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INTERVISTA LGL: Adriano / Aloona

INTERVISTA LGL: Adriano / Aloona

In questa torrida domenica estiva, questa intervista potrebbe essere come un rinfrescante gelato: una piacevole parentesi a quello che state facendo. O forse no: magari non vedevate l'ora di farvi gli affari di qualcuno, e questa intervista arriva al momento giusto. Fatto sta che, nella prossima mezz'ora, potrete prendervi una pausa e leggere cosa hanno da dire Adriano ed Aloona, in questa intervista-shock che piena di sorprese e spunti di riflessione.
Gli argomenti trattati saranno:
- passione per la musica;
- passione per il metal;
- amore per i gatti;
- amicizia extra-forum.
Per essere un Livello 2 l'intervista è molto lunga (per la seconda volta, c'è bisogno del secondo post!): per cui mettetevi comodi e buona lettura.
Vi ricordo che il thread generale delle interviste doppie è stickato ed è accessibile a questo link: https://www.librogame.net/index.php/for … c?id=2352.


Eccoci di nuovo qui: dalla prima intervista ad oggi, cosa è successo di bello nella tua vita?
Adriano: Di bello? Mi hanno licenziato! O meglio, ci hanno fatto licenziare e ci hanno messo a partita iva: quindi siamo qui, a lavorare fino a non si sa quando e a sperare che il “buco” creato dalla precedente gestione venga tappato e possano riassumerci. Per il resto, ho scritto un Corto, sto lavorando a Progetto Mortale (se non mi sbrigo qualcuno mi uccide, ulnar primo in testa) e sto pensando di trasferirmi nuovamente all’interno del raccordo anulare perché non è più cosa di stare così lontani, anche se ora il problema degli animali reclusi è in via di risoluzione.
Aloona: Ho sviluppato una nuova consapevolezza della mia vita: sono a dieta. La vita è migliorata, il problema sono ancora i fianchi. Per il resto, sono giunta a compromessi con molti aspetti della mia vita: lavoro, questioni private, sogni nel cassetto… cerco pace, insomma.
Qual è la tua professione?
Adriano: Attualmente lavoro come libero professionista in un centro di assistenza agricola: siamo responsabili dei contributi che la Comunità Europea dà ai produttori agricoli. E' un buon lavoro, se non fosse che la paga è troppo bassa per le responsabilità che abbiamo e la quantità di contributi che ci passano sotto le mani, e che avendoci messo a partita iva è diventato tutto insicuro... Inoltre sono istruttore di scacchi, quest'anno ho lavorato nella mia prima classe: è stata un'esperienza molto positiva e spero possa avere un seguito.
Aloona: Ho deciso di mettere in pausa molte delle mie attività, tra cui un’associazione che era diventata più un peso, per vocarmi totalmente al mio buon call center,  fino a nuovo ordine;  cioè fino almeno a ottobre, quando tenterò di riprendere quel che doveva essere la mia strada. Nel tempo libero, continuo a fingermi una disegnatrice e una musicista.
Dicci qualcosa dei tuoi titoli di studio.
Adriano: Diplomato all'istituto tecnico agrario, laureato in scienze forestali e ambientali, deluso dopo aver capito che questa laurea non mi era di molto aiuto per il lavoro che mi piaceva fare e che non c'è più merito nei concorsi pubblici...
Aloona: Ho frequentato il liceo classico, col sogno di diventare archeologa, poi, a un passo dalla meta, ho deviato bruscamente per darmi al disegno. Negli anni successivi  ho accumulato una vasta serie di titoli, giusto per riempire cornici a giorno, in editoria, grafica, imprenditoria; ho perfino tentato l’università (della terza età) in antropologia e scienze della comunicazione, andavo pure bene, ma non sono durata. Mi piace studiare, sono il tempo e l’organizzazione che mancano.
In quale città abiti?
Adriano: Sono romano da 754 generazioni: per motivi di budget ho momentaneamente spostato il domicilio a Monterotondo (a pochi chilometri da Roma). Conto di tornare a Roma quanto prima e dar vita alla 755ma generazione.
Aloona: Sempre a Roma, purtroppo. Non sono tanto patriottica.
Stai leggendo qualche librogame in questo periodo?
Adriano: Appena termino un paio di betatest ho in programma la lettura approfondita di Mizar III e de L’eretico 1: sono mesi che vorrei giocarci come si deve, poi il tempo per farlo è sempre poco.
Aloona: Ogni tanto cerco di andare avanti con “I labirinti di Krarth”, che avevo ripreso tempo fa. Rinfresco la memoria prima del PBF, che SICURAMENTE riprenderà a ottobre.
Qual è la tua serie di librogame preferita?
Adriano: Blood Sword: l'ho sempre trovata la più coinvolgente e divertente, le mappe su cui muovere i personaggi e le varie classi di esperienza mi hanno sempre appassionato, e poi ci si può giocare in gruppo.
Aloona: Lascio rispondere il pubblico: lo sanno anche i muri ormai.
E quella che ritieni peggiore in assoluto?
Adriano: Forte dubbio. Probabilmente Realtà e Fantasia: non l’ho mai sopportata.
Aloona: Non ne ho lette abbastanza per giudicare obiettivamente, ma… tra quelle da me lette, direi (a malincuore) “AD&D”. Date le potenzialità, si poteva fare molto meglio. Mi dicono, però, che i volumi sono andati migliorando col tempo, rispetto a quelli che conosco, dovrò verificare.
Qual è la serie di libri-gioco non pubblicati da E-Elle che preferisci?
Adriano: Adoro In cerca di fortuna, ci trovo molte analogie con Progetto Mortale, e in fin dei conti mi piacciono molto i libri a mappa fatti in modo che il secondo passaggio in un determinato ambiente sia “differente” rispetto al precedente. In questo senso, vorrei molto leggere Obscura Generi del nostro amico Shaman.
Aloona: Da piccola mi piaceva tanto la serie fumetto-gioco di “Asterix”, ghghgh.
Preferisci i librogame con un regolamento semplice o complesso?
Adriano: Regolamento complesso tutta la vita! In un Corto apprezzo l'immediatezza, ma in un librogame vero e proprio mi piacciono i regolamenti complessi. Poi, sebbene nel corso degli anni abbia rivalutato molto i libri senza combattimenti, mi piace molto lanciare i dadi durante una partita, gestire tanti parametri contemporaneamente ed affrontare i combattimenti: lo trovo un gioco nel gioco. Non a caso la mia serie preferita è Blood Sword.
Aloona: Dipende quasi totalmente dalla riuscita finale, ma, tendenzialmente, premio la complessità ben fatta. Sempre secondo, in ogni caso, alla scrittura.
Preferisci le collane i cui libri hanno svolgimento sequenziale, o quelle con libri scollegati l'uno dall'altro?
Adriano: Svolgimento sequenziale: la crescita del personaggio è un aspetto che dà valore ad un'opera.
Aloona: Decisamente sequenziale: amo appassionarmi alle sorti di un personaggio e dei suoi compagni, come in un romanzo. Lg troppo impersonali o che me lo impediscono mi fanno l’effetto di quelle partite di gdr “one shot” dove lo scopo è solo “vincere” l’avventura e accumulare punti. Asettico e frustrante.
Dimmi due titoli di anime/manga/fumetti che preferisci.
