¿„ãßꪧ¬ ha scritto:
Eccoci all'undicesimo e ultimo corto del concorso. Che poi di "corto" non si tratta, con le sue cento pagine e 25mila parole.
L'opera proposta è un fantasy con forti dosi di comicità. L'ironia usata dall'autore è efficace e ben inserita nel contesto del racconto, anche se le situazioni sconfinano a volte nel grottesco.
Le trovate sono numerose, a partire dal protagonista, una volta tanto un antieroe fiacco e codardo, tutt'altro che incline ad affrontare la prova che dà il via al racconto. L'idea del grande albero e del polline che trasforma bizzarramente tutti gli esseri viventi che ne vengono a contatto consente poi all'autore di sbizzarrirsi mettendoci di fronte a una parata di creature una più astrusa e divertente dell'altra (irresistibili l'orso premuroso, il lombrico direzionale e naturalmente l'uomo rana).
Il libro è divertente e il testo è abbastanza abile da farci credere che stiamo percorrendo uno dei tanti possibili percorsi. In realtà l'intero libro è impostato su binari precostruiti e molte scelte sono finte scelte.
Un esempio fra tanti: al par.163 ci viene chiesto: vuoi estrarre la spada dalla roccia? Se si sceglie di sì, si va al par.107, in cui si estrae la spada. Se si sceglie di no, si va al par.37 in cui... si estrae comunque la spada!
Lo sviluppo del librogame, una volta analizzato, si mostra parecchio lineare e la rigiocabilità è perciò abbastanza bassa, perchè non sono molte le scelte che hanno vere conseguenze. Quasi tutti gli oggetti speciali poi vengono trovati (e perfino persi e ritrovati) a prescindere dal percorso scelto.
Ci sono occasionali refusi (par.92 "d'orati", par.97 "assonato"), e un rimando sbagliato al par.11 (quello corretto è il 62; ironicamente il 64 fa entrare in un loop).
Trovo buona l'idea che i combattimenti siano risolti con un solo lancio di dadi (la c.d. "prova di combattività"), eventualmente seguito da altre prove quando il combattimento è particolarmente complicato, comunque sempre gestite dal testo. Rende l'azione più dinamica e il gioco più veloce, anche se le prove sono tutte troppo difficili.
Sarebbe comunque meglio se il testo chiedesse sempre nello stesso ordine "hai avuto successo/fallimento", anzichè chiedere per primo a volte se hai avuto successo e a volte se hai fallito.
Inoltre sarebbe molto più pratico se la prova venisse superata facendo un numero
uguale o superiore a quello indicato nel testo, ovvero se il numero della prova indicasse il minimo punteggio da conseguire, anzichè il massimo punteggio che fa fallire la prova. Così com'è bisogna costantemente ricordarsi che il numero indicato nel testo va mentalmente aumentato di uno, il che è un'inutile seccatura, dato che all'autore non sarebbe costato nulla aumentare tutte le prove di un punto e indicare come successo il raggiungimento di quel numero.
I codici si sono rivelati praticamente inutili. C'è a malapena una situazione in tutto il libro in cui il testo chiede se hai segnato un codice, al par.50 (c'è anche un altro caso, ma in realtà al par.59 non si può avere il codice NIBE). Capisco che quello proposto è di fatto il primo libro di una serie, ma sarebbe stato opportuno dare comunque un maggior peso fin da questo libro ai codici raccolti. Uno dei sei codici tra l'altro (NULL) non si incontra in tutto il testo.
Numero di usi degli attributi secondari:
- fuga: 5
- furtività: 3
- inganno: 6
- inventiva: 4
- nascondersi: 3
- percezione: 3
"Nascondersi" è l'unico verbo in mezzo a una lista di sostantivi, il che ai miei occhi è sempre inelegante. Lo si potrebbe chiamare, ad esempio, "occultamento", o magari se si vuole mantenere un tono ironico e sottolineare l'aspetto vigliacco dell'azione, "imboscamento".
Josto è particolarmente educato per essere un orco. Porge la mano e si presenta con un "piacere" in almeno due occasioni durante la partita. L'ho trovato fuori luogo. Non credo di avere MAI visto o letto un fantasy in cui due personaggi si stringessero la mano per conoscersi.
E ora, l'elenco dei difettucci&difettoni:
Al par.21 il testo dice "
ricevi tre grandi frutti dalla buccia grigia e spessa. Ognuno di essi vale come una razione di cibo. Inseriscili nello zaino insieme all?unica mela che Cecil ha risparmiato." Non mi è chiaro se anche la mela valga come razione di cibo. Se sì, si sarebbe dovuto scriverlo più esplicitamente. Se no, allora perchè nominarla? La sua presenza confonde le idee.
