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Librogame Magnifico 2024, primo turno: vota il miglior LG dell'anno!

Corti 2023 - Settimana 4

Re: Corti 2023 - Settimana 4

IL MIO VOTO PER LA FINALE

Questa settimana sono rimasto un po' indietro e non sono ancora riuscito a mettere la mia recensione de 'L'Uomo che morì due volte'; spero di poterlo fare se non oggi nei prossimi giorni, ma nel frattempo lascio il mio voto per la finale a 'La nave dei folli' . Ho avuto dei dubbi, perché entrambi hanno dei difetti (tra l'altro rileggendo 'Ilviaggio', ho leggermente rivalutato anche quest'ultimo, cerco di scrivere due righe anche su questo) e se 'La nave dei folli' è poco interattivo e un po' fuori tema, 'L' uomo che morì due volte' è impossibile da giocare senza prendere appunti... Quindi questo voto è molto di pancia e vuole premiare le grandi emozioni che mi ha suscitato la lettura del primo. Buona domenica!

Pallo
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Re: Corti 2023 - Settimana 4

ILVIAGGIO: un corto "psichedelico" molto confuso, chiedo perdono a chiunque l'abbia scritto se non sono stato in grado di comprenderlo al meglio, ma per mio personale gusto è il peggiore al momento di questa edizione. Le citazioni di riferimento erano chiare, quello sì, e tutto sommato anche piacevoli, ma lo stile di scrittura (per quanto immagino fosse mirato ad aumentare la sensazione di confusione dovuta alle droghe) ha reso la lettura del racconto più pesante di quello che già è. Le stesse scelte erano insensate (basti pensare ai numerosi tentativi di suicidio casuali senza un senso, del tipo "che fai? Guardi il cielo, parli con Tizio o ti butti sotto un treno?". Ma in fondo mi pare di capire che il senso manchi del tutto), con dei loop evitabili che davvero non sono riuscito a digerire. Chiedo ancora scusa, sono sicuro che l'autore o l'autrice abbia messo molto impegno nel realizzare quest'opera, ma non credo di essere il tipo di lettore in grado di apprezzarla al meglio.

La nave dei folli: il paragone con "un viaggio allucinante" è evidente, essendoci anche qui la medesima meccanica che si ripete. Tutto sta nel capire il momento giusto in cui fermare il tempo. Caso vuole che tutto vada a peggiorare man mano che aspetti, come a dire "chi troppo vuole nulla stringe". Quella che dunque era iniziata come una vita umile ma tutto sommato serena si trasforma in una serie di eventi sfortunati che manco Rodney Road XD Lo stile di scrittura è veramente bellissimo ed evocativo, malgrado diversi refusi di distrazione, ma l'esperienza di gioco mi è parsa troppo breve per essere goduta a pieno. Poteva rientrare nei miei corti preferiti dell'anno se l'autore/autrice avesse aggiunto anche solo un pizzico di interattività in più.

L'uomo che morì due volte: non sarà il corto migliore dell'anno, e i termini del bando sono un po' al limite come già evidenziato da molti (più per la questione mnemonica che per il tema, a mio avviso super rispettato), ma lo considero a mio avviso il librogame più completo di questa settimana. Credo che l'autore/autrice abbia semplicemente sfruttato questo concorso per darci un assaggio di un'opera completa su cui sta lavorando, come si evince da vari indizi. Io di sicuro sarei curioso di vederne una versione ampliata, dato che certi aspetti sembrano tagliati o poco approfonditi. In definitiva, riconosco che in questo bando la storia va un po' stretta, ma mi sento comunque di premiarla votandola per la finale.

powerbob
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Re: Corti 2023 - Settimana 4

********************
****SETTIMANA 4*****
********************

***DISCLAIMER***
Quest'anno cambio completamente il modo in cui affronto queste valutazioni.
Mentre lo scorso anno ero stato per quanto più possibile oggettivo quest'anno voglio dare più spazio alla mia soggettività e valuterò il corto da lettore senza necessariamente analizzare analiticamente ogni aspetto del corto.
***************

Partiamo subito da chi scelgo questa settimana: La Nave dei folli.

