente una cosa buona. Mi ha dato l'impressione di essere un modulo per RPG adattato a librogame, una operazione di ripiego fatta per partecipare al concorso, magari a causa dello scarso tempo a disposizione. Le situazioni descritte sono infatti abbozzate, confuse e spesso contraddittorie. Il corto ha certamente alcuni lati positivi, sui quali mi soffermerò inizialmente, e ahyme molti lati negativi, troppi per una sufficienza.

Di solito apprezzo gli stili stringati (anche se in questo caso è più stracciato) e quindi lo metterò come punto a favore. Anche l'assenza di un regolamento e di un noioso prologo è una cosa che apprezzo. La storia di fondo, diciamo il "soggetto" è interessante, tralasciando i singoli personaggi e dialoghi; in pratica si tratta di un incantatore che assoggetta la gente facendole vivere un continuo sogno ad occhi aperti, cosa che spiegherebbe lo stato confusionale del protagonista. Infine la struttura dei paragrafi, di per se, è comunque interessante (mi sono fatto un grafo); guardarla mi conferma l'idea che l'autore possa essere un giocatore (o master) di un gioco di ruolo che si cimenta per la prima volta con un librogame.
Infine, anche se normalmente detesto che in un librogame ci siano soltanto scelte alla cieca, tipo "Vai a destra, vai a sinistra o vai aff*****o", ho apprezzato questo paragrafo:

 Spoiler Show Spoiler Hide Spoiler
 Dubbioso scendi da cavallo e prendi un legnetto: un semplice
ramo che ha due punte su un'estremità e una sull'altra. Lo lanci in aria facendolo roteare: la direzione sarà decisa dalla parte biforcuta. Da bambino ti raccontavano di una fiaba che iniziava così. Era una storia che nasceva dal caso, perché il protagonista sceglieva la strada allo stesso modo. Il legnetto cade: è uscito destra (vai al 32) o sinistra (vai al 28)?
Mi piace come si mescola la narrativa e il gioco... bravo/a!

Per quanto riguarda le brutture/errori del corto la lista sarebbe realmente molto lunga. Non credo di aver tempo di stilarla, ma posso comunque scrivere (e lo faccio per riguardo all'autore che spero vorrà approfittare delle recensioni giunte per migliorare il proprio stile!) quelle che mi sono balzate all'occhio con maggior impeto.

Non sono nessuno per giudicare da un punto di vista accademico, ma come lettore devo ammettere che lo stile è talmente telegrafico da sembrare quello usato per fare la lista della spesa. Oltretutto, e questo in realtà fa sorridere, ci sono alcuni passaggi che sfiorano il naif... come al Par22: ma come? lui è un guerriero e poi quando gli chiedono il conto si mette a piangere?!  mad  A questo proposito una cosa che ho trovato comica è la tendenza a mettere in dubbio tutto, anche il dubbio, con frasi tipo: "Il tuo cavallo è rimasto dove te lo ricordi (ma ricordi davvero qualcosa?)".
Ci sono parecchi errori di grammatica (ad esempio al Par26: "se hai incontrata un'elfa"), che però visto il risultato globale diventano quasi irrilevanti.
Ci sono anche errori nella meccanica di gioco, come al Par16; si capisce che il Par39 è dove il giocatore farebbe meglio a capitare... i "nervi scoperti" di questo tipo rovinano il gioco. Quì si risolveva ponendo il rimando: "Se gli zombi che stai affrontando sono solo 3, vai al 39" nel Par6 invece che nel Par16. La stessa cosa avviene anche in altre parti, come al Par20: "tira un dado: se fai 4 o più sei un genio"  rolleyes  (mah!).
Ci sono poi tanti errori di logica. Ad esempio al Par35: ti domanda se sei già stato nella stanza ma poi... non serve a nulla... un paragrafo sprecato. Al Par13: se hai perso l'interesse nell'elfa ok, altrimenti... hai comunque perso l'interesse, CHIARO?  applauso  Al Par39 il protagonista (ma esiste davvero un protagonista? CIT) si riferisce agli zombie come "qualunque cosa sia", ma poco prima li chiama tranquillamente "zombie".
Ci sono altri errori minori come raccordi deboli tra paragrafi (dal Par39 al Par24 e dal Par31 al Par24, ad esempio) e links non funzionanti (dal Par5 al Par21, ad esempio), ma come ho detto listarli tutti è un lavoro enciclopedico.

Riassumendo: caro il mio autore, questo corto non è un disastro totale, ma quasi. Consolati sapendo che si sono visti corti peggiori di questo in questo concorso e ti prego di non demordere. Lavorandoci su e soprattutto leggendo qualche librogame in più, puoi mettere a frutto la tua capacità regalandoci qualche perla; non si sa mai.

Giocabilità: 4
Divertimento: 3
Narrazione: 5,5

La media dei tre parametri darebbe un 4,16, ma dato che posso ho intenzione di alzare il voto a 5, per incoraggiare questo autore, che è con tutta probabilità o un ragazzo molto giovane e/o un neofita dei librigame.

Voto finale: 5

monpracem
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