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Un altro topic sulla narrativa immersiva...

Re: Un altro topic sulla narrativa immersiva...

kenfalco ha scritto:

Solo i veri maghi possono creare la magia perché sono i primi a crederci, e solo i bambini possono vederla perché ci credono in modo spontaneo. Poi diventano adulti, e la magia... puff!

Ehi, chiunque può diventare un mago, ANCHE TU! Sì, proprio TU che hai sempre sognato di esserlo! Ti offro un corso in dieci lezioni in cui ti spiego tutte le regole della magia. Una cosa seria, eh: alla fine riceverai persino un attestato che comproverà che sei un VERO MAGO!
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GGigassi
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Re: Un altro topic sulla narrativa immersiva...

EGO ha scritto:

Un bravo scrittore riesce a raccontare bene senza seguire schemi preconcetti.

Vero, ecco perché è importante applicare lo Show, don't Tell. Infatti grazie a questa tecnica

{commento rimosso}

"La grammatica è tutto ciò che conta"

gabrieleud
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Re: Un altro topic sulla narrativa immersiva...

gabrieleud ha scritto:

Infatti grazie a questa tecnica

{commento rimosso}

È interessante notare come questa tecnica può {commento rimosso}

kenfalco
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Re: Un altro topic sulla narrativa immersiva...

gabrieleud ha scritto:

Vero, ecco perché è importante applicare lo Show, don't Tell. Infatti grazie a questa tecnica

{commento rimosso}

Questo però non è Show don't Tell...
... è Show don't Show bigsmile

crocluc
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Re: Un altro topic sulla narrativa immersiva...

Zakimos ha scritto:


A volte rifletto sul fatto che la scrittura è un campo in cui la tendenza a crescere è quasi zero: mentre un illustratore affina la sua tecnica per tutta la vita, in costante evoluzione, chi scrive qualcosa di solito lo fa usando uno stile che ha elaborato tra i 15 e i 25 anni e che da allora rimane costante, impermeabile a ogni invecchiamento e crescita personale - il motivo per cui così tanti libri scritti da 40/50enni sembrano adolescenziali.

Sono tendenzialmente in accordo con quanto dice Zakimos...ma su questo vedo un filo troppo di pessimismo. Credo che la scrittura possa crescere ed evolvere anche dopo i 25 anni poi ovviamente dipende molto da persona a persona.
Però mi vengono in mente scrittori che hanno fatto il loro esordio letterario e successo già in età adulta (Esempio: Maurizio De Giovanni). Certo questo è un indizio e non una prova perché magari scrivevano benissimo già a 20 anni però avviene talvolta di scrittori che iniziano a pubblicare dopo i 40 anni.
Senza contare che il bagaglio di vita che ti porti dietro con il passare dell'età sicuramente aumenta la quantità di cose da raccontare ed a mio avviso anche la sensibilità per farlo che può essere veicolata con esercizio...proprio come avviene per l'arte.

crocluc
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Re: Un altro topic sulla narrativa immersiva...

GGigassi ha scritto:

Oh, beh, da questo punto di vista con me sfondi una porta aperta. È quantomeno inquietante vedere cinquantenni che parlano di manga o film di supereroi, soprattutto COME ne parlano.
Però, dai, ci sono diciottenni e diciottenni, Amelie Nothomb scrisse L'Igiene dell'Assassino che aveva più o meno quell'età. wink

Qui si potrebbe aprire un ampio dibattito e mi permetto di dare un mio parere (basato solo su esperienze e non su studi accademici in psicologia).
Credo che una parte del nostro "io fanciullo" sia sempre presente in noi e non abbia senso reprimerla, anzi credo che veicolarla su hobby sia il modo meno tossico per manifestarla.
In fondo anche i LibriGame sono un hobby se vogliamo adolescenziale come lo sono i Manga i film Marvel/DC i giochi da tavolo ecc...
I problemi vengono fuori secondo me quando non viene sviluppata adeguatamente la nostra parte adulta (e magari si è convinti del contrario)  e ancora peggio quando la parte bambino prende il sopravvento anche nelle decisioni importanti di una vita.

crocluc
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Re: Un altro topic sulla narrativa immersiva...

EGO ha scritto:

L’idea che in un libro non si possa scrivere “il personaggio vide”, ma che si deve invece descrivere direttamente ciò che vide, cozza con migliaia di libri perfettamente leggibili.

[img width=100px height=100px]http://https://i.postimg.cc/25MV3x3W/IMG-20230822-020956.jpg[/img]

Tutti questi "vedi che" cosa aggiungono alla storia? Non è già ovvio che se il libro racconta qualcosa è perché lo sto testimoniando direttamente?