Adriano: I due titoli che preferisco sono:
- Dragon Ball: lo shonen per eccellenza, semplicemente fantastico ed emozionante, è il massimo per chi adora storie basate sui combattimenti;
- One piece: una storia davvero articolata e lunghissima, spero duri altri 15 anni! Non si parla solo di pirati: ci sono intrighi, misteri, associazioni segrete, complotti governativi, corruzione, amicizia, sacrificio, promesse... Un'opera davvero mastodontica: la tensione è gestita davvero bene, ormai è diventata una droga settimanale.
Aloona: The Order of the Stick, Lupo Alberto. Vado molto per il comico e i manga m’hanno stufato da secoli.
Una cosa che vi accomuna la è passione per la musica. Parliamone:
-   Cosa rappresenta la musica per te?

Adriano: La musica è libertà di espressione: nella mia vita è sempre stata molto importante, mi accompagna da quando sono piccolo.
Aloona: Credo che una sola definizione sia limitante: emozione, ispirazione, immagine, racconto. Quando voglio parlare di me, il modo più immediato di farlo è una canzone o un pezzo musicale. Ho la fortuna di aver suonato uno strumento fin da piccola, per passione e scelta, e di sapere cosa si prova quando la musica diviene un prolungamento del tuo essere e il tuo corpo un’estensione dello strumento. Qualcosa che solo un musicista può comprendere. E’ in fondo a tutto quel che faccio, specialmente ai miei disegni, che associo spesso a canzoni; l’ultima volta che un amore mi ha delusa, sono riuscita a tirar fuori perfino un album, pensa te.
-   Fai parte di un gruppo? Cosa suoni?
Adriano: Attualmente non faccio parte di nessun gruppo. Suono il pianoforte da quando ho 8 anni, la chitarra elettrica da quando ne ho 18.
Aloona: Ho tentato di tirar su diversi gruppi, tutti finiti per abbandono di qualche musicista difficile da rimpiazzare. Il problema è che quelli bravi hanno troppo lavoro e quelli meno bravi troppo altro da fare o troppa poca voglia. Di solito nei gruppi sono quella che si dice “front-woman”, cioè canto, ma a volte mi diletto nel piano e nell’ultimo trio davo anche di percussioni. Ora voglio dedicarmi solo a finire l’album, a costo di suonarmelo da sola.
-   Raccontaci un po’ del tuo percorso musicale.
Adriano: Entrato in una scuola di musica, ho iniziato a studiare pianoforte, nello specifico musica classica. Sono diventato rapidamente un esaltato fondamentalista degli 88 tasti: come tanti pianisti, per me la musica classica era una vera e propria ragione di vita, l'unica verità possibile, l'unica vera forma musicale. Ho partecipato a vari concorsi per pianisti ed ero destinato a diventare un concertista, ma purtroppo a 17 anni un idiota compagno di classe mi ha devastato la mano destra schiacciandomela dentro una di quelle finestre di metallo a scorrimento: svariate fratture e lesioni mi hanno costretto a stare fermo più di un anno. Nel frattempo, una delusione amorosa mi ha portato a varie considerazioni: il rifiuto del percorso fatto fino a quel momento, la voglia di cancellare il passato (musica classica compresa) per non essere distrutto dai ricordi... In quel periodo mi vedevo spesso con un amico e ci sfogavamo a storpiare le canzoni con parolacce e roba varia: ho seguito passivamente il suo "percorso artistico" passando da Renato Zero a Vasco Rossi ai Queen (con vari gruppi intermedi). Terminata la fase di "rabbia" mi rimasero i Queen, che allietarono l'ultimo anno delle scuole superiori. Gli ultimi mesi di scuola ho chiesto al ragazzo di una mia amica (appassionato di rock e metal) se aveva qualche altro gruppo rock interessante da farmi ascoltare mi ha proposto prima gli Aerosmith e poi gli Helloween. Rimasi estasiato da questi ultimi! Ho ascoltato Walls of Jericho per giorni interi, e quando quel ragazzo mi ha visto interessato ha iniziato a portarmi altri cd metal: da fondamentalista della musica classica sono diventato un metallaro convinto, e quando è finita la scuola ho iniziato a comprare cd metal per espandere le mie conoscenze. Nel giro di pochi mesi mi sono comprato la chitarra elettrica ed ho studiato da autodidatta, fino a che non sono entrato a far parte di un gruppo metal come cantante/chitarrista (ebbene si). Siamo andati avanti per più di due anni, fino a che mi sono lussato il mignolo della mano sinistra giocando a calcetto: altri mesi di stop e fisioterapia, e addio al gruppo. Nel 2010, nel bel mezzo di una grave crisi esistenziale, la nostra cara Aloona mi ha scelto per suonare in un gruppo, ma l'esperienza è stata breve (ne parlo tra qualche domanda).
Aloona: Sono cresciuta con un organo elettrico in casa e una famiglia molto amante della musica, anche se mio zio e mia sorella erano più propensi alla chitarra e al canto. Tra me e gli strumenti a tasti, invece, è stato amore al primo tocco; ricordo di aver perfino comprato un numero di “Gioca e suona con Cristina” pur di avere la tastierina omaggio. Ho imparato presto a suonare su quell’organo, divenendo perfino abbastanza brava da cavarmela con cambi rapidi di effetti e ritmi, dopodiché arrivò la nostra prima, “modernissima” Roland (ancora funzionante!). E lì mi divertii di brutto per molti anni, trascorrendoci  la maggior parte del tempo libero, dal ritorno da scuola fino a molto oltre l’ora di dormire; capii di avere un certo talento quando i vicini, anziché tentare di sfrattarci, iniziarono a farmi richieste. Incoraggiata da ciò, tentai  lo studio del pianoforte per ben 4 anni e mezzo, prima che la separazione dei miei e una crisi da stress scolastico allentassero la mia capacità di concentrazione; e così, quando ci trasferimmo con mia madre, continuai ad una nuova scuola per qualche mese, ma finii per abbandonare. Ogni anno, da allora, mi dicevo: “ricomincerai il prossimo, su”. Ne sono passati quasi 20 e nel frattempo ci ho riprovato altre due volte, ma la situazione e la testa non sono più quelle di prima, però continuo a dirmi che il prossimo anno sarà quello buono. Per cantare, ho sempre cantato, allenandomi sui miei dischi preferiti: devo il mio ottimo falsetto a Bono Vox, la mia buona conoscenza dell’Inglese a Jesus Christ Superstar e molto anche alla musica antica.
-   Hai mai suonato a qualche concerto dal vivo?
Adriano: Ebbene si. Ci siamo esibiti in un locale di Roma (ora non ricordo il nome) come cover band ed abbiamo suonato Creeping death (Metallica), The new order (Testament), Gorgar (Helloween) e How many tears (Helloween). Lo ricordo come fosse ieri. Quando mi sono lussato il mignolo avrei potuto rimanere come cantante, ma non abbiamo trovato il secondo chitarrista; dopo un po' il batterista si è stufato di aspettare e se n'è andato; nel giro di due settimane ci siamo sciolti e non sono più riuscito a trovare un altro gruppo. Peccato: mi resterà sempre l'emozione di quell'esibizione!
Aloona: Se i miei saggi di piano possono considerarsi “concerti dal vivo”… sì. Cantato in pubblico, diverse volte, specie con il coro, ma anche con gruppi e in varie jam session blues.
