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Librogame Magnifico 2024, inizia la finalissima: vota il miglior LG dell'anno!

La razza umana

Re: La razza umana

giax ha scritto:

Mi accorgo solo ora di questo post aperto direttamente contro di me.

Ma no, perché dovrei averlo aperto contro di te, sono mesi che parlo di questo argomento sotto vari post, dove mi capita ne parlo. Non voglio aprire discussioni per "attaccare" le singole persone, non ci penso proprio.

Ognno ha totale libertà di fare ciò che vuole, e non ti dirò mai come devi pensare, anzi, porta avanti le tue idee e non farti mai fermare dal pensiero degli altri.

Tutti possono esprimere un'opinione, altrimenti saremmo in dittatura. Dovresti invece difendere ciò che credi giusto.

Non bisogna colpire la persona che esprime un concetto, ma ragionare sulle idee. Il mondo cambia, le idee cambiano ed è necessario mettere sul tavolo i pareti di tutti, e alla fine siamo amici e il mondo va sempre come deve andare, nonostante quello che pensiamo.

kenfalco
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Re: La razza umana

giax ha scritto:

Ho aperto un post sul concorso dei corti di quest'anno intitolandolo Autori e Autrici, invece che soltanto Autori. A causa di ciò, kenfalco ha sentito il bisogno e l'urgenza di scrivere questo post.

E quindi? Ora è vietato avere il bisogno e l'urgenza di esprimere il proprio pensiero su un particolare argomento che il tuo post mi ha suscitato? Non su di te.

Va bene, io sono fuori dai social, non ho nemmeno il cellulare, sono libero ormai. Non conosco le nuove dinamiche della comunicazione: mi sembra tutto esagerato e travisato. Prometto di non interferire mai più con le discussioni di questo forum.

kenfalco
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Re: La razza umana

Mammamia, ma che avete? Avete ingeritop peperoncino piccante dall'orifizio sbagliato?

Kenfalco stava facendo ironia, ispirandosi al titolo di un Post di Giax. Visto che lo faceva in modo molto divertente io gli sono andato dietro.
Giax ha travisato pensando che l'ironia fosse un attacco a lui ma la cosa è stata chiarita.

Quindi ora Kenfalco dovrebbe dire: Non avevo alcuna intenzione di offendere te, Giax. Se ti sei sentito chiamato in causa me ne dispiace e ti chiedo scusa.

E Giax dovrebbe rispondere: Ho travisato le tue parole, reagendo in maniera forse eccessiva. Accetto le tue scuse e ti prego di accettare le mie.

Dai. Non è mica successo nulla. Prendersela non ha senso.

PS Ken, come fai nella vita di tutti i giorni senza cellulare? Non mi riferisco ai social, quelli li ho eliminati anche io. Ma nelle cose pratiche della vita di tutti i giorni. Ad esempio per l'home banking.

gpet74
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Re: La razza umana

Non avevo alcuna intenzione di offendere te, Giax. Se ti sei sentito chiamato in causa me ne dispiace e ti chiedo scusa.

E chiedo scusa a chi, in questi anni, si è sentito offeso da un mio particolare commento travisato.

gpet74 ha scritto:

come fai nella vita di tutti i giorni senza cellulare? Non mi riferisco ai social, quelli li ho eliminati anche io. Ma nelle cose pratiche della vita di tutti i giorni. Ad esempio per l'home banking.

In realtà ho un cellulare di servizio chiuso in un cassetto che uso solo per la banca. L'avrò caricato tre volte in tre anni.

Per il resto, non voglio avere il pensiero di essere chiamato a ogni ora, di essere interrotto dai messaggi, o di leggere la vita privata di altri.

Pro: mi sento libero, non ho l'ansia di perdermi senza cellulare, e posso rimanere concentrato e focalizzato a lungo su un lavoro.
Contro: sono fuori dal mondo.

Durante il giorno, quando voglio tornare nella società, uso l'iPad o il PC. E' come decidere di leggere un libro, non è il libro che ti chiama ogni momento per essere letto.

kenfalco
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Re: La razza umana

Mi tuffo come un kamikaze in questo thread per portare un punto di vista noioso e cerchiobottista: sbuffate leggendo le seguenti righe e odiatemi, perché voglio rovinarvi il gioco. Scusate!