Ma ora andiamo con ordine.
Inizio la lettura de  ILVIAGGIO e ammetto che in principio fossi un pochino infastidito da alcuni aspetti ma poi nel complesso devo dire che il corto mi è piaciuto.
Sarà che mi piacciono abbastanza i viaggi "onirici"  anche se in questo caso è forse eccessivamente portato all'estremo. Ad ogni modo leggere il corto è stata una esperienza interessante.
Il tema a mio avviso è centrato ed è forse tra i tre della settimana quello che lo ha più presente. Motivo per cui sarei stato quasi tentato di votarlo.
Quello che però non lo rende il corto della settimana, a mio avviso, sono lo stile di scrittura e la presenza di loop abbastanza fastidiosi.
Se da un lato si potrebbe essere "tentati" di giustificare questi due aspetti, perché in fondo si tratta di un corto onirico e quindi sia loop che stile un po' "libero" rendono il corto ancor più attinente ,mi sembrerebbe tuttavia una mancanza di rispetto verso tutti i corti con ambientazioni "canoniche" che invece vengono severamente criticati per gli stessi aspetti.
Nota a margine: ho apprezzato la citazione dei Beatles.

L'uomo che visse due volte è sicuramente il corto più articolato della settimana. Lo trovo scritto in modo gradevole ed ha sicuramente una buona longevità.
Tuttavia forse tra i corti della settimana è quello che soffre di più della penuria di caratteri e che purtroppo rispetta meno il bando degli altri due (sia a livello di tema che soprattutto a livello di regolamento in quanto non è semplicissimo tenere tutto a mente)
Sono certo che con il dovuto spazio e la libertà di appuntarsi ciò che si vuole (cosa che ammetto di aver fatto) questa storia possa brillare.

Il vincitore, come già detto, per me questa settimana è La nave dei Folli.
Il corto è davvero semplicissimo nella sua struttura, possiamo anche dire banale a livello di grafo.
Lo scelgo però perché è scritto in modo piacevole e (anche se forse con qualche spiegone di troppo) riesce a emozionare raccontando di fatto una storia universale che è la parabola di una vita.
Alcuni punti fanno riflettere e ho voluto seguire tutti i bivi per vedere quale fosse il messaggio che l'autore voleva dare al lettore e con piacere ho visto che non ci sono messaggi assolutistici su come sia corretto vivere la vita ma solo qualche spunto più o meno esplicito.
Questo evita al corto di essere eccessivamente didascalico e buonista.
Inoltre credo che nella narrativa a bivi queste storie siano necessarie per poter fare ulteriormente evolvere  questo tipo di narrazione ed ampliare il possibile bacino di utenza.

crocluc
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Re: Corti 2023 - Settimana 4

Il concorso continua all'insegna della sperimentazione psichedelica con

ILVIAGGIO

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Chiamata all’avventura:  Il corto parte con una premessa curiosa, onirica, che lascia molto all’immaginato senza voler rivelare troppo. Purtroppo una scrittura un po’ incerta e qualche errore di forma mi fanno storcere un po’ il naso. Però voglio sapere dove vuole andare a parare chi scrive. Vado a leggere le regole (interessante l’idea di inserirle proprio all’interno della storia stessa).

Prima soglia: Inutile rimarcare la poca correttezza di forma e stile, ma già dal paragrafo 2 / regole capisco che il viaggio a cui allude il titolo è un trip a causa di una droga. Trovo che chi scrive il corto abbia avuto coraggio nel proporre un corto che appare poco curato per rappresentare il trip. Avanzo incuriosito nella lettura e apro le porte: mi gira la testa e chiamo Lucy a squarciagola ma cado vittima della mia stessa bruttezza, sento un pensiero cattivo che si insinua, devo stare vicino a Lucia ma lo spazio tra noi si distorce e allungo la mano per afferrarla prima che sia troppo tardi. Capisco che il senso del capisco è compromesso (questa frase è fotonica). No, niente barca, mi sono male e voglio solo stare con Lucia, il mio amore, e ci sdraiamo insieme e mi perdo nei suoi occhi. No, no, Lucia, non voglio volare. Ce lo ha detto quel tipo, Regolamento, non ricordi? Stiamo sdraiate un altro po’. Ehì, ma qui ci sono già stata… Basta Lucia voglio uscire! Andiamo in acqua, l’ultimo petalo della margherita mi dice di guardare gli occhi di Lucia… vicino a cui mi sdraio per guardare il cielo, ma non c’è più! Luciaaaaaaaaa!!! Eccola, è sul taxi. Forza Lucy, saliamo. Ehi, dov’è Lucia? Andiamo in stazione, magari lei è già là. Eccoti finalmente! Presto, saliamo sul treno che sta per partire. Sono così stanca, Lucia, lasciamoci cullare dal letto, così che possiamo volare tra i diamanti del cielo.
Il corto mi ha fatto l’effetto di un trip da cui volevo uscire nel migliore dei modi. Non voglio fare una seconda run, ma sono molto contento di aver fatto la prima.

