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Re: I Corti 2015 - Re Morto
Magari gli elementi che ha elencato lo porterebbero a votare qualcosa di simile allo zero, quindi per evitare si astiene...
"Lo sai come dev'esse lo sguardo del carabiniere? Pronto, acuto e profondo".
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Adriano
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Re: I Corti 2015 - Re Morto
Aloona ha scritto:Ego, scusa, ma non capisco, premesso che astenersi è un sacrosanto diritto: perché ti mancano gli elementi? Osservazioni ne hai fatte e mi sembrano valide.
Perché non riesco a considerarlo un prodotto "in regola".
È narrativa interattiva? Mica tanto, anche perché l'interazione è in più parti dettata dal risultato (scriptato o casuale) di un gioco di carte. Viene prima Re Morto, o Re Morto? Quale dei due è il punto di partenza dell'autore?
È in linea con il tema del concorso? Personalmente non lo credo.
Non trovo proprio un terreno comune su cui confrontarlo e valutarlo con gli altri Corti in concorso. Sarebbe un po' come dare un voto a Final Fantasy VIII come videogioco, solo sulla base del mini-gioco di carte incluso. Ma neanche; è solo un paragone per avvicinarsi all'idea. Per me, Re Morto non ha elementi che permettano di giudicarlo secondo gli stessi criteri degli altri Corti. Come opera di narrativa interattiva mi riesce di commentarlo solo evidenziandone gli errori e le incongruenze. Con questi presupposti, non posso sottolinearne pregi, e dunque non ho proprio elementi per dargli un voto come lo do agli altri Corti.
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EGO
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Re: I Corti 2015 - Re Morto
Capisco EGO e avevo pensato anch'io di astenermi. Alla fine ho deciso di esprimere comunque un voto.
Comincio col dire che leggendo il regolamento del gioco di carte, sono rimasto perplesso e un po' intimorito dalla sua complessità, soprattutto pensando che è inserito in un racconto-gioco, quindi narrativa breve.
Iniziando la lettura vera e propria, dopo aver letto l'incipit ho pensato che i miei timori erano infondati, sicuramente il gioco di carte sarebbe stato strumentale alla trama che si preannunciava ricca e avvincente.
Pieno di aspettative inizio col primo paragrafo.
Dopo un po' cominciano le perplessità... ma dov'è la storia? Sto solo giocando a carte per ora, quando inizia la trama vera e propria? Purtroppo il dubbio lascia presto spazio all'amara constatazione: in questo corto non c'è una storia.
Riassumendo:
- gioco di carte interessante
- ottime capacità di scrittura
- Incipit di grandi potenzialità
Presi singolarmente questi elementi sono tutti dal buono in su. La bontà di una torta però non è data solo dai suoi ingredienti, e qui sono chiamato a giudicare il racconto interattivo, non il gioco di carte né le potenzialità inespresse.
Per quanto sopra detto, e anche per essere coerente con gli altri voti che ho dato, assegno il seguente
voto complessivo: 4,5
Spero che l'autore, senza dubbio capace, capisca il senso del mio voto, da un racconto-gioco mi aspetto qualcosa di diverso da un "semplice" gioco di carte.
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phantomfh
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Re: I Corti 2015 - Re Morto
EGO ha scritto:Bella l'introduzione (anche se Wayne incrocia i tre assassini e viene lasciato vivo: perché?), ma poi che ne è della storia?
Il testo specifica che noi vediamo loro, ma loro non notano noi.
EGO ha scritto:Ma poi, la nebbia che ruolo ha nella storia? E l'elemento fantastico, dove sta? A me sembra che la sua mancanza renda il racconto fuori concorso... mi sfugge qualcosa?
L'elemento fantastico sta nel fatto che ci troviamo in una linea temporale parallela alla nostra, dove la Rivoluzione Americana non si è mai verificata. Inoltre, anche l'esistenza di questa "setta" dei Carders fa parte dell'elemento fantastico, secondo me.
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Re: I Corti 2015 - Re Morto
Ho metabolizzato a sufficienza.
E’ sicuramente interessante abbinare al lancio di dadi una partita a carte, e devo dire che dare in pasto al lettore un regolamento così originale è una mossa intelligente.
Iniziando a leggere le regole mi sfugge l’azione BALLARE.
Mentre STARE può essere intuitivo e SPARARE è buono nel caso la carta scoperta sia abbastanza alta, BALLARE mi sfugge. Perché dovrei utilizzarlo? Cioè cambio la carta coperta in base a che?
Di fatto, nelle mie partite non l’ho mai utilizzato, quindi per quel che mi riguarda le azioni durante la partita sono state solo STARE e SPARARE.
Lo spazio era poco e questo non ha potuto permettere di “espandere” la componente gioco, quindi capita che le partite a carte sembrino “pilotate” (nel senso, non c’è la variabilità assoluta di una vera partita di carte, le situazioni e le carte sono bene o male quelle pensate in precedenza dall’autore): c’è un po’ la sensazione che alcune scelte penalizzino troppo (io, per esempio, non ho mai utilizzato BALLARE, perché è una scelta che nella realtà non farei mai, eppure nel racconto può rivelarsi la scelta migliore).
A parte questi dettagli tecnici, l’idea non dispiace.
Il prologo è una delle cose che mi è piaciuta di più: semplice, diretto e crudo. La scrittura è ottima, con una buona dose di cinismo e senso di vendetta. “Nel momento in cui te ne dà conferma premi il grilletto. Addio Merrifield” lascia intravedere il clima che si potrebbe respirare in tutto il racconto.
Insomma: un ottimo modo per introdurre un corto, mi ha fatto subito venire voglia di leggere.
