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V. Corto 2018: Nella bocca del leone

Re: V. Corto 2018: Nella bocca del leone

Kinn ha scritto:

- i nomi: io ho sempre problemi, spesso è l'ultima cosa che scelgo in un racconto perché il nome giusto è evocativo, uno sbagliato rischia di suonare un po' ridicolo. E qui un po' ci avviciniamo al famoso "Kmer figlio di Pdor"

Sempre siano lodati i generatori casuali!

"La grammatica è tutto ciò che conta"

gabrieleud
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Re: V. Corto 2018: Nella bocca del leone

Anima di Lupo ha scritto:

GGigassi ha scritto:

C’è “poca biblioteca”, però: se non venisse ricordato nell’introduzione, l’ambientazione potrebbe essere quella generica della torre di un mago, o anche di un semplice dungeon

È vero. Corto in controtendenza rispetto ai primi 4 su questo tema (anche se ho notato lo sforzo dell'autore nel citare più volte libri e pergamene).

L'"ambiente Biblioteca" però non si percepisce molto nonostante fin da subito la missione si esplichi in un recupero al limite del possibile nel covo dello stregone Iznaar.

Anche se poi ripensandoci anch'io ho percepito lo sforzo dell'autore nel ricostruire l'ambiente di una biblioteca, seppur fantasy. Ma a mia volta ho dovuto fare un piccolo sforzo per percepirlo.

GGigassi
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Re: V. Corto 2018: Nella bocca del leone

Nella bocca del Leone è un Corto che si lascia leggere e giocare. Non ha molti ostacoli, perchè la maggior parte degli passaggi si risolve con un classico "esplora a fondo, raccogli tutto ciò che trovi e prima o poi tornerà utile". Nella maggior parte dei casi l'autori stesso spoilera quando utilizzare tali oggetti, lasciando ben poco all'immaginazione del lettore.
Caro autore, in questo senso avresti potuto agire con più accortezza, noi lettori non ce la saremmo presa.
Mi è piaciuto il sistema di combattimento: il sistema ad un solo dado riduce l'effetto del caso. L'idea è ottima e mi rammarico di non averci pensato per le mie opere.
La narrazione mi pare poco curata: ricca di ripetizioni e troppo raccontata. Suppongo che l'autore sia alle prime armi e quindi lo incoraggio a scrivere più e più per raffinare il suo stile e portarlo al livello di quello di mostri sacri di questo Concorso.
La storia non ha molto da aggiungere ai tanti classici fantasy che abbiamo ormai imparato a conoscere negli anni. Poco originale la trama, con un colpo di scena nell'epilogo che, se raccontato meglio, avrebbe valorizzato maggiormente il Corto.
Insomma, trovo alcuni pregi e buone idee, condite con tanta inesperienza.
La cosa buona è che l'esperienza si può raccogliere (non mi riferisco a un gioco di ruolo...) e utilizzare per migliorare.
Amico autore, ti aspetto al prossimo Concorso.

Voto inviato a Pirata delle Alpi

Quando hai poche carte è importante sapere in che modo ed in quale istante giocarle...

babacampione
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Re: V. Corto 2018: Nella bocca del leone

gabrieleud ha scritto:

Sempre siano lodati i generatori casuali!

Assolutamente, hanno sicuramente più fantasia di me! Ma devo dirti, per i racconti moderni, sia lodato pure Facebook, io rubo nomi e cognomi da lì quando non mi viene in mente niente (magari stando attento a non associare nomi a personaggi troppo simili)

Kinn
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Re: V. Corto 2018: Nella bocca del leone

Ma quanto è bello questo racconto? Ha uno stile asciutto e funzionale, adattissimo a un dungeon crawler, ha una struttura labirintica il giusto, affascinante, ha l'uso libero degli oggetti che adoro ma senza costringere il lettore a calcoli troppo pesanti, insomma, trasuda Steve Jackson da ogni poro ma con una trama più curata e non eccessivamente pacchiana - a parte i nomi. Autore, Pdor è davvero dietro l'angolo!

Come sapete non sono amante del fantasy che si prende troppo sul serio, ma qui non corriamo quel rischio perché appare tutto molto semplificato, stile fiaba, come il fantasy a mio avviso dovrebbe essere. Insomma: togliendo gli aspetti fantasy il racconto non avrebbe potuto funzionare allo stesso modo. Per questo motivo è per me un paradigma di come un corto fantasy dovrebbe essere scritto.