Prova centrale: Ha senso parlare di struttura? La sensazione che ho avuto è che ci sia una confusione e poca linearità tra i paragrafi volutamente. Si passa da discoteche a barche a grattacieli in un battito di ciglia, e io lettore faccio sempre fatica a capire dove sono. Questo mi immerge perfettamente nella protagonista sotto sostanze psicotrope. Il tutto inserito in un corto con tantissimi loop e qualche ID, con un True Path ben definito che ti porta all’unico finale in cui sopravvivi. Le citazioni abbondano, forse anche troppo, ma l’allucinazione non è forse l’insieme scombussolato di ciò che si ha nella testa? Quindi mai come in questo tipo di corti le citazioni su citazioni sono a tema, come anche il concetto di viaggio che è stato colto con una sfumatura originale. Ma nella sperimentazione, a questo punto, quello che mi ha forse disturbato di più è stato, paradossalmente, l’enorme aiuto dato dal paragrafo 2: dire di non volare, evitare gli insetti e di restare insieme mi ha portato al finale al primo colpo, senza troppi problemi: per tutta la lettura ero diviso tra il cogliere le sfumature dei paesaggi psichedelici e il cercare indizi su che strada imboccare, e questo ha spezzato un po’ la “magia”.
Il gioco è ben inserito in un trip da cui si cerca di uscire senza fare una brutta fine, dove anche le imprecisioni narrative stilistiche contribuiscono a calare chi legge nell’ambientazione psichedelica.

Mentore: Qui c’è una discussione trasversale all’opera stessa ma alla letteratura tutta: quando ci si può discostare dalle regole di “buona scrittura” per aumentare l’immedesimazione? Poco prima del concorso è nata un’interessante discussione Mostrato vs Raccontato, e qui chi scrive mostra così tanto da mancare le maiuscole, saltare virgole e tutto il resto. Apprezzo la sperimentazione, ma dall’altra parte c’è anche chi legge che oltre a immedesimarsi deve anche capire cosa legge. Mettere una maiuscola dove ci va una minuscola compromette il senso? Raramente. Però la mancanza di virgole (come la frase evidenziata da GGigassi) potrebbe portare a confusione. E troppa confusione, anche se immersiva al massimo, può appesantire la lettura tanto da farla abbandonare. E per come la vedo io, se un mio lettore smette di leggere, non ho fatto un buon lavoro.

Elisir: Trovo difficile dare consigli su un’opera così sopra le righe. A mio parere sarebbe stato meglio non dare indizi sulla strada giusta e lasciare chi legge in balia delle allucinazioni, così da aumentare l’immersione. In secondo luogo credo di aver visto un tentativo nelle ID di tornare alla brutale realtà con uno stile più deciso, concreto e crudo. Purtroppo è stato solo abbozzato, ma per mio gusto personale con delle ID ancora più concrete, sia come narrativa che come stile, ci sarebbe stato un bel contrasto da pugno nello stomaco con lo stile del resto del corto.

Via del ritorno: In conclusione apprezzo la verve creativa di chi ha scritto il corto, mi piace la sperimentazione, ma si sperimenta proprio per capire cosa funziona e cosa no. E, per me, la follia delle descrizioni era abbastanza sopra le righe senza il bisogno di errori sintattici voluti.

