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Corti 2025 - Settimana 6 - Fuori concorso!

Re: Corti 2025 - Settimana 6 - Fuori concorso!

In Esabau l'anno scorso l'ho usato (il dado) per definire il risultato di dinamiche oltre il controllo del protagonista, come ad esempio, una ragazza che per caso alza lo sguardo e ti vede (o meno).  La variabile della fortuna insomma.  Mi sembrava realistico e lo è, ma non è stato il massimo lo stesso perchè quel che importa davvero sono le conseguenze:  se da quel singolo lancio di dado dipende un game over prematuro, allora non è divertente.
Quindi ok al dado se usato per rendere più varia la storia e offrire rigiocabilità.  Pollice verso se al contrario il dado diventa il destino che ti tarpa le ali malgrado le tue azioni.

mizraim
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Re: Corti 2025 - Settimana 6 - Fuori concorso!

mizraim ha scritto:

Mi sembrava realistico e lo è, ma non è stato il massimo lo stesso perchè quel che importa davvero sono le conseguenze:  se da quel singolo lancio di dado dipende un game over prematuro, allora non è divertente.

esatto, inseguire il realismo non sempre è la scelta migliore. Anch'io ci ho sbattuto più volte la testa in passato.

m0ch
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Re: Corti 2025 - Settimana 6 - Fuori concorso!

Jericho Ardens e lo specchio di sangue: Potremmo definire il racconto come Indiana Jones che indaga su un orrore cosmico alla Lovecraft. Con queste premesse il racconto non può che essere meno scanzonato di un film con il noto archeologo e meno orrorifico di un racconto del Solitario di Providence. Direi che l’autore è riuscito nell’intento di unire le due cose e trovare il giusto equilibrio. Il racconto, perché certo non è un corto, ci guida alla scoperta di un orrore cosmico, lo Specchio di Sangue e la misteriosa ed antica setta che lo venera come oggetto sacro in cruenti riti di sangue e mutilazione.
Ho trovato la parte ludica abbastanza equilibrata, le morti improvvise, in questo caso, sono proprio in linea con l’atmosfera del racconto, anche se in un caso credo ci fosse un errore di rimando o un arrivo troppo brusco nel paragrafo successivo.
La prosa invece presenta molti errori e inappropriatezze lessicali che fanno pensare all’uso di un’intelligenza artificiale, forse in fase di revisione, forse in fase di traduzione. In ogni caso il racconto necessita di una buona revisione più di tutti gli altri racconti.

F.A.S.
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Re: Corti 2025 - Settimana 6 - Fuori concorso!

GGigassi ha scritto:

è invece ottimo come è stato inserito in Zardov, ma pure in Lechuza funzionava bene pur coi limiti che gli abbiamo riscontrato, e anche in Fatal Dream dava un minimo di varietà o di brivido. E poi ci sono i classici frangenti "push your luck" come in Ubergriffs.

Il lancio del dado può essere una piacevole variante che avvicina, come ha detto Mizraim, al mondo reale, ma se il mondo reale è grande quanto vario, un corto, di per sé, non riesce a conferirgli una degna rappresentazione. Un corto predilige meccaniche secche, mirate a completare la vicenda. Di fronte a (o "a fronte di"? bigsmile) un libro game di ampio respiro, invece, ci tengo a curare l'aspetto punti, abilità, corredo, zaino, per calarmi meglio nel personaggio: la componente Fortuna, insomma, così presente e verosimile, è un elemento legittimo in quel contesto.
In Lechuza ho apprezzato come il dado fosse parte integrante della variabile gioco. Il tentativo è stato onesto , l'uso è stato ingegnoso, ma se avessi dovuto seguire la vicenda solo tirando i dadi, avrei perso la bellezza dell'intreccio.
Non ho capito il "push your luck" di Uber... ! Sono appena andata su internet per approfondire, sembra interessante.


m0ch ha scritto:

un mondo a se perché invita a barare ma altrimenti sarebbe stato un problema gigantesco legare il raggiungimento del finale migliore a un triplice lancio fortunato.

Concordo: tanto vale andare a casaccio e cercare tutte le strade senza tirare i dadi.
Uber voleva probabilmente dirci proprio quello. bigsmile
Zardov non aveva una componente dadi così influente (raggirabile anch'essa) e Fatal Dream l'avrà avuta giusto a un bivio, al posto di un indovinello.

Martinico
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Re: Corti 2025 - Settimana 6 - Fuori concorso!