Il fatto che usare gli oggetti possa essere anche negativo è un tocco bellissimo: non è unico, è già stato usato in opere come Captive della Makaka, ma sono certo che l'autore non ha letto quell'opera e devo fargli un applauso per questo piccolo tocco che rende già da solo l'esperienza davvero unica, diversissima dal classico libro free roaming in cui ti muovi a caso provando tutte le alternative. Bella anche l'assenza del true path e la presenza di personaggi multipli, che per ragioni di tempo non sono riuscito a provare ma che leggo essere ben bilanciati.

Premesso tutto ciò, mi trovo costretto a riscontrare un difetto che mi impedirà di mettere questo corto sul gradino più alto del podio, nonostante mi sia piaciuto moltissimo: è un corto "per tutte le stagioni" e non perfettamente tarato sui limiti imposti da questa edizione.

Il sistema di combattimento funziona (ha ragione Prodo quando dice che i danni uguali per tutti appiattiscono, ma DA ha lo stesso problema e possiamo accettarlo), tuttavia quando leggo un corto durante il Concorso dei Corti non ho voglia di tirare così tanti dadi, e in questa edizione "semplificata" a maggior ragione. Il sistema free roaming avrebbe beneficiato delle parole in codice: non potendo usarle l'autore ha optato per un brutale "ignora gli oggetti e i combattimenti già fatti" ormai sorpassato e inaccettabile. Avrebbe dovuto invece cercare un modo alternativo per evitare i loop, oppure evitare di optare per un corto free roaming qualora impossibilitato a farlo.

Anche il fatto che l'epilogo accenni a qualcosa di "più" fa sembrare il corto un mero antefatto a un'opera più complessa, cosa che personalmente non amo. Il tema della biblioteca tuttavia è presente, anche se meno marcato che in altre opere, per cui non penso assolutamente che il corto sia stato iniziato prima dell'uscita del bando.

In definitiva un corto davvero molto piacevole, forse il mio preferito in questa edizione, ma che non incarna le caratteristiche del "vincitore" che avevo in mente per le ragioni anzidette. Il mio voto rifletterà questo doppio aspetto.

Voto inviato a Dario III

Zakimos
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Re: V. Corto 2018: Nella bocca del leone

Zakimos ha scritto:

è un corto "per tutte le stagioni" e non perfettamente tarato sui limiti imposti da questa edizione.

Questa caratteristica per esempio a me non ha dato fastidio. Un approccio più generale, purché in grado di rimanere dentro i limiti della tematica del concorso, per me ci può stare, soprattutto se, come in questo caso, favorisce l'immedesimazione e la giocabilità.

Prodo
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Re: V. Corto 2018: Nella bocca del leone

Recensione di Nella bocca del leone

Luci e ombre nella mia avventura all'interno della bocca del leone... e non mi sto riferendo alla contrapposizione tra le forze congiunte del Bene guidate da re Shimeor IV e le orde di mostri al servizio di Iznaar, la cui tanto temibile figura non viene in realtà sottolineata nel testo, come tutto il comparto narrativo d'altronde, vero tallone d'Achille del Corto.
Ciò a cui mi riferisco sono, ovviamente, i pregi e i difetti dell'opera, tutti ahimè molto marcati secondo i miei parametri (coraggio autore misterioso, per i pregi è positivo!).