Il tutto secondo la mia opinione soggettiva.

Periodonikes
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Re: Corti 2023 - Settimana 4

Continuo con un corto che distilla in poche scelte l'essenza dei librogame,

LA NAVE DEI FOLLI

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Chiamata all’avventura: Un regolamento striminzito anticipa un prologo bello corposo, che descrive l’ambientazione. A seguire un primo paragrafo altrettanto lungo, ma che scorre veloce come il rum nella gola di un pirata. Poi l’orologio, la prima scelta. W O W. Capisco subito il gioco di chi scrive e voglio vedere se ci ho preso.

Prima soglia: Assicurandomi l’orologio nel taschino, gironzolo per Bruges finendo in una stamberga con un vero pasto e una bottiglia di birra. Sono felice, ma perché non volere di più? Ci sono tante cose che devo ancora scoprire. Penso a quelli che stanno meglio di me, dopotutto se possono farlo loro, posso farlo anche io. Trovo lavoro da Jeroen Van Aken. Lavoro sodo e faccio successo, poi conosco Michelle. È la donna della mia vita, voglio sposarla! Il giorno delle nozze è il più bello della mia vita, perché non fermare il tempo? Perché meritiamo di meglio. Le cose vanno bene e possono andare meglio! Infatti Michelle rimane incinta, gli affari migliorano e ci trasferiamo in una casa più grande. Sono colmo di gioia. Posso desiderare più di così? No, non oso. Sono dannatamente curioso di cosa mi possa riservare la vita, ma non ho il coraggio di tirare troppo la corda.
Così fermo il tempo.

Prova centrale: Un grafo quanto mai banale, con una storia unica che si svolge in pochi paragrafi alla fine dei quali viene posta la stessa scelta: sei abbastanza felice da fermarti o vai avanti? E nonostante questa semplicità nella struttura, questo corto brilla: non solo con una narrazione che immerge nella vita di Sebastian, ma proprio grazie a quella scelta che viene riproposta ad ogni passo importante nella vita del protagonista. Alla prima lettura ho faticato fisicamente a non fermare il tempo, con il timore che la situazione sarebbe peggiorata al paragrafo (della mia vita) successivo… e quando ero a casa con mia moglie e mio figlio non ce l’ho fatta e mi sono fermato. Ma nella mia testa continuava a ronzare il dubbio “Cosa sarebbe successo se…” e, per me, queste sono le scelte degne di questo nome in un librogame. Al contrario, la seconda run l’ho fatta con l’intenzione di arrivare in fondo, e dalla malattia di Michelle in avanti è stato un tormento, ogni volta mi dicevo “E se lo avessi fermato prima…”. Questo è un librogame che ha un sapore diverso a secondo di chi lo legge, o addirittura di quando lo si legge. Anche avendo intuito “il gioco” di chi scrive, non è stato facile fare le scelte, sintomo di una capacità narrativa ottima.
Quindi la struttura semplice, quasi banale, è perfetta per questo corto che riesce a caricare emotivamente le scelte, anche quando si sa benissimo dove porteranno.

Mentore: C’è poco gioco in questo librogioco. È vero, ma per me c’è quel tanto che basta. Sono d’accordo che poteva essere migliorabile e che non è difficilissimo capire quando è meglio fermarsi prima che arrivino le sciagure. Ma per me il punto è che quell’unica scelta te la porti dietro per tutto il corto ed è come (scusatemi il paragone forse un po’ indecoroso) un gigantesco Push your luck. Quanto sei felice? Potresti esserlo di più? A che prezzo?
Per il resto penso che sia narrato in modo ottimo. Certo ci sono refusi e alcune espressioni o finali potevano essere resi meglio, ma nel complesso chi scrive è riuscito a immergermi nella vita di Sebastian e quegli errori non mi hanno fatto “uscire” dal corto.

Elisir: Boh, cosa vuoi che dica. Fai attenzione ai refusi. Forse con più spazio a disposizione avrei preferito un'approfondimento ulteriore nella vita di Sebastian, ampliandone magari la giovinezza (magari separando la scelta di successo lavorativo e matrimonio).

