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Qual è il tuo genere di librogame preferito, pensando a un ipotetico titolo inedito di prossima uscita?

I Corti di LGL 2016 - 3° - True Path

Re: I Corti di LGL 2016 - 3° - True Path

Se avessi espresso il mio voto alla fine sarebbe stato un 6.

Ho vinto È un gioco da ragazzi E In cerca d'avventura al primo tentativo.

Charles Petrie-Smith
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Re: I Corti di LGL 2016 - 3° - True Path

questi i nostri voti:

¿„ãßꪧ¬ ha scritto:

Questo corto è figlio di La nebbia di abeas. Lo è in ogni poro, pur essendo totalmente diverso. Lo è nella sua sfida a La nebbia come corto più difficile di tutte le edizioni del Concorso. Lo è nei suoi numerosi enigmi, la cui soluzione rimanda a paragrafi nascosti senza che il testo ne faccia riferimento.
Eppure gli enigmi sono strutturati in maniera del tutto differente da quelli de La nebbia: in quel caso erano integrati nell'ambiente e nella trama, nel caso in esame no; in quel caso non era sempre chiaro cosa fosse un indizio che portasse a un paragrafo nascosto e quando usarlo, nel caso in esame invece è sempre perfettamente chiaro e non c'è mai possibilità di equivoco.
Notate come nessun votante nel thread di votazione abbia fatto una piega sul fatto che, per trovare un paragrafo nascosto, bisognasse trovare e risolvere un enigma (anche se all'inizio non era chiaro come passare da una soluzione numerica a una alfabetica, e l'autore avrebbe probabilmente dovuto spiegarlo nel regolamento). C'è da chiedersi quanto maggiore scompiglio avrebbe creato questo corto se l'anno scorso non ci fosse stato La nebbia a fare, diciamo, da apripista. Forse non sarebbe neppure mai venuto in mente all'autore di scriverlo.

Eppure True Path, pur essendo figlio di La nebbia, ha una sua identità ben precisa, crea qualcosa che fino ad ora nessuno aveva mai osato (consapevolmente) fare nell'universo librogamistico: un librogame che non può essere risolto.
Prima di capire che True Path non può essere risolto, l'ho affrontato passando attraverso i vari stadi già descritti da Adriano nella sua recensione: all'inizio ho pensato che il titolo si riferisse alla sua struttura, e che sarebbe stato necessario sviscerarlo da cima a fondo per trovare il true path; successivamente ho scoperto che True Path è il nome del protagonista e che le strade per arrivare all'ascensore sono numerosissime (si parte da un paragrafo 1 con ben cinque possibilità di scelta!); alla milionesima volta che sono morto, pur divertendomi a risolvere gli enigmi, ho capito che forse invece un true path da scoprire c'era davvero e che non ne sarei uscito senza disegnarmi il grafo.
Vi risparmio il grafo disegnato a mano, è un'unica macchia nera stracolma di linee intrecciate. Per renderlo più razionale l'ho ridisegnato al computer:

https://dl.dropboxusercontent.com/u/718 … afo%29.pdf

Ho indicato in rosso i paragrafi a cui si arriva risolvendo un enigma, in blu gli oggetti, in verde i compagni che si possono incontrare e in arancione gli enigmi (solo quando questi sono divisi in più parti; in tutti gli altri casi l'enigma è proposto nello stesso paragrafo in cui va risolto, e quindi non l'ho segnato nel grafo).
L'asterisco indica un paragrafo col simbolo dell'orologio.

Dall'analisi del grafo diventa evidente come sia impossibile arrivare al paragrafo "Caveau" (a cui si arriva raccogliendo tutte e tre le parti dell'enigma "esagono") avendo con sè una chiave di ferro o una dinamite o con James come compagno, e quindi è impossibile anche solo accedere al paragrafo "Charles Path", men che meno arrivare al finale.
Per capirlo basta notare come i due paragrafi in cui si trova l'enigma "esagono (1/3)" siano entrambi alternativi al percorso in cui si trova la chiave o in cui si incontra James; invece la dinamite, pur trovandosi nello stesso percorso, è impossibile da raccogliere perchè per avere "esagono (1/3)" bisogna essere con Peter o avere una pasticca, e quindi non si passa dal paragrafo "Ripostiglio" in cui si raccolgono l'acido e la chiave inglese.

