Risposta a Periodonikes:

L'autore misterioso ha scritto:

Sì, l'interpretazione è corretta: il 24 si può "usare" solo una volta.

Uff, alla fine sono riuscito a vincere 82 a 80! Tra le altre partite, una l’avevo addirittura persa 81 a 82, che sfiga. Al di là dei tecnicismi anche la struttura mi ha rimandato un senso di meccanica freddezza: bisogna sempre ripassare per due check point (l’1 e gli EVENTI) senza che la prosa si elevi quasi mai oltre un semplice “fai questo/fai quello”, mentre l’introduzione prometteva qualcosa di più spumeggiante.
È probabile che ce l’avrei fatta al primo colpo se non avessi avuto la sfortuna di farmi “mangiare” una azione con un tiro sfigato di monete, e qui arriviamo a un altro difetto del Corto: l’eccessiva importanza dell’alea. Inoltre l’autore avrebbe potuto agevolarci di più facendoci scegliere due abilità speciali invece di una sola. Ma magari è una sua strategia precisa per farci assaporare la tensione e la difficoltà di una partita così importante. Anche se ovviamente dopo aver “navigato” un po’ il Corto si possono riutilizzare le scelte che funzionano sempre.
Ho poi trovato che dover tirate un tot di monete ogni volta è macchinoso, io alla fine ho preferito segnarmi sul provvidenziale NotePad un’infinità di lanci casuali da cui attingere mentre giocavo.
E così sono arrivato al finale vittorioso, solo che il coach era in forma di demone e quindi ho trovato un finale beffardo che mi ha un po’ risollevato il Corto!  Che però sarà sicuramente fuori concorso come dice il suo stesso titolo.
PS: sono l’unico che invece di andare al paragrafo giusto andava a quello del numero che hanno i giocatori nello schema?  

Questo corto mi ha fatto ridere come un deficiente e mi ha spinto a giocarlo più volte solo per vedere cosa si era inventato il diabolico autore. C'è solo una persona in grado di farmi ridere a crepapelle spingendomi allo stesso tempo a giocare, e se come penso è lui qui è davvero in forma smagliante.
Rispetto al bel corto di Tumassa dell'anno scorso qui la fortuna la fa da padrone (anche se esistono strade che permettono di limitarla), ma è giusto così, trattandosi di un corto umoristico. Per il resto funziona tutto perfettamente, a dimostrazione che un corto può essere "stupido" e curato allo stesso tempo.

Il finale "buono-demoniaco" e i nomi dei giocatori meriterebbero da soli il massimo dei voti. Grazie di esistere, autore misterioso.

Recensione di Prodo (già pubblicata sulla pagina Fb di LGL, ma la riporto anche qui):