Ambientazione:
Qualcosa stona, a mio modo di vedere. Dovremmo essere in ambito western, però si parla di Re e di troni (facendo intendere ad una monarchia). Non sono un esperto di queste questioni (o di quelle quellioni, direbbe Cyrax), però mi suonano male perché in quei territori non mi pare ci siano stati Re.
Sinceramente mi sfugge il passaggio in cui si parla di realtà parallele dell’America, in questo caso l’autore avrebbe dovuto specificare meglio perché - giuro - non l’avevo capito...
Parte ludica:
Purtroppo quello che sembrava un sistema eccezionale perde i colpi col passare dei paragrafi. La partita a carte copre gran parte del gioco, quasi che non sembra che stiamo leggendo un racconto, ma che stiamo a capodanno e stiamo giocando a carte contro lo zio più agguerrito della famiglia.
In più (almeno per quanto mi riguarda), l’opzione BALLARE è di scarsa utilità (ma in realtà nel gioco può essere l’esatto contrario), quindi per me è un continuo alternarsi di STARE / SPARARE.
La cosa che mi è piaciuta meno sono i duelli (con le pistole, ma anche lo scontro fisico) gestiti tramite la partita a carte: cioè il racconto fino a quel momento andava che era una bomba! Mi ritrovo a farmi nemico questo Josh, già lo odio da quando pretende di farsi offrire il drink dal sottoscritto, andiamo a puntarci la pistola a vicenda, ci sfidiamo a duello e... il testo prevede di farmelo affrontare tramite una partita a carte, il cui esito può stabilire anche la morte di uno dei due. No, non mi è piaciuto, anche perché quello doveva essere il momento di maggiore tensione dell’intero corto: probabilmente è il vero punto debole del corto.
Altre cose che non mi hanno convinto:
- lo sceriffo fratello di Josh che ti ammazza a sangue freddo solo perché hai minacciato di denunciare l’intera città, vabbè che è il fratello, ma dovrebbe pur sempre essere uno sceriffo...;
- al percorso 1-37-32 (in cui taccio per due volte su come la penso) perché mai sto Josh si deve chiarire con me solo perché FORSE la penso in modo diverso, o perché non mi esprimo? Vabbè che stiamo nel west e in quel tempo tanto sani di mente non erano, ma perché devo chiarirmi con lui? La frase di Josh al 32 la trovo forzata.
- al 4 si raggiunge apoteosi della follia: sto folle di Josh impazzisce perché ho rifiutato una partita a carte. [...]e hai mancato di rispetto a me e al mio mazzo [...] è tanto comica quanto surreale, e praticamente rafforza l’idea che tutto il Corto sia in realtà al servizio del gioco di carte. Idea interessante, si, ma non subordinare l’intero racconto al mazzo. Giuro che questa frase mi ha fatto venire voglia di prendere un accendino e bruciare tutti i mazzi di carte che ho a casa, giusto per fare sfregio a Josh!
La coerenza c’è, ma certo è un po’ difficile pensare che un gioco di carte si possa insinuare nel cervello di un’intera popolazione a tal punto da fargli uccidere intere famiglie, rischiare la vita con il primo sconosciuto che capita, sparare a destra e sinistra in barba alla legge...
Insomma: un Corto iniziato davvero bene ma che sfuma progressivamente man mano che si legge. E’ davvero un peccato, perché l’idea delle carte è davvero bella, se fosse stata meno “invasiva” il racconto ne avrebbe davvero guadagnato.
Peccato infine per quei problemi di rimando ai link ipertestuali.
GIOCABILITA’: 7
Il gioco delle carte è interessante, ma fin troppo “onnipresente” durante la partita. Non ho ben visto il duello con le pistole gestito con le carte, lì avrei voluto affrontare la sparatoria con un sistema alternativo.
DIVERTIMENTO: 7,5
Per “divertimento”, in questo caso, voglio intendere “immedesimazione”: mi sono divertito nel veder morire Josh in situazioni diverse, ma devo ammettere che ad un certo punto mi sono visto allo specchio ed ho visto un pazzo sadico il cui unico scopo era quello di far fuori quel maledetto Carders anche a costo della propria vita... Semplicemente la soddisfazione era troppa nel vederlo morire! Anche dopo averlo visto crepare un discreto numero di volte, almeno per me, il divertimento rimane nel continuare ad ammazzarlo, ma certo per un giocatore che non matura questo sentimento nei confronti di Josh il divertimento può essere anche piuttosto basso.
NARRAZIONE: 9
Lo stile di scrittura lo trovo veramente efficace.
Diciamo che il voto finale è 7.
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Adriano
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Re: I Corti 2015 - Re Morto
Prodo ha scritto:Al punto che l'epilogo positivo è uno solo, uguale indipendentemente dalle scelte che compiremo (ammesso che si riesca a sopravvivere ovviamente). E tale epilogo è più semplicemente perseguibile se giocheremo male la partita a Re Morto e la perderemo. Pareggiarla potrebbe implicare complicazioni e vincerla ce le assicurerà.
Questo tipo di evoluzione mi ha infastidito non poco: già il gioco è complesso da digerire, mi sembra quantomai punitivo imporre a chi è riuscito a farlo con buoni risultati (vincendo la partita) una serie di eventi che portano solo guai e non aggiungono niente agli obiettivi che possiamo centrare nel corso dell'avventura.
Considerazioni analoghe pensavo di metterle in spoiler, ma visto che qui è già tutto rivelato... non lo so, può anche essere un'idea interessante quella per cui perdere è la via migliore per vincere, e che non interpretiamo sempre quello le cui azioni determinano il destino del mondo; va bene, ma allora perché nel prologo siamo presentati come tiratori impareggiabili e macchina ammazza-cattivi?
Ho vinto È un gioco da ragazzi E In cerca d'avventura al primo tentativo.
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