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I Corti di LGL 2016 - 10° - 11-09

Re: I Corti di LGL 2016 - 10° - 11-09

E speriamo anche le polemiche bigsmile

Hieronymus
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Re: I Corti di LGL 2016 - 10° - 11-09

Giudizi degli organizzatori:

¿„ãßꪧ¬ ha scritto:


11/09 è un racconto strano e che mi provoca sentimenti contrastanti.
Tanto per cominciare, il corto è cortissimo! Ho fatto due scelte e sono arrivato all'epilogo. Un solo punteggio ha avuto rilevanza, mentre gli altri due sono saliti e scesi senza che fossero poi chiamati in causa.
Il motivo della "cortezza" è da ricercare nell'impostazione del racconto, ovvero un quasi-SLATA in cui l'avventura è divisa fin dall'inizio in due metà (a seconda che si svolga in una torre o nell'altra). Non lo considero un difetto, anzi: è uno dei pochi casi di questa edizione in cui l'autore ha puntato su una elevat(issim)a rigiocabilità della sua opera. Le strade per arrivare al finale sono numerose e ogni partita è diversa dalla precedente. Ben 12 le ID (credo sia il più alto rapporto ID/paragrafi del concorso).

Ci sono al massimo due lanci di dado in ogni partita. Tuttavia non ritengo che il corto si sarebbe svolto meglio eliminandoli del tutto. E' chiaro che ci troviamo in una situazione in cui la sorte gioca un ruolo rilevante.
Il dado di lancio iniziale è addirittura da "sliding doors". Sulle prove torno più avanti.

La prosa è un po' zoppicante. Qua e là si sente l'esigenza di una riorganizzazione delle frasi, di una parola da cambiare con un'altra più consona o da levare del tutto, o anche solo di qualche virgola in più.
Alcuni esempi:
- (par.1) "per pochi secondi se chiudessi gli occhi, potresti immaginare di essere ovunque tranne che circondato da grattacieli." Scorrerebbe meglio riscritta come "se chiudessi gli occhi per pochi secondi", o anche omettendo del tutto "per pochi secondi".
- (par.12) "Così lo aiuti [=Fernando] in silenzio mentre lui e Sarah non smettono un attimo di conversare. Se ne va un quarto d'ora prima che la scarpa sia pronta. Salutate Fernando che ti fa l'occhiolino e vi avviate all'ascensore." Chi è che se ne va un quarto d'ora prima??? Giuro, non l'ho capito. Non può essere Fernando, che salutiamo quando ci avviamo verso l'ascensore (e poi, perché dovrebbe andarsene prima di aver finito la riparazione?). Non può essere Sarah, che viene con me all'ascensore. E chiaramente non posso essere io. Quindi chi diavolo è??? E mi chiedo anche, a cosa serve questa informazione? Non si poteva togliere del tutto?
- (par.20) "tua sorella ti tiene in equilibrio su una gamba mentre allunghi le braccia verso il tettuccio che si sposta di lato senza problemi" Una virgola mancata dopo "tettuccio". Inoltre non riesco a capire come avviene l'azione descritta: mia sorella mi tiene in equilibrio su una gamba (= è inginocchiata e io sono salito in piedi sulla sua gamba)??? O forse mi sostiene/sorregge per una (mia) gamba (con le mani)? Suonerebbe meglio ancora così: "tua sorella ti aiuta a raggiungere il tettuccio" (perché il come non è poi così importante). (En passant aggiungo: mia sorella non ha appena battuto violentemente la testa, una botta talmente forte da farle uscire sangue? Non mi aspetterei che abbia le forze di aiutarmi, addirittura sollevandomi di peso.)
- (par.21) "Le linee verticali della torre con un effetto cangiante riflettono la luce che riverbera nella limpida giornata settembrina di oggi." Questa frase non vuol dire niente. (Delle linee non possono riflettere, e riverberare vuol dire riflettere, di nuovo, e si dice che la luce riverbera su o da superfici).
- (par.21) "Quando le porte scorrevoli si spalancano per la prima volta in vita tua entri nel World Trade Center." Una virgola dopo "spalancano" eviterebbe di far pensare che "per la prima volta" sia riferito all'apertura delle porte, senso che viene rotto dal successivo "in vita tua" e che costringe a interrompersi e rileggere la frase mettendo la pausa nel punto giusto.
- (par.31) "L'interno [dell'ascensore] è spartano ma, essendo solo in sette, state larghi." Mai visto un ascensore arredato, quindi non capisco il senso di descriverlo come spartano. Inoltre come si fa a stare larghi in 7 dentro a un ascensore? Dev'essere un ascensore parecchio grande, ma dato che normalmente non lo sono affatto, suona innaturale che lo si dia per scontato, laddove non si dava per scontato che fosse spartano.
- (par.75) "le numerose sbarre di ferro verticale" Ferro verticale???
- (par.75) "Il tuo sguardo si dipana per decine di chilometri" Non credo che dipanarsi (che vuol dire districarsi o srotolarsi) sia il verbo più adatto. Estendersi sarebbe ad esempio più appropriato.
Mi fermo qui perché non voglio rendere questa lista pedante. L'autore la consideri come uno spunto per dare sempre una lettura del proprio scritto che presti attenzione anche alla scorrevolezza e correttezza del testo.
Tirata d'orecchie per gli occasionali refusi, che l'autore avrebbe potuto correggere con l'errata corrige concesso in questa edizione del concorso, e di cui invece non ha fatto uso.

