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Inizia il 2024: come sarà questo nuovo anno a livello di diffusione editoriale dei LG?

Corto 24 - Ocram

Re: Corto 24 - Ocram

RECENSIONE



Questo corto è molto originale e sfrutta il tema del mondo speculare.
Il regolamento è semplice ed efficace, la prosa è bella e mi sono immedesimato bene in questo protagonista, che mi rammenta un altro corto in lizza, ma stavolta non ci sono i gatti.
Questa opera è interessante e il fattore tempo è stressante, il che permette di non perdere tempo in questa avventura surrealista.
L'unica cosa che non mi è piaciuta è la valanga di proposte alla fine di alcuni paragrafi: "se hai questo, vai al X, se hai l'altro, vai al W, se non hai una cosa, ma hai l'altra, vai al Y... " scritto così, è un po' confusionario.

Un buon corto, davvero!

onairdA a otaivni otoV

"We will survive, fighting for our lives, the winds of fortune always lead us on,forever free, for the world to see,the fearless masters, Masters of the sea"

Pirata delle Alpi
Erede di Misson
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Re: Corto 24 - Ocram

Pirata delle Alpi ha scritto:

[center]

onairdA a otaivni otoV

la classe non è acqua cool2

GGigassi
Barone del Sole
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Re: Corto 24 - Ocram

Un Corto semplice semplice. Lo spunto non è originalissimo, ma dà adito a qualche riflessione più profonda (piacerebbe a tutti che certe situazioni si trovassero sempre imprigionate al di là di uno specchio, senza poterci raggiungere). Comprensibile, ma forse evitabile, la scelta dei dialoghi specchiati: sono fastidiosi da leggere, per quanto semplici. D’altro canto, l’uso spregiudicato di un certo linguaggio rende ancor più tormentose un paio di scene allorché dobbiamo anche sforzarci di leggerlo in condizioni scomode, il che contribuisce al tono di inquietudine e desolazione generale.
Il gioco è molto molto facile, ma ho intenzionalmente perso due partite per esplorare tutte le opzioni, pertanto c’è materiale per quattro letture, essendoci più di un possibile finale.
Corto ben realizzato, che non brilla per originalità o complessità, ma si fa apprezzare per una realizzazione senza evidenti sbavature.
PS: di fronte al titolo mi viene in mente in automatico “il rasoio di Ocram”… si poteva fare una storia simile che inizia con un protagonista adulto che si rade davanti allo specchio.

EGO
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Re: Corto 24 - Ocram

Un Corto carino e scritto bene, sembra per più giovani ma ha dei tratti horror particolari.
Particolare è anche l'idea di scrivere al contrario nell'altro mondo, purtroppo però quest'idea mi ha reso difficoltosa la lettura. Un altro difetto è nell'eccesiva brevita di questo Corto.
Parte regolistica molto semplice, un'unica variabile (TEMPO) e la possibilità di tenere un unico "oggetto", coerente con il protagonista.
Al paragrafo 13 inizialmente pensavo fosse un errore il nome normale, poi mi sono reso conto che invece era corretto.

Filippo
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Re: Corto 24 - Ocram

Voti dei Giudici:


Adriano:

Probabilmente questo è stato uno di quei corti che più mi ha incuriosito solo leggendo il titolo: le aspettative erano state subito molto alte.
Anche in questo caso l’autore sceglie di percorrere la struttura di passaggio tra due mondi, scelta che di fatto accomuna molti dei corti in gara.
Ocram mi è piaciuto. Ammetto comunque che, dal titolo, mi aspettavo qualcosa di più complesso, qualche enigma e – perché no? – anche qualche paradosso: il corto va in un’altra direzione, ma è comunque molto piacevole sia da leggere che da giocare.

