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Qual è il tuo genere di librogame preferito, pensando a un ipotetico titolo inedito di prossima uscita?

VIII. Corto 2018: Il giorno del librogame

Re: VIII. Corto 2018: Il giorno del librogame

gabrieleud ha scritto:


Rubare? Era suggerito nel marketing di Lupo Solitario.

Fai riferimento ai commenti sui cataloghi in cui citavano il fatto che il Le Monde francese aveva rilevato che con l'avvento dei librogame erano aumentati i furti in libreria? cool

GGigassi
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Re: VIII. Corto 2018: Il giorno del librogame

"La grammatica è tutto ciò che conta"

gabrieleud
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Re: VIII. Corto 2018: Il giorno del librogame

Ah, che piacevole racconto!
Questa settimana mi è toccato di leggere una storia accattivante, in cui l'autore strizza l'occhio ai propri lettori, consapevole del fatto che ognuno di loro si sia ritrovato almeno una volta a desiderare ardentemente un librogame per il quale avrebbe potuto fare qualunque cosa.
Di questo corto mi è piaciuta la costruzione della storia, con l'immancabile antagonista e i suoi scagnozzi, battuti grazie alla conoscenza dei loro punti deboli. Mi è piaciuta l'assenza di instant death. Anche in questo caso l'autore sa benissimo che i suoi lettori avrebbero barato e quindi facilita la situazione, senza farli sentire in colpa. Bene, bravo, applausi.
Geniale anche il true path, che scorre via garbato e senza farfallonate da retroingegneria, che avrebbero solo complicato la storia. Non ce n'era bisogno e l'autore lo sa bene.
Raramente apprezzo racconti demenziali, e infatti adoro questo Corto perché la sua ironia è delicata e sottile, priva di esagerazioni. Sei stato bravo, autore, a tenere a freno la penna.
Infine, tra i lati positivi, cito la prosa, priva di refusi marchiani e tutt'altro che noiosa.
Questo Corto sarebbe potuto diventare un capolavoro, se solo avesse avuto un sistema di regole tale da renderlo più completo. O meglio, il Corto funziona bene così come è stato concepito e da parte mia avrà un voto molto alto. Ma, per entrare nell'Olimpo del Concorso dei Corti, occorre, secondo me, avere congegnato una parte di Regolamento moderatamente complessa, tale da dimostrare di padroneggiare l'arte del librogame. Mi rammarico quindi di non poter dare il voto massimo a questo racconto, ma l'autore si consolerà sapendo che, per me, in questo momento, si tratta della migliore opera in gara.
Complimenti, autore misterioso.

Voto inviato a Pirata delle Alpi.

Quando hai poche carte è importante sapere in che modo ed in quale istante giocarle...

babacampione
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Re: VIII. Corto 2018: Il giorno del librogame

Ho notato meno partecipazione questa settimana a livello di commenti sul racconto in gara. Probabilmente la Pasqua vi ha intorpiditi. Ricordatevi che ci sono ancora 4 giorni per votare smile.

Prodo
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Re: VIII. Corto 2018: Il giorno del librogame

Prodo ha scritto:

Probabilmente la Pasqua vi ha intorpiditi. smile.

esattamente smile
So a grandi linee che voto dargli, a breve conto di mettere la recensioncina.

GGigassi
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Re: VIII. Corto 2018: Il giorno del librogame

Recensione de Il Giorno del Librogame

La grande vittoria di questo Corto è l'idea sulla quale è impostata la trama: il furto dalla Biblioteca comunale del librogame che manca alla nostra collezione.

Per il resto, si va incontro a uno sviluppo semplice e senza pretese se non quella di far riflettere su tutta la questione collezione/rivendita, che comunque non è poco perché ci tocca da vicino (molto vicino).

Per quanto riguarda la realizzazione tecnica, posso anche apprezzare lo sforzo dell'autore per articolare il percorso ma la verità è che ci si muove a caso.
Perché dovrei premiare la via del colpo in testa al Diavolacci (p.7 e successivi) invece che le altre?
Inoltre scovare il percorso giusto non mi ha divertito e l'ho trovato appositamente fuorviante.
Spesso sceglievo il bivio meno ovvio perché avevo intuito che quello più logico era in realtà quello fallato.
Alcuni esempi di questo tipo sono:
Al p.16 bisogna andare al 27 e ignorare l'urlo della "fanciulla" in pericolo, come invece la buona educazione civica e la logica ci indicherebbero.
Al p.35 per entrare nella Biblioteca bisogna passare dalla porta principale "in bella vista" invece che dalla apparentemente più sicura finestra.
Ci sono diverse opzioni di questo tipo sparse in tutto il testo, o almeno io ho notato questo approccio da parte dell'autore.
Scelta legittima ma che non ho apprezzato, se non mettendola (forse, non sono del tutto convinto) sotto la luce dei due filoni narrativi diversi esposta da Prodo nella sua recensione, cioè che nella prima parte bisogna fare scelte realistiche (se è realistico andarsene da uno scippo senza nemmeno una telefonata...non serve essere un Ramas per fare il minimo sindacale) e non da eroe fantasy e nella seconda invece esattamente il contrario.

