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Un altro topic sulla narrativa immersiva...

Un altro topic sulla narrativa immersiva...

Approfito della recente e sempreverde sfida riguardante le ragioni sull'utilizzo (o meno) dello show don't tell per esprimere alcuni dubbi a cui non so francamente dare una risposta.

Intanto una premessa: conosco i principi della narrativa immersiva ma ammetto che non sono molto performante sul tema. Ritengo sia ragionevolmente il modo corretto per scrivere al giorno d'oggi
...ma forse con qualche eccezione. Ed è qui che sorgono i miei dubbi, ma andiamo con ordine.

Ogni tanto guardo video del canale Youtube "Il Prof Durigon" e mi sembra una persona preparata sul tema e sicuramente con un approccio molto attento ed analitico.
Recentemente ho guardato un paio di video dove analizza incipit di romanzi fantasy "mainstream".
In particolare ho guardato quello su sleeping beauty (Stephen King e Owen King) e La casa sul mare celeste (TJ Klune).
In entrambi i casi nota diversi problemi di scrittura ed efficacia dell'incipit.

Non so bene come sia stato recepito li romanzo "Sleeping Beauty" ma sicuramente "La casa sul mare celeste" ha avuto un ottimo riscontro da parte dei lettori (lettori di vario tipo es estrazione a giudicare da quanto ho visto sui social nel momento della sua uscita).

Quindi ecco il Dubbio Numero 1.
Quanto influenza nell'essere apprezzato dal pubblico che il testo sia scritto seguendo in ogni sua parte le norme della narrativa immersiva?
In questo caso, nonostante i problemi evidenziati dall'analisi, il romanzo ha avuto un notevole successo di pubblico trasversale anche rispetto al genere fantastico.
Non è forse l'obiettivo di ogni scrittore fare apprezzare ciò che scrive? All'autore interesserà di non avere rispettato tutte le norme della narratologia moderna?

Passiamo ora al Dubbio Numero 2
Personalmente quando leggo un testo scritto seguendo le norme della narrativa immersiva faccio più fatica a seguirlo specie nelle prime pagine.
Non so se sia solo un mio "problema" ma mi sono dato la spiegazione a questo dando la colpa al fatto che siamo generalmente abituati a leggere testi in Tell o comunque in una via di mezzo tra Show e Tell.
Questo avviene fin dalle letture scolastiche (...i promessi sposi e i vari testi non proprio moderni) sia anche dal fatto che molti romanzi sono in un formato "ibrido" (vedi dubbio numero 1).

Quindi il dubbio è...la narrativa immersiva non rischia di ridurre il numero di potenziali lettori che "faticano" nella lettura di questo tipo di testo?
Uno scrittore non dovrebbe cercare di avere un pubblico ampio (sempre all'interno dei proprio target di età di riferimento ovviamente)?


Infine visto che siamo su LibroGameLand passiamo al Dubbio Numero 3, che riguarda proprio la necessità dell'utilizzo della narrativa immersiva nei libri game.

Quanti sono i lettori per cui è preponderante l'aspetto dello stile narrativo (specie nei librigame dove è molto importante il meccanismo ludico)? Quanti invece preferiscono un testo in Tell più sintetico in quanto prevalentemente interessati all'aspetto ludico?

Ripeto credo l'approccio Show sia quello più corretto mi viene però il dubbio che il seguire troppo questo paradigma possa portare anche a effetti indesiderati sul target di riferimento.

Aiutatemi a dissipare i miei dubbi wink

Ultima modifica di: crocluc
Lug-24-23 20:10:33

crocluc
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Re: Un altro topic sulla narrativa immersiva...

Scrittura Immersiva eh? Ora è così che ti fai chiamare? Dieci anni fa eri Storytelling e a inizio duemila ti conoscevo come Scrittura Creativa. Fra dieci anni che nome ti inventerai per nasconderti dietro i tuoi corsi a pagamento?