12 Fuori Concorso: Un corto sul basket, che si ispira a uno dei vincitori della scorsa edizione, ma introduce un elemento tutto nuovo e delirante, la pandemonia del 2020! Idea molto carina e spiritosa, in linea con tutto il resto dell’opera che cavalcherà tali caratteristiche.
    PRO
1)    Stile di scrittura frizzante e coinvolgente. Leggere questo corto è un piacere, narrativamente parlando, perché la prosa dell’autore non solo è coinvolgente, ma anche divertente, e ci fa immedesimare nell’evoluzione della partita e nel susseguirsi delle azioni. Giocare la partita di per sé è stimolante, almeno a mio gusto (sono un appassionato di basket fin da bambino), ma l’attenta descrizione delle azioni, gli elementi umoristici, il passaggio da uno stato all’altro che aggiunge varietà al contesto sono resi molto bene, senza lungaggini, inceppamenti o passaggi pesanti (e noiosi). Standing ovation per l’epilogo del paragrafo 17: mi ha fatto ridere a lungo!
2)    L’idea della pandemonia e del doppio mondo mi è piaciuta tantissimo. Intendo proprio concettualmente e non per come è stata resa a livello “tecnico” (di questo parlerò dopo). Scherzare sul periodo grigio che stiamo vivendo e inventarsi un modo per ironizzarci sopra, che contiene anche dei messaggi (Convivenza? Tolleranza? Pluralità?) non è cosa da poco. L’autore ha saputo giocarci con sagacia, aggiungendo anche elementi sdrammatizzanti. Forse per la prima volta da un anno a questa parte ho pensato alla pandemia senza angoscia, e già solo per questo Fuori Concorso merita un applauso.
3)    Alcune delle variabili usate per strutturare il corto dal punto di vista regolamentare mi sono piaciute. Le quattro caratteristiche per esempio sono sfruttate molto bene, nessuna è preponderante e tutte garantiscono dei vantaggi se usate con un minimo di strategia. Decidere per quale azione optare dovrà tenere conto anche di qual è la nostra skill, ignorarlo raramente garantirà buoni risultati. In mezzo alla partita il nostro è riuscito a infilarci anche un enigma, che se risolto (non è difficile) ci garantirà un piccolo vantaggio. Insomma, alcuni elementi ludici sono proprio azzeccati.
CONTRO
1)    Il sistema delle monete non mi ha convinto. Bisogna tirarne in continuazione, una dietro l’altra, non solo a ogni paragrafo, ma anche quando si decide una mossa. Talvolta anche a botte di tre o quattro per volta. Considerando che il corto, in quanto tale, è molto breve e che ogni run di gioco non dura a lungo, passare il 70% del tempo a tirare monete non è il massimo. Dopo qualche partita (e ne serviranno diverse per vincere) comincerete a odiare la moneta, e dopo qualche altra vi verrà talmente a noia che il rischio di mollare baracca e burattini prima di vedere tutti gli epiloghi sarà concreto. È un bel difetto che limita la godibilità di un lavoro altrimenti gradevolissimo.
2)    La difficoltà: siamo a livelli altissimi. Riuscire a fare canestro sarà, nella maggior parte dei casi legato a una concatenazione di lanci di monete favorevoli piuttosto improbabile. Ogni lancio ha il 50% di probabilità di riuscita e solo raramente ne basterà uno (o nessuno) per andare a segnare. Negli altri casi saranno necessarie sequenze statisticamente improbabili. Considerando che per vincere dovremo segnare 5 canestri (o 4 se becchiamo le due opzioni da 3 punti disponibili, comunque, almeno in un caso, non facili da scovare) capirete che riuscirci sarà decisamente ostico. Io ho centrato il risultato (con un minimo di aggiustamento su un tiro) dopo 5 tentativi, e confesso che nel frattempo rifare gli stessi paragrafi mi era venuto a noia. La conoscenza degli schemi e delle azioni aiuta un po’, ma la conquista di molti dei bonus presenti è legata alla sorte; abbondano anche i malus oltretutto, che ti possono arrivare tra capo e collo in maniera casuale, anche se hai imparato bene come muoverti.
3)    C’è un errore strutturale piuttosto grave. Alla mia terza partita ho concluso il match sull’80 pari. Non sono potuto andare avanti perché non c’è alcuna indicazione che specifichi come dirimere una situazione di parità. Un buco decisamente inaspettato che si poteva risolvere con due paragrafi aggiuntivi (come era successo nel suo predecessore cestistico del 2020).
GLOBALE: Lo stile dell’autore mi piace e complessivamente il racconto pure. Mi sono divertito leggiocandolo, il tema è nelle mie corde e la prosa eccellente. Alcune scelte a livello strutturale e regolistico però ne limitano sensibilmente la godibilità e l’influenza del caso è decisamente eccessiva, tanto da diventare fastidiosa dopo due o tre run concluse malamente. Giudizio positivo, ma davvero, davvero peccato: sarebbe bastato un approccio più equilibrato per farlo balzare in testa alla mia personale graduatoria.

RECENSIONE
Corto ben scritto in cui dobbiamo affrontare gli ultimi minuti di una non ben precisata Italia - Francia di basket. I due mondi similari si sono sovrapposti ed ogni giocatore eccetto il protagonista possono essere umani o "demoni" a seconda di un lancio di moneta. La buona prosa rende accessibile anche ad un profano la terminologia di questo sport. Per contro i ripetuti inserimenti sulle convinzioni personali dell'attinenza al bando del suo lavoro, che forse volevano suscitare ilarità, non solo rubano spazio prezioso ma alla lunga sono quasi fastidiosi. Il comparto game non delude, ben calibrato, non eccessivo né scarno, offre una discreta e longeva sfida. Occorreranno più partite per strappare la vittoria. L'unica pecca è l'eccessivo ricorso al necessario lancio della monetina, di  conseguenza la notevole dipendenza dalla sorte. Funzionale il disegno che funge da mappa e scheda. Deludenti i finali.