Le descrizioni sono, a mio parere, troppo sbrigative o perfino del tutto assenti proprio laddove se ne sente il bisogno, ovvero durante gli avvenimenti del disastro.
Porto ad esempio quello che mi sembra il caso più lampante, il par.33: "Porti fuori la signora e vi dirigete verso Liberty Street. Poi la Torre Sud crolla, ma voi siete già al sicuro.". Ma sì, che importa, è solo crollato un grattacielo di 110 piani, non è qualcosa su cui valga la pena di spendere due parole!
Una descrizione in questo caso sarebbe servita, oltre a raffigurare la scena, soprattutto a farci vivere le emozioni e lo stato d'animo del protagonista di fronte a un evento senza precedenti, che è estremamente inverosimile ignorare. Un racconto vive di questo. Invece qui si liquida il tutto in due righe e la sensazione è di piattezza e sbrigatività.

I guadagni/perdite di punti sono parecchio arbitrari e non sempre sembrano avere senso, dal mio punto di vista. Ad esempio, perché ai paragrafi 64 e 60 si perdono ben due punti di intelligenza per il fatto di parlare con Sofia? Che mi frega che questo indispettisca Kimberley, che non ho mai visto prima d'ora, con cui non ho nessun rapporto e a cui non devo nulla, e che tra l'altro non rivedrò mai più?
Al par.53 si guadagna 1 punto di intelligenza e 1 punto di prestanza fisica per aver bevuto un caffè che tra l'altro, dice il testo, non è neppure granché. Ma gli esempi sono numerosi.
L'intero sistema di punteggi ha qualcosa che non va, non dico sia mal progettato, perché sarebbe ingiusto affermarlo, ma è sicuramente zoppicante. Credo di poter dire che quello che fa suonare il sistema sbagliato siano i nomi delle tre caratteristiche. Avere un punteggio di intelligenza o di prestanza fisica che varia con tale facilità, che può perfino partire da zero, che può pure assumere valori negativi, significa che quei punteggi a ragion veduta non rappresentano l'intelligenza o la prestanza fisica, ma qualcos'altro. Solo che vengono chiamati "intelligenza" e "prestanza fisica", da cui la sensazione che siano sballati. Invito l'autore a cercare sul dizionario il significato di "prestante", perché probabilmente il significato che lui ha in mente è diverso da quello della parola.
Il problema a mio parere non si sarebbe presentato (o sarebbe stato molto attenuato) se si fossero usati nomi che indicano qualità del momento*, variabili a seconda della condizione psicofisica, piuttosto che caratteristiche intrinseche di un individuo quali l'intelligenza e il fisico, ormai formate per un adulto e comunque di certo non variabili di minuto in minuto. Infatti a mio parere la terza caratteristica, il "patriottismo", non soffre di questo problema, perché indica più uno stato d'animo che una proprietà. (*Butto dei suggerimenti: "lucidità", "attenzione", "intuito", "sesto senso"; "vigore", "adrenalina", "forza di volontà", "energia" intesa nel suo significato originale di vigore fisico, risolutezza, capacità di agire.)