-   Hai mai contribuito alla scrittura di una canzone? Se si, raccontaci questa esperienza e cosa rappresenta per te la creazione di qualcosa di nuovo.
Adriano: Personalmente compongo canzoni da quando suono il pianoforte: ho scritto pezzi di musica classica e composto anche pezzi metal (alcune canzoni complete, alcuni riff, alcune intro e idee varie, c'è materiale sufficiente per circa 60 pezzi). Molto più interessante è stato scrivere qualcosa insieme alla mia compagna di intervista. La prima volta abbiamo fatto una vera e propria sessione di improvvisazione con una tastiera: ne uscì qualcosa di buono (anche se l’improvvisazione non è mai stata il mio forte) che Laura ha salvato sul suo computer e (penso) usato per completare qualche canzone (non so se potrà anche essere usato come probabile fonte di ricatto...). La seconda volta l'ho aiutata un anno fa circa, lei voleva creare un gruppo folk/power: la collaborazione non è andata avanti perché avevo poco tempo per aiutarla, oltre al fatto che il progetto non era in linea con i miei gusti musicali e non gli ero di molto aiuto, però gli ho dato qualche idea con testi e melodie di un paio di canzoni.
Aloona: Come già accennato, l’ultima sofferenza amorosa mi ha ripagato con una decina di pezzi uniti in un concept, che ancora sto cercando di musicare, ma avevo già in repertorio molte canzoni mie: principalmente testi con melodie grezze da arrangiare completamente. Non che non possa farlo con un buon piano, ma non mi sento in grado di dare ai pezzi quel che di tecnico meriterebbero e lavoro molto meglio se in compagnia, anche solo per ispirazione. Quanto a temi, sono passata dal “prog visionario” al “melodic metal” a seguito di crisi musical-religioso-sentimentali e so dirvi per certo che il mio compagno di intervista ha partecipato alla scrittura di canzoni… o almeno c’ha provato, poveretto. Cosa rappresenti per me creare è controverso, molto dipende dal periodo e dallo scopo che mi prefiggo e da quanto è consapevole o meno. Scrivendo per il vecchio gruppo avevo un progetto preciso, che voleva ispirarsi a un certo tipo di musica e creare una certa atmosfera sperimentale, ero quindi certamente più “lucida” e mirata nella scrittura, come anche più distaccata. I nuovi pezzi sono stati un “grido di dolore”: dopo lunghi mesi di repressione emotiva, una notte ho semplicemente sintetizzato una metafora di tutto quel periodo e della mia vita in generale, preso il computer e buttato giù sei pezzi tutti insieme, più come esigenza che come progetto. Poi li ho guardati e mi sono detta: “hai scritto il tuo capolavoro”, dove per capolavoro va inteso il top di tutto quello che finora abbia messo del mio cuore e della mia abilità in un’idea musicale. Ora spero di non lasciarlo incompiuto. A questo proposito: Adriano, sto sempre aspettando il tuo aiuto, ma ti avviso che le tastiere sono comprese nell’arrangiamento e no, non le tolgo.
-   Hai mai suonato insieme al/alla tuo/tua compagno/a di intervista?
Adriano: Anche in questo caso la risposta è Si. Per evitarmi la depressione, nel 2010 Laura mi propose di entrare nel suo gruppo: suonavano un rock moderno stile Muse e Radiohead. Inizialmente sono entrato come tastierista (orrore!), poi ho provato anche come chitarrista. Purtroppo ho dovuto mollare per problemi alla mano: in definitiva, quindi, abbiamo suonato insieme solo nelle prove, due-tre volte mi sembra. E la sessione di improvvisazione. Non nego che ora mi piacerebbe riprovare qualcosa in ambito metal, ma è il tempo che manca... sad2
Aloona: Ebbene sì: ho tentato prima di reclutarlo come tastierista per il già citato gruppo sperimentale, vocato ad una sorta di prog/rock/pop un po’ alla Boris (non sapevamo manco bene noi cosa facessimo), ma anche quell’esperienza durò poco… lo ammetto, per colpa più mia, tra incertezze musicali e questioni personali che non si dovrebbero MAI mischiare col lavoro. Ad oggi questa regola non l’ho ancora imparata per bene.
La seconda, gli chiesi di aiutarmi a musicare qualche pezzo del mio album, ma temo che le nostre differenze in fatto di gusti Metal ci dividano troppo, così come le nostre doppie personalità faticano ad interagire: Adriano è il classico bravo ragazzo della porta accanto, quello che porta la spesa alla vecchietta e saluta sempre i vicini, poi gli guardi i cd e scopri che in realtà ha la mente di un serial killer. Io sembro una guerriera della strada, poi inizio a scrivere e scopri che in realtà sono una principessa Disney.
-   Quanto conta per te il testo di una canzone rispetto alla musica?
Adriano: Il testo è importante, ma la musica credo lo sia di più. Una parte musicale fuori dagli schemi e ben fatta sicuramente da un tocco in più alla canzone che un buon testo non è in grado di dare. Punti di vista, ovviamente.
Aloona: Sono equamente importanti per me, non faccio distinzione: quattro note col giusto testo possono diventare una grande canzone, ma devono essere LE note giuste. E’ come l’amore. Sono consapevole che esista una scuola di pensiero rock purista in cui il testo non conta, ma quando è così preferisco godermi un bel pezzo solo strumentale, piuttosto che sentir rovinare una buona musica da versi (dove per versi, spesso, non si intendono solo parole) inutili.
-   C’è uno strumento che ti piacerebbe imparare a suonare?
Adriano: La batteria!
Aloona: Il violino e la batteria sono i miei sogni segreti.
Ad entrambi piace la musica metal:
-   Quali sono i generi metal che più apprezzi e qualli che ascolti con meno interesse?

Adriano: La mia prima forma di metal è stata il Power. Sono seguiti subito dopo l'Heavy e il Thrash. Dopo qualche anno è arrivato il Prog, che mi ha molto affascinato anche nelle sue forme più estreme. L'ultimo in ordine cronologico è stato il Folk, che mi ha aperto letteralmente un universo: incredibile la quantità di sotto-generi e di materiale, ti apre davvero la mente! Il primo è stato un album degli Skyclad, a cui sono seguiti gruppi classici come i Mago de Oz e i Korpiklaani. Ma sono stati gli In Extremo il gruppo della svolta, con il loro cantato in lingue inusuali come il francese antico e il latino. Da quel momento ho iniziato ad ascoltare di tutto: ci sono un’infinità di gruppi in lingua madre, quasi tutti sconosciuti, che meritano di essere apprezzati. Quello che proprio non riesco ad ascoltare è tutto il metal estremo: Death, Black, Doom (salvo solo i My Dying Bride), Guttural e iper-Guttural, Avantgarde, Brutal, Depressive e compagnia bella. Tendo a scartare anche il Gothic: le atmosfere oscure e malinconiche, unite a tastiere e voci femminili, uccidono l’ascolto. E via pure il Symphonic: si, alcuni gruppi hanno suonato con l’orchestra (vedi i Rage o i Blind Guardian), altri hanno l’orchestra come parte integrante del loro sound (vedi i Rhapsody of fire), ma quando tutto diventa in funzione dell’orchestra il suono si ammorbidisce troppo per le mie orecchie. Il vero e proprio scream non mi piace (quello del Death, per intenderci), ma mi piacciono le voci assassine associate al power (come i primi Helloween e tutto il primo power), al thrash (come i Destruction) o avvicinabile al death ma non proprio death (per dirne uno, i Wolfchant in ambito Folk).
