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I Corti 2019 - Sotto terra - 1 marzo/10 marzo

Re: I Corti 2019 - Sotto terra - 1 marzo/10 marzo

Tomcat75 ha scritto:

Anche l’enigma numerico per me era abbastanza difficile (e oltretutto manca una riga sui triangoli)

E' intenzionale.

Adriano e tutti quelli che fanno questa obiezione ha scritto:

- quello della città: giuro che non l'ho capito, il testo parla di "portare" mentre l'indovinello parla di "dire la verità o mentire". Un uomo che mente deve per forza mentire anche con le azioni?

Suvvia, non fate i pignoli.
"Portami" nel senso di "Dammi le indicazioni per arrivare a". Ma scritto così era troppo lungo e inelegante (soprattutto ripetuto quattro volte).
Data la natura dell'indovinello, si presume che l'interlocutore dia una risposta vocale.

DarkSeed ha scritto:

Ma la pianta non si polverizza non appena la sfioriamo?
Quindi la stasi cristallizzata non è così solida ed eterna come appare all’inizio. smile

La stasi (che vuol dire immobilità, non solidità) è eterna, non ha nulla a che fare col fatto che poi noi tocchiamo e rompiamo.

A un certo punto esce fori un vecchio che fà dice: “Presto chiamate un’ambulanza”, dico “Ma che chiami? Non lo vedi che questi c’hanno si e no trenta secondi de vita?”. Aò so passati venti secondi, so’ spirati proprio così, all’unisono… Mortacci l£%0%0%0%0%0

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Re: I Corti 2019 - Sotto terra - 1 marzo/10 marzo

gabrieleud ha scritto:

"Non riuscii a trattenere le lacrime" cfr --> "piansi"
"Prima che riuscissi a riprendermi da parole così inaspettate il mostro s'inabissò" cfr --> "Il mostro s'inabissò, lasciandomi sbigottito."

Cfr. "letteratura" con "resoconto piatto".
La prima versione è molto più scenica e letteraria della banale seconda. E questa è un'opera letteraria, non un verbale di una riunione di condominio.
Non tutte le circonlocuzioni sono da evitare, anzi!

A un certo punto esce fori un vecchio che fà dice: “Presto chiamate un’ambulanza”, dico “Ma che chiami? Non lo vedi che questi c’hanno si e no trenta secondi de vita?”. Aò so passati venti secondi, so’ spirati proprio così, all’unisono… Mortacci l£%0%0%0%0%0

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Re: I Corti 2019 - Sotto terra - 1 marzo/10 marzo

A - " [Travolto da una sconfinata tristezza], non riuscii a trattenere le lacrime" descrive un'azione che non è successa.
B - "Piansi" descrive ciò che è successo.

Essendo lapalissiano che la gente piange quando è triste, cosa deve immaginare il lettore nel caso A, che sia diverso dal caso B? Non è che scrivendo più parole ottieni una narrazione migliore.
( puoi leggere qualche spunto qui http://libroza.com/narrare-le-emozioni-dei-personaggi/ )

Vogliamo approfondire il sentimento, per renderlo più letterario? Allora bisogna descrivere ciò che succede, come se il lettore stesse osservando la scena da dentro il protagonista. Butto lì due frasi:
C - Lo stomaco mi si chiuse. Mi dolevano i muscoli della mandibola per quanto la stringevo. Trattenni il primo singhiozzo e anche il secondo. Al terzo singhiozzo gli occhi si riempirono di lacrime, che scesero gelide sulle guance. Mi asciugai col dorso della mano sinistra, ma altre lacrime caddero sulle tavole di legno del pavimento, formando macchiette scure. Il labbro inferiore tremava incontrollato.