Tornando ai guadagni/perdite di punti, nel corto ci sono:
- 9 guadagni di 1 punto di intelligenza;
- 4 perdite di 1 punto di intelligenza;
- 4 guadagni di 1 punto di prestanza;
- 9 perdite di 1 punto di prestanza e una perdita di 2 punti di prestanza;
- 7 guadagni di 1 punto di patriottismo;
- nessuna perdita di punti di patriottismo.
Ci sono due prove di patriottismo (per vincerle bisogna fare almeno 6 o 7 rispettivamente) e tre prove di prestanza (per vincerle bisogna sempre fare almeno 5). Non mi son messo ad analizzare tutti le combinazioni possibili dei percorsi, quindi non mi pronuncio se tutto ciò sia stato equilibrato più o meno bene.
Mi soffermo invece sulle prove di intelligenza: non ce ne sono di propriamente dette, ma in due casi se si hanno almeno 3 punti di intelligenza si arriva a un test numerico, basato su un'informazione nozionistica reperita in precedenza.
Quest'ultima situazione non ha in realtà alcun senso, perché in entrambe le prove la conoscenza dell'informazione nozionistica (il numero di vittime dell'attentato del '93 o il numero di piani delle due torri) serve a completare un codice numerico di apertura della porta d'uscita. Nel paragrafo di morte di uno di questi due test ci viene pure detto: Purtroppo il numero che serve ad aprire la porta non ti viene in mente prima che la torre crolli. Ma come sarebbe potuto venirci in mente, se non lo conosciamo??? Non c'è nessun collegamento tra il numero di vittime dell'attentato del '93 e il codice di apertura della porta. Nè vedo perché un giocatore, durante la lettura, dovrebbe considerare questa informazione, buttata casualmente nel testo dodici paragrafi prima, come un dato da memorizzare perché utile in futuro.

Avendolo fatto per quasi tutti i corti, per completezza fornisco il grafo del corto: http://i224.photobucket.com/albums/dd25 … 7ri4gb.jpg

Al par.65 c'è un errore di progettazione: compare tale "Roger", di cui si da per scontato che sappiamo chi sia e che invece non si è mai incontrato prima di quel momento (al par.65 si arriva solo tramite la sequenza: 1-50-31-...-74-65, in cui non si incontra mai Roger), e a cui tra l'altro da questo momento in poi non si fa più cenno.

Segnalo un peccato veniale di narrazione al par.61, in cui c'è un improvviso cambio di POV: fino ad ora noi eravamo Matthew, ma improvvisamente il testo ci proietta nella persona della sorella, in quanto afferma cose che noi, se siamo Matthew, non possiamo sapere: "Mentre parli, Sarah ti guarda, si morde il labbro inferiore, sbatte gli occhi e piange. Sbatte di nuovo gli occhi, incrocia le gambe e pensa all'11 Settembre. Piange lacrime amare e ringrazia il Cielo per avervi salvato."

Non entusiasmante il doppio salto temporale del finale dato dalla sequenza par.61/epilogo. In particolare l'epilogo l'ho trovato fuori contesto, ma è un parere personale.

Insolita e originale la presenza di ben due paragrafi irraggiungibili, scovabili solo a posteriori, uno contenente la dedica dell'autore e l'altro un finale da realtà alternativa, ambientato in un universo in cui gli attentati non ci sono mai stati.

Ricapitolando, un corto ambizioso per tema scelto, felice nell'impostazione scelta ma carente nella realizzazione, in particolare dal punto di vista narrativo. Per me il risultato finale è da 6,5.