Aloona: Power e epic sopra tutti, ma tendo al melodico e, in alcuni casi, al gotico. Mi piacciono le contaminazioni e prediligo gruppi che si ispirino alla musica antica o a “temi” ben precisi, credo sia un’eredità dei miei studi e della mia passione per i musical. Non concepisco e non riesco ad ascoltare generi  troppo pesanti e rumorosi, come il Trash e compagnia, che trovo l’antitesi della musica; per me deve sempre prevalere la melodia. In genere, amo un ottimo cantato, anche nei pezzi più spinti.
-   Che differenze pensi ci siano tra i tuoi gusti e quelli del/della tuo/tua compagno/a di intervista?
Adriano: Lei apprezza molto il Gothic, io invece non lo digerisco. Lei apprezza molto il Power semplice e melodico, a me la melodia non dispiace ma alla lunga il Power semplice mi stufa anche perché troppo spesso tende ad essere uguale a sé stesso: adoro la melodia, ma solo se associata ad un po’ di sana cattiveria musicale ed una sessione ritmica rocciosa (in particolare la batteria). Parlando di rock, a lei piacciono molto gruppi come Muse e Radiohead, o comunque tutto quel filone lì: io invece non riesco a farmeli piacere. Diciamo che, rispetto a lei, ho bisogno di musica più massiccia per essere soddisfatto: e infatti preferisco di gran lunga il primo power a quello che ascolta lei. Se da una parte ho Rage, Grave Digger e Running Wild, e dall’altra ho Sabaton, Stratovarius e Kamelot, scelgo il primo trio tutta la vita! Qualche cosa in comune l’abbiamo, ma non del tutto: ad esempio entrambi ascoltiamo gli Helloween (solo che a me piacciono i primi Helloween, e del nuovo corso salvo solo gli album fino a The dark ride, a lei invece il nuovo corso piace molto ed apprezza l’esperimento con la voce femminile) ed entrambi ascoltiamo folk (solo che lei preferisce canzoni più soft). Al rogo le onnipresenti tastiere! angry
Aloona: L’ho già detto: Adriano sembra un bravo ragazzo, quando poi accende lo stereo comprendi come sia solo una copertura per il suo ruolo di maestro satanista. So che un giorno la sua follia devastatrice si sprigionerà e cercherà di purificarmi col fuoco dal mio insano amore per le tastiere, probabilmente su una pira costruita coi pezzi della mia Clavinova. Il che, da parte di un PIANISTA, la dice lunga in materia di schizofrenia. La mia missione è fingermi sua amica finché non l’avrò trasformato in un bardo di allineamento almeno caotico-buono. No, davvero, non lo so come faccia a sentire certa roba e non farsi saltare il cervello.
-   Power metal: dicci gli aspetti che ti piacciono di più e cosa invece non apprezzi.
Adriano: Come dicevo, non apprezzo il fatto che negli ultimi anni il Power sembra troppo uguale a sé stesso. Giusto per fare un esempio, se ascolti Helloween, Grave Digger, Rage, Running Wild, Blind Guardian e Gammaray hai già un buon panorama di partenza. Poi ci metti alcuni gruppi power più melodici, come Stratovarius, Rhapsody, Hammerfall e Angra. Ok. Poi ascolti Labirynth, Kamelot e i Sabaton: già inizio stancarmi e a sentire puzza di già sentito. Poi ascolti i Sonata Arctica: già sentito, passiamo oltre! Poi ascolti gli Epica, gli Stormhammer e gli Skylark: ancora?!? Già sentito! Vuoi farmi felice? Togli il 90% dei gruppi con tastiere e con voci pulite. Che poi, se andiamo a guardare, il Power nasce proprio senza tastiere e con voci sporche! Capito zietta? (Ah, questa non vedevo l’ora di scriverla...). smile2
Aloona: Del power apprezzo soprattutto gli arrangiamenti tendenti all’orchestrato e curati (almeno quasi sempre) dal punto di vista del cantato, la forza e i temi cui si ispira. Insomma, se non ti piace almeno un gruppo power non sei un vero giocatore di ruolo, andiamo! La cosa peggiore, invece, sono spesso i video: sembra che, per qualche oscuro motivo, pezzi ispirati al fantasy, magari stupendi, debbano necessariamente produrre clip osceni perfino per dei nerd.
-   Descrivici i gruppi e/o gli album che hanno rappresentato qualcosa di importante per te nel corso degli anni.
Adriano: Walls of Jericho (Helloween) è la perfezione fatta musica: un power grezzo, incazzoso, micidiale, in cui il binomio potenza/velocità viene espresso alla grande. Il cantato sguaiato di Hansen è il massimo che si può chiedere ad un cantante metal.
Souls of black (Testament) è l'album che mi ha fatto capire che il metal non era solo power e doppia cassa sparata a mille: un gruppo eccellente dal quale ho imparato soluzioni inaspettate ed eclettiche.
The divine wings of tragedy (Symphony X): album stellare che mi ha fatto capire che la musica non è fatta solo di 4/4 e ritmi regolari. E' merito di questa perla se ho iniziato ad amare il Prog.
The Wayward Sons of Mother Earth (Skyclad): e con questo ho imparato ad apprezzare il Folk.
Carved in stone (Rage): probabilmente l'album che mi ha fatto ascoltare l'intera discografia dei Rage con altre orecchie, il che mi ha fatto rivalutare completamente il mondo del Power metal: altro che trallallà-metal, tastiere, orchestre, voci pulite e melodie zuccherose... Mi spiace dirlo, ma questi tre vecchietti tedeschi rompono il culo al 95% del panorama power.
Weckt die Toten! (In Extremo): album grazie al quale ho sfondato la porta delle lingue straniere, dopo aver ascoltato questo album mi sono sentito pronto ad ascoltare vari gruppi Folk prima impensabili, come gli ungheresi Echo of Dalriada, i russi Beer Bear, gli Ad Planetatium Lunae (testi in friulano), i portoghesi Hyubris, i boliviani Ikael, gruppi nordeuropei come Otyg e Glittertind, ecc, tutti rigorosamente in lingua madre.
Aloona: Sonata Arctica, cui associo molti dei miei più cari ricordi del vecchio gruppo di gioco siciliano, quello che ora è quasi completamente cambiato. Kamelot, perché mi sono stati “presentati” da un amore e amore è stato dal primo ascolto ad oggi. Lo dico molto seriamente: se il diavolo mi chiedesse l’anima per poter essere presente all’ultimo concerto con l’insostituibile Roy Khan, “One Cold Winter’s Night”, firmerei senza pensarci. Troppe emozioni ho legate a questo gruppo per elencarle tutte.
Un periodo della mia vita sono stati molto presenti anche i Within Temptation, che hanno ispirato molti dei miei “quadri grafici” e che amo ancora adesso per la loro raffinatezza e capacità evocativa. Non mi dispiacciono neanche Raphsody e Epica, se tagliassero via quello che strilla come un goblin psicopatico.
-   Descrivici l’assortimento ideale di musicisti/strumenti che dovrebbe avere un gruppo metal.
