Gabriele... Sempre il solito spammer. Delle accise parlatene nella "nemesi", lo dico prima che a qualcuno venga in mente di iniziare qui una discussione in merito. XD

Domani posto anch'io il mio giudizio.

Lo ammetto, avevo aspettative molto più alte da questo racconto.
La premessa è buona, l'idea molto poetica e drammatica, l'abbondanza di citazioni divertente e i nomi in stile Dragonlance... beh, incontrano certamente i miei gusti, ma...

... ne segue un racconto che, per i miei gusti stilistici, è abbastanza piatto. Il soggetto meritava descrizioni più ricche, coloriture più vive, maggior sapienza nel narrare, insomma. Invece mi è parso di leggere spesso una sequela di azioni riassunte anche piuttosto frettolosamente, anziché col giusto accento e con parecchie ingenuità. Mi spiace molto di questo. Mi ha dato generalmente l'idea di un ottimo soggetto in mani poco esperte.
Ho riflettuto sull'osservazione di Adriano - mi riferisco alle premesse che possono cadere facilmente, pensando che si potevano studiare trucchi migliori per liberarsi della maledizione - e in effetti, purtroppo, mi trovo d'accordo, ma diciamo che nel mio caso ho sospeso il realismo e giudicato lo svolgersi dell'avventura.
La parte più dolente, per me, è la totale assenza di combattimenti: ok, lo so che non è obbligatorio un sistema classico e che, anzi, può essere un'idea originale optare per un sistema di "scelte" in un LG dall'ambientazione classicamente D&D... però, mi perdonasse l'autore... non riesco a divertirmi con un'azione che si svolge così:
"Attacchi il capobranco o scappi?" - Attacco - "Smonti da cavallo, attacchi il lupo, lo colpisci in testa e muore, tutti gli altri scappano, riprendete la marcia, ecc. ecc." o peggio: "attacchi il capo dei banditi, lo colpisci con la spada (sto andando a caso, solo per esempio, eh. NDR) gli ficchi una gomitata nel fianco e poi con un calcio lo atterri, uccidendolo. Tutti scappano e siete salvi". Ma no! Insomma! Mi sono letta un combattimento intero senza fare NIENTE. Dov'è la tensione, la possibilità di crepare? Se non vuoi darmi un combattimento, dammi almeno un'opzione aggiuntiva di rischio, ad esempio: "Vuoi attaccare il capobranco? Sì. Ok, vai al X. All'X: il lupo ringhia verso di te, ti balza addosso... usi la spada o cerchi di scrollartelo? Cerco di scrollarmelo: ok, ti becchi due graffi che ti levano tot PV; Uso la spada: ok, lo infilzi uscendo illeso dallo scontro". Insomma, qualche opzione in più, dove almeno compenso l'assenza dello scontro con la possibilità di sbagliare o condurlo al meglio, in ogni caso. Mi sento troppo solo spettatrice e si risolvono quasi tutti troppo a tarallucci e vino, non c'è gusto. Stessa impressione che ho avuto per alcune situazioni, come la facilità con cui il re lascia andare sua figlia incontro a un pericolo estremo. Voglio dire, la missione è disperata e l'unica alternativa alla distruzione della tua gente è tua figlia e tu la lasci andare senza praticamente muovere un dito, rischiando che muoia e quindi tutta la tua gente sia perduta, "perché tanto non potresti fermarla, se non legandola"... e LEGALA! Sei il re, cavolo! O almeno combattitela di più. Lei avrebbe potuto fuggire e raggiungerlo, ricattarli dicendo "Ah sì? Allora non canto!" ecc. ecc. ecc., tutto meglio di uno scambio così forzato.
Buona l'opzione dei giorni, anche se confermo che sono forse squilibrati in qualche punto, così come la perdita dei PV.
In generale, accidenti, che peccato! Si può rifare meglio, partendo da questa base, soprattutto bisogna lavorare molto sullo stile. Non è un romanzo, è vero, la parte ludica è molto più importante forse, ma... mi spiace, a me un LG deve colpire anche il cuore con le parole. Al momento, non mi sento di dare che un 6,5, risultato di questi aspetti negativi, ma del soggetto carino, la buona volontà che si avverte indubbiamente e quelle chicche (i giorni che passano, ecc.) che lo rendono comunque diverso dal solito fantasy.

Quanto al disegno... mmmm... non penso di poter dare la sufficienza, si poteva fare molto meglio; ma è pur vero che ALMENO questo autore s'è sprecato a farlo: 5

Strano che un Corto abbastanza classico per struttura e sviluppo riceva voti tanto contrastanti (da 4 – il minimo – a 9 – quasi il massimo); ce lo si aspetterebbe di più per corti dalla struttura più controversa.