Ho detto "tristezza"? No. Ho detto "piangere"? No. Lo vedi da te che il personaggio sta piangendo.
Per scrivere la C ho impiegato circa 20 minuti. Ho consultato un sito di anatomia per sapere se fosse meglio dire mandibola o mascella. Ho consultato un sito di grammatica per trovare sinonimi per le parole dolere, trattenere, stringere, macchie. Ho riflettuto cinque minuti per decidere se le lacrime fossero calde, fredde, o se era meglio non dare questo particolare (le lacrime escono a temperatura corporea, in un primo tempo scaldano le guance, ma poi l'evaporazione le fa raffreddare. È un dettaglio importante? Solitamente no. Ma mi è parso meglio lasciare una sensazione di freddo nel lettore in questo caso, volendo comunicare tristezza. Ad ogni modo per questa frase chiederei il parere di un editor). Nella scelta dei sinonimi ho optato per le parole con abbondanza di o, u, t, b, r. Poi ho pianto due volte per davvero, recitando ciò che ho scritto, e sistemando lo scritto se mi sembrava irreale. Ho spostato non so quante volte il "mi", eliminandolo e facendolo riapparire in vari posti.

È un capolavoro? No, uno scrittore professionista scriverebbe ancora meglio. Ma quello che ho scritto ti obbliga a prendere la telecamera, impiantarla dentro al cervello e farla spuntare dal foro in mezzo alla fronte. Ti obbliga a vivere da te stesso ciò che succede al protagonista.

Se il fatto di piangere non è molto importante per la storia, posso risolvere con il "piansi", senza bisogno di perifrasi ("non riuscii a non piangere").

"La grammatica è tutto ciò che conta"

gabrieleud
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Re: I Corti 2019 - Sotto terra - 1 marzo/10 marzo

Ora torniamo un attimo sull'uso del "non+verbo".

È meglio scrivere ciò che succede, piuttosto che scrivere ciò che non succede (a meno che l'enfasi sia proprio sul mancato evento).

Facciamo ancora un esempio pratico:
A - Ho fatto un incidente col camion. Non sono riuscito a frenare.
hmm, che vuol dire quel non sono riuscito a frenare? Ci sono vari gradi di interpretazione, tutti plausibili stando a quanto narrato.

I1: Non so cos'è successo. Ho sbattuto il camion a tutta velocità contro qualcosa.
I2: Mi sono accorto tardi del pericolo. Non ho nemmeno messo il piede sul freno.
I3: Il camion davanti a me ha perso il carico. D'istinto ho schiacciato il freno, ma un secondo dopo c'è stato l'impatto.
I4: Il camion davanti a me ha perso il carico proprio quando stavo per sorpassarlo. Ho schiacciato il freno fino in fondo. Le ruote hanno fischiato, ma avevo poco spazio e sono finito addosso a un mucchio di libri.

Cento lettori diversi avranno cento diverse interpretazioni di cosa voglia dire "non riuscire a" fare qualcosa e vedranno cento scene diverse, nessuna delle quali è esattamente ciò che l'autore voleva dire.

Se ci fosse stato scritto qualcosa tipo "B - Quel cretino dell'LKW Walter giallo ha preso una buca e gli si è aperto il telone. Mi sono aggrappato al volante. Ho premuto il freno con tutto il mio peso sulla gamba e ho chiuso gli occhi. Un secondo dopo ho centrato i quattro bancali di "Cronache del Mondo Emerso", capiscono tutti la stessa cosa.

"La grammatica è tutto ciò che conta"

gabrieleud
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Re: I Corti 2019 - Sotto terra - 1 marzo/10 marzo

Non vi è chi non veda che usare i verbi con un non davanti non è quasi mai una buona idea, a meno che non si voglia rendere il testo ridondante e rendere la lettura non scorrevole.

Detto questo, l'importante come sempre è la moderazione smile.