Riguardo al disegno, l'illustrazione di questo corto mi piace. In particolare è davvero molto bella la colorazione.
Trovo un po' retorico l'uso dei teschi a rappresentazione simbolica del male e della morte, ma è un mio gusto personale. L'idea trasmessa è che ci sia un che di soprannaturale o demoniaco nell'evento, cosa che contrasta con una storia fortemente improntata sul reale.
Mi sembra ci sia qualcosa che non vada nelle linee dei grattacieli, che non tendono prospetticamente allo stesso punto di fuga. Non essendo un esperto non so se ciò sia corretto o no, tuttavia l'effetto ai miei occhi è che il palazzo centrale sembri storto rispetto a quello a sinistra, così come la cima del palazzo a destra è storta rispetto al resto del palazzo. Non so se ciò sia stato fatto intenzionalmente, ma la sensazione trasmessami è che ci sia qualcosa di sbagliato nella realizzazione.
Ad ogni modo un ottimo disegno, che per me vale 7,5.

Prodo ha scritto:


Inizio dicendo che non sono una di quelle persone che subisce l’impatto emotivo dell’11 Settembre. E’ stata indubbiamente una tragedia, ha colpito l’immaginario di noi occidentali molto perché simbolicamente ha rappresentato un attacco diretto a una delle città cardine della nostra cultura, città che probabilmente i più ritenevano intoccabile.
Per questo motivo ha assunto negli anni un valore che probabilmente va addirittura oltre l’entità della disgrazia, in termini di perdite di vite umane e danni subiti, che il crollo delle torri gemelle ha effettivamente causato. E che, seppur ingente e considerevole, non è minimamente paragonabile a decine di altre situazioni sparse per il mondo che causano molte più vittime e che colpiscono assai più duramente paesi che però non appartengono al nostro blocco. E per questo motivo consideriamo, anche inconsciamente, meno importanti, e non ci costruiamo tutta la retorica, la demagogia e la letteratura che da 15 anni continua a esserci intorno all’attentato di New York.
Tutto questo pistolotto per dire che il mio giudizio su 11-09 non è minimamente condizionato dal trasporto emotivo. Nonostante ciò ho trovato questo corto veramente ottimo. A cominciare dalla struttura, che è semplice ma molto ben pensata.
Riprende l’approccio classico degli Scegli la Tua Avventura, sviluppando diverse diramazioni su uno stesso tema, la fuga dal World Trade Center sul punto di implodere, e il tentativo di guadagnare la salvezza portando con noi anche nostra sorella. Questo obiettivo si può raggiungere in molti modi diversi, e quasi tutte le nostre scelte sono condizionate da un criterio logico piuttosto stringente, teso a premiarci o sanzionarci a seconda della capacità di adattarci alla situazione e di privilegiare alcuni comportamenti piuttosto che altri.
Si sente costante, fin dalle prime righe, il senso di oppressione legato alla tragedia imminente, che percepiamo, e che cozza con la giornata gaia e spensierata che nei nostri programmi ci stavamo preparando a vivere.
Un tocco di classe è l’idea, condizionata dalla casualità di un lancio di dadi, di dividere l’avventura in due settori che non comunicano tra loro: l’ufficio di Sarah può trovarsi nella torre sud o in quella nord. A seconda di cosa deciderà il caso le nostre peripezie troveranno teatro in uno dei due edifici, e questo condizionerà gli eventi, nel rispetto di ciò che è veramente accaduto l’11 Settembre del 2001. Quindi se entreremo nella South Tower percepiremo il precipitare degli eventi osservando quello che accade nella North Tower, colpita per prima dall’aereo kamikaze. Al contrario, a eventualità invertita, non avremo grandi opportunità di capire cosa sta accadendo, perché la situazione diventerà critica molto più velocemente; saremo però consci della necessità di scappare il più rapidamente possibile, in una corsa sfrenata per sfuggire a un male di cui non conosciamo ancora esattamente tutti i connotati.
In entrambi i casi il livello di difficoltà previsto per mettersi in salvo sarà paragonabile (seppur con una precisa eccezione), e sarà necessario cercare di compiere le scelte giuste fin dall’inizio in modo da aumentare i punteggi delle tre caratteristiche che ci contraddistinguono, e che potranno aiutarci, a seconda delle scelte compiute, a tornare a casa vivi.
