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Inizia il 2024: come sarà questo nuovo anno a livello di diffusione editoriale dei LG?

Corto 17 - InOut

Re: Corto 17 - InOut

FinalFabbiX ha scritto:

Flay4Fight ha scritto:

Mi incuriosisce anche il nome del protagonista che se non sbaglio è giapponese..? Mi piacerebbe sapere se è inventato oppure è un riferimento.

Risposta:

L'autore misterioso ha scritto:

(Mamoru): il nome non è scelto a caso ma in base all'etimologia del nome in giapponese.

Buono a sapersi smile grazie!

Flay4Fight
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Re: Corto 17 - InOut

Ora che è passato un po' di tempo, vi dico la mia su "InOut".
Mi sono piaciute molto alcune trovate del corto, ma non posso fare a meno di notare le grandi similitudini che ci sono fra questo racconto e il videogioco Omori (che è diventato famoso in Italia a fine dicembre 2020).


- ovviamente, ci saranno micro spoiler di Omori in questo commento -

Le similitudini sono tante: entrambe le opere parlano di un ragazzo depresso, entrambe hanno il protagonista con nome giapponese, in entrambe si parte dalla casa e si esce a fare commissioni.
Anche il sistema delle emozioni è identico:

https://static.wikia.nocookie.net/omori/images/9/90/Emotions_guide.png

A onor del vero la trama del videogioco prende una piega diversa: il protagonista si ritrova a vivere fra due mondi, di giorno sta a casa o va a fare commissioni, mentre di notte sogna un mondo fantastico in cui tutti sono felici e gli vogliono bene e succedono eventi fantasiosi (e a volte anche inquietanti).

Io non credo che ci sia alcuna "malizia" da parte dell'autore, e anzi credo che questi elementi volessero essere delle simpatiche citazioni. Però le cose in comune sono davvero tante e, come ho detto, il videogioco è veramente recente.

Non so, ho pensato che fosse giusto farvelo sapere visto che magari non tutti sono amanti di questo tipo di  videogiochi.

FinalFabbiX
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Re: Corto 17 - InOut

Beh, tutti ci ispiriamo a qualcosa; certo, se anche la struttura è la stessa forse c'è più di una semplice "ispirazione" ma in fondo questo è un altro "medium".
Certo che... videogiochi su ragazzini depressi... brrr hmm
A una prima ricognizione Google mi dà che "Mamoru" significa "Protettore", ma non vedo il nesso con il Corto. hmm

GGigassi
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Re: Corto 17 - InOut

GGigassi ha scritto:

Beh, tutti ci ispiriamo a qualcosa

sacrosanto, e ci mancherebbe altro. sicuramente negli anni abbiamo avuto molti corti che si ispirano ad altre opere trasponendole al medium librogame (anche se dai giochi molto narrativi il salto non è così grande).

La cosa che potrebbe far storcere un po' il naso è che, di solito, sono ispirazioni palesi (e di cui tutti sono a conoscenza, come ad esempio la luna degli assassini che era ispirato ad Assasin's Creed), mentre qui non è così. Potenzialmente, se non fossi intervenuto io, nessun altro sul forum lo avrebbe notato. Ma ripeto, secondo me non c'è alcun tipo di malizia nell'autore, probabilmente non ci ha neanche pensato.

C'è anche il fatto che, alla luce del parallelismo, alcune cose acquistano significato: le "emozioni superefficaci" in Omori sono molto più giustificate che qui.

FinalFabbiX
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Re: Corto 17 - InOut

Non conosco il videogame ma quando ho letto il corto ho capito che si riferiva al disturbo depressivo che sta spopolando tra molti giovani in Giappone e anche in occidente, che prende il nome di hikikomori, cui immagino anche il videogame trae spunto.
È un problema profondo perché questi ragazzi si isolano dal resto del mondo, non escono dalla propria stanza, l'unico contatto col mondo esterno è solo il PC. Alcuni se escono lo fanno di notte.
Per cui non è detto che l'autore si sia per forza ispirato al gioco ma probabilmente dalla stessa fonte, ovvero gli hikikomori che, a tutti gli effetti, vivono in un mondo a parte.

https://it.wikipedia.org/wiki/Hikikomori

Remember, remember, the fifth of November...

djmayhem
Re dei refusi
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Re: Corto 17 - InOut

Risposta dell'autore:

L'autore misterioso ha scritto:


Riguardo al discorso su Omori, non c'è da parte mia alcuna malizia. Sicuramente è un opera che mi ha toccato nel profondo e che ho scoperto durante i mesi della stesura del corto. Onestamente non pensavo che trarre ispirazione da altri media fosse un problema, mi scuso nel caso lo fosse. La mia era volontà di raccontare qualcosa di intimista, la mia visione del mondo e nient'altro. Non mi sento di aver nascosto nulla perché semplicemente non pensavo di poterne parlare finché le votazioni sono aperte, ma se mi è permesso mi farebbe piacere analizzare fonti ed influenze.