Zakimos
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Re: I Corti 2019 - Sotto terra - 1 marzo/10 marzo

gabrieleud ha scritto:


Essendo lapalissiano che la gente piange quando è triste

Sì può piangere di felicità, di dolore, dal nervoso (non sempre per un'esperienza negativa) hmm

GGigassi
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Re: I Corti 2019 - Sotto terra - 1 marzo/10 marzo

GGigassi ha scritto:

Sì può piangere di felicità, di dolore, dal nervoso (non sempre per un'esperienza negativa)

E anche di commozione (che a sua volta può avere molteplici cause)... wink

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DarkSeed
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Re: I Corti 2019 - Sotto terra - 1 marzo/10 marzo

DarkSeed ha scritto:

GGigassi ha scritto:

Sì può piangere di felicità, di dolore, dal nervoso (non sempre per un'esperienza negativa)

E anche di commozione (che a sua volta può avere molteplici cause)... wink

lacrime sul mio viso ora scendono

le mie mani si tendono

per te che ora te ne vai


cantava infatti Little Tony. Il quale ci fornisce ulteriori esempi:

un bimbo forse piange perché a fame,
una madre forse piange quando prega
un uomo piange solo per amore
amore ti ringrazio perché piango anch'io per te

GGigassi
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Re: I Corti 2019 - Sotto terra - 1 marzo/10 marzo

Recensione
Non sono d'accordo con Gabriele nelle sue critiche: è vero, qualche frase si può giudicare prolissa o imprecisa, ma è veramente un difetto o quanto meno un difetto rilevante?
Non penso che l'obiettivo dell'autore fosse scrivere un capolavoro di forma e di iper-realismo, e penso abbia fatto bene a concedersi ogni tanto qualche licenza poetica.
Il focus del corto era veicolare un'idea, e ritengo che i mezzi con cui sia stata espressa siano più che adeguati.
Per quanto mi riguarda, però, è proprio nell'idea che si annida il punto dolente del racconto, non l'ho trovata così brillante da giustificare un corto.
Il finale è abbastanza telefonato, si può intuire già dai primi paragrafi: considerando l'atmosfera onirica e il contesto, mi sarei stupito se nell'epilogo si fosse scoperto che siamo sani, allegri e all'aperto.
Ho capito grossomodo anche l'enigma delle forme, ma non sono riuscito comunque a risolverlo, perché consideravo solo i 2 cerchi esterni.
A mio parere, è troppo difficile da interpretare. Sarebbe un dettaglio trascurabile, se non fosse che gli enigmi sono solo due e l'altro è vecchio al punto da risultare abusato.
Concludo riportando alcune considerazioni che avevo espresso per il corto precedente.
A quanto pare, siamo nell'anno delle sperimentazioni; ben venga, ma occhio a non esagerare!
Per quanto risulti gradevole immergersi in un delirio letterario ed è interessante cambiare punto di vista, è però vero che una storia con un filo logico e coerenza è diversa da progettare rispetto a una in cui "tutto è concesso" per via dell'ambientazione assurda.
Per la mia visione della letteratura, scrivere un racconto astratto è molto più difficile perché è sottile il confine fra sperimentazione e puro nonsense fine a sé stesso, e anche in questo corto ho più volte percepito che si andasse in quest'ultima direzione.
Oltretutto, vale veramente la pena di rendere interattivo un racconto del genere? Secondo me, no. Anche se in parte ne giova l'immersione, io, da lettore, quando mi approccio a un librogioco, mi aspetto ci sia anche un "gioco", che richieda da parte mia un qualche tipo di partecipazione.
Nel momento stesso in cui scopro che questa non è veramente rilevante (al massimo finisco in una ID che non mi dice niente di nuovo), che gli enigmi sono inesistenti, e che il mistero da sciogliere è un po' banale, sicuramente subentra la delusione. E non è vero che non si poteva fare altrimenti, vedi il corto "Alla luce del buio" che per quanto mi riguarda è un capolavoro assoluto.

In conclusione, il giudizio finale è né più, né meno (anche se per motivi in parte diversi), quello che ho dato al corto di settimana scorsa. Si lascia leggere, ma non sarà qualcosa che mi ricorderò a lungo.

Voto inviato ad Anima di Lupo

FinalFabbiX
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Re: I Corti 2019 - Sotto terra - 1 marzo/10 marzo

FinalFabbiX ha scritto:

Recensione
Non sono d'accordo con Gabriele nelle sue critiche

Alla fine di sto concorso Gabrieleud prende un sacco di mazzate  smile

Piango perché una volta ero un fratello, ed ora non lo sono più (K.Von Erich)

djmayhem
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