Ahi, ahi, ahi, autore. Mi metti in difficoltà. Soprattutto, metti in grossa difficoltà la Gazzetta di questa settimana: come potrò mai fare una presa in giro della trama del corto (per non parlare del grafo!), visto l'argomento? Direi che, come minimo, sarai tenuto a scrivere un articolo per colmare la pagina vuota che ne conseguirà.
E... no, non sto scherzando. Rischio di andare in sciopero col numero 10.

Detto ciò, penso che questo sia uno dei migliori racconti in gara quest'anno: coinvolgente, scorrevole, d'impatto (mi si perdoni il gioco involontario...), abbastanza drammatico da porsi quasi sull'esatto opposto della bilancia con quel che preferisco: l'estremamente comico. E ciò è un pregio. Mi riallaccio però ad alcune osservazioni, specialmente di Adriano: mi perdoni l'autore se a questo punto dell'anno non ho più il tempo materiale di sviscerare personalmente paragrafo per paragrafo, ma posso garantirgli che ho preso appunti e che mi riferisco a cose che condivido solo in base a identiche valutazioni personali. In primis, molte delle scelte di punteggio mi lasciano perplessa, sostanzialmente le stesse elencate da lui: trovo che alcune "prove" non siano coerenti con la caratteristica associata. Non è comunque così grave.
Sono indecisa, poi, se considerare il Corto in sé più o meno "paravento" per aver sfruttato un argomento tanto potente di suo: certo, ci vuole mestiere per riuscire a trattarlo nel giusto modo, è innegabile, proprio per la drammaticità e l'importanza, ma è pur vero che è difficile per una "normale" storia di umani contro zombie o umani contro cyborg, umani contro maghi e chi più ne ha più ne metta, competere contro la valenza emotiva della tragedia delle Torri Gemelle, qualcosa che ci tocca da vicino, attualissima e comprensibile. Praticamente è come dire che guadagna punti di base solo per il soggetto, indipendentemente dalla trattazione. D'altro canto, ci vuole molto coraggio: qualcuno avrebbe potuto storcersi, ma in questo caso mi sembra che sia stato premiato abbondantemente.
Riallacciandomi sempre ad altre osservazioni (che posso farci, mi hanno tutti battuta sul tempo...), il neo è che sappiamo già come va a finire; c'è da dire, però, che non sappiamo mai come andrà a finire PER NOI e, non so gli altri, io non ero tanto sicura di fare le scelte giuste all'interno dell'edificio, tanto è vero che sono morta al primo tentativo, per non aver voluto radunarmi nel cinema con gli altri.
Il regolamento è ideale per il genere di racconto: rapido e snello, basato più che altro sulle scelte, con qualche sporadica prova nei momenti giusti (sempre da tenere in conto, però, l'osservazione fatta prima sull'opportunità di alcuni punteggi da usare).
La cosa che più mi dispiace è l'assenza di descrizioni adeguate per il crollo delle Torri: ma cavolo, se c'erano paragrafi per cui tenere parole da sprecare erano proprio quelli! Che gran peccato! Il momento di maggior drammaticità me lo liquidi in due righe?
Pregio maggiore: resta nel cuore e nella mente, ammetto che mi è tornato in mente più volte nel corso della giornata, dopo aver finito di leggere, specialmente alcuni passaggi e questo non è poco, anche se qui si torna alla domanda irrisolta: quanto sia merito della trattazione e quanto dell'impatto per l'argomento in sé stesso; per questa volta, voglio rispondermi: 50% e 50%. In fondo, se gestito male, anche il migliore dei soggetti può non lasciare niente.
Nel complesso: i miei complimenti, soprattutto per il grande coraggio. Hai meritato, se non il massimo dei voti, un bel posto nell'Olimpo. Ti do un 8.