Ma supponiamo che non sia necessario trovare i foglietti con gli enigmi. Supponiamo che il lettore, una volta che li trovi in una lettura, ne conservi la memoria per ogni lettura successiva (anche se non vedo perchè). In tal caso è naturalmente possibile avere una delle tre condizioni per accedere al paragrafo "Charles Path".
Tuttavia subito dopo ci sono altri quattro check di fila: bisogna aver segnato meno di tre orologi e bisogna possedere un dispositivo elettronico, 2 pasticche bianche e un antidoto. Ebbene, non esiste percorso che consenta di soddisfare tutte queste condizioni contemporaneamente.
Ergo, arrivare al finale alternativo alla morte è impossibile.

A questo punto la conclusione logica sarebbe: il corto è fallato, non è stato progettato con attenzione dal suo autore, ed è impossibile arrivare alla fine, qualsiasi strada si faccia.

Questo sarebbe un grave errore, da penalizzare con un votaccio, se fosse davvero un errore di progettazione. Ma ci sono numerosi indizi che ci portano a capire che l'autore ha invece volontariamente progettato la sua opera per essere irrisolvibile.

L'indizio più evidente è nella pletora di check finali. In particolare, per finire il corto bisogna possedere 4 oggetti ed essere insieme a James, altrimenti 5 oggetti. Il regolamento del corto dice invece chiaro e tondo: "In tutto puoi portare con te tre oggetti".

Basta questo per smettere di scervellarsi nell'analisi del grafo, alla ricerca di un eventuale percorso che possa essere sfuggito e che porta a incastrare tutto alla perfezione. Questo percorso, se anche esistesse (e non esiste), non ci consentirebbe comunque di avere con noi tutti gli oggetti che ci servono per arrivare alla fine senza violare le regole.

Ecco che l'autore ci ha spiazzato un'ultima volta. Ci aspettavamo un true path, poi non ce lo aspettavamo più, poi ce lo aspettavamo di nuovo, e infine abbiamo realizzato che non esiste nessun path. Questo corto va oltre il true path, introduce il "no path". Qualsiasi cosa si faccia, non si esce vivi dall'albergo maledetto, e non si riesce a salvare il proprio padre.

Ma allora perchè l'autore si è preso la briga di scrivere quella serie di paragrafi che portano a un finale irraggiungibile, se non possono essere mai letti da nessun giocatore in nessuna partita?
Probabilmente per due motivi: innanzitutto perchè l'autore sapeva che i lettori di LGL sanno andare facilmente oltre le limitazioni di un normale librogame, e vanno a leggersi anche i paragrafi che non riescono a raggiungere, per avere la soddisfazione di leggere tutti i percorsi, e conoscere comunque il finale anche quando non risolvono il libro; e inoltre, e secondo me è il motivo principale, per dare una falsa speranza ai lettori: se i paragrafi semplicemente non ci fossero, risulterebbe prima o poi chiaro che non esiste alcun finale alternativo da raggiungere. Così invece, vedendo che c'è e immaginando (erroneamente) che esista un percorso per arrivarci, ci si prova e riprova e riprova. Fino a gettare la spugna: il corto è irrisolvibile.

Questo va ben oltre il finale amaro di La nebbia, dove qualsiasi cosa si facesse, l'unica alternativa all'oblio della nebbia (finale negativo) era la morte (finale "positivo"). Qui non esiste alternativa al finale negativo. Anzi: il finale "positivo" è esso stesso, una volta che lo si va a leggere, un finale deludente, in cui sì, si esce vivi dall'albergo, ma si fallisce miseramente nella propria missione. E' il finale negativo il vero finale "positivo", ed è pure facilissimo arrivarci.

Non mi soffermo nemmeno ad analizzare gli altri aspetti del corto (la trama, praticamente assente; la scrittura, buona ma asciutta; gli enigmi, quasi tutti ottimi anche se del tutto fuori contesto). Considero questo corto alla stessa stregua della canzone presentata da Elio e le Storie Tese all'ultimo Sanremo: una non-canzone, di per sè bruttina se analizzata sul solo aspetto dell'orecchiabilità, ma in realtà caratterizzata da una tale profonda genialità da essere inclassificabile, in un universo a sè, vincitrice morale per manifesta superiorità.
Questo è un non-librogame mascherato da librogame, esiste in un universo a sè stante, ed è difficile rapportarlo agli altri corti in concorso.
Ma non potendo dargli NG gli darò l'unico voto che a mio parere è possibile assegnare: 10


[u]Allegati[u]
Soluzioni degli enigmi. (Il titolo si riferisce al paragrafo in cui l'enigma va risolto).