Adriano: Due chitarre ci vogliono, basso e batteria sono obbligatori. Quindi 4 musicisti: cantante/chitarrista, secondo chitarrista, bassista, batterista. Oppure: cantante/bassista, due chitarristi, batterista. Senza tastiere! smile
Aloona: Basso, almeno due chitarre, batteria attrezzata di tutto punto, cantante, seconda/e  voce/i  (a caso tra altri cantanti occasionali o musicisti del gruppo, purché il front-man sia e resti UNO), tastiere… e, perché no, qualche strumento alternativo come violino elettrico, arpa elettrica, percussioni, a seconda della connotazione tematica.
Hai mai immaginato di poter giocare in più giocatori un librogame nato per un giocatore solo?
Adriano: Sinceramente non ci ho mai provato, anche perché gran parte della mia carriera di giocatore l'ho fatta da solo, quindi non c'è stato neanche modo di pensarci.
Aloona: Sì, nel senso: qualcuno me lo legge e io tiro i dadi e faccio le scelte. Non chiedetemi cose più complicate, tipo adeguare regolamenti.
Se la cosa fosse possibile, a quale serie ti piacerebbe giocare in questo modo?
Adriano: Mah sicuramente Lupo Solitario e Sortilegio: nel primo mi piacerebbe vedere come se la cava una squadra di Ramas, nel secondo mi attira molto l'abbinamento Guerriero/Mago.
Aloona: AD&D: sarebbe carino, anche se a quel punto farei prima a farmi una partitella da tavolo con gli amici.
Parapiglia! Il gioco della bottiglia! Cosa scegli?
Adriano: Io scelgo sempre Aloona, ovviamente! wink
Aloona: Dipende: se è maschio e piacente, certamente bacio. Per tutto il resto c’è il testamento.
Scegli tre utenti con cui vorresti essere intervistato, ed indica la motivazione.
Adriano: abeas (per la sua genialità, è un'autorità indiscussa in ambito di crash informatici), gabrieleud (perché è una fonte inesauribile di idee) e spotlessmind1975 (mi piacerebbe confrontarmi con lui sulle varie strutture dei librogame e sui loop).
Aloona: Anima di Lupo, perché c’è simpatia tra di nòi fin dai primi tempi e mi piace molto il suo stile; Firebead_Elvenhead, perché capita che siamo amici virtuali anche fuori del forum e lo stimo come scrittore, ma soprattutto come persona di sensibilità non comune; Foreros, perché detesta le interviste. tongue
Hai mai viaggiato in un mezzo pubblico senza pagare il biglietto? Se si, descrivici qui i metodi che hai utilizzato per farla franca.
Adriano: Ah, mettetevi comodi che mi devo sfogare! angry  Il trasporto pubblico è un servizio per il cliente, il che presuppone che il cliente paga e l’azienda gli offre un servizio. E che servizio ti offre il trasporto pubblico? Treni sporchi, sempre in ritardo, che si fermano di continuo, guasti irritanti e reiterati, pochi controlli. A meno che non sganci 70 € per viaggiare con Italo! Una volta dovevo prendere un treno per Napoli: è partito con 50 minuti di ritardo perché il controllore aveva fatto tardi! Ma parti senza, no? Vogliamo parlare degli autobus? Forni che camminano! E autisti maleducati, che inchiodano, poi accelerano stile Formula 1, per poi inchiodare al semaforo! Quando deve salire un loro collega, si fermano anche tra una fermata e l’altra, quando deve scendere o salire un passeggero sono precisi al millimetro. E se arriva una vecchietta 3 secondi dopo che hanno chiuso le porte, nella maggior parte dei casi il bastardo chiude le porte, scuote la testa e parte. Mortac%%&$%$&&$%&!!!!!!!! angry  Per mesi ho fatto la tessera mensile, e per i disservizi causati gli avrò scritto 3-4 raccomandate: ero corretto, pagavo la tessera e pretendevo un servizio almeno degno. Avete ricevuto risposte voi? Io no. Si guasta un’obliteratrice, e il controllore come se ne esce? “Scrivi a Trenitalia”. Io devo scrivere?!?! neutral  E’ il tuo lavoro cavolo, vuoi farlo presente o no che quell’apparecchio è guasto? No, perché non gliene frega niente! Lì nessuno pensa ai passeggeri, lì pensano tutti ai premi dei dirigenti: prima gli stipendi da 200mila euro, poi le manutenzioni. Ah si? Funziona così? E allora non pago più! Sperimentai diversi metodi, nessuno dei quali prevedeva evasione totale: diciamo che mi facevo sconti corposi (e meritati, visti i disagi causati da queste brave persone):
-  metodo del biglietto precedente: una volta su un treno Roma-Napoli andai in bagno e in quel momento passò il controllore. Per sbaglio avevo conservato il biglietto della settimana prima non bucato dai controllori, e per sbaglio gli diedi quello. Lui lo bucò senza battere ciglio. Ho quindi iniziato un periodo di sperimentazione di 6 mesi, mostrando biglietti di settimane prima (avendo anche quello buono, si intende): 100% dei biglietti bucati senza guardare le date. Da lì ho usato il metodo con regolarità. Percentuale di risparmio: 40% (quando non passa il controllore).
- metodo del sonno: utile nei viaggi notturni. Io viaggiavo da Napoli a Roma, l’ultima fermata prima di scendere era Latina, quindi facevo il biglietto fino a Latina. Se il controllore passa prima di Latina, ti buca il biglietto e l’ultima tratta la fai gratis. Se il controllore passa dopo, via con la sceneggiata: “Oh cavolo, mi sono addormentato! Qual è la prossima fermata?”, e il controllore ti fa pagare l’ultima tratta con una maggiorazione di 2 €. In 6 mesi di sperimentazione, mai beccato. Beccato solo una volta e pagai l’ultima tratta + la maggiorazione. Ci ho rimesso 2 €, ne avrò risparmiati più di 400 in 10 anni di viaggi.
- metodo delle fermate agli antipodi: simile al precedente, ma buono anche di giorno (in 6 mesi di sperimentazione, 0% di controlli tra la partenza e le prime 1-2 fermate, e nelle ultime 1-2 fermate). Quindi, in tratte lunghe con tante fermate (es: Regionale Roma-Napoli) si fa il biglietto da Cisterna di Latina e fino a Villa Literno. Risparmio: 20-30%.
- metodo del foglietto: in tratte urbane senza obliteratrici moderne (es: treni), si mette un foglietto (opportunamente sagomato) davanti al biglietto. L’obliteratrice fa il buco, ma il timbro va sul foglietto quindi sul biglietto non compare. Se ti fermano, sentono che c’è il buco e pensano che l’inchiostro della macchinetta era finito. Risparmio: 80-90% scientificamente provato sulla FM1 Fiumicino-Orte!!!
- metodo dei biglietti sequenziali: col metodo del foglietto, se ti beccano hai bruciato un biglietto intero. Questo metodo risolve il problema. In tratte ferroviarie urbane (es: treno FM1), in cui ogni 5 minuti c’è una fermata, si fanno X biglietti per ogni fermata da fare (e si timbrano col metodo del foglietto). Se il controllore ti scopre, ti buca solo QUEL biglietto (gli altri sono salvi!). Risparmio: 70% sul metodo del foglietto!
- metodo dei biglietti sequenziali abbinati: alternativa al precedente. Consiste nel fare biglietti per due fermate invece che per una sola. PRO: utilissimo se il controllore ti becca proprio mentre il treno è fermo ad una stazione (e lì sarebbe multa sicura, perché sgamerebbe i due biglietti sequenziali). CONTRO: se il controllore ti buca il biglietto, quello sostitutivo lo paghi di più.