Detto questo, Canto elfico è un buon corto, divertente da leggere e di difficoltà per me ben calibrata, dal momento che finirlo positivamente non è difficilissimo ma neppure scontato: occorrono un approccio ponderato e un po' di fortuna nelle scelte. La sostanziale assenza di regolamento permette di scapicollarsi senza indugi nell'avventura, e in questo caso l'ho apprezzata. Quanto all'ambientazione, classicamente fantasy, per me non costituisce (quasi) mai un problema. Non ho particolare inclinazione per gli elfi «standard», cioè quelli impostisi attraverso D&D a partire dagli anni Ottanta (che a ben guardare centrano poco o niente con gli implacabili, ardimentosi, egoisti e superbi elfi tolkieniani), ma questo nel complesso non mi ha disturbato (di elfico qui c'è solo il problema di partenza, e noi stessi non siamo elfi).
Detto anche questo, c'è però qualche problema. Innanzitutto, non mi pare che venga sempre premiata la scelta più logica (e non sto parlando del dilemma finale, quello della Corona, che ho trovato alquanto gustoso). Per esempio, di fatto non sono riuscito a finirlo alla prima lettura per via di una singola scelta che continua a parermi giusta:

Più in generale, lo sviluppo della vicenda presenta alcuni problemi: la situazione iniziale, com'è stato già rilevato, non è «blindata»; la corsa contro il tempo avrebbe potuto essere facilitata da provvedimenti ad hoc (cavalcature di ricambio e messi, per dirne solo due), la situazione che ho descritto sotto spoiler mette in difficoltà la mia capacità di sospendere il giudizio:

Certo il tono high fantasy ci costringe ad accettare che il destino abbia molta parte e possa colpire in modi inaspettati, ed ammetto che certi espedienti troppo calcolati avrebbero in qualche modo inquinato il sapore complessivo di questa romanticissima quest ma, dato che è l'autore stesso a impostare una meccanica molto serrata  tra giorni/PM/PV, penso che al giocatore dovrebbe essere concesso di ripagarlo con la stessa moneta, per così dire.
Mi piace molto l'idea del personaggio aiutante (magistrale l'uso che ne fece l'anno scorso Adriano in E venne il giorno, un Corto che, continuo a pensare, è stato molto sottostimato), ma qui di fatto è come se lo stesso personaggio avesse due poteri/punteggi, e si tratta semplicemente di scegliere quale usare (questo da un punto di vista strettamente tecnico; ammetto che è molto più flavour avere al proprio fianco una bella ragazza elfica che canta divinamente ).
Mi sono espresso altrove sulla questione 25/5 punti, e sulla meccanicità forse eccessiva di questo comparto, che però non mi sento di penalizzare molto.

In definitiva, un bel corto, ricco di situazioni che divertono anche senza sollazzare, in cui lo schema classico è ben corroborato da una meccanica inesorabile, certo ben studiata.

VOTO 7

Illustrazione
Non sono molto competente nel settore, ma qui secondo me non siamo all'altezza del Corto. Il tratto è troppo incerto, e la presenza appena accennata dello sfondo toglie qualcosa al tutto, anziché aggiungerlo. Rapporto e posizione del titolo sono senz'altro sbagliati. Comunque è uno dei pochi (chissà, forse l'unico!) a essersi cimentato, e già solo per questo non mi sento di essere troppo severo:

VOTO 5.5

(Mi scuso con l'autore se mi sono concentrato più sugli aspetti negativi che su quelli positivi, ma mi viene naturale: lo trovo nel complesso più utile!)

Il bello di Canto Elfico è l'atmosfera retrò che dà a tutto il conto un sapore anni '80. Con questi presupposti non potevo non immergermi nella lettura con gli occhi luccicanti. La trama è, come poc'anzi accennato, classica: un mostro minaccia di distruggere il mondo e solo un eroe lo può fermare. Avevo una mezza idea di linkare varie pagine di TvTropes richiamate dal testo, ma sarebbe stato un lavoro troppo lungo, oltre a risultare pedante.
Sul comparto ludico non ho niente da eccepire: l'assenza di dadi, come dico sempre, è una scelta coraggiosa perché obbliga l'autore a calcolare bene le variabili numeriche. In questo caso i parametri sono tre e, come molti, non capisco che senso abbia dare un valore di 25 ai punteggi di Vita e Mana se poi si scalano 5 punti per volta. Eppure, anche ammesso che gli incantesimi abbiano sempre lo stesso costo, ci possono essere ferite più o meno gravi.

La narrativa non è male, specie nei dialoghi o nelle descrizioni lunghe,  ma risente di alcune scelte infelici. Menzione di disonore per le innumerevoli citazioni dai Librogame e da Warhammer (Bretonnia): perché? Cioè, che bisogno ce n'era?
Nonostante i piccoli difetti sopra riportati, Canto Elfico rimane per me uno dei migliori racconti in gara di questa edizione e vorrei tanto vederlo al play-off. Faccio i miei complimenti all'autore (che ancora non ho individuato) e do una valutazione molto positiva.
Voto: 7,5

L'illustrazione non è niente di che e l'elmo del protagonista mi ricorda quello di un Guerriero del Caos (del sunnominato Warhammer). Non ho competenze specifiche ma da tre anni sono un modello per scuole d'arte e mi pare di capire che l'anatomia non sia il forte dell'autore: per intendersi, il braccio destro dell'elfa non ha polso e il suo orecchio sinistro è lungo in maniera sproporzionata.
Voto: 5,5