Aggressione
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http://i224.photobucket.com/albums/dd259/abeaS_oyR/True%20path%20sol%20enigma%20aggressione_zpskprutgeo.jpg
Pavimento
Conto alla rovescia
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http://i224.photobucket.com/albums/dd259/abeaS_oyR/True%20path%20sol%20enigma%20conto%20alla%20rovescia_zpso60efciz.jpg
Corridoio B
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http://i224.photobucket.com/albums/dd259/abeaS_oyR/True%20path%20sol%20enigma%20corridoio%20b_zpsaxnts6do.jpg
Dispositivo
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http://i224.photobucket.com/albums/dd259/abeaS_oyR/True%20path%20sol%20enigma%20dispositivo_zpsmsui52e1.jpg
Vai avanti di nove paragrafi e continua a leggere da lì
Minaccia
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http://i224.photobucket.com/albums/dd259/abeaS_oyR/True%20path%20sol%20enigma%20minaccia_zps21hv8upm.jpg
Capriola
Pattumiera
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http://i224.photobucket.com/albums/dd259/abeaS_oyR/True%20path%20sol%20enigma%20pattumiera_zpsy28tmxtf.jpg
Piano -4
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http://i224.photobucket.com/albums/dd259/abeaS_oyR/True%20path%20sol%20enigma%20piano%20-4_zpsw0vburv8.jpg
Raggiungere l'ascensore
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http://i224.photobucket.com/albums/dd259/abeaS_oyR/True%20path%20sol%20enigma%20raggiungere%20lascensore_zpsbbbquv2y.jpg
Caveau
Screen saver
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http://i224.photobucket.com/albums/dd259/abeaS_oyR/True%20path%20sol%20enigma%20screen%20saver_zpsfzc6v1xh.jpg
Stanza vuota
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http://i224.photobucket.com/albums/dd259/abeaS_oyR/True%20path%20sol%20enigma%20stanza%20vuota_zpsykezix27.jpg
Tastiera digitale
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http://i224.photobucket.com/albums/dd259/abeaS_oyR/True%20path%20sol%20enigma%20tastiera%20digitale_zpsppoejpcq.jpg
Vai avanti di tre paragrafi e continua a leggere da lì

Prodo ha scritto:

True Path è una short story ispirata e “bastarda”, che ricorda per certi versi La Nebbia, che tanto fece discutere nell’edizione 2015 del concorso. La ricorda per l’atmosfera onirica, per le dinamiche che ci catapultano in una realtà incomprensibile e sbucata fuori dal nulla, per il senso di oppressione e precarietà che ci accompagna per tutto il racconto.
La ricorda meno per l’approccio strutturale e la tipologia di enigmi. Quelli del corto dello scorso anno erano complessi perché spesso costringevano a ipotesi logiche azzardatissime per essere risolti, e non si aveva mai la certezza che quello su cui si stava speculando avesse senso.
I problemi di True Path sono più lineari da questo punto di vista, e hanno tutti delle risoluzioni consequenziali, anche se alcuni di essi risultano complessi. Ma tutto migliora quando si riesce a capire la chiave di lettura che è alla base di molti degli ostacoli che ci troveremo ad affrontare: la corrispondenza tra lettere e alfabeto (nella forma 1/26 e in taluni casi 27/52 o 1/40) e il fatto che a ogni enigma corrisponde un’univoca soluzione che ci porta a un paragrafo non raggiungibile seguendo le normali scelte offerte dal testo, sia esso “segreto” o meno.
La scelta di non numerare i paragrafi ma dargli dei titoli amplifica il livello di difficoltà rendendo molto più farraginoso il lavoro di analisi totale del corto: è più complesso disegnare un grafo, ma soprattutto è molto più difficile, qualora ci si incagli, riuscire a determinare la soluzione di un enigma cercando una corrispondenza logica tra il testo di due paragrafi individuati leggendo in sequenza lo scritto. Una scelta secondo me voluta dall’autore, proprio per impedire ai meno determinati di sezionare totalmente il racconto e venirne a capo “aggirando” la soluzione di tutti gli enigmi presenti. Una preferenza “cattiva” che contribuisce però ad aumentare l’atmosfera spiazzante del contesto e farci sentire veramente soli e indifesi in un mondo folle che non conosciamo. Diciamo che questo escamotage compensa in parte le carenze narrative dell’opera, che è caratterizzata da paragrafi molto brevi e da descrizioni serrate (approccio che a me piace molto in un corto), ma che allo stesso tempo bada meno alla cura stilistica della parte scritta e ai virtuosismi letterari privilegiando la componente ludica e l’atmosfera. E’ un difetto che probabilmente, visto il ristretto spazio a disposizione, difficilmente si sarebbe potuto evitare.
Detto questo è bene sottolineare come il racconto resti impossibile da completare: l’autore richiede alcune condizioni imprescindibili per conquistare l’unico epilogo che ci garantisce la sopravvivenza (che troviamo al paragrafo Antidoto): avere due pasticche bianche, un antidoto, un dispositivo sblocca ascensore e un oggetto a scelta tra la chiave, il candelotto di dinamite o la compagnia di Roddick. Inoltre è necessario ottenere tutto questo senza accumulare più di due orologi durante le nostre scorribande, pena una prematura dipartita.
Ora dopo aver disegnato a mano un caoticissimo grafo del lavoro ho potuto constatare come soddisfare tutte queste condizioni sia impossibile. Di conseguenza qualunque scelta facciamo siamo condannati a lungo andare a morire. La cosa in prima battuta mi ha irritato tantissimo, e mi ha fatto venire voglia di punire l’opera con un votaccio. Probabilmente per qualche tempo ho anche pensato che si trattasse di un errore involontario.
Ma poi ho ragionato. Qual è il motore che ci spinge a imbarcarci nell’avventura? Salvare nostro padre. Ma è una non-missione, perché nel momento stesso in cui iniziamo a leggere percepiamo, dall’atmosfera e dalla situazione, che dal labirinto non si esce vivi. Inoltre il nostro genitore è anziano e debole. Siamo consapevoli, nel nostro intimo, che è condannato. Diventiamo degli eroi tragici, simili a quelli di un Oreste o di un’Antigone, che si agitano con tutte le loro forze, affrontando e superando problemi, consapevoli che un epilogo felice è precluso, ma senza per questo smettere di lottare.
E’ la seconda beffa che l’autore ci regala, dopo quella del titolo, True Path, che non si riferisce a un percorso unico e stretto che ci consente di terminare il libro, ma al nome del protagonista. Non possiamo salvare Charles, non possiamo salvare noi stessi, non possiamo uscire vivi dall’assurda situazione in cui ci siamo infilati. Alla fine, se ci pensiamo, è la stessa dinamica a cui ci aveva costretti l’autore della Nebbia. La differenza è che Abeas l’anno scorso aveva pensato di inserire almeno un epilogo, estremamente difficile da raggiungere, in cui potevamo decidere autonomamente di porre fine alle nostre sofferenze.
Quest’anno invece il creatore di T.P. ci ha precluso anche questa possibilità, consentendoci come unica “scappatoia” il tunnel di luce. Una scelta ancora più estrema e cattiva, che lascia un bel po’ di amaro in bocca. Ma, se la guardiamo da un altro punto di vista, una scelta geniale.
Racconti così o si amano o si odiano, lo capisco. Io non posso fare a meno di cogliere tutta la profondità che c’è dietro e, forse sbagliando, di subirne il fascino, di cogliere l’enorme carico di lavoro non solo “artigianale” (incastrare senza errori tutti gli enigmi e le possibili diramazioni) ma anche “artistico”. Ed è davvero bello che utilizzando una forma di intrattenimento considerata spesso di serie B e magari un po’ infantile, come la letteratura interattiva, si riescano a produrre titoli che ci colpiscono nel profondo a livello emotivo e ci fanno riflettere per diverse ore come questo.
Stesso voto che diedi a La Nebbia l’anno scorso: per me è 8.