La gestione delle skill ha senso in pratica solo al momento di uscire dal WTC: il passaggio finale infatti ci chiamerà a compiere dei check, che possono consistere in un lancio di dadi da sommare ai nostri valori di patriottismo o prestanza fisica (sarà necessario raggiungere un certo punteggio per salvarsi) oppure, qualora si riesca a ottenere un determinato valore del parametro intelligenza, in una indovinello numerico che potremo sciogliere sfruttando le informazioni raccolte durante la nostra visita alle torri.
Una soluzione scaltra, anche se devo fare un piccolo appunto: mentre l’enigma della torre sud può essere risolto indipendentemente dal percorso selezionato, perché le informazioni di cui abbisogniamo si trovano in un paragrafo in cui passeremo in ogni caso, quello della torre nord prevede che sia compiuta una scelta specifica: in caso non la si faccia perderemo irrimediabilmente la possibilità di acquisire le indicazioni necessarie per farcela. Una declinazione che di fatto rende uno dei due percorsi più semplice dell’altro: personalmente avrei preferito un perfetto equilibrio tra la complessità delle diramazioni.
Ho apprezzato anche i paragrafi “easter egg” presenti nel lavoro: l’11, un omaggio sentito dell’autore alle vittime della tragedia, che mi è piaciuto più per il coinvolgimento emotivo che ho percepito che non per i contenuti, e il 90, onirico e visionario, ipotizza che Sarah e Matthew abbiano trascorso la giornata ideale che avevano programmato a NY, e che l’attentato non ci sia mai stato. La frase “le torri sono lì e non andranno da nessuna parte” ha un che di agghiacciante e geniale allo stesso tempo.
Plauso anche per la caratterizzazione della zona della futura Ground Zero e, per quello che si riesce a cogliere, della città di New York. La conosco sufficientemente bene da poter dire che l’autore l’ha frequentata nella sua vita, e comunque ha dedicato attenzione e impegno nel tentativo di renderla somigliante alla controparte reale e di dotare le sue descrizioni di una dose massiccia di realismo. Obiettivo che ha centrato in pieno, e che aggiunge ulteriore appeal alla storia.
I difetti sono pochi e blandi: qualche espressione che fa un po’ a pugni con l’Italiano di tanto in tanto, e che un pochino stona, la mancanza di un finale alternativo, eccettuati quelli in cui si muore, che avrebbe esaltato ancora di più la struttura a bivi dura e pura (in questo modo invece abbiamo un unico sbocco in cui riusciamo a salvarci, e la cosa risulta un po’ oppressiva), una gestione dei punteggi forse un po’ troppo semplicistica, per cui basta leggere o informarsi a qualsiasi livello per acquisire intelligenza, o compiere una qualsiasi attività fisica, anche minima, per diventare più forti.
Mi rendo conto che in un corto serrato come questo approfondire maggiormente i parametri sarebbe stato possibile solo a scapito di altri elementi che costituiscono la forza del racconto, ma magari un approccio un pochino più “cattivo” nell’elargire i bonus non avrebbe guastato.
Mi ha lasciato inoltre perplesso l’inserimento di patriottismo come caratteristica, al pari di intelligenza e prestanza fisica. Questi due elementi sono costitutivi dell’uomo in quanto tale, il primo invece è qualcosa di assolutamente secondario, che può o non può essere presente in un individuo. Metterli allo stesso livello a mio modo di vedere non ha molto senso.
Mi sarebbe inoltre piaciuto un epilogo in cui noi ci salviamo senza riuscire però a portare con noi nostra sorella: una sorta di conclusione agrodolce, a metà tra il successo e la sconfitta. Avrebbe rappresentato il tocco di classe finale e mi dispiace un po’ che l’autore non ci abbia pensato, o che non sia riuscito a inserirlo.
11-09 è un lavoro encomiabile: pur non essendo esente da difetti riesce a essere coinvolgente e massicciamente esaltante. Nobilita un criterio di gestione del racconto breve, quello “semplice”, basato su narrazione e sfruttamento egregio della struttura a bivi, che spesso viene considerato sorpassato o troppo lineare per poter entusiasmare. Da anni ritengo che questo genere di idea non abbia senso, e che lavori simili possano essere di primo piano, se sviluppati da un autore in grado di padroneggiarne le caratteristiche. Ringrazio l’ideatore di quest’opera, perché ha confermato il mio pensiero, e mi a reso felice esaltando come in poche altre occasioni questo tipo di approccio alla letteratura interattiva.
Il mio voto è 8, lo stesso che ho dato a True Path, a sottolineare come da due modi opposti di intendere i libri-gioco possano scaturire risultati altrettanto validi.