Partiamo dalle ombre.
Il comparto narrativo, come già accennato, non mi ha convinto. Molti passaggi sono proprio sbagliati (Trascrivo due esempi presi dal P.5: Io non avrei messo "sue" in tra le "sue" mani. Mi sembra appesantisca la lettura e basta. Anche subito dopo in "Un suono quasi monotono", avrei tolto il quasi. Il suono è monotono e stop, ok? Perché complicarsi la vita definendolo quasi che non serve affatto a caratterizzarcelo ulteriormente. Il Corto è pieno di queste situazioni oltre a qualche refuso e a errori grammaticali tipo un esercito attaccherà, come già ricordato da Prodo) ma soprattutto lo stile è troppo asciutto. Anzi, è talmente scarno da non lasciare spazio ai sentimenti. La storia, anche se classica, sarebbe lo stesso stupenda ma andava ricamata come Dio comanda.
Se non ci si perde in descrizioni (ambienti, eventi, oggetti, dialoghi, paesaggi, storia, ecc...) e caratterizzazioni dei personaggi (principali ma anche i secondari) almeno quel tanto che basta per farli sembrare veri, finiamo col dipingere macchiette senz'anima e luoghi vaghi già visti e già sentiti, troppo generici e calati in una trama asettica (dov'è il senso epico della storia? Il mio mondo sta per essere distrutto e non avverto la drammaticità dell'evento. Il prologo andava certamente più lungo ed elaborato, specialmente se si aveva l'intenzione di costruire successivamente un percorso così sintetico e tecnico).
So che è difficile in un Corto...corto appunto, perché spesso bisogna sacrificare altro (comparto tecnico) per spendere parole nella narrativa ma le parole servono come il pane!
Qui invece neanche i personaggi principali risultano esaltati dalla trama, neppure all'ennesima lettura. Questo secondo me perché si è scelto di tagliare troppo, e per me è un errore.
Nella Bocca del leone mi ha ricordato fin da subito i DA, un racconto veloce, molto tecnico, basato sugli oggetti e sui paragrafi brevi ma devo dire che come impianto emotivo, trama e narrativa ha fallito. Riesce invece bene l'emulazione dal lato tecnico (vedi sotto).
Oltre alle poche parole usate, quelle presenti sono spesso poco chiare.
Ad esempio al 38, caro autore, non spieghi perché dovrei aggiungere 8 al paragrafo dove si parla di 5 libri uguali, dici "ricorda" perché Tu autore sai che dovrai aggiungerli perché si è in compagnia di Harko, lo dai per scontato perché Tu hai scritto il Corto e sai già tutto ma chi passa lì per la prima volta deve intuirlo. Ma queste cose non vanno intuite, fanno parte delle regole e vanno spiegate bene. Questa critica può sembrarti ridicola ma dà l'idea di quello che intendo con chiarezza.
Altro esempio:
Al 35 prima in modo categorico mi dici
"Accetti  la proposta di Harko."
ma poi mi fai scegliere se andarmene dalla stanza al 15 o tornare dal teschio al 29.
Forse dovevi pormi il quesito:
"se vuoi accettare la proposta di Harko vai al 38 altrimenti ognuno per la sua strada e tanti saluti".
Ancora:
Al 19 parli di 6 grossi libri sui piedistalli ma poi al 40 diventano 5 i libri. Se è un indovinello non l'ho capito altrimenti i libri sono 5, non 6.
Ancora:
Dal prologo non è chiaro (secondo me) se l'anello magico serve a riportarmi indietro dopo aver preso il Libro delle Anime o se serve per avvisare il Consiglio dei Maghi che il Libro è stato preso e dunque sarà il Consiglio a riportarmi indietro.
Oppure entrambe le cose, addirittura.
Tu dici infatti: "[..] recuperare il libro e ritornare grazie ad un anello magico che permette di far sapere che il volume è stato preso. Questo avvertirà il Consiglio, che ti consentirà di lasciare la Biblioteca."
Dunque solo il Consiglio può consentirmi di lasciare la Biblioteca, non è sufficiente il solo anello, come dici nella frase precedente?
Poi ancora, avrei messo la tabella dei personaggi sotto la scelta del personaggio a inizio regolamento, dove appunto si deve scegliere l'eroe da impersonare non in fondo.
Mi fermo qua, credo di aver dato l'idea.
Un'altra grossa "ombra" sul racconto è l'errore del calcolo che si deve fare al p.12. Qui abbiamo la serratura di ferro quindi bisogna aggiungere 37 che è il "valore" della chiave di ferro trovata in precedenza. Solo che il totale fa 49 che non ha senso. Il paragrafo giusto da raggiungere è il 46.
E questo mi sembra un grave errore.

Veniamo alle Luci
L'inizio sa di già visto/già sentito ma questo discorso vale per tutti i Corti fantasy che toccano tematiche classiche come la guerra, il dualismo bene/male, le etnie ecc... (il che non mi dà tanto fastidio, adoro il fantasy)
La vera novità la dobbiamo però al Bando 2018, cioè l'incursione nella Biblioteca per rubare il Libro delle Anime a Iznaar.
Dunque l'idea di fondo e la trama pensate dall'autore sono molto belle, fermo restando lo sviluppo narrativo insufficiente di cui ho già parlato e il poco risalto che ho notato della Biblioteca.