Le parole sono importanti e non lo diceva solo Moretti, è proprio vero. Ve lo dimostro con un esempio preso da un articolo che ho appena scritto per il Magazine, la cui versione originale era:
"Non valete più degli altri autori già pubblicati. La vostra idea non è bella né originale come pensiamo. Il vostro librogame non infiammerà gli animi dei lettori e non è quell'idea eccezionale che traghetterà i librogame dalla piccola nicchia in cui si trovano adesso al mainstream. Più in generale, non siete capaci, intelligenti e interessanti come pensate di essere, o come i vostri genitori/amici/conoscenti vi hanno fatto credere di essere."

(E voi qui direte, ma che cazzo di articoli scrivi per il Magazine, Zakimos?! Aspettate febbraio e vedrete.)

È un pezzo forte, volutamente forte. Urta, sono sicuro che avete percepito molta spocchia leggendolo. Ma il mio messaggio voleva essere non di spocchia, bensì demitizzante. Perciò ho cambiato il testo così:
"Non valiamo più degli altri autori già pubblicati. La nostra idea non è bella né originale come pensiamo. Il nostro librogame non infiammerà gli animi dei lettori e non è quell'idea eccezionale che traghetterà i librogame dalla piccola nicchia in cui si trovano adesso al mainstream. Più in generale, non siamo capaci, intelligenti e interessanti come pensiamo di essere, o come i nostri genitori/amici/conoscenti ci hanno fatto credere di essere."

Il concetto è lo stesso identico, ma la spocchia è scomparsa, perché mi sono infilato anche io dentro al discorso. E ho solo cambiato le persone verbali, null'altro.

Cosa vuol dire questo? Non sosterrò mai la tesi che il linguaggio da solo influenzi il pensiero, ma le intenzioni sì, e le intenzioni vengono percepite anche attraverso le parole che si utilizzano. Si badi bene: possono esserci casi in cui una persona voleva dire una cosa e chi riceve il messaggio ne ha compresa un'altra, ma in tal caso, al netto della malafede, la responsabilità è sempre di chi quel messaggio voleva trasmetterlo, non di chi lo subisce passivamente, perché è il primo ad avere agito, non il secondo.

L'espressione "autori" è considerata escludente dalle autrici? Questo lo devono dire le autrici stesse, non gli autori. L'espressione "bambini" è escludente per le bambine? Chiediamolo alle bambine. E a me sembra che le bambine e le autrici interpellate a riguardo abbiano detto in grande maggioranza che sì, a volte possono essere espressioni escludenti, ma non per il maschile sovraesteso, quanto per l'INTENZIONE.

Quando andavo alle elementari negli anni '80, la maestra ci insegnò il plurale di bambino e bambina  dicendo qualcosa come: "se in gruppo ci sono solo bambine, si può dire bambine. Se c'è anche un solo bambino, allora bisogna dire bambini". Lasciando intendere dunque che il maschile fosse "più forte" del femminile; e io ricordo distintamente di avere pensato, da bambino negli anni '80: povere bambine, però, si vede proprio che una donna è inferiore a un uomo anche con le parole.

Manteniamo la stessa regola grammaticale ma cambiamo l'intenzione, seguendo l'insegnamento del drammaturgo e filosofo Roberto Mercadini, spiegando ai bambini quanto segue: "nella lingua italiana esiste il plurale neutro e il plurale femminile. Se in un gruppo di bambine c'è anche solo un bambino, per non farlo sentire escluso usiamo il plurale neutro, bambini. Se invece c'è un gruppo di sole femmine, allora si può usare il plurale femminile, bambine. Se c'è un gruppo di soli maschi, dobbiamo comunque usare il neutro, bambini, perché in italiano non esiste purtroppo il plurale maschile".

Abbiamo mantenuto la regola grammaticale ma cambiato totalmente l'intenzione percepita.

Ora, è ovvio che nessuno di noi utilizzi il termine "autori" in senso volutamente escludente per le autrici, ma come ho detto sopra ha importanza relativa quali siano le nostre intenzioni nel momento in cui non siamo in grado di trasmettere la nostra vera volontà (di nuovo, devo escludere la malafede di chi vuole sentirsi offeso per forza: non è di loro che sto parlando).

Come magistralmente evidenziato da 2p2z nel suo lavoro di traduzione a I Misteri di Baghdad, non serve a un cazzo sostituire "soldato" con "guardia" (termine di genere neutrale) nel momento in cui tutte le guardie nel libro sono energumeni con la barba. Allo stesso modo, non serve a niente rendere il personaggio protagonista di genere non determinato nel momento in cui il suo comportamento durante la storia è stereotipicamente maschile. Questi esempi dimostrano l'importanza delle intenzioni, ben oltre quella delle parole.