Disegno: le linee squadrate dei grattacieli cozzano con quelle arrotondate e dinamiche del fumo generato dalle esplosioni, e dei teschi che si intravedono scaturire tra le ceneri. Il contrasto è molto bello, e viene ulteriormente sottolineato dalla differenza cromatica che si nota tra lo sfondo del cielo, azzurro, simbolo di una giornata meravigliosa e spensierata, quella che si apprestavano a vivere i protagonisti, e i toni neri o grigio scuri dei palazzi e dei miasmi, amplificati da quel rosso-marrone che sembra alludere alla presenza di fuoco e sangue.
Trovo che l’illustrazione non solo sia molto evocativa, ma strettamente connessa al racconto, tanto da costituirne un valore aggiunto. Credo inoltre che giudicarla senza aver letto 11-09 non abbia senso, tanto lo scritto e il disegnato sono legati tra di loro in questo caso specifico.
Se devo trovare un difetto, mentre mi piace moltissimo il teschio in basso, reputo quello di mezzo, meno definito degli altri due, una piccola caduta di stile, e quello in alto un pochino sproporzionato come dimensioni rispetto alle controparti. Avrei eliminato quello centrale e ridimensionato quello superiore.
Ma sono dettagli: l’illustrazione resta assolutamente valida e la promuovo con convinzione. Il mio voto pertanto è 7,5

SkarnTasKai ha scritto:


L'unica altra volta che un librogame mi ha fatto venire la pelle d'oca, stavo leggendo “Missione a Varsavia”.

Questo racconto è molto particolare perché tratta un argomento che tutti noi abbiamo ben in mente e che riguarda non un ipotetico mondo fantasy, bensì il mondo reale come lo conosciamo oggi. Scrivere un racconto sull'11 settembre (anzi, “dentro” l'11 settembre) è sicuramente una prova difficile, perché richiede di non scadere nella parodia da survival horror e al tempo stesso di non farsi trascinare dalle varie teorie del complotto che, come in tutti i casi così eclatanti, si formano a partire dal primo minuto successivo alla tragedia. Questo racconto, in effetti, riesce bene in entrambe le missioni.

Venendo al racconto in sé, ci troviamo a impersonare uno dei tanti che, per un motivo o per l'altro, si trovavano nel WTC in quella disgraziata mattinata. Il personaggio è tratteggiato molto bene, tra l'altro con una buona padronanza dello “show, don't tell”, e altrettanto bene sono descritte la sorella e l'amica. Il precipitare dell'azione si percepisce e, man mano che la tragedia si fa prossima, il ritmo della narrazione diventa sempre più incalzante. Fin qui, un bravo all'autore. Purtroppo, però, ci sono alcuni scivoloni linguistici che spezzano la lettura (“Non riesci a togliere gli occhi di dosso a Kimberley”: glieli stiamo cavando?; “Andare a vedere cosa stanno dicendo all'altoparlante”: altoparlante a fumetti?).