SkarnTasKai ha scritto:

true path è un racconto che ho trovato di una difficoltà estrema, anche se gli enigmi in sè spesso erano intuitivi (un minimo di pensiero laterale).

a parte questo, è sicuramente ben congegnato e ha una struttura molto solida (non ho trovato errori di progettazione evidenti). interessante la possibilità di scegliere se avere un compagno, chi sia e quando dividere le strade, in fondo ogni personaggio che incontriamo ha una peculiarità e una sua funzione nell'economia del gioco. il racconto consegna un senso di ansia e di oppressione al pari di quanto fece "la nebbia" nel concorso dell'anno passato, senso di oppressione non rappresentato dal numero di giocate possibili bensì dagli orologi "raccolti", che alla lunga faranno la differenza fra i "gradi di amarezza" del finale.

mi sono ritrovato spesso ad avere un oggetto senza poterlo utilizzare (in certi percorsi non è possibile trovare alcuni oggetti, quindi altri non possono essere "sbloccati"), cosa che alla fine conduceva a morte certa.

insomma, mai titolo fu più azzeccato per un librogame, c'è un true path incredibilmente stretto. il bello è che il racconto dà un'impressione diversa perchè prima di ammazzarti ti lascia correre per qualche paragrafo... wink

pur non essendo io un mastro solutore di lg a percorso obbligato, apprezzo la grande padronanza del mezzo dimostrata dall'autore (non dev'essere facile costruire un libro così!), sono convinto che non meriti meno di 8.

mi trovate anche su http://temalibero.forumfree.it/
le foto dei miei doppioni su flickr

SkarnTasKai
MeGATrON
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Re: I Corti di LGL 2016 - 3° - True Path

Incredibile il gap di voto organizzatori/utenti.
Con il metodo di valutazione storico il voto finale sarebbe stato altissimo.

Spade saranno sguainate per dimostrare che le foglie sono verdi in estate.

I miei racconti

Apologeta
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Re: I Corti di LGL 2016 - 3° - True Path

Alla fine non ho votato, ma penso che avrei dato 7, accostandomi così più alla giuria popolare che non ai giudici. Anche se non è affatto male, non ho trovato questo Corto così meravigliosamente meraviglioso, e l'idea di mettere un finale non raggiungibile (a quanto evinco dai commenti, perché non l'ho finito né l'ho spulciato) personalmente mi pare più fastidiosa che sagace.
Il paragone con La nebbia è inevitabile ma, se True Path ha il vantaggio di essere in qualche modo più solido, d'altro canto l'atmosfera complessiva di La nebbia mi pare più suggestiva, e l'ambiguità di certi enigmi era comunque compensata da un approccio più vario e originale.

Dario III
Inadatto a regnare
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Re: I Corti di LGL 2016 - 3° - True Path

Devo rispolverare il mio vecchio slogan "al rogo i giudici"...

Ho vinto È un gioco da ragazzi E In cerca d'avventura al primo tentativo.

Charles Petrie-Smith
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Re: I Corti di LGL 2016 - 3° - True Path

Mi spiace non essere riuscito ad avere elementi sufficenti in tempo per votare il terzo corto.  sad Quest'anno, col nuovo regolamento, stanno uscendo dei corti superlativi e la loro maggiore estensione e complessita' mi richiede piu' tempo per giocarli e votare. Arrivo sempre in extremis col fiato corto...Comincero' quindi col quarto adesso !

Votiamo In Enciclopedia!
Copiate i messaggi prima di inviarli -pericolo slog/perdita dati!-

sancio
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Re: I Corti di LGL 2016 - 3° - True Path

sancio ha scritto:

Mi spiace non essere riuscito ad avere elementi sufficenti in tempo per votare il terzo corto.  sad Quest'anno, col nuovo regolamento, stanno uscendo dei corti superlativi e la loro maggiore estensione e complessita' mi richiede piu' tempo per giocarli e votare. Arrivo sempre in extremis col fiato corto...Comincero' quindi col quarto adesso !

non lo so. superlativi finora non ne ho trovati. nei primi 3 corti non c' era quel che da farmi dire "cavolo che capolavoro"
Vediamo i prossimi.
Manca il riepilogo punteggio qui

lonewolf79
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Re: I Corti di LGL 2016 - 3° - True Path

Questo corto segna il nuovo record di tempo trascorso tra la pubblicazione e il primo voto.
Adriano è il primo votante, a ben 3001 minuti dalla pubblicazione (2 giorni, 2 ore e 1 minuto), frantumando il precedente record di 1304 minuti (21h44) detenuto da "Collector's Item" di EGO della 2a edizione.
Non era mai successo che trascorresse più di un giorno prima che venisse assegnato il primo voto!