Via del ritorno: Il concetto che sta alla base del corto è stupendo, distillando in poche pagine (e meccaniche) quello che secondo me è il vero punto di forza del librogame rispetto a un libro classico. Non vedo l’ora di leggere altre opere di questa penna.

Il tutto secondo la mia opinione soggettiva.

Periodonikes
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Re: Corti 2023 - Settimana 4

Periodonikes ha scritto:


Elisir: Boh, cosa vuoi che dica. Fai attenzione ai refusi. Forse con più spazio a disposizione avrei preferito un'approfondimento ulteriore nella vita di Sebastian

Eh, però potrebbe dirti di fare attenzione anche tu!  lol

Pallo
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Re: Corti 2023 - Settimana 4

Chiudo con un corto che fa all-in con storia e meccaniche, ma con in mano solo una coppia di Q:

L'UOMO CHE MORI' DUE VOLTE

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Chiamata all’avventura: Ho letto le prime dieci righe di regolamento e già mi viene chiesto di ricordare parole chiave, codici e numeri, questi ultimi addirittura da sommare. Non è un buon inizio. Poi viene aggiunta anche la meccanica della mano (idea molto simpatica e in linea con il racconto) che mi chiede di ricordare anche la differenza dei proiettili… Ho paura che sarà un corto difficile da affrontare.

Prima soglia: Osservo il paesaggio quando Samira impenna e, cadendo, perdo conoscenza. Un flashback, nel quale uccido a duello Billy Nevada. Mi sveglio, e un certo Poncho mi ha catturato, vuole la mia taglia ma non me lo ricordo. Per fortuna Poncho non è molto sveglio e dichiara a tutti quanto valgo, e si scatena una rissa. Un uomo si avvicina con un coltello, ma lascio che un vecchio lo pugnali. Questo mi causa un flashback nel quale feci la stessa cosa, e ottengo il codice NEGLIGENZA. Torno nel presente e scappo con un cavallo e una pistola ma sul più bello torna Poncho. Col cavolo che mi faccio prendere ancora, e lo uccido. Purtroppo lo sparo fa scappare il cavallo e fuggo a piedi. Ecco un altro flashback: i superstiziosi dicevano che Nevada è tornato in vita, ma io non ho voluto creder loro. Rubo un altro cavallo e vado verso le Redrock, ma sento i cacciatori di taglie alle calcagna. Meglio far perdere le tracce prendendo il treno. La sfortuna mi perseguita perché il treno viene assaltato, e per non rischiare uccido anche il bandito che è salito sulla mia carrozza, per poi rubargli il cavallo. Altro flashback: dicevano che Nevada aveva assaltato un treno, ma io non volevo sentire ragioni. Però ho beccato il mendicante della città con una pala insanguinata e gli sparai. Torno al presente e arrivo alla città di New Kent, ma con la taglia che ho sulla testa meglio aggirarla, ma incrocio dei banditi. Nell’ennesimo flashback scopro che ero uno sceriffo, ma la mia condotta ha fatto infuriare un giudice, e la notizia della mia sospensioni mi fa improvvisamente credere che dietro a tutto ci sia Nevada, e lo aspetto per il secondo duello. Intanto arrivo finalmente a Redrocks, dove un totem mi suggerisce che sto dando i numeri. Ma l’unico che ho è un 2 e quindi procedo verso la città. Altro flashback in cui uccido davvero (?) Nevada e gli… rubo l’identità? Controllo finale sui codici che ho ottenuto ma non ne possiedo abbastanza. Sono solo un uomo che tutti dimenticheranno.
La prima run mi ha lasciato molto confuso, sia a livello di storia che di meccaniche… Ma quand’è che devo usare i proiettili?