La gestione degli oggetti è in generale ottimamente riuscita e come già detto mi ha ricordato i migliori volumi della serie DA anche se alcune volte le scelte sono un po' telefonate:

 Spoiler Show Spoiler Hide Spoiler
 (difficile che un lettore esperto di LG caschi nella ID del p.24 mettendo le due grosse perle bianche, prese al p.10, nelle cavità al p.20 oppure scelga di leggere il libro di magia nera al p.27 andando a morire al p.23)
mentre altre volte sono state davvero ottime come:
 Spoiler Show Spoiler Hide Spoiler
 il tranello al p.48 (viene abbastanza spontaneo fidarci di Harko perché fin lì ci ha dato prova di amicizia. Io mi sono deciso a non ubbidirgli perché avevo percepito la sua voglia di vendetta nei confronti di Iznaar e magari voleva che io fallissi per far sì che lo stregone si presentasse in Biblioteca per sfidarlo personalmente. Così non era invece, dunque sono stato fortunato nella scelta. Però ho apprezzato la motivazione ufficiale, cioè che poteva prenderlo lui stesso il Libro delle Anime, essendo innocuo.
La difficoltà mi sembra calibrata bene, anche nei combattimenti.
In particolare per sconfiggere Harko io ho sfruttato sia la Pergamena magica che la Pergamena di Soffio del Drago, mi sembra che nulla vieti di usarle contemporaneamente.

Un'ultima curiosità.
Al p.32 la filastrocca ci dà solo l'imbeccata per mettere le pietre rosse al 20, giusto? Non ha altri risvolti pratici?

In conclusione, la prosa ha fatto sì che l'immedesimazione sia stata bassa ma l'impianto ludico ben pensato (pur con gli errori evidenziati sopra) mi ha divertito abbastanza per cui non boccerò il Corto.
L'autore ha molte potenzialità e tante idee eccellenti. Spero accetti le mie critiche con spirito costruttivo.
A lui vanno le mie congratulazioni.

Voto inviato a Pirata delle Alpi

Fa che ciò che ami sia il tuo rifugio

Anima di Lupo
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Re: V. Corto 2018: Nella bocca del leone

Anima di Lupo ha scritto:

difficile che un lettore esperto di LG caschi nella ID del (spoiler)

Parla per te  sad

A un certo punto esce fori un vecchio che fà dice: “Presto chiamate un’ambulanza”, dico “Ma che chiami? Non lo vedi che questi c’hanno si e no trenta secondi de vita?”. Aò so passati venti secondi, so’ spirati proprio così, all’unisono… Mortacci l£%0%0%0%0%0

¿„ãßꪧ¬
Arkham Lêgãcy ¬
Arcimaestro
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Re: V. Corto 2018: Nella bocca del leone

Prodo ha scritto:

Questa caratteristica per esempio a me non ha dato fastidio. Un approccio più generale, purché in grado di rimanere dentro i limiti della tematica del concorso, per me ci può stare, soprattutto se, come in questo caso, favorisce l'immedesimazione e la giocabilità.

Forse non ti ha dato fastidio anche perché i corti precedente a questo erano tutti molto incentrati sulla "biblioteca", e quindi questo approccio più generalista è sembrato una piacevole variazione sul tema. Ma se tutti i corti fossero stati così arrivati a questo punto avremmo cominciato a lamentarci di come era stato implementato il tema, così come accaduto l'anno scorso all'"invasione" spesso tirata per i capelli. Dal mio punto di vista ho cercato di valutare ogni racconto come se fosse il primo: e se fosse stato il primo avrei riscontrato che il corto in questione non era perfettamente tarato sul bando (vedi soprattutto il brutto modo di gestire i loop). Stessa cosa farò per i prossimi: non voglio commettere lo stesso errore che ho fatto l'anno scorso facendomi influenzare nei giudizi anche dall'ordine di uscita.

Per il resto non concordo assolutamente con quanto detto da Anima di Lupo per i testi: meno si scrive meno si corre il rischio di scrivere cagate bigsmile. Autore, non metto in dubbio la tua bravura con la penna ma apprezzo il fatto tu sia stato stringato, se l'alternativa era avere un'esplosione di aggettivi fini a se stessi (se invece sei bravissimo a scrivere e hai tagliato tutto per stare nei limiti, beh, è un gran peccato).

Zakimos
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Re: V. Corto 2018: Nella bocca del leone

¿„ãßꪧ¬ ha scritto:

Parla per te 

Siamo in due XD

Zakimos
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