A un certo punto esce fori un vecchio che fà dice: “Presto chiamate un’ambulanza”, dico “Ma che chiami? Non lo vedi che questi c’hanno si e no trenta secondi de vita?”. Aò so passati venti secondi, so’ spirati proprio così, all’unisono… Mortacci l£%0%0%0%0%0

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Re: I Corti di LGL 2016 - 3° - True Path

Spenderò due parole per una mia valutazione complessiva, senza voti numerici visto che tanto ormai siamo oltre il tempo consentito.

Giudizio sugli enigmi: molto positivo; più che altro è un plauso al grande lavoro profuso nell'ideare, disseminare e incastrare tutte quelle prove mantenendo una certa coerenza e incappando solo in un errore veniale come quello di CORALLLO.

Giudizio sulla trama e l'originalità: gravemente insufficiente; si tratta di un room escape già visto e rivisto, non c'è nulla di più banale di un inferno di violenza insensata e misteriosa come quello qui proposto. La faccenda della ricerca del padre sulla quale mi sono già espresso - poi - è scandalosa per come viene trattata sciattamente, che sia un problema di introduzione tagliata o meno; in generale non c'è praticamente nulla che mi renda interessante la (non) vicenda (ma per questo si veda in fondo).

Giudizio stilistico sulla scrittura: sufficienza molto stiracchiata; non è scritto male, ma - come altri hanno fatto notare - lo stile non brilla per eleganza o efficacia.

Giudizio basato sul gusto personale: insopportabile.

Giudizio sulla base dell'idea che regge il corto: presuntuoso e pretestuoso.
Presuntuoso poiché tutta la meta-riflessione sul concetto di True Path che non esiste, la voluta insolubilità, la scelta molto "cool" (ma banale) della mancanza sia di un finale minimamente positivo, sia di spiegazioni del perché tutto questo avvenga (per non parlare della scelta di inserire una sorta di parodia dell'happy ending nella morte, facilissima da ottenere in contrasto con la difficoltà - che si rivela impossibilità - di "risolvere" il corto), tutta la filosofia del corto insomma, è a mio avviso solo goliardia sterile (non divertente, per altro) che vorrebbe spacciarsi per arguta e profonda ma non ci riesce.
Pretestuoso poiché, è evidente a tutti, l'intero corto non è altro che un pretesto per inserire gli enigmi matematici che l'Autore è così bravo a confezionare.

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Charles Petrie-Smith
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Re: I Corti di LGL 2016 - 3° - True Path

Charles Petrie-Smith ha scritto:

Presuntuoso poiché tutta la meta-riflessione sul concetto di True Path che non esiste, la voluta insolubilità, [...] per non parlare della scelta di inserire una sorta di parodia dell'happy ending nella morte, facilissima da ottenere in contrasto con la difficoltà - che si rivela impossibilità - di "risolvere" il corto [...] vorrebbe spacciarsi per arguta e profonda ma non ci riesce.

Vorrei far notare che tutte queste cose non sono state notate da NESSUNO. Ripeto: NESSUNO.
E' facile scriverlo ora, dopo che io e gli altri organizzatori l'abbiamo evidenziato nelle nostre recensioni, ma non mi sembra che la voluta insolubilità sia qualcosa che sia stato notato da NESSUNO smile

(Ciò non toglie che puoi giudicare comunque il tutto nel modo in cui l'hai giudicato, eh! wink Lo scrivo perchè ci sono molti animi sensibili tra i lettori)

A un certo punto esce fori un vecchio che fà dice: “Presto chiamate un’ambulanza”, dico “Ma che chiami? Non lo vedi che questi c’hanno si e no trenta secondi de vita?”. Aò so passati venti secondi, so’ spirati proprio così, all’unisono… Mortacci l£%0%0%0%0%0

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