Per il resto, devo ammettere che il Corto non ci chiede altri sforzi.
Dunque è uno SLTA in piena regola, scritto benissimo, in maniera scorrevole.

Dicevo del lato riflessivo dell'opera, molto valido. Mi sono ritrovato a pensare in diverse occasioni, al di fuori della lettura del Corto, al senso di tenere in custodia i LG nelle Biblioteche e alla contrapposizione con il collezionismo privato.
Non starò qui a elencare i miei pensieri ma l'autore è stato bravo a centrare un punto importante del nostro vivere quotidiano.
Lo ha fatto analizzare bene anche dai suoi personaggi, l'anonimo protagonista, la Chiara e Thomas.
L'unica, parziale, mancanza è nel finale sul protagonista, su noi stessi.
Anche se abbiamo un finale dedicato al p.69, non possiamo leggere nulla sulla probabile nuova vita da rivenditore senza scrupoli su internet ma questo aspetto velato che traspare dall'epilogo è ben inserito nel testo e mi ha convinto.

Di certo non vedo l'ora di leggere la parodia di questo Corto nella Gazzetta del Direttore Final ma per farlo dovrò aspettarne l'uscita.. i primi di Luglio.. smile2

Complimenti all'autore! applauso

Voto inviato a Pirata delle Alpi

Fa che ciò che ami sia il tuo rifugio

Anima di Lupo
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Re: VIII. Corto 2018: Il giorno del librogame

Questo corto ha molti punti di forza e di debolezza, bisogna quindi vedere quale gruppo sia il preponderante.

Tra i punti di forza sicuramente c'è l'idea alla base del furto in biblioteca di un LG, ma la struttura / parodia temo che sia apprezzabile soltanto da chi conosce bene il genere: un'opera autoreferenziale quindi, un genere che non amo.

Mi è piaciuta la semplicità del corto, giocabile senza complessità e quindi in linea con i requisiti posti da questa edizione. Mi è piaciuta l'idea alla base dell'albero dei bivi, per cui i percorsi "morti" portano in realtà a indizi utilizzabili per trovare il true path a una successiva lettura: in questo modo anche quando si fallisce non si sente di aver sprecato tempo e si riduce il numero di tentativi alla partita successiva.

Il problema è che questo espediente non è stato utilizzato a fondo: ci sono degli indizi, ma sono pochi e se non li si coglie ci si sente davvero come se ci si stesse muovendo a caso. Quelli che ho trovato:

 Spoiler Show Spoiler Hide Spoiler
 
il quadro elettrico ci dice di passare dalla porta e non dalla finestra
I discorsi di Chiara ci invitano a buttarci a terra nella sala lettura per trovare la pinzetta
I Kakarmi ci invitano a... andare in bagno (questa era veramente brutta)
L'indizio e il daltonismo di Zamilda ci spingono a tagliare il viola - ma anche lì non si capisce se è per il motivo detto da Prodo o perché la bibliotecaria si è confusa tra blu e viola, come ho interpretato io
E poi vabbè il mercato finale
Un po' poco per giustificare le tanti "morti". La sensazione è che l'autore abbia sofferto il limite dei 70 paragrafi ma allo stesso tempo se il racconto fosse stato più lungo sarebbe stato fin troppo frustrante.

Tra i pregi cito anche l'assenza di refusi e il fatto che non si possa vincere "mappando" il corto: spesso nei racconti basati sul true path è sufficiente prendere nota dei paragrafi ricorrenti ed evitarli. Qui non è possibile perché ci sono due linee "true" che vanno avanti parallelamente fino all'ultimissima scelta, una vera bastardata probabilmente figlia del fatto che il libro che dobbiamo rubare sia La Casa Infernale di Steve Jackson bigsmile.

Tuttavia il maestro è lontano e il risultato finale ne risente. Un buon corto comunque, scritto molto bene, per cui faccio comunque i complimenti all'autore.