Prova centrale: Il corto è senza dubbio bello corposo: abbiamo un combat system, codici, paragrafi nascosti, indovinelli, una storia con colpi di scena che si svelano tramite flashback, ID per scelte poco sagge. Ci sono idee interessanti, come l’indovinello (che ammetto di non essere riuscito a risolvere) e la meccanica della pistola è carina. Peccato che forse a causa del bando, il tutto è proposto con disattenzione. Alla mia prima run mi sono perso che dovevo usare un proiettile contro Poncho e contro il bandito del treno, cosa che ho capito nella secondo run poiché nella diramazione del 52 mi si chiede chiaramente se avevo usato un proiettile, con tanto di  grassetto, cosa che è mancato contro Poncho e il bandito. I codici con i numeri da ricordare sono ostici già così, figuriamoci anche doverli sommare. Il tutto è strutturato per dare rigiocabilità al corto (qualcuno ha trovato il finale migliore con la prima run?) ma il resto della struttura, siccome segue una storia ben definita, non mi ha stimolato troppo a esplorare, e ammetto di aver mappato quasi subito il corto. Le scelte diverse deviano di pochissimo la storia, anche nei casi di flashback.
Una struttura di gioco decisamente sovrabbondante considerato il bando e la storia proposta.

Mentore: Prima di tutto vorrei parlare dell’enigma, che io (mappando il corto) avevo interpretato in tutt’altro modo: siccome la tomba è (3), e tu sei l’uomo che è morto 2 volte… 3x2=6…
Ma forse la vostra interpretazione ha più senso, ma che a me è piaciuta meno. Non ci sarei mai arrivato e onestamente la trovo più slegata al contesto rispetto alla mia interpretazione.
Per il resto chi legge si divide in chi ha apprezzato le meccaniche ed è riuscito a giocare tutto il corto a mente e chi, come me, che sostiene che sia troppa roba per rispettare il bando. Io aggiungo che inoltre tutte queste meccaniche sono gestite un po’ grossolanamente e quindi anche in ottica di un lg più sviluppato sarei per evitare complicazioni che possono minare alla qualità complessiva del corto. Insomma, come hanno già detto, “less is more”.

Elisir: Quello che consiglio a chi scrive è di semplificare. Capisco che può essere un gusto mio e ho letto di molti che hanno apprezzato il corposo impianto regolistico in ottica di un librogame più sviluppato… Ma c’era davvero bisogno di abbinare i numeri alle parole chiave?

Via del ritorno: Sicuramente encomiabile la passione dietro la penna che ha scritto il corto, accompagnata da una bella inventiva. Ma a mio avviso però non bisogna sottovalutare l’esperienza di chi legge, che potrebbe risultare affaticato dall’abbondanza di meccaniche o da una storia eccessivamente complicata o esposta in maniera troppo frammentata.

Il tutto secondo la mia opinione soggettiva.

Periodonikes
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Re: Corti 2023 - Settimana 4

Pallo ha scritto:


Periodonikes ha scritto:


Elisir: Boh, cosa vuoi che dica. Fai attenzione ai refusi. Forse con più spazio a disposizione avrei preferito un'approfondimento ulteriore nella vita di Sebastian.

Eh, però potrebbe dirti di fare attenzione anche tu!

Colpito e affondato. Non sto nemmeno a editare il commento. Rimarrà qui a imperitura memoria così da ricordami di rileggere sempre quando scrivo qualcosa lol

Periodonikes
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Re: Corti 2023 - Settimana 4

Dopo attenta riflessione, confermo quanto detto nel post precedente. Il mio corto preferito della settimana è La nave dei folli. Premio l'ambientazione e la prosa.

ffdesign
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Re: Corti 2023 - Settimana 4

ILVIAGGIO: c’è voluto davvero troppo tempo prima di trovare un corto che utilizzasse come tema del “viaggio” quello psichedelico dato dall’assunzione di sostanze psicotrope; mi stupisco però della banalità del titolo, mi sarei aspettato almeno qualcosa come “bad trip” o altro, al di là della colorazione delle lettere.
Non c’è alcuna introduzione, nessun background, se non che ci chiamiamo Lucy (o Lucia), come la nostra omonima e inseparabile amica, e che abbiamo convinto quest’ultima a chiuderci in camera, accendere la radio, sdraiarci sul letto e assumere delle sostanze stupefacenti. Non c’è neppure un regolamento vero e proprio, se non una sorta di “vademecum”, le avvertenze dateci dal Profeta ciarlatano – immagino il pusher – su come gestire al meglio la nostra esperienza allucinante, regole che si rivelerà necessario seguire alla lettera per non andare incontro ad un finale negativo che ci impedirà di ritornare per sempre indietro dal nostro viaggio.
Quest’ultimo su due livelli, dato che anche il nostro viaggio “mentale” assume la forma di un viaggio vero e proprio, tra vari mezzi di locomozione come taxi, treni e barche a remi. Lo scenario onirico e assurdo è poi pieno zeppo di citazioni musicali, dai Beatles a Modugno, passando anche per i Simpson. La prosa è però zoppicante, spesso incerta, e oltre al curioso svolgersi degli episodi nulla fa brillare particolarmente questo corto.