Oggi non ho più queste esigenze, ma in passato sono stato un evasore compulsivo. smile
Aloona: Mai. Se mi accorgo di essere senza, scendo e lo compro, magari intercettando il tram dietro che ha la macchinetta erogatrice (se nel mio non c’è). Sono incapace di rubare e di mentire, è più forte di me: mi si legge in faccia. In compenso, una volta, al liceo, dimenticai la tessera e proprio quel giorno salirono i controllori, ma furono clementi.
Un’altra cosa che vi accomuna è la passione per i gatti:
-   Perché ti piacciono tanto?

Adriano: Non so dire il motivo: è da quando sono piccolo che ne sono attratto, e per anni ho desiderato di averne uno in casa.
Aloona: Sono belli, morbidi, pucciosi e molto più affettuosi di quanto la gente comunemente creda, ma hanno i loro modi di comunicare e scelgono il loro padrone preferito. Ho sempre amato chi, tra tanti, sceglie me. In generale, gli animali sono bambini che non crescono mai e danno anche meno rogne, ma non fraintendiamo: sono impegnativi come e peggio, per alcuni aspetti.
-   Con quanto gatti hai condiviso i momenti della tua vita? Parlaci un po’ di loro.
Adriano: E' dal 2000 che vivo in loro compagnia ed ormai mi sono abituato. Il primo è stato Musetto, un soriano bianco con macchie nere: si può dire che siamo cresciuti insieme, ora ha quasi 15 anni e si sta godendo tranquillamente gli ultimi anni con i miei genitori. Da quando mi sono trasferito a settembre 2014 ho preso un altro gattino: si chiama Tsunami ed è completamente bianco e del tutto sordo, è un gatto dolcissimo e molto affettuoso, è stato lui a scegliere noi l'estate 2014 in campagna. Praticamente gli ho salvato la vita perché ha alcuni problemi (sordità, gengive deboli, problemi di digestione) che non gli avrebbero permesso di sopravvivere in aperta campagna. Negli ultimi giorni stiamo dando stallo alla piccola Layla, salvata da un cantiere.
Aloona: Sono cresciuta con i gatti e ognuno è stato speciale a suo modo. Il mio primo gatto mi ha accompagnata nella crescita, è stato un compagno fraterno e ripenso a lui spesso come si pensa a un amico o un parente con cui avresti voluto essere meno cattiva, a volte, più presente, più brava, ecc. ecc. finché c’era il tempo per farlo. Nella nuova casa i gatti si sono succeduti come una dinastia: Sir William, detto Willy, in onore del suo elegante portamento e di un certo “paladino” cui tenevo molto, che ho cresciuto col biberon quando era solo una palletta color carbone e sparì misteriosamente, ispirandomi un romanzo (ancora solo virtuale). Ancora, dopo molti anni, non ho smesso di sperare che un giorno lo vedrò sbucare per la strada dove andavo a cercarlo e mi veniva incontro al suono del suo nome. Gatto di straordinaria intelligenza, per quanto tonto con le femmine. Si divise la casa per qualche tempo con Myu, clandestina ereditata da misteriosi padroni di cui non conosciamo le sorti e che prese residenza fissa in poco tempo da noi (per chi non l’avesse capito, abito a piano terra con cortili confinanti, NDR.), regalandoci una fedeltà e una bontà da far invidia a qualsiasi cane. Assieme a lei per un po’ e dopo di lei, purtroppo per troppo poco tempo, la mia Piri: sfortunata creaturina, mi adescò letteralmente un pomeriggio di ritorno da lavoro, quando era ancora cucciola. Scoprimmo giusto pochi giorni dopo come fosse malata e sono certa lo sapesse, motivo per cui si fece adottare a tutti i costi: riuscii a salvarla e darle qualche anno, spero, felice, prima che la sua vita terminasse comunque male, togliendomi ogni fiducia in una meritocrazia divina. Restò sempre piccola e la malattia le aveva regalato un lieve difetto di postura, per cui veniva apostrofata con vari epiteti poco lusinghieri: io la amavo ancora di più, come chi sa di avere qualcosa di davvero unico. Spero esista un paradiso speciale solo per lei e che mi aspetti lì. Poi venne Red: fiero soriano tigrato, già noto per alcune incursioni nel nostro cortile quando era ancora anche lui un cosetto rosso; mi costò particolare pazienza “addestrarlo” a fidarsi di me, croccantino dopo croccantino, passetto per passetto. Una medaglia olimpica non mi avrebbe dato più soddisfazione della prima volta che, chinandomi per dargli da mangiare, me lo vidi saltare in braccio. Alfa indiscusso tra i gatti del quartiere, tra gli umani aveva paura perfino della sua ombra. Ed infine abbiamo Leo, cocco di mamma, gioia della casa, ecc. ecc., che ogni tanto (come mentre scrivo, ad esempio) mi fa penare preferendo restarsene al fresco in “comitiva”, piuttosto che tornare a casa sua. Secondo rosso della dinastia, ma molto più audace e socievole del predecessore… e che dire? Lo vedi e ti innamori, punto. Non si scampa. Mia sorella e il ragazzo lo salvarono dalla strada e qui da noi doveva solo transitare, ma la lunga battaglia per l’affidamento fu vinta… e meno male o a quest’ora si sarebbe chiamato “Ravel”. Dimenticavo: un pensiero va anche ai miei “nipoti”, che i vicini mi hanno recentemente portato via senza nemmeno farmeli salutare: Totò e Marisa, due selvatiche pesti che mi hanno colorato non poco l’esistenza.
-   La scena più buffa alla quale hai assistito?
Adriano: Tsunami sta puntando qualcosa fuori dalla finestra, io esco dal bagno e mi ritrovo dietro a lui, lui non mi sente essendo sordo. Mi avvicino a gli do una carezza dietro la schiena: lui lancia uno strillo che nemmeno se lo stessero scannando! Poi mi guarda, si gonfia, fa una capriola su sé stesso e scappa via. Ho riso per tutta la giornata.
Aloona: Leo che, non avendo mai perso il vizio di “ciucciare” (causato, credo, dal trauma di aver perso la madre quando ancora molto piccolo) impazzisce letteralmente per la mano di mia madre. Una comica, specie la prima volta, ma fa sempre ridere il modo in cui la punta, se la prende di prepotenza con le zampe e ciuccia fino ad addormentarsi. Quando te lo vuoi togliere di torno, basta metterlo vicino a lei e fargli notare che la mano è a portata, meglio di un biberon imbottito di sonnifero. Fa così solo con lei e SEMPRE con la stessa mano.
-   Il momento più emozionante che hai vissuto con loro?
Adriano: Ce ne sono molti. Con Tsunami ogni giorno che torno da lavoro lui deve salirmi sulle gambe ed accoccolarsi: rispetto a Musetto si addormenta molto sulle mie gambe. Mi fa morire quando, vedendomi da lontano, prende con la bocca la pallina morbida e me la porta vicino, per farmi capire che vuole giocare. Per non parlare di quando si addormenta sul comodino vicino al letto e vuole essere accarezzato fino a che non crolla dal sonno.