Torniamo allora a bomba all'esempio che involontariamente (di nuovo, torniamo sempre lì) è stato preso da giax come una provocazione e chiediamoci allora questo: aprire un concorso agli "autori" senza menzionare le autrici è un qualcosa che potrebbe lasciare intendere una volontà di esclusione da parte degli organizzatori? La risposta è NO, quindi la precisazione da parte di giax non era NECESSARIA.

Era però UTILE? Dipende. A giudicare dal fatto che la questione del genere nell'italiano è ancora oggetto di banalizzazioni e battute (in questo topic in via scherzosa, da altre parti in modo ben più greve), io ritengo di SI', che fosse utile, perché rendeva manifesto il fatto che nel Concorso dei Corti di LGL non c'è alcun tipo di appoggio a quel tipo di mentalità, peraltro comune nel mondo GDR Old School - e proprio perché è comune potrebbe valere la pena manifestare il distinguo.

Scusatemi per il pippottone e grazie per avere letto fino a qui. Io comprendo che siano questioni che  possono sembrare di lana caprina, ma credo sia normale pensarlo su cose che non ci riguardano.

A tal proposito, mi piace ricordare quella volta in cui uno dei miei più cari amici, che ha passato tutto il liceo a prendermi bonariamente in giro per via della mia sessualità percepita, qualche anno fa si è lamentato del fatto che ora non si può più scherzare su certe cose mentre "alla nostra epoca" anche chi era oggetto di determinate battute se la rideva. Ormai adulto, non ho avuto remore a dirgli che non ho mai riso davvero alle sue battute, e anche anzi mi sentivo estremamente ferito, ma non glielo dicevo apertamente perché sapevo che non le faceva con cattiveria - ma ci soffrivo, e neppure poco. C'è rimasto di sale.

Io sono felice al pensiero che tante cose che "ai nostri tempi" si davano per scontate oggi siano messe in discussione, anche se questo vuol dire doversi destreggiarsi tra estremismi, che come sappiamo sono deleteri da una parte e dall'altra.

Mi piacerebbe se questo topic potesse diventare un posto in cui discutere di genere e intenzioni tra punti di vista differenti, lasciando da parte l'ironia per parlarne in modo serio e senza sparate da social, visto che qui possiamo.

Zakimos
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Re: La razza umana

Certo, questo è un punto di vista interessante, anche io da piccolo mi chiedevo perché diciamo "tutti gli uomini" se ci riferiamo anche alle donne. Purtroppo la lingua italiana è imperfetta:

Vedo una ragazza e un ragazzo e dico senza indicare: "Tu, vieni avanti". Chi viene avanti?

Viviamo dentro un vocabolario incompleto, dobbiamo fare delle scelte per correggere le mancanze.

Se entro in una classe di studenti e dico "Ciao ragazzi!" creo un senso di unità.
Se dico "Ciao ragazze e ragazzi" subito la classe si divide in due gruppi diversi tra femmine e maschi.
(Sto seguendo la direttiva europea: prima le femmine e poi i maschi). L'atmosfera in classe cambia, ho introdotto una differenza di genere che non era prevista.

Se leggo: "Lista degli Autori", immagino un gruppo unito di persone ugualmente autori.
Se leggo: "Lista delle Autrici e degli Autori" subito divido la lista in due, e devo dare importanza relativa a due gruppi distinti. Ma io non voglio che succeda questo, voglio pensare a un solo gruppo. Non voglio insinuare il senso della diversità all'interno di un gruppo di Autori. Che siano donne o uomini non mi interessa, sono Autori.

Diverso è il caso in cui vengono divisi i ruoli: libri scritti da donne e altri da uomini. Allora si, "Lista delle Autrici e degli Autori" funziona. 

Non pretendo che le donne accettino il fatto di essere raggruppate da una parola maschile, ma questo vale anche per gli uomini: la parola "Persona" è femminile ma riguarda anche i maschi.

Come lo risolviamo il problema di mantenere un gruppo unito senza indicare la diversità se diciamo: "Bambine e bambini andiamo a giocare"? Ormai saremo destinati a dividere la società in maschi e femmine?
Forse dovremmo dire "Hey voi!" per indicarli come una cosa sola?

Tutto questo perché, come ho detto, la lingua italiana è imperfetta ma tende alla sintesi, e dire "ragazze e ragazzi" per indicare un insieme è dispendioso, inutile e introduce sempre una diversità, anche se non voluta. In questo caso è una direttiva dell'Unione Europea che ci impone di separare il genere. Una direttiva che aggiusta la grammatica con un click.