Martinico ha scritto:

Il lancio del dado può essere una piacevole variante che avvicina, come ha detto Mizraim, al mondo reale

Beh, in realtà credo che il problema non sia stato cercare il realismo, quanto il dimenticare l'importanza delle conseguenze del tiro del dado. Ok tirare il dado per capire se la ragazzina in Esabau ci veda o meno, ma questo non può comportare la fine della run, ma al massimo uno svantaggio o una svolta narrativa diversa (ok, per tutto questo purtroppo ci vuole spazio di cui il concorso è avaro).
Ero convinto che la terminazione forzata dell'avventura spingesse il lettore a rigiocarla (date anche le dimensioni ridotte dei corti), ma da quel che sento in giro pochi sono davvero motivati a farlo. Serve un gancio emozionale o intellettuale perchè il lettore dia una seconda possibilità al cortogame/librogame. Uno stimolo a giocare di nuovo l'avventura perchè magari ci sono vie molto interessanti che non abbiamo provato, o perchè la storia ci ha preso e ci interessa sinceramente come va a finire. Serve qualcosa che ci spinga ad accettare la sfida implicita del gioco, cosa difficile nel concorso a causa del poco spazio a disposizione per intrigare il lettore. Altrimenti è preferibile azzerare la difficoltà e permettere una risoluzione facile dell'avventura in modo da regalare al lettore quantomeno una buon racconto.  In un certo senso, un librogame che ci blocca troppo facilmente e rapidamente nell'avventura è come se ci negasse la sua storia, e se non siamo dei narratori superbi è facile che il lettore si indispettisca e si rivolga ad altro.

mizraim
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Re: Corti 2025 - Settimana 6 - Fuori concorso!

Io sono giunto a questa conclusione. Le conseguenze possono essere anche rilevanti come un ID, ma è importante che il giocatore si senta “responsabile” dell'errore, altrimenti farà fatica ad accettarla e si sentirà ingiustamente punito. Per questo il lancio di dado è sbagliato, ma lo è anche una scelta narrativa di cui non sono in grado di prevedere le conseguenze negative. Qui però si entra in un ambito spinoso perché, per quanto il designer si sforzi, ci sarà sempre qualche giocatore che non coglierà i suoi segnali e considererà la punizione gratuita.

In generale non credo che far ricominciare dall’inizio sia sbagliato in assoluto, soprattutto in un corto. Una soluzione intelligente, che alcuni hanno adottato, è non legare il game over a singole scelte sbagliate ma a un accumulo di errori.

m0ch
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Re: Corti 2025 - Settimana 6 - Fuori concorso!

m0ch ha scritto:

Qui però si entra in un ambito spinoso perché, per quanto il designer si sforzi, ci sarà sempre qualche giocatore che non coglierà i suoi segnali e considererà la punizione gratuita.

Te lo stavo per dire!  Forse l'unico modo sarebbe spiegare nella morte al lettore qual è stato il suo errore e quali erano gli indizi al riguardo, ma 1) deve adattarsi al tono del librogame 2) Corri il rischio di fare la lezioncina che spesso non è gradita 3) Magari il lettore voleva arrivarci da solo alla seconda run e gli hai spoilerato degli indizi che dapprima non aveva notato.

mizraim
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Re: Corti 2025 - Settimana 6 - Fuori concorso!

mizraim ha scritto:

Serve qualcosa che ci spinga ad accettare la sfida implicita del gioco, cosa difficile nel concorso a causa del poco spazio a disposizione per intrigare il lettore. Altrimenti è preferibile azzerare la difficoltà e permettere una risoluzione facile dell'avventura in modo da regalare al lettore quantomeno una buon racconto.  In un certo senso, un librogame che ci blocca troppo facilmente e rapidamente nell'avventura è come se ci negasse la sua storia, e se non siamo dei narratori superbi è facile che il lettore si indispettisca e si rivolga ad altro.

Il racconto a bivi pone sempre questa sfida: quella di imbroccare il percorso migliore. Quando io personalmente gioco, spero sempre di avere preso la via giusta per puro caso e ovviamente non ci azzecco mai: questa è "cosa sana e giusta", perché mi lascia un insegnamento per la run successiva. in altre parole, devi morire, ma esserti anche divertito ad aver trovato un nuovo pezzo del puzzle.
Mi è capitato di aver apprezzato molto dei corti anche continuando a morire. bigsmile  Le ID, però, le trovo noiose quando sono sempre le stesse, come rimbalzare contro un muro.
Tornando ai dadi, è onorevole morire per una scelta fatta, invece che per un tiro di dadi sfortunato. 
Infine, il game over, per me, è una tradizione intoccabile, non se per voi è lo stesso.

Martinico
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