Aloona: Sono tanti. Ogni volta che ti danno segno del loro affetto e della loro intelligenza quasi umana: Io e Piri che dormiamo abbracciate, lei sdraiata con la testa sul cuscino esattamente come me; William che, riconoscendo la mia voce, entra nella pizzeria dove sto cenando e viene a farmi le feste sotto al tavolo; sempre Piri che mi porta il suo primo topo, con grande gioia mia e di mia madre e la faccia di chi ha compiuto un’importante impresa per la famiglia; Leo che impara a saltare per la prima volta, pronto ad affrontare i misteri del cortile di fronte e del soppalco di casa. Purtroppo, anche momenti tristi, come quando ci hanno comunicato che Myu e Red erano ammalati in modo irrimediabile e vederli soffrire, ma affidarsi a te fino all’ultimo o ritrovare la mia piccolina senza vita e non avere neanche un posto per seppellirla. Mo’ basta, se no piango. Di nuovo.
Siete amici non solo nel forum, ma anche nella vita reale. Parliamone:
-   Come e quando vi siete conosciuti?

Adriano: Non ricordo di preciso l'anno, Laura forse sarà più precisa di me. Comunque ci siamo conosciuti tramite un amico in comune, anche lui utente del forum: Laura veniva da un periodo difficile, quindi è toccato a me farle da "psicologo". Poi col tempo abbiamo stretto amicizia e ci siamo visti qualche altra volta. Nel 2009 abbiamo iniziato a vederci un po' più spesso fino ad arrivare al 2010, anno in cui abbiamo fatto parte dello stesso gruppo musicale (vedi sopra). Poi un litigio e praticamente non ci siamo visti per quasi tre anni. Ora è intrappolata su questo forum e lo sarà per sempre, huahuahuahuahua! smile2
Aloona: Ormai parecchi anni fa (sei? Sette? Di più?), tramite un amico comune. Attraversavo (tanto per cambiare) un controverso e complesso periodo sentimental-relazionale in cui si ritrovò, suo malgrado, a fare da tramite e da spalla su cui piangere. Santo fin da allora. Poi ho smesso di piangere, ma siamo rimasti amici e ne abbiamo combinate parecchie da allora. Me lo sono ritrovato pure nello stesso ufficio. xD
-   Andate d’accordo?
Adriano: Come cane e gatto.
Aloona: Solo se non si parla di tastiere.
-   Descrivi il/la tuo/a compagno/a di intervista in poche righe.
Adriano: E’ una persona con tante idee e molta voglia di metterle in pratica. E poi è estremamente preparata in tanti aspetti: musica, giochi di ruolo, cinema, canto, libri. C’è sempre qualcosa da imparare standogli vicino. Vicino a me perde facilmente la pazienza, ma il motivo è che io la “punzecchio” spesso: lo so, a volte so essere davvero irritante!
Aloona: La persona più paziente e disponibile che conosca e lo dico con ragion di causa, ma non significa che gli manchi carattere e può essere granitico nelle sue convinzioni, quando vuole o quando non mi metto di punta a tentare di smontarle con tutti i mezzi, anche i più biechi. Un giorno lo legherò ad una sedia, costringendolo a sentire l’intero repertorio power più orchestrato che ho a disposizione, finché non ne uscirà redento, come su Arancia Meccanica. La cosa che di lui preferisco sono i suoi leggendari “quarti d’ora di odio”, quelli in cui trasfigura da angelo a demonio assetato del sangue di chi lo stressa e riesce a elencarti di seguito le più turpi forme di tortura che vorrebbe sperimentare su di loro. Generalmente, quando sbrocca per qualsiasi cosa è davvero una comica.
-   Raccontaci di quella volta in cui avete litigato.
Adriano: Ah, come dimenticarsi di quella sera? Descrivo la scena (che Laura deve aver rimosso). Roma, Aprile 2010, ore 22:00: siamo andati al quartiere Testaccio con l'idea di bere qualcosa in un pub. Parcheggio la macchina in un piazzale isolato, in cui c'era un parcheggiatore straniero: lei aveva la sua macchina, io la mia. Lei prende il mac appena comprato e mi chiede di metterlo nel portabagagli della mia macchina che era più sicura, visto che quel computer gli era costato parecchio. Ora, ti pare prudente dire una cosa del genere davanti ad un parcheggiatore straniero? A me no... E infatti gli dissi di evitare. Lei, per tutta risposta, ha alzato la voce dicendo cose del tipo: "Ma devo preoccuparmi di un parcheggiatore che spacca i vetri delle macchine per prendere le mie cose? Ma tu [...] Ma io [...]" ecc. ecc. Cioè, non solo gli hai confermato di avere un computer da 2000 € chiuso in quella macchina (che poi era la MIA!), ma mi hai fatto anche passare da quello che ha accusato quel parcheggiatore di essere un probabile ladro... Il tutto, ovviamente, davanti a lui! Ho provato a farla ragionare, ma le cose andavano peggiorando ad ogni frase. Mi spiace ma non ce l'ho fatta più: ho aperto il portabagagli della macchina, gli ho ridato il mac, sono salito in macchina e me ne sono andato lasciandola lì. Siamo stati quasi tre anni senza parlarci... Vorrei tornare indietro per non reagire in quel modo. sad
Aloona: Ecco, appunto, parlando di sadismo… di solito litighiamo sui gusti musicali o quando non mi lascia vincere a scacchi e poi vuole che mi iscriva ai siti, tanto per affermare la sua superiorità su di me. Abbiamo passato anche un periodo brutto per mea culpa, mea culpa, mea grandissima culpa e ci siamo persi di vista per tanto tempo. Però mi ha perdonata, anche se non so ancora come, io non l’avrei fatto. Ve l’ho detto che è paziente.
-   Avete mai giocato a scacchi insieme?
Adriano: Come dimenticarsi di quella lezione di scacchi (+ partita) giocata in un pub su una tovaglietta di carta con le penne? smile
Aloona: E’ stato praticamente un maestro per me: senza di lui non avrei saputo dell’esistenza di aperture, chiusure, (s)gambetti e via dicendo, continuando a improvvisare a vita. Ero anche arrivata a un livello medio buono, sotto la sua guida. Ricordo, in particolare, una intensa lezione tenuta in un pub su una scacchiera appositamente disegnata per me su un tovagliolo e giocata con pezzi di sottobicchiere, che tengo ovviamente da parte per quando diventerà famoso e potrò rivendere a caro prezzo.
-   Il momento più spensierato passato insieme?
Adriano: Ce ne sono stati molti. Uno che mi è rimasto impresso è stato quel giorno in cui lei è passata dalle parti del mio ufficio in pausa pranzo e siamo andati a mangiare a Villa Ada: per evitare i rispettivi datori di lavoro ci siamo pure nascosti. Non ci nascondevamo così dai tempi delle medie!
Aloona: Ricordo un viaggio insieme a Viterbo molto piacevole, finché un’oca che stavo fotografando non mi ha caricata. Sul serio.
-   La cosa più compromettente che avete fatto insieme?
Adriano: Mi appello alla Convenzione di Ginevra e mi avvalgo della facoltà di non rispondere! teach
Aloona: Eh no! Non parlo se non in presenza del mio avvocato, che ora non c’è, quindi scordati i soldi dello scoop.
-   Hai mai pensato di bannare il/la tuo/a compagno/a di intervista?
Adriano: Nel thread “Chi vuoi bannare?” è in vantaggio lei (cioè il suo ban è prossimo). Uno di questi giorni... smile
Aloona: Avoglia, ci minacciamo continuamente di ban, il potere ci da alla testa! Ci abbiamo pure fatto un thread, tanto per vedere come finiva. E’ finita in empasse.