Il sistema di gioco è estremamente semplice ma ben congegnato. Magari avrei pensato a finali differenti a seconda dei punti di patriottismo accumulati a fine racconto, ma tutto sommato è anche verosimile che lì per lì, appena uscita indenne da un edificio colpito da un attacco terroristico, una persona per prima cosa ringrazia Dio, Visnù, Ishir e il Mostro Volante di Spaghetti e solo poi pensa a quanto è fiero di essere americano.

La rigiocabilità probabilmente non è il pregio maggiore di questo racconto (i personaggi generabili sono pochi e il bivio casuale iniziale è, appunto, un bivio), che d'altro canto ha dalla sua la rara capacità di far venir voglia di rileggerlo subito dopo averlo concluso.

Tutto quanto sopra all'interno di una struttura che non è nulla di particolarmente nuovo o eclatante, tutt'altro.

Per tutte queste motivazioni mi sento di assegnare al racconto un 9.


Per quanto riguarda il disegno, non l'avevo notato subito, e quando l'ho visto mi ha fatto sobbalzare. I volti demoniaci sono evocativi, il tratto è pulito (forse troppo per l'evento rappresentato) e c'è un buon senso della prospettiva. Il cielo azzurro (come in effetti era quel giorno) sembra dare un senso di serenità che contrasta duramente con il male che aleggia. Probabilmente avrei prestato un po' più di cura nei dettagli, ma un 8 è meritato.

A un certo punto esce fori un vecchio che fà dice: “Presto chiamate un’ambulanza”, dico “Ma che chiami? Non lo vedi che questi c’hanno si e no trenta secondi de vita?”. Aò so passati venti secondi, so’ spirati proprio così, all’unisono… Mortacci l£%0%0%0%0%0

¿„ãßꪧ¬
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Re: I Corti di LGL 2016 - 10° - 11-09

Scusate se ve lo dico, ragazzi, ma siete già in due con questa storia degli "occhi di dosso a". Non è un errore. Ne ero sicura, ma per sicurezza ho controllato (magari la sapevo sbagliata da sempre):

http://dizionari.repubblica.it/Italiano/D/dosso.php

A head full of dreams

Aloona
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Re: I Corti di LGL 2016 - 10° - 11-09

lonewolf79 ha scritto:

Dario III ha scritto:


Illustrazione
Come dicevo altrove non sono un grande esperto, ma non lo sono neanche della letteratura, quindi un giudizio lo abbozzo, cominciando col dire la cosa più semplice, e ciò che il disegno nel complesso mi piace. Mi ha fatto venire in mente la famosa foto del volto demoniaco, ve la ricordate? E penso che l'autore l'avesse presente (ce lo dirà poi lui).
Abbinare a un corto «realistico» un disegno fantastico crea un apprezzabile contrasto, così come c'è contrasto tra le linee pulite e geometriche della parte destra e quelle movimentate e «sporche» della parte sinistra; nell'insieme, la lotta che ne scaturisce è sinistra e spaventosa.

ottima osservazione. c' ho pensato pure io  wink

Tutto merito del caffè!  smile2

Direi che 11-09 è matematicamente nei play off; mi fa piacere.

Dario III
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Re: I Corti di LGL 2016 - 10° - 11-09

¿„ãßꪧ¬ ha scritto:

Mai visto un ascensore arredato, quindi non capisco il senso di descriverlo come spartano.

Davvero non hai mai visto Una poltrona per due?!? Come hai fatto?
Battute a parte, ascensori arredati esistono, in particolare gli ascensori privati di edifici molto alti.
In ogni non devi avere una grande esperienza di ascensori di grandi edifici, se ti sembra quasi impossibile che si possa stare larghi in sette.

Ho vinto È un gioco da ragazzi E In cerca d'avventura al primo tentativo.

Charles Petrie-Smith
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Re: I Corti di LGL 2016 - 10° - 11-09

¿„ãßꪧ¬ ha scritto:

con cui non ho nessun rapporto e a cui non devo nulla, e che tra l'altro non rivedrò mai più?

Qui stai ragionando con il senno di poi; è invece ben evidente dal primo paragrafo che Kimberley al momento ci interessa moltissimo e che speriamo di rivederla il più possibile, per lo meno durante in nostro soggiorno newyorkese.