REGOLAMENTO: il regolamento è davvero essenziale, ma ci fa comunque capire che c’è un accenno di calcolo del tempo (che serve a dare ritmo al racconto) e degli oggetti di cui prendere nota (il che dà un minimo di interazione. L’autore ha scelto di andare sul semplice non spingendosi oltre, lo spazio c’era per dare un po’ più di profondità al regolamento.
Anche il prologo sembra “tagliato”. In generale, gli spazi vuoti nelle prime due pagine potevano essere sfruttati per qualche altra informazione (se non erano aspetti del regolamento, poteva essere un Prologo un po’ più esteso, che descrivesse altri particolari della storia che si stava sviluppando). Ovviamente non è un errore, ci mancherebbe, però qualche altra informazione in più non avrebbe guastato...
TRAMA: La storia, seppur triste e cupa, è avvincente e permette al lettore di immedesimarsi nel protagonista. È una storia di maltrattamenti familiari, di come de ne sono tanti: un padre odioso e violento, una mamma inerme che non riesce a reagire, arrendevole al punto da far perdere la speranza, e il (/la?) protagonista che, spinto da una grande forza d’animo, vuole rimettere a posto le cose. Un alter ego che dà spazio a molti interrogativi (l’altro “noi” è buono? Che considerazioni fa sul fatto che se ne approfitta scambiandosi di ruolo?), intelligentemente messi sullo sfondo della vicenda e non sviluppati.
STRUTTURA: è un corto molto breve, che prevede un nodo iniziale (paragrafo 2) al quale si torna continuamente dopo ciascuna ramificazione. Purtroppo, come già detto per un altro corto, questo tipo di struttura genera l’effetto “questo l’ho già letto”, quando invece ci sarebbero voluti dei codici (o delle parole d’ordine specifiche) per cambiare la scena. Per fare un esempio terra terra, dal paragrafo 2 se decido di andare da papà c’è la scena del paragrafo 4, in cui papà ci tratta male e ci tira la lattina. Torniamo al 2, e scegliamo ancora il paragrafo 4: la scena è identica, e papà ci tira addosso una lattina. Torniamo al 2 e scegliamo ancora il paragrafo 4: altra lattina lanciata. Potremmo andare avanti così all’infinito, con papà che ci dice sempre la stessa frase e ci lancia sempre addosso una nuova lattina. Ok, lo so che nessuno sarebbe mai così scemo da seguire questo percorso, però il corto non lo sa e deve funzionare in tutti i frangenti, cosa che qui purtroppo non accade. Ma è il solito difetto dei corti a mappa senza codici o parole d’ordine...
PARTE LUDICA: le frasi al contrario le ho considerate parte del gioco stesso. È vero che appesantiscono un pochino la lettura, ma ci stanno alla perfezione e anzi aiutano ad immedesimarsi nel ribaltamento della realtà. Per il resto, l’aspetto ludico del corto sta nel trovare la combinazione per arrivare alla conclusione. Un’idea fin troppo semplice, ma comunque efficace.
È un racconto anche abbastanza ri-giocabile, oltre al fatto che può essere giocato senza troppa concentrazione (le cose da memorizzare sono poche).
NARRAZIONE: il linguaggio è molto colloquiale, familiare, perfettamente adatto al protagonista. Mi è piaciuto. Il corto si legge bene, scorre che è un piacere.

In definitiva, il corto mi è piaciuto molto nella sua semplicità e tristezza di fondo: una storia che suggerisce di non mollare mai anche quando le avversità sembrano insormontabili, anche quando si vive in una realtà devastata e senza speranza di miglioramenti.
Una storia un po’ più cupa di quanto mi aspettassi, in effetti, con una tristezza di fondo che nessun finale è in grado di colmare: è vero che possiamo risolvere la NOSTRA situazione, ma quella dei nostri alter ego rimarrà tale e quale. Questo mi ha lasciato molto con l’amaro in bocca, perché non è una fine triste e malinconica, è proprio una fine orrenda per le nostre copie alternative. Non che muoiano, intendiamoci, ma avrei preferito almeno un finale completamente positivo tra i vari proposti (tipo un finale in cui anche i nostri alter ego potessero venire nel nostro mondo, e solo DOPO distruggere lo specchio).
Comunque, a conti fatti, il voto è più che positivo.

Aloona:

Spero vivamente che questo racconto non sia ispirato alla biografia dell’autore o a quella di qualche conoscente, perché riesce ad esprimere fin troppo bene la metafora di un mondo in cui nessun bambino dovrebbe mai stare, quello della violenza domestica. Apprezzo sempre molto l’assenza di un sistema complicato nei racconti con questo genere di messaggi, mi lascia apprezzare le emozioni; sarà pure un corto non particolarmente originale nel sistema, peraltro da ritoccare nei percorsi (ad esempio, se entro in cucina senza lo specchio abbiamo il dialogo “peggiore” con la mamma, ma se subito dopo vado in bagno e prendo lo specchio, vengo rimandata al dialogo “migliore”, senza possibilità di passare per altri paragrafi, il che mi suona ripetitivo), ma lo stile è molto grazioso; i pensieri del bambino sono resi con gran tenerezza e solo lo sforzo di scrivere al contrario merita una lode. Al di là del concorso, sono convinta che di questi racconti-game per bambini dovrebbero essercene di più in circolazione.