"La grammatica è tutto ciò che conta"

gabrieleud
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Re: Un altro topic sulla narrativa immersiva...

gabrieleud ha scritto:

EGO ha scritto:

L’idea che in un libro non si possa scrivere “il personaggio vide”, ma che si deve invece descrivere direttamente ciò che vide, cozza con migliaia di libri perfettamente leggibili.

[img width=100px height=100px]http://https://i.postimg.cc/25MV3x3W/IMG-20230822-020956.jpg[/img]

Tutti questi "vedi che" cosa aggiungono alla storia? Non è già ovvio che se il libro racconta qualcosa è perché lo sto testimoniando direttamente?

Mi porti un esempio estremo, con frequentissima ripetizione. La maggior parte potrebbero essere tolti senza problemi. Via, potrebbero essere tolti anche tutti senza problemi, ma il mio punto è che uno o due non guasterebbero come invece avviene quando sono così tanti.

Quello che io contesto è l’assolutezza del volerli eliminare del tutto come regola aurea, non il fatto che possano essere superflui.

Quando qualcuno, a voce, mi racconta “allora arrivo lì e li vedo che si baciano” non penso che dovrebbe dire “allora arrivo lì e si stanno baciando”, e che mi sta propinando un racconto di bassa lega.

In questo periodo sto leggendo una collana di libri giapponesi e, specialmente i più vecchi, sono strapieni di tell. Quando il narratore mi dice cosa pensa e come si sente un personaggio, me lo spiega tutto lui come se io non sapessi immaginare o interpretare, non è tell? Eppure sono dei classici.

Quando Dante scrive “Queste parole di colore oscuro / vid’io inscritte al sommo di una porta”, che gli devo dire? Che non doveva usare “vid’io”, ma “erano”?

EGO
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Re: Un altro topic sulla narrativa immersiva...

Secondo me è il problema sta tutto nel formato librogioco, che non è un romanzo. Il LG non ha lo spazio per poter lasciarsi andare troppo al mostrato, alle descrizioni, perché i paragrafi devono essere limitati e ben ragionati, progettati per contenere ambientazione, narrativa, preparazione alla scelta, talvolta enigmi ecc...
Non possiamo giocarci 3 pagine solo per mostrare una certa scena, sarebbe troppo. Vengono già fuori paragrafi lunghi con il raccontato, figuriamoci se ci mettessimo a "mostrare" tutto. Si deve mostrare, va bene, ma senza esasperarsi. Nel romanzo invece sì, abbiamo 400 pagine e più a disposizione, non c'è paragone. La differenza di spazio è evidente, secondo me.
E comunque, nessun romanziere ha mai completamente omesso frasi "raccontate" nei suoi romanzi. Non si può essere coerenti al 100%. Però, applicare certe regole sì, è utile. Sia nei Lg che nei romanzi.

Fa che ciò che ami sia il tuo rifugio

Anima di Lupo
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Re: Un altro topic sulla narrativa immersiva...

crocluc ha scritto:

Zakimos ha scritto:


A volte rifletto sul fatto che la scrittura è un campo in cui la tendenza a crescere è quasi zero: mentre un illustratore affina la sua tecnica per tutta la vita, in costante evoluzione, chi scrive qualcosa di solito lo fa usando uno stile che ha elaborato tra i 15 e i 25 anni e che da allora rimane costante, impermeabile a ogni invecchiamento e crescita personale - il motivo per cui così tanti libri scritti da 40/50enni sembrano adolescenziali.

Sono tendenzialmente in accordo con quanto dice Zakimos...ma su questo vedo un filo troppo di pessimismo. Credo che la scrittura possa crescere ed evolvere anche dopo i 25 anni poi ovviamente dipende molto da persona a persona.
Però mi vengono in mente scrittori che hanno fatto il loro esordio letterario e successo già in età adulta (Esempio: Maurizio De Giovanni). Certo questo è un indizio e non una prova perché magari scrivevano benissimo già a 20 anni però avviene talvolta di scrittori che iniziano a pubblicare dopo i 40 anni.
Senza contare che il bagaglio di vita che ti porti dietro con il passare dell'età sicuramente aumenta la quantità di cose da raccontare ed a mio avviso anche la sensibilità per farlo che può essere veicolata con esercizio...proprio come avviene per l'arte.

Non mi sono spiegato bene. Ciò che dici è verissimo e accade a tutti i bravi autori (crescere, migliorare). Ma sottolineo BRAVI. È semplicemente più raro in chi scrive rispetto a chi disegna, per lo stesso motivo per cui migliorare come cantante è più difficile che migliorare come strumentista.

Zakimos
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