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Charles Petrie-Smith
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Re: I Corti di LGL 2016 - 10° - 11-09

Aloona ha scritto:

Scusate se ve lo dico, ragazzi, ma siete già in due con questa storia degli "occhi di dosso a". Non è un errore. Ne ero sicura, ma per sicurezza ho controllato (magari la sapevo sbagliata da sempre):

http://dizionari.repubblica.it/Italiano/D/dosso.php

Qui Aloona ha, ovviamente e banalmente, ragione; mi ero perso il fatto che qualcun altro prima di Skarn avesse fatto un simile rilievo. Mi stupisce perché è un'espressione piuttosto comune; ho l'impressione che alcuni dei membri di questo forum abbiano una strana antipatia per il linguaggio figurato e metaforico.

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Charles Petrie-Smith
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Re: I Corti di LGL 2016 - 10° - 11-09

Charles Petrie-Smith ha scritto:

¿„ãßꪧ¬ ha scritto:

Mai visto un ascensore arredato, quindi non capisco il senso di descriverlo come spartano.

In ogni non devi avere una grande esperienza di ascensori di grandi edifici, se ti sembra quasi impossibile che si possa stare larghi in sette.

E Matthew ce l'ha?  wink
In ogni caso la parola chiave qui è "normalità".
Gli ascensori normalmente hanno capienza da 50 o da 6 persone?
E gli ascensori normalmente sono arredati o sono vuoti?
Dal momento che per entrambe le domande il secondo caso rappresenta la stragrande maggioranza delle situazioni, è quando ci si trova in una situazione diversa dalla "normalità" che bisogna specificare.
Qui si è fatto l'opposto: si è dato per scontato che l'ascensore fosse grande ma non si è dato per scontato che fosse vuoto.

Charles Petrie-Smith ha scritto:

¿„ãßꪧ¬ ha scritto:

con cui non ho nessun rapporto e a cui non devo nulla, e che tra l'altro non rivedrò mai più?

Qui stai ragionando con il senno di poi; è invece ben evidente dal primo paragrafo che Kimberley al momento ci interessa moltissimo e che speriamo di rivederla il più possibile, per lo meno durante in nostro soggiorno newyorkese.

No no, ho ragionato col senno del momento. wink
E' altamente improbabile che rivedremo Kimberley: la nostra giornata prevede di andare in giro con nostra sorella e poi tornarcene a casa. Una volta in ascensore potrei anche aver cambiato idea e aver deciso che Kimberley, anche se tettona, ha un'aria altezzosa che non mi piace, o magari Sofia mi intriga di più.
In ogni caso non ci sono le condizioni per dire che la scelta è così sbagliata da farci perdere ben 2 punti di intelligenza. Kimberley l'abbiamo appena conosciuta, quindi è allo stesso livello di importanza di Sofia: ripeto, non abbiamo nessun rapporto con lei e non le dobbiamo nulla.

A un certo punto esce fori un vecchio che fà dice: “Presto chiamate un’ambulanza”, dico “Ma che chiami? Non lo vedi che questi c’hanno si e no trenta secondi de vita?”. Aò so passati venti secondi, so’ spirati proprio così, all’unisono… Mortacci l£%0%0%0%0%0

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Re: I Corti di LGL 2016 - 10° - 11-09

Dimentichi che è evidente il diverso grado di importanza che hanno per la sorella. E poi difficilmente, visto che è la prima volta che siamo a NY, sarà una visita di un giorno: Kimberley ce la stiamo coltivando per il prossimi giorni (è solo martedì, in fondo).

Ho vinto È un gioco da ragazzi E In cerca d'avventura al primo tentativo.

Charles Petrie-Smith
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Re: I Corti di LGL 2016 - 10° - 11-09

Io avevo parlato con Sofia per far ingelosire Kimberley.
Ma questo non è un certo Corto dello scorso anno.

Spade saranno sguainate per dimostrare che le foglie sono verdi in estate.

I miei racconti

Apologeta
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