FinalFabbiX:

Come intuibile dal titolo, “Ocram” è un corto che propone il tema del doppio mondo specchio.
La storia, forse ispirata da Coraline (o dal più recente Locke e Key, che propone la scena di una madre intrappolata in un mondo-specchio), vede un bambino entrare in un mondo parallelo tramite uno specchio. Il suo obiettivo è di trovare la madre scomparsa e riportarla indietro.

La scrittura è stata adattata per rispecchiare lo stile che avrebbe un bambino, visto che il protagonista è anche il narratore. L’autore ha inoltre usato lo stratagemma di scrivere con le lettere invertite, in modo da rappresentare i dialoghi nel mondo dello specchio. Sono due stratagemmi che in generale ho apprezzato, anche se dover leggere da destra a sinistra è a tratti un po’ tedioso.
Tema ovviamente centrato in pieno.

Il sistema di gioco è minimale, ma in generale l’ho trovato appropriato per il tipo di storia proposta dal corto. A mio parere, però, ci sono alcuni dettagli da limare: il paragrafo 2, con così tanti collegamenti condensati, è impaginato in modo illeggibile; allo stesso tempo, rende fin troppo chiaro quali oggetti sbloccano i vari percorsi. La variabile “tempo di esplorazione” aggiunge profondità al gioco, ma risulta un po’ inutile in un corto che si può ricominciare senza troppo sforzo. Sono difetti che assumono meno rilevanza visto che il corto si basa sull’ambientazione.

Inizialmente leggendo il corto sono rimasto entusiasta: l’immaginario da cui attinge è così potente da accecare il lettore e fargli perdere di vista i problemi che ha la storia.
Ci sono degli elementi che a una seconda lettura mi hanno perplesso: innanzitutto non ho capito fino in fondo la trama. Perché la madre è sparita? Come faceva a sapere del mondo specchio? Ma soprattutto, cos’è lo specchio e perché non è stato distrutto, vista la sua pericolosità?
Non è neppure chiaro con che occhi dovremmo guardare il nostro antagonista: come si evince da alcuni dialoghi, Ocram è un povero bambino vittima degli eventi. Non è cattivo, vuole scambiare la sua identità con la nostra per tentare di sfuggire al padre abusivo. Nel finale “positivo” non facciamo niente per risolvere o quantomeno denunciare la situazione e chiudiamo del tutto il passaggio fra i mondi, abbandonando Ocram alla sua orribile sorte.

"Lo sai come dev'esse lo sguardo del carabiniere? Pronto, acuto e profondo".

Adriano
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Re: Corto 24 - Ocram

Due (mondi di) parole sul corto: La prosa di questo corto è davvero eccellente, mettendoci a tutti gli effetti nei panni di Marco. Ho letto il corto insieme alla morosa e mi sono trovato a leggere sussurrando dopo poche righe, poiché l’atmosfera dark mi è piombata addosso come una pesante coperta nera.
Sarà davvero un corto per bambini? Anche se tutto è filtrato dagli occhi di Marco, IO mi sentirei a disagio a leggerlo a dei bambini.
La parte game è ridotta all’osso ed è funzionale, ma ho risolto il corto al primo colpo con molta facilità.
Quello che Ocram trasmette è più di quello che narra… Scelte morali pesanti, violenza domestica, rassegnazione, coraggio. Tutto trattato con un filtro particolare. Un lavoro di fino che non ho capito alla prima lettura, ma va interiorizzato piano piano.

La prima cosa bella: I dialoghi al contrario sono davvero una perla. Tematici, efficaci, semplici da “decifrare” ma riescono a calarti nei panni del protagonista che capisce quello che dice Ocram, ma fatica nel farlo.

Un pelo nell’uovo: Non sono un amante dei paragrafi hub, ma sono gusti personali. Quello che non mi è piaciuto del paragrafo 2 è come ti faccia intuire quali sono gli oggetti che servono per sbloccare i paragrafi alternativi e ti dica pure dove andare a trovare i suddetti oggetti!

Ricorderò questo corto per…
“Non è più la mia mamma. La mamma una volta mi dava i bacini
e mi faceva i biscotti. Adesso piange e hai dei segni blu sul viso.
Sembra la mamma ma non è la mia mamma.”

Periodonikes
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