Ah, scusate, parlavo fra me e me.

kenfalco
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Re: Un altro topic sulla narrativa immersiva...

kenfalco ha scritto:

Scrittura Immersiva eh? Ora è così che ti fai chiamare? Dieci anni fa eri Storytelling e a inizio duemila ti conoscevo come Scrittura Creativa. Fra dieci anni che nome ti inventerai per nasconderti dietro i tuoi corsi a pagamento?

Ah, scusate, parlavo fra me e me.

Mi allaccio a questo eccezionale commento di Kenfalco per dire che ai corsi di scrittura insegnano tutto, tranne che inventare belle storie. Credo che questo risponda anche alla tua domanda, Crocluc: il grosso della differenza nel gradimento del pubblico è dato da ciò che stai narrando e dal messaggio sottostante, più che da come lo racconti. Poi, a parità di qualità può entrare in gioco il tipo di narrazione usata.

Lo show don't tell comunque ha tra le sue controindicazioni quella di mettere ancora più in evidenza l'incapacità di uno scrittore nel sapere catturare l'attenzione con testi interessanti, che è il motivo per cui ti senti distratto nelle prime righe: di solito accade banalmente perché ciò che stai leggendo è del tutto inutile. Uno scrittore scarso invece se la cava con un tell buttato lì in una riga e paradossalmente annoia di meno, perché non la tira per le lunghe.

Ma ci tengo a specificare che quanto sopra non è un problema del metodo, quanto di chi lo applica. Esiste un metodo in narrativa migliore di un altro? Credo proprio di sì. Vale lo stesso discorso per i librogame? Ho molti dubbi e nessuna certezza. Padroneggiare lo show don't tell ti renderà automaticamente un autore in grado di inventare storie interessanti e coinvolgenti? No, non è automatico, sono due cose diverse e questo è sempre bene ricordarlo perché nessuno te lo segnalerà: perché il gusto, la maturità e la profondità di pensiero non si insegnano nei corsi di scrittura, li si impara solo crescendo e studiando.

Non voglio fare esempi in negativo ma mi è già successo di leggere libri consigliati per il loro perfetto stile narrativo e pensare "diavolo, questo libro è scritto veramente bene. Descrizioni perfette, musicalità dei testi ottima, vocabolario ricco, ottime scene. Peccato che la storia sia una sequenza di orripilanti cliché che sembrano partorite dalla mente di un diciottenne."

Zakimos
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Re: Un altro topic sulla narrativa immersiva...

Scrivete roba che possa interessare qualcuno (non tutti, è impossibile) e che abbia senso.
Il talebanismo del buon gpet74 e di altri sullo show, don’t tell non fa bene a nessuno, nemmeno alla scrittura. L’idea che in un libro non si possa scrivere “il personaggio vide”, ma che si deve invece descrivere direttamente ciò che vide, cozza con migliaia di libri perfettamente leggibili.

Un bravo scrittore riesce a raccontare bene senza seguire schemi preconcetti. Seguire gli schemi soddisfa solo le pretese dei cattivi critici che non riescono a interpretare ciò che non segue rigorosamente i loro canoni personali.

EGO
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Re: Un altro topic sulla narrativa immersiva...

EGO ha scritto:

Scrivete roba che possa interessare qualcuno (non tutti, è impossibile) e che abbia senso.
Il talebanismo del buon gpet74 e di altri sullo show, don’t tell non fa bene a nessuno, nemmeno alla scrittura. L’idea che in un libro non si possa scrivere “il personaggio vide”, ma che si deve invece descrivere direttamente ciò che vide, cozza con migliaia di libri perfettamente leggibili.

Un bravo scrittore riesce a raccontare bene senza seguire schemi preconcetti. Seguire gli schemi soddisfa solo le pretese dei cattivi critici che non riescono a interpretare ciò che non segue rigorosamente i loro canoni personali.