Al par.55 il testo dice "
estrae da una piccola sacca un frammento di miele grande quanto un arancio." Intanto il miele è un fluido, quindi cosa si intende con "frammento di miele"? E' forse un frammento di favo? E poi come fa a essere grande come un albero? Probabilmente si intende il frutto, in tal caso sarebbe meno equivoco chiamarlo "arancia".
Ai par.29 o 133 puoi accendere un fuoco. Il testo dice "
Le zanzare ne restano attratte e tu puoi tornare a dormire". Eh???

Ok, siamo in una prateria incantata, ma le zanzare vengono descritte come zanzare normali, e non si è mai sentito che le zanzare vengano attratte dal fuoco o dalla sua luce!
Al par.4 il testo dice "
Compi gli ultimi passi in corsa discendendo il promontorio. Non riesci a frenare l?andatura e il predone ha la tua testa a portata di ascia. Agisci per parossismo gettandoti a terra ai suoi piedi." L'ultima frase però non vuol dire niente, e l'espressione "per parossismo" non esiste. Il parossismo è l'esasperazione di uno stato d'animo e si riferisce sempre a sentimenti (ira, rabbia, amore...)
Al par.127 il testo, che descrive l'azione di un combattimento, dice "
Rotolate in terra uno aggrappato all?altro e nella furia dei movimenti lo ferisci di striscio sul naso con la lama della tua arma." Ma la mia arma in questo momento potrebbe essere una lancia (come infatti era nel mio caso), e l'azione descritta diventa impossibile con una lancia.
L'incontro coi predoni/persecutori (da par.97 in poi) è estremamente confusionario. Ci sono due gruppi di uomini, e il testo non è sufficientemente chiaro nel far capire quando si riferisce all'uno o all'altro, anche perchè li chiama entrambi "predoni". Inoltre uno dei due gruppi a un certo punto scompare, e il testo è un po' timido nello spiegarci che sono tutti morti (e questo anche se li abbiamo avvisati dell'altro gruppo, il che aumenta la confusione; ho perfino pensato che ci fosse un errore coi link, e stessi leggendo un paragrafo destinato invece alla scelta in cui ci "alleiamo" col gruppo opposto).
Il combattimento con Uglak (par.16-...-109) viene perso anche quando lo si vince, il che confonde parecchio le idee, perchè il testo nel par.109 non specifica che l'azione di vittoria dell'ultima prova ha portato (inspiegabilmente) a sconfitta, ma lo da per scontato. Si leggano in sequenza i paragrafi 143-109 oppure 127-109 e si veda se si riesce a capire cosa diavolo sta succedendo. I paragrafi sono talmente mal raccordati che viene da pensare ci sia un errore di progettazione e in realtà dai par.143/127 non si dovrebbe andare al 109 ma da un'altra parte.
L'intero par.109 ha grossi problemi. Si comincia con Uglak che si chiede come mai so parlare in Uluk e conclude dicendo "non parliamo più in orchesco". Quindi il testo dava per scontato che stessimo parlando in orchesco (cosa non ovvia), e allora se non stiamo parlando in Uluk come diavolo fa il predone a sapere che lo so parlare? Inoltre il paragrafo parla di polvere rubata mentre eravamo "privi di sensi", ma il testo non ci ha mai fatto sapere che siamo stati svenuti (quando e come sarebbe successo???).
L'incontro coi persecutori inoltre dà il via a una sequenza impressionante di paragrafi a singola uscita in cui non si può fare nient'altro che leggere, intervallati da sporadiche occasioni di scelta (la mortale serie 98-150-20-56/101-75 e subito dopo ancora 140-60-92).
Fridge logic: perchè il testo non ci propone mai di usare la polvere magica sull'uomo rana?
Infine, guardando la mappa e vedendo dove si chiude il primo volume, è stato inevitabile per me fare le seguenti associazioni:
prateria dei trapassati --> colline shamutanti
la città dei folli --> kharè (entrambe le città vanno attraversate perchè unico guado di un fiume invalicabile)
il gigante bianco --> fortezza di mampang?
Tirando le somme, Nur è un libro fresco e soprattutto divertente. Se si correggono i difetti indicati sopra, a mio parere il librogame ha tutte le carte per diventare un ottimo primo volume di una serie, che cattura il lettore e invoglia a leggerne il seguito.
Il mio voto finale è
7,5