FinalFabbiX
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Re: Corto 17 - InOut

djmayhem ha scritto:

Per cui non è detto che l'autore si sia per forza ispirato al gioco ma probabilmente dalla stessa fonte

L'autore misterioso ha scritto:

opera che mi ha toccato nel profondo e che ho scoperto durante i mesi della stesura del corto

Tié tongue

Comunque, ci tengo a ribadire quanto detto sopra:

FinalFabbiX ha scritto:

Ma ripeto, secondo me non c'è alcun tipo di malizia nell'autore, probabilmente non ci ha neanche pensato.

FinalFabbiX
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Re: Corto 17 - InOut

Recensione di Prodo (già pubblicata sulla pagina Fb di LGL, ma la riporto anche qui):


17 InOut: Racconto ambivalente. Geniale per l’ambientazione, la capacità di sfruttare con un’inventiva fuori dal comune il tema di fondo del doppio mondo, la sensazione di angoscia e loop che la storia trasmette. Andando però a scavare ci si accorge che manca qualcosa: in molti casi pochissimo, veramente un’inezia per arrivare a essere un capolavoro.
PRO
1)    Lo sfruttamento della tematica del doppio mondo è forse il migliore di tutto il concorso. Non serve scomodare universi paralleli, mostri, regni fantastici, salti nell’aldilà. Il doppio mondo è quello che stiamo vivendo in questi mesi, dall’inizio della pandemia. Che in certi periodi ci ha diviso tra chi è rimasto chiuso in casa, con angoscia e paura e di uscire, e chi ha sfidato ogni raccomandazione alla prudenza. Per chi ha accusato il peso della clausura forzata più degli altri, riuscire a rimettere i piedi fuori dalle mura domestiche è stata un’autentica impresa. Come se si dovesse partire per varcare una linea invalicabile e raggiungere un altro universo. Perfetta la resa da parte dell’autore dei quelle sensazioni di angoscia estrema; geniale, lo ripeto, l’idea di strutturare in questo modo il multiverso.
2)    Mi è piaciuto molto l’idea di non spiegare il regolamento all’inizio, ma renderlo evidente man mano che l’avventura progredisce. Qualche piccola imperfezione in tal senso c’è, perché non tutto risulta chiaro a una prima lettura (per esempio il discorso del calmo che batte cupo, cupo irritato ecc., non se ne colgono tutte le implicazioni se non dopo aver rigiocato più volte). Probabilmente l’autore deve affinare un po’ la tecnica, ma l’idea è molto buona, e l’ha sviluppato tutto sommato bene. Anche perché è riuscito a creare un sistema regolamentare non banale o troppo lineare, ma allo stesso tempo neanche eccessivamente complesso.
3)    Il racconto racchiude componenti strategiche. Non ce ne si accorge subito, ma se l’obiettivo è ricostruire la propria autostima, bisogna agire usando il cervello e cogliendo le imbeccate che il regolamento ti da. Perché è facile perderla, e non così facile guadagnarla. Un approccio simile aggiunge profondità al lavoro, e lo rende anche più interessante da sviscerare e più accattivante sotto il punto di vista ludico.
CONTRO
1)    La struttura ripetitiva alla lunga annoia. Anche perché, per arrivare a fare il pieno di autostima (obiettivo che peraltro si deduce, ma che non è mai indicato chiaramente) e concludere l’avventura, bisognerà ripetere la giornata più volte. E anche se strategicamente ci comportiamo nel migliore dei modi, molte variabili sono affidate al caso, e il rischio di metterci moltissimo per arrivare fino in fondo è concreto. Certo, una scelta simile aumenta la longevità potenziale, ma appesantisce anche il racconto. Alla lunga può anche trasmettere la sensazione di trovarsi incastrati in un loop senza fine e senza via di uscita: percezione angosciante che qualcuno potrebbe trovare anche adeguata al tema dell’opera (e quindi considerarla come un pregio).
2)    Il fatto che, in ogni sortita al supermercato, se i dadi decidono in un determinato modo, possiamo incontrare anche tre volte di seguito la stessa persona mi è sembrato un errore. È vero che probabilmente l’autore ha inserito questa possibile evoluzione per rendere più complessa la gestione strategica degli umori, ma è anche vero che un espediente simile è abbastanza primitivo. Avrei preferito una differenziazione, anche determinata dalla semplice indicazione che non si può incontrare più di una volta al giorno la stessa persona. Gestire l’andamento del corto sarebbe diventato più facile, ma la cosa sarebbe stata positiva perché così com’è rischia di diventare troppo lungo e noioso, qualora l’alea non ci desse una mano.
3)    Avrei aggiunto un epilogo. Raggiunto il pieno di autostima, un paragrafo finale che ci desse il senso di aver compiuto il nostro percorso e concludesse il racconto. L’autore non l’ha fatto, resta da capire se c’è un motivo dietro questa scelta (per esempio aumentare la sensazione di prigionia che permea il racconto fino alle estreme conseguenze), oppure se sia stata dettata da motivi contingenti (mancanza di spazio per esempio). Sia come sia, una risoluzione simile non mi è piaciuta, e avrei preferito ci fosse un paragrafo finale.
GLOBALE: Il Racconto che mi mette più in difficoltà dell’intero lotto. Racchiude in sé pregi e difetti così divergenti che, a seconda del momento, mi sembra un capolavoro o un corto poco più che “normale”. Complessivamente, dopo averlo lasciato decantare un po’, devo ammettere che i lati buoni sono preponderanti, e che mi ha lasciato sensazioni positive. Inoltre, non posso non considerare l’assoluto colpo di genio che ha avuto l’autore sul tema del doppio mondo. Lo premio quindi con un voto alto, riservandomi di modificarlo se dovessi sentirne l’esigenza, prima della fine del concorso.