Voto inviato ad Adriano

Zakimos
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Re: VIII. Corto 2018: Il giorno del librogame

Ma che spettacolo questo corto!
Scritto benissimo, la prosa è scorrevole e sprizza capacità da ogni frase, il racconto è permeato di un umorismo di qualità che non esagera mai e rende la lettura piacevolissima. Tutta l'introduzione e il primo paragrafo sono fantastici. Le chicche sono tantissime, dalle numerose citazioni di librigame alle varie trovate. Semplicemente geniali i paragrafi 30/40 che sostituiscono tutte le ID e permettono di ricominciare in un flusso continuo in cui si conserva la memoria degli indizi già raccolti (à la "Nebbia" di abeasiana memoria), come altrettanto geniale è il par.55 che consente di saltare tutto il percorso giusto già fatto e riprendere solo dall'ultima scelta sbagliata.
Eppure il corto è di fatto un semplice CYOA: niente combattimenti, niente oggetti, niente enigmi, nè indizi numerici, nè paragrafi nascosti o altre complessità di questo tipo. Ciononostante è difficilissimo da concludere, causa uno strettissimo true path da cui non si può deviare MAI, nemmeno ad un bivio, per 18 bivi consecutivi. Arrivare alla fine richiede gran culo o numerosi tentativi, e neanche così è garantito il successo. Perchè le false piste sono parecchie, e anche se in molti casi sembra che la strada sia quella giusta, in realtà si è già usciti dal percorso del true path magari dieci bivi fa.
E questa è l'altra genialità del corto: nel racconto si dà la caccia a "La casa infernale", un librogame caratterizzato da un true path serratissimo, in cui anche dopo aver sbagliato scelta ad un bivio si può andare avanti per parecchi paragrafi prima di incappare in un'inevitabile ID. Per citare una recensione di EGO: "Cosa più significativa di tutte sono i vicoli ciechi mortali, interi blocchi di paragrafi da cui non c’è via di uscita se non la morte. Sono particolarmente infidi perché sono imprevedibili [...] Da uno di questi colli di bottiglia è anche possibile illudersi a lungo di poter uscire, complice la perfida presenza di un oggetto che sembra offrire una via di scampo, e invece non fa altro che prolungare la tortura."
Ebbene, il corto attuale è di fatto strutturato nello stesso modo di "La casa infernale"!
Per rendere più evidente la cosa, ho disegnato il grafo del corto, sistemando in un'unica linea verticale il true path e a lato tutte le deviazioni: una volta che si esce dal true path da qualsiasi bivio (incluso il primo all'1) non ci si torna mai più, ma prima di incappare nei fatidici par.30/40 la storia va avanti anche per numerosi paragrafi!

##Grafo##

Al finale di sconfitta del par.69 ci si può arrivare invece da 3 possibili percorsi.
A ulteriore pregio, non ho trovato manco un refuso in tutto il testo.
Se proprio devo trovare a tutti i costi una cosa che non mi è piaciuta, nomino il titolo, bruttino.
Concludo enumerando i miei paragrafi preferiti di questo corto, che dopo lunga cernita sono: intro+1, 3, 10, 11, 19+epilogo, 33, 34, 37, 41, 43, 51, 55.

Sommando le tire, il mio voto è:

 Spoiler Show Spoiler Hide Spoiler
 
 Spoiler Show Spoiler Hide Spoiler
 

A un certo punto esce fori un vecchio che fà dice: “Presto chiamate un’ambulanza”, dico “Ma che chiami? Non lo vedi che questi c’hanno si e no trenta secondi de vita?”. Aò so passati venti secondi, so’ spirati proprio così, all’unisono… Mortacci l£%0%0%0%0%0

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Re: VIII. Corto 2018: Il giorno del librogame

Prodo ha scritto:

Due note conclusive: L'enigma dei fili l'ho risolto basandomi sul fatto che Zamilda è daltonica e l'unico colore, tra quelli proposti, che non crea problemi a persone affette da daltonismo, in qualunque forma esse lo abbiano, è il viola. Scelta che si è rivelata azzeccata. Poi però continuando a leggere ho scovato un indizio che mi incitava a scegliere il cavo blu. Mi chiedo se si tratti di una falsa pista volutamente disseminata in giro o di un refuso.

Ipotizzo che Zamilda, in quanto daltonica, vede il colore viola come blu, mentre gli altri li vede di colori diversi (blu incluso). Quindi dal suo punto di vista l'indicazione "il filo è il blu" è giusta.
E' una bastardata dell'autore, perchè per azzeccare il colore giusto bisogna combinare due indizi diversi e ragionarci sopra.

A un certo punto esce fori un vecchio che fà dice: “Presto chiamate un’ambulanza”, dico “Ma che chiami? Non lo vedi che questi c’hanno si e no trenta secondi de vita?”. Aò so passati venti secondi, so’ spirati proprio così, all’unisono… Mortacci l£%0%0%0%0%0

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Re: VIII. Corto 2018: Il giorno del librogame

E io ho pure cliccato sul link di abeas...

... e incredibilmente

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  funzionava

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gabrieleud
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