Ma lo sai che adesso, quando leggo in un libro "...tutti i ragazzi della classe sono scomparsi" mi viene da pensare "e le ragazze per fortuna sono salve". Continuando così dovremo davvero riscrivere i classici, o perderemo il senso della lettura: ci sembrerà tutto patriarcale. E' terribile questa cosa.

kenfalco
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Re: La razza umana

Anche il tuo punto di vista è estremamente interessante e dimostra se ce ne fosse ulteriormente bisogno che nella questione non si può ragionare in bianco e nero e che ogni scelta porta delle conseguenze, a volte anche impreviste e non volute. Sarò felice di approfondire la cosa in questo topic.

Zakimos
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Re: La razza umana

Porto alcuni approfondimenti alla questione, nati parlando anche con un'autrice.

Il primo concetto da tenere a mente è che non bisogna valutare una cosa dal solo proprio punto di vista, ma anche mettersi nei panni altrui. Pertanto è possibile che una determinata scelta che ci appare "divisiva" sia invece percepita come "inclusiva" da altri. A questo punto vale anche la valutazione su quanta importanza si vuole dare all'includere quelle persone che hanno percepito la scelta come divisiva.

Il secondo concetto è la sovrarappresentazione di un genere rispetto a un altro. È indubbio che nel settore LG vi sia una sovrarappresentazione maschile: in una situazione simile, il riferimento ad "autori" in un bando, in un concorso in cui partecipano quasi solo uomini, può correre il rischio (involontariamente) di sottolineare questo fatto.

L'aggiungere un riferimento alle "autrici" diventa quindi un segnale che viene dato alle donne per farle sentire più incoraggiate a partecipare, andando magari in futuro a modificare le quote di partecipazione fino a che non ci sarà più bisogno di fare queste specifiche.

Questa ultima cosa, diciamolo chiaramente, non avverrà mai: negli anni scorsi c'è stata una grossa apertura del mondo LG al pubblico femminile, che si è risolta in un nulla di fatto. In concreto gli autori continuano a essere uomini e gli acquirenti, in stragrande maggioranza, pure. Perché? Ho le mie opinioni, ma sono aneddotica e non contano.

Una cosa certa però è che, tecnicamente, hai ragione anche tu, Kenfalco, quando dici che la divisione fa nascere in te quella separazione che prima non percepivi. Il punto è che questo discorso vale per la TUA percezione: e se quella divisione fosse stata invece già presente prima per altri, e potenzialmente "ridotta" da certi accorgimenti?

Poi è evidente che per alcuni di noi questa percezione sia stata indotta: io, come tanti altri, oggi percepisco di più certe cose perché me le hanno fatte vedere e perché ci faccio caso, esattamente come nessuna donna trova discriminante dire "ho visto Laura e Francesca e GLI ho detto" invece di "ho detto LORO", benché si tratti di un caso in cui a un vero pronome neutro ne abbiamo sostituito uno maschile: semplicemente non ci si pone il problema.

Ma appena il problema te lo sei posto, non puoi tornare indietro. Ed è un bene che sia così. È come la freccia di Fedex, ma su una cosa importante.

Zakimos
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Re: La razza umana

Zakimos ha scritto:


Questa ultima cosa, diciamolo chiaramente, non avverrà mai: negli anni scorsi c'è stata una grossa apertura del mondo LG al pubblico femminile, che si è risolta in un nulla di fatto. In concreto gli autori continuano a essere uomini e gli acquirenti, in stragrande maggioranza, pure. Perché? Ho le mie opinioni, ma sono aneddotica e non contano..

oh mai sai che invece mi sono dovuto ricredere nei due eventi cui ho presenziato per Aristea (Lucca comics e Milano gamesweek)? non pensavo ma c'è stata una buona fetta di pubblico femminile che si è avvicinata e ha comprato i nostri libri, con alcune ci ho anche parlato (ma sono scappate quasi subito), ed erano relativamente giovani (ovvero non della nostra generazione). Per cui speranza forse c'è.
Purtroppo qui sul forum a parte Aloona ed Ersilila abbiamo solo qualche comparsata a spot quando c'è il concorso dei corti, e quindi abbiamo una percezione che pende in maniera importante da una parte.

Piango perché una volta ero un fratello, ed ora non lo sono più (K.Von Erich)

djmayhem
Re dei refusi
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Re: La razza umana

Zakimos ha scritto:

Il primo concetto da tenere a mente è che non bisogna valutare una cosa dal solo proprio punto di vista, ma anche mettersi nei panni altrui. Pertanto è possibile che una determinata scelta che ci appare "divisiva" sia invece percepita come "inclusiva" da altri. A questo punto vale anche la valutazione su quanta importanza si vuole dare all'includere quelle persone che hanno percepito la scelta come divisiva.