"Lo sai come dev'esse lo sguardo del carabiniere? Pronto, acuto e profondo".

Adriano
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Re: Corto 17 - InOut

RECENSIONE
Questo corto inserisce il tema in un profondo aspetto psicologico assai moderno. Colpisce subito la scheda personaggio molto bella e curata e di pari passo sembra procedere un regolamento articolato su diverse caratteristiche ma facilmente amministrabili. Il problema che emerge dopo poca fruizione è che le meccaniche di gioco non sono sufficientemente implementate col racconto, anzi quasi per niente. Non si capisce quasi mai cosa succeda alle variazioni delle suddette, o a cosa servano. Un vero peccato perché l'autore dimostra di avere uno stile e capacità di scrittura ottime, che rendono benissimo il malessere e le sensazioni del protagonista. Altra pecca, forse data dall' inesperienza, la trovo nell'economia dell'opera: lo spazio mal sfruttato sprecando avvisi inutili come il disclaimer iniziale, o ancora peggio in paragrafi ridondanti come i 13-14 o 23-24 che con più furbizia dovevano essere accorpati. Inoltre è possibile rifare più volte gli stessi incontri e non so se sia voluto, ma manca un epilogo.
Al netto di tutto una piacevole esperienza che con un regolamento ben implementato e un uso più furbo dei paragrafi, poteva essere un piccolo capolavoro.

Votiamo In Enciclopedia!
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sancio
Cavaliere del Sole
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Re: Corto 17 - InOut

In questo racconto psicologico il protagonista soffre di agorafobia e dobbiamo aiutarlo ad uscire di casa. Tra notifiche, notizie e vocali che modificano l’umore del protagonista, il regolamento è anche fin troppo leggero perché non dice esplicitamente che abbiamo come obiettivo finale aumentare l’autostima del protagonista. Il racconto si svolge in un cerchio infinito di incontri al supermercato, più o meno irritanti a seconda dell’umore del momento, e mi viene da pensare che l’autore non ha preso in considerazione i supermercati aperti anche la notte per evitare situazioni sociali deprimenti e, solo per comodità ideativa, li ha ignorati per evitare di perdere una buona parte della narrazione. Questa forzatura del racconto poi trova una conferma nella mancanza di un epilogo vero e proprio di cui ho sentito la mancanza. Considerato il regolamento la longevità potrebbe essere elevata, ma considerata la ripetitività degli incontri ho perso interesse abbastanza rapidamente.

F.A.S.
Illuminato
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