Certi consigli dei critici moderni sono in effetti molto utili per noi italiani, come le fallacie da evitare (as you know Bob e affini), la riduzione di aggettivi e avverbi e altri dettagli che a me ad esempio non venivano spontanei, visto che ho imparato a scrivere da ragazzo sulla base di modelli già allora vecchi. Credo che seguire certi corsi e leggere alcuni testi mi abbia aiutato, insieme alle critiche ricevute, a migliorare come autore dal 2016 ad oggi. Sarebbe però gravissimo pensare che sia migliorato solo perché ho seguito quei consigli/tecniche: assolutamente no, perché è tutta roba che riguarda lo stile, quindi l'apparenza, ma non la sostanza, nata invece da riflessioni profonde con me stesso.

A volte rifletto sul fatto che la scrittura è un campo in cui la tendenza a crescere è quasi zero: mentre un illustratore affina la sua tecnica per tutta la vita, in costante evoluzione, chi scrive qualcosa di solito lo fa usando uno stile che ha elaborato tra i 15 e i 25 anni e che da allora rimane costante, impermeabile a ogni invecchiamento e crescita personale - il motivo per cui così tanti libri scritti da 40/50enni sembrano adolescenziali.

Zakimos
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Re: Un altro topic sulla narrativa immersiva...

Ma perché Zakimos ce l'ha coi diciottenni? hmm
Usano troppi avverbi? smile2

GGigassi
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Re: Un altro topic sulla narrativa immersiva...

GGigassi ha scritto:

Ma perché Zakimos ce l'ha coi diciottenni? hmm
Usano troppi avverbi? smile2

Perché lo sono stato anch'io e so cosa ho partorito come opere allora  teach

Comunque poveri diciottenni, non ce l'ho certo con loro ma con chi continua a restare un diciottenne nella testa anche crescendo. Ho una certa fissazione per il fatto che l'eterna adolescenza e la deresponsabilizzazione siano tra i maggiori mali della società occidentale odierna. Inventare storie adolescenziali a 40 anni non è certo la peggiore delle colpe, ma è un sintomo di un problema più grande.

Zakimos
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Re: Un altro topic sulla narrativa immersiva...

Oh, beh, da questo punto di vista con me sfondi una porta aperta. È quantomeno inquietante vedere cinquantenni che parlano di manga o film di supereroi, soprattutto COME ne parlano.
Però, dai, ci sono diciottenni e diciottenni, Amelie Nothomb scrisse L'Igiene dell'Assassino che aveva più o meno quell'età. wink

GGigassi
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Re: Un altro topic sulla narrativa immersiva...

Zakimos ha scritto:

A volte rifletto sul fatto che la scrittura è un campo in cui la tendenza a crescere è quasi zero: mentre un illustratore affina la sua tecnica per tutta la vita,

Una volta mi presentai da un editore di fumetti che cercava disegnatori per chiedergli se avesse bisogno anche di sceneggiatori. La risposta fu: "Le storie posso scrivermele anch'io".
Perchè quando apri l'albo i disegni brutti li noti subito, la storia scarsa invece no...

E questo essere meno visibile nell'immediato porta proprio a una maggiore difficoltà anche nella prova evoluzione come scrittore.

Per rimanere più in topic, purtroppo non esiste la formula magica per la scrittua, altrimenti basterebbe applicarla e tutte le storie sarebbe scritte meravigliosamente bene.

E qui c'è già un primo distinguo: buona storia e buona scrittura sono due cose diverse.

Esistono tante tecniche e informazioni che bisogna conoscere ma, ancor di più, bisogna sapere come applicarle e dove non applicarle.

Guarda dietro di te! Una scimmia a tre teste!
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Ubik
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Re: Un altro topic sulla narrativa immersiva...

Solo i veri maghi possono creare la magia perché sono i primi a crederci, e solo i bambini possono vederla perché ci credono in modo spontaneo. Poi diventano adulti, e la magia... puff!

kenfalco
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