Si, è vero, ma anche per me è un'ingiustizia utilizzare parole maschili riferite al pubblico femminile. La storia del potere è stata dominata dagli uomini e anche questa è stata una ingiustizia.

Zakimos ha scritto:

Il secondo concetto è la sovrarappresentazione di un genere rispetto a un altro. È indubbio che nel settore LG vi sia una sovrarappresentazione maschile: in una situazione simile, il riferimento ad "autori" in un bando, in un concorso in cui partecipano quasi solo uomini, può correre il rischio (involontariamente) di sottolineare questo fatto.

Io non critico il bando, gli organizzatori fanno le loro scelte e per me non ci sono problemi.

Zakimos ha scritto:

L'aggiungere un riferimento alle "autrici" diventa quindi un segnale che viene dato alle donne per farle sentire più incoraggiate a partecipare, andando magari in futuro a modificare le quote di partecipazione fino a che non ci sarà più bisogno di fare queste specifiche.

Va benissimo, è una buona idea.

Zakimos ha scritto:

Questa ultima cosa, diciamolo chiaramente, non avverrà mai: negli anni scorsi c'è stata una grossa apertura del mondo LG al pubblico femminile, che si è risolta in un nulla di fatto. In concreto gli autori continuano a essere uomini e gli acquirenti, in stragrande maggioranza, pure. Perché? Ho le mie opinioni, ma sono aneddotica e non contano.

Mah, chissà, non bisogna dare mai nulla per scontato, tranne nel periodo dei saldi.

Zakimos ha scritto:

Una cosa certa però è che, tecnicamente, hai ragione anche tu, Kenfalco, quando dici che la divisione fa nascere in te quella separazione che prima non percepivi. Il punto è che questo discorso vale per la TUA percezione: e se quella divisione fosse stata invece già presente prima per altri, e potenzialmente "ridotta" da certi accorgimenti?

Certo che il problema esiste, la mia percezione deriva da un'abitudine imposta dalla cultura, a me non piace, ma è così. Fra cento anni rideranno di noi.

Zakimos ha scritto:

Poi è evidente che per alcuni di noi questa percezione sia stata indotta: io, come tanti altri, oggi percepisco di più certe cose perché me le hanno fatte vedere e perché ci faccio caso, esattamente come nessuna donna trova discriminante dire "ho visto Laura e Francesca e GLI ho detto" invece di "ho detto LORO", benché si tratti di un caso in cui a un vero pronome neutro ne abbiamo sostituito uno maschile: semplicemente non ci si pone il problema.

Infatti, leggendo o ascoltando non ti poni il problema se nessuno te lo fa notare. Non ho mai sentito mie amiche protestare perché qualcuno ha detto "Qui non c'è nessuno". Ora come si dovrebbe dire "Non c'è nessuna e nessuno"?

Tempo fa ho letto la presentazione di un professionista. Era pieno di "dirgli/le, fargli/le, educata/o, rispettoso/a". 

Così la lettura diventa falsa, concettuale e abbastanza ridicola. Purtroppo nella lingua italiana non esistono nomi neutri da sostituire all'essere uomo o donna senza distinzioni. E ripeto: purtroppo.
Una guardia, Una spia, Una recluta sono nomi femminili riferiti al maschile, nessuno (nessuna) protesta; se non lo fai notare, chi se ne accorge? E perché poi dovremmo protestare.

Zakimos ha scritto:

Ma appena il problema te lo sei posto, non puoi tornare indietro. Ed è un bene che sia così. È come la freccia di Fedex, ma su una cosa importante.

E infatti questo è il punto, è quello che sto dicendo: "Oggi i nostri clienti avranno uno sconto" e fuori ci sono le mogli con i cartelli: "Anche per noi!".
Come lo risolvi?
"Oggi le nostre clienti e clienti" ... non va.
"Oggi le nostre clienti e i nostri clienti" ...giusto ma bruttisssssssimo.

Bisogna trovare un compromesso fra giustizia sociale e leggibilità del testo. In questi ultimi quattromila anni la soluzione è stata quella di usare il maschile per il tutto. Ora invece si sceglie di dividere il tutto in due parti, femminile e maschile; che può essere bianco o nero, alto o basso, non è il genere che importa.
Sto parlando di questo: il problema della leggibilità, la rottura di uno standard millenario, la riscrittura dei testi con la perdita del contesto originario, e le conseguenze che ne derivano.
Non che dobbiamo risolverlo noi eh!

A proposito, hai mai visto il logo del Carrefour? È bruttisssssssimo.

kenfalco
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