Disegno: Vediamo un po'... inizio col dire che gli do un 6,5 e passo a motivare. Nei limiti delle mie conoscenze tecniche (sono del campo, ma non sono certo chissà che cima, anzi...), direi che vi sono diversi errori di prospettiva; la colorazione non è il massimo, piuttosto grezza la gestione del colore e la qualità complessiva di quest'ultima e del disegno di base (vedi i palazzi e le finestre) non riesce a darmi l'impressione di un' "immaturità volontaria" (come può essere un Picasso, per capirci). Eppure... eppure ha un "qualcosa" che, nella sua resa "naive", riesce a trasmettermi un senso di angoscia e morte, come solo certi disegni fatti realmente dai bambini può fare. Anche la scelta simbolica di rappresentare teschi al posto di aerei è molto interessante. Chi ha realizzato il disegno non è certo un illustratore professionista o un genio (almeno non ancora), ma ha certamente potenzialità e inventiva. Non posso che incoraggiarlo a proseguire, anche solo per hobby.

Ah beh... quel che si chiama un voto motivato. =__=

Mi è piaciuto molto il cambio di ritmo: l'atmosfera di cazzeggio che c'è all'inizio si trasforma in fretta di scappare (e prima in titubanza quando non si capisce ancora cosa sia successo) e secondo me questo cambio è reso molto bene dalla scrittura. Tuttavia trovo che a dominare durante la fuga sia appunto soltanto la fretta, come se dovessimo perdere il treno, piuttosto che l'angoscia, che non ho ritrovato nel librogame. Soprattutto come già fatto notare, alcuni finali (sia ID che no) sono buttati lì in due righe quando potrebbero (dovrebbero!) essere di molto maggiore impatto.
Sulla gestione dei punteggi aggiungo una cosa: il corto sarebbe filato allo stesso modo eliminandoli del tutto!! Piuttosto che una gestione "ballerina", come è stato fatto notare, forse era meglio puntare di più sui bivi e meno sulle caratteristiche.

Ovviamente sto facendo le pulci a un corto innanzitutto molto coraggioso come tema e sicuramente riuscito in maniera più che buona! Complimenti all'autore!

Spero che l'autore non mi odierà se non ho apprezzato appieno il suo Corto.
Parto dal Regolamento. E' molto semplice e davvero mi lascia pregustare una bella lettura senza dovermi scervellarmi con calcoli, miriadi di abilità da sceglliere e incastrare, punteggi... Poi, però, si risolve tutto con un banale lancio di dadi?! 80 piani di torri gemelle in fiamme comportandosi da eroe per accumulare punti su punti e poi mi crolla tutto addosso, metaforicamente parlando, con un tiro di dado da 1? Eh no, tanto valeva eliminare del tutto l'effetto del fato in questo Corto...
La prosa è serrata e abbonda di discorsi diretti, la qual cosa è senza dubbio apprezzabile, a parte qualche strafalcione.

Una nota di merito per l'assenza di refusi.
La storia non mi è piaciuta granché. E' una semplificazione di un quadro troppo complesso per potere essere  ridotta al classico buoni-cattivi. Vabbeh che il protagonista è l'americano medio, ma io sono un lettore italiano con una sensibilità diversa e mi sono trovato a disagio e leggere tra le righe dell'Epilogo una morale troppo facile.

Alla fine il mio voto per il Corto è 6,5.

Per quanto riguarda l'immagine, anche in questo caso, come nel Corto precedente, preferisco non votare, per la mia assoluta mancanza di senso estetico.

Il mio voto per l'immagine è senza voto.

Ora romperò le palle (tanto per cambiare): non capisco perché tanta gente si rifiuta di votare i disegni, quando sono in gara quanto i corti. Baba, non ce l'ho con te in particolare, non sei l'unico, un sacco di gente non ha votato anche l'altro. Scusate, ma che significa che non siete del campo o che non avete senso estetico? Perché, siete forse editori o scrittori professionisti per votare i corti? Tanto (e qui scusate la franchezza) pensate che il vostro giudizio sarebbe più "sballato" (almeno, a mio modesto parere di persona che disegna) di tanti che sto leggendo? Non penso. Riconosciamo agli autori la buona volontà e l'impegno con un voto, quale che sia, se di "tecnico" o di semplice amatore.