Non so esattamente perché, ma una serie di cause mi spingono a essere particolarmente severo con questo Corto.
Certe volte i riferimenti e le citazioni mi aggradano, altre volte mi sembrano eccessivi, e questo è il secondo caso. Certo, per un appassionato di librogame classici trovare in una stessa avventura spada del sole e corona dei re dovrebbe essere una gioia e quasi una vertigine, e per altro è talmente patente l'omaggio, talmente evidente la strizzata d'occhio che diventa quasi innocente; no, è più che altro l'ispirazione troppo marcata alle Pietre magiche di Shannara (per altro proprio nell'anno della - bruttissima - trasposizione telefilmica) a infastidirmi.
Anche perché ne perde il punto più interessante, cioè il cammino di autocoscienza per convincersi della necessità del proprio sacrificio da parte della principessa elfa, per quella che sembra una rivalsa un po' puerile: io che rimasi traumatizzato all'epoca della lettura, da Autore col mio Corto creo un eroe più forte che - grazie anche a un migliore coordinamento con la fanciulla - questa volta salverà Amberle.
Per altro, come è stato fatto notare, non c'è nessun motivo che obblighi a svolgere la triplice quest proprio in quei tempi: mettersi a cantare non è un cambiamento permanente come diventare un albero (o se lo è l'Autore doveva specificarlo, indicando per esempio che le cantatrici elfe cadono in una sorte di trance/coma dal quale non è possibile svegliarsi e che può terminare solo con la morte), e quindi le tre reliquie potevano essere recuperate con calma da un drappello di valorosi guidato dal nostro protagonista. Anche gli schiavisti sono presi troppo di peso dai rover/nomadi di Brooks, e a mio avviso non ben integrati nella storia (come è accaduto che una principessa elfa è finita nelle loro mani la prima volta? Come mai il loro capo se l'è legata tanto al dito? Come è andata quando la salvammo la prima volta? Come mai si trovano a passare proprio dalle parti del tempio sommerso al momento giusto?) e di conseguenza mi mettono in una cattiva disposizione.

E poi la meccanica: sono stato il primo a sottolineare come i 25 punti nelle due caratteristiche siano effettivamente 5 (e anche a me la cosa dà parecchio fastidio), ma ancora di più, l'ho scritto, mi danno fastidio l'impossibilità di recupero e la sostanziale equivalenza di ogni sfida o minaccia. Una volta capito questo, il gioco diventa una gestione delle proprie risorse eccessivamente calcolata, distaccata e quasi cinica, che contrasta con la drammaticità che la vicenda dovrebbe avere: sappiamo già che se affrontiamo il momento difficile senza ricorrere alla magia perderemo i 5 PV e altrimenti dobbiamo spendere i 5 PM, così come è chiaro che il percorso che appare più pericoloso ci farà spendere più PV e/o PM ma ci permetterà di risparmiare giorni (la gestione del tempo è un po' più interessante, visto che l'avanzamento non avviene per pacchetti tutti uguali). Tanto è vero che dopo una prima lettura in cui sono morto, già alla seconda ho capito quali scelte fare, alternando perdite di PV e PM, in modo da arrivare al finale migliore, senza troppi brividi e soddisfazione.

Poi devo dire che il tutto è troppo affrettato: per un'impresa di tale portata ed epicità sarebbe più adatto quantomeno un librogame "lungo" intero, se non proprio una miniserie di 3 titoli; così ci sarebbe stato anche spazio per sviluppare il rapporto sentimentale tra il nostro alter ego e l'elfa.

Sullo stile, infine, mi soffermerò poco: discreto globalmente, cade in ineleganze ed errori in alcuni punti (alcuni dei quali già evidenziati da altri), ma non è complessivamente il punto debole del Corto.

In considerazione di tutto ciò
VOTO 6 Edit: VOTO 5,5 Mi sono reso conto che col mio giudizio e con quello che effettivamente penso di questo corto la sufficienza non ci sta; ma nemmeno l'insufficienza netta, ecco quindi il nuovo voto ufficiale.
nel senso di una sufficienza davvero stiracchiata, e  con quel senso di "potresti fare di più" da vecchia professoressa.


L'illustrazione, poi, preferirei non votarla:
a partire dal tratto troppo semplice e incerto, è la composizione a essere terribilmente banale (i due protagonisti in staticissima posa frontale) e priva di qualunque dinamismo, tensione o fascino. A peggiorare le cose, ma solo da un punto di vista personale e soggettivo, c'è il fatto che detesto gli elmi con le corna, e quando poi sono all'ingiù il mio odio raggiunge il colmo.







P.S.
Autore, hai giocato al videogioco della serie Warhammer Dark Omen? Io l'ho molto amato (più dei seguiti) e la tua storia mi ha ricordato anche quello (le tre reliquie da trovare - in quel caso distruggere - e poi il combattimento finale).