La Nave dei Folli: il corto si apre con un’introduzione ben scritta, che piazza la vicenda in una Bruges alla fine del diciannovesimo secolo. Ci chiamiamo Sebastian, un orfano cresciuto tra i canali della Venezia del Nord, tra bettole e ballate marinaresche dedicate alla Nave dei Folli, carica di anime prave dirette verso Narragoinen, il paese dei matti. Finché una sera non ci appare veramente. Il nocchiero ci propone un patto scellerato: una “vita” migliore nel paese dei matti in cambio di un desiderio. In un lampo di genio chiediamo un orologio in grado di poter fermare il tempo: se lo useremo in un momento felice, avremo gabbato il diavolo e godremo di felicità eterna.
Il corto prende apparentemente ispirazione dall’omonimo dipinto di Hyeronimus Bosch, per presentare una doppia allegoria: la prima è, forse, la più banale, con la vita rappresentata come una sorta di viaggio; la seconda, invece, gioca con il concetto di librogame. Le uniche scelte presenti nel corto, infatti, sono quelle relative al fermare il tempo in un dato momento o se proseguire, confidando che la situazione successiva sia migliore, ma al contempo rischiando di peggiorare le cose.
Il tema del viaggio forse non è preso sufficientemente alla lettera (anche se accanto al “viaggio della vita” è presente il viaggio, pur ipotetico, della Nave dei Folli), tuttavia questa rilettura del meccanismo tipico dei librogame è decisamente originali e ne fa un’opera preziosa oltre che ben scritta.

L’uomo che morì due volte: l’autore colpisce una mia corda personale presentando un corto western, genere quasi mai toccato dai librogame per ragioni a me incomprensibili, e lo fa gettandoci subito nell’azione. Siamo, infatti, un pistolero senza nome e senza memoria, braccato da cacciatori di taglie e da flashback poco chiari di un passato burrascoso, costretto a intraprendere – anche in questo caso – un duplice viaggio: uno reale e presente, per sfuggire ai nostri inseguitori, e uno nella nostra memoria, per ricostruire le possibili vite che ci siamo lasciati alle spalle.
Il numero di paragrafi eccezionalmente alto permette all’autore di inserire numerose varianti e scelte decisive nella storia, a patto però di utilizzare un regolamento troppo “carico”. Al lettore è chiesto di ricordare (e scordare) diverse parole chiavi, dei numeri ad esse collegati, nonché la gestione di due proiettili: uno buono, in grado di uccidere sul colpo, e uno scadente, in grado solamente di ferire il proprio obiettivo.
Si vede inoltre che il limite di caratteri ha pesato sul corto, che presenta paragrafi eccessivamente brevi e alcuni passaggi bruschi che detraggono dal valore complessivo dell’opera, che sicuramente avrebbe giovato a venire presentata in forma “estesa” eventualmente fuori concorso. Anche i paragrafi “nascosti” non sono adeguatamente indicati e rischiano di risultare poco chiari al lettore distratto. Il corto è senza dubbio un’opera valida, ma che non c’entra pienamente il tema e ha l’”aggravante” di far stridere le richieste del bando in punto di regolamento.

La corrente settimana mi mette molto più in difficoltà delle precedenti, presentando tre opere che non c'entrano pienamente il tema del viaggio. Tuttavia, tra un'opera decisamente buona che "elude" il regolamento e un'opera non altrettanto ben riuscita che si mantiene all'interno delle richieste, premio quest'ultima votando La Nave dei Folli.

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