-   Hai mai pensato di sposare il/la tuo/a compagno/a di intervista?
Adriano: Certo! Io mi sono anche proposto ufficialmente come futuro marito, ma altrettanto ufficialmente la proposta è stata rifiutata.
Aloona: Sì. Poi mi ha ricordato che me lo dovrei tenere anche dopo la cerimonia e ci ho ripensato.


L'INTERVISTA E' COSI' LUNGA CHE DEVO CREARE UN NUOVO POST...
SEGUE IN BASSO.

Ultima modifica di: Adriano
Ago-26-15 15:34:04

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Re: INTERVISTA LGL: Adriano / Aloona

-   Avete mai provato a scrivere un librogame insieme? Se si, raccontaci com'è andata.
Adriano: Volevamo scrivere un Corto insieme per l’edizione 2015. Siamo partiti in quarta, buttando giù idee ed una bozza di struttura. Poi però le settimane sono passate, dovevamo scrivere qualche paragrafo di prova ma non l’abbiamo fatto, ci siamo rincorsi un po’ a vicenda ma abbiamo avuto entrambi dei casini, e il Corto è saltato. sad
Aloona: Segreto di Pulcinella, almeno due volte. Quest’anno ci abbiamo riprovato, ma vari problemi tecnici di comunicazione sempre più ostici (lavoro, IL FATTO CHE NON SI CONNETTE MAI, difficoltà a vedersi come un tempo) ci hanno impedito di concludere. E mi dispiace, perché avevamo una bella storia, di cui il suo Corto ha ereditato almeno il genere fantascientifico. Il prossimo anno ci si riprova e stavolta speriamo di non deludere i nostri fan e soprattutto il Totoautori: viste le idee che ci vengono, sgamarci sarà una passeggiata.
-   In fatto di "famiglia" la pensate molto diversamente. Ti va di parlarne?
Adriano: Ecco una cosa che ha causato tante discussioni accese in passato... Io mi sono sempre visto come futuro marito/papà, lei no. Quindi se la serata trascorreva tranquilla bevendo qualcosa, ecco che si accendeva improvvisamente quando si parlava di argomenti inerenti la famiglia e tutto ciò che è connesso! Poi io non sono un tipo che si tira indietro... Io ti punzecchio! Ti provoco! Ti esaspero! Smetti di parlare di una cosa? E io ricomincio! Miiiiii come mi piace farla incazzare!!! smile
Aloona: La sostanziale differenza tra me e Adriano è che io scelgo ancora l’auto in base agli amici che ci devo portare sopra durante le gite e alla potenza dello stereo,  lui in base al numero di figli che prevede di scarrozzare nei prossimi anni. Credo che ciò dica abbastanza. xD
In realtà, sono molto meno dura di come voglio apparire e lui lo sa: sono solo una “sopravvissuta” che ha imparato ad adattarsi ad una stramba situazione familiare e molte vicissitudini sentimentali, ma non disdegnerei un po’ di stabilità. Diciamo che mi accontenterei della metà della sua, che ce ne ha pure troppa. Non disdegno la famiglia, solo che al momento attuale non saprei che cavolo dirgli a un figlio, mi costa già abbastanza fatica capire cosa fare di me e in che valori credo ancora davvero, senza contare lo stacco di età. Penso che troppa gente faccia figli solo per il proprio bisogno, senza preoccuparsi di essere adatta. Molto più volentieri adotterei dei bambini a distanza (come finora) o anche da vicino, ce ne sono troppi che hanno bisogno di qualcuno, mentre noi continuiamo a sfornarne e non penso che l’amore sia solo una questione di “sangue”.
-   Un rimprovero da fare al/alla tuo/tua compagno/a di intervista?
Adriano: Non hai ancora giocato a Progetto Mortale! angry
Aloona: Ci sentiamo troppo poco e ci vediamo ancora meno, ultimamente. Che volemo fa’?
Hai mai preso qualche librogame dalla sezione Mercatino?
Adriano: A parte il servizio LNaCV non mi pare di averne mai presi da altri utenti tramite Mercatino. Però una volta ho smistato un pacco contenente circa 50 libri a vari utenti del forum: si trattò di un ordine collettivo che arrivò a Roma, io l'ho ritirato e, a mia volta, ho rispedito i singoli libri ai vari utenti che li avevano acquistati.
Aloona: Non mi pare: i lg che ho, esclusi quelli che mi porto dall’infanzia, li ho presi sempre privatamente.
Sofia Loren Vs. Sigourney Weaver. Chi vince?
Adriano: Vince Sigourney Weaver: Sofia Loren non sarebbe riuscita a fronteggiare un Alien!
Aloona: Sigourney, per forza. Vorrei vedere la Loren davanti a un Alien, che gli racconta?
Saresti favorevole all'utilizzo di librogame come strumento didattico nelle scuole?
Adriano: Certamente! Mettono una materia come Italiano e ci fanno studiare periodi artistici (come il Verismo, il Romanticismo, ecc.) e la vita dei poeti (Leopardi, Manzoni, ecc.), perchè non far studiare i librogame? Come materia vera e propria mi sembra azzardato, anche se, sviluppata in un intero anno scolastico, permetterebbe di approfondire bene tutto il settore della letteratura a bivi: si farebbe capire ai ragazzi la struttura di base, si inizierebbe a parlare degli SLATA, poi si passerebbe alla fase pratica (libri come Realtà Virtuale), poi si introdurrebbero i sistemi di gioco semplici, via via quelli più articolati, i combattimenti e tutti gli aspetti più avanzati, le instant death, i loop, ecc. Immaginatevi la scena. La professoressa scorre il registro di classe con il dito, poi esclama: "Oggi interroghiamo....... Cecconi Adriano!". Quindi parte la prima domanda, ma invece delle differenze poetiche tra Carducci e Leopardi, la prof. chiede: "Allora Cecconi, parliamo di Dave Morris: puoi dirmi quali sono le differenze stilistiche e strutturali tra Realtà virtuale e Blood Sword?". Fantastico! applauso
Aloona: Certamente, ma, secondo me, ce ne vogliono di studiati appositamente. Vedrei bene dei lg “realistici” o anche favolistici, ma con situazioni che richiamino la vita reale sotto forma di metafora.
Ti è piaciuta di più quest’intervista o la prima?
Adriano: Questa, perché le domande sono state più specifiche. La cosa curiosa è che io abbia lasciato qui questa domanda. Cioè prima ho scritto l'intervista Liv. 2 di sana pianta, poi mi chiedo da solo se mi è piaciuta più questa o la prima. Per la serie: me la canto e me la suono! (come si dice a Roma). C'è un vago conflitto di interessi. smile2
Aloona: Chiaramente questa, voglio dire:  l’onore di essere sputtanata intervistata da uno dei miei migliori amici in persona… (poi me la paghi).
Saluta il/la tuo/a compagno/a di intervista.
Adriano: Sei proprio sicura sicura che non vuoi sposarmi? smile
Aloona: Ciao, caro. Ti voglio bene, mi manchi (*vedi rimprovero precedente), tutte quelle cose zuccherose lì e visto che per colpa tua ho la mail intasata di notifiche scacchistiche, mo’ viecce a fartela una partita almeno!

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Adriano
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