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Giocato è un'altra cosa

Re: Giocato è un'altra cosa

Ursha ha scritto:

foreros ha scritto:

I punti fissati non danno nulla al caso e dopotutto, se si usano i dadi, un po' di "fortuna" ci deve essere. tongue

Anche con la creazione a punteggi fissi il fattore fortuna resta comunque per tutto il resto del gioco. In generale però generare i pg con i dadi per quanti correttivi si applichino può creare situazioni molto sbilancianti fra i vari partecipanti.

Usha, nella vita tutto è sbilanciato.
Prendi quello sveglio da morire, ma che ha il fisico dello scheletro o quello che è forte, muscoloso, atleticissimo, ma che se gli chiedi qual'è la capitale d'Italia ti risponde "Boh" (un po' estremizzati, forse, ma nella vita ce ne sono eccome di entrambi i tipi e ne conosco diversi).

Ursha ha scritto:

foreros ha scritto:

E poi permette di spaziare di più sulle possibili interpretazioni.

Secondo me si cade più sul famoso dilemma interpreto quello che voglio io o quello che mi dicono i dadi?

Beh, se vuoi interpretare quello che vuoi, i dadi non servono, ma il bello è l'abilità di interpretare un PG con forza 16 e intelligenza 5.
E' una bella sfida. ^^
Poi se preferisci un PG esattamente come lo vuoi tu, allora non so se stai interpretando o se stai solamente trasportando te nel gioco...

foreros
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Re: Giocato è un'altra cosa

si può interpretare un pg anche diverso da se...
il concetto non è l'interpretazione, ma la costruzione tattica di un pg rispetto a una costruzione casuale e che può essere sbilanciata tra i diversi giocatori.
mi ricordo un pg di D&D 3.5 che partì con due 16 e un 18 (e altri punteggi medio alti)... ebbe straordinario culo e non fu secondo me giusto che i suoi altri compagni di party avevano invece oceani di 8, 10 e 12...
alla fine divenne "il capo del gruppo": a lui tutto riusciva sempre meglio...
da allora ho SEMPRE (quasi) adottato un sistema di creazione bilanciata...

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Re: Giocato è un'altra cosa

foreros ha scritto:

Poi se preferisci un PG esattamente come lo vuoi tu, allora non so se stai interpretando o se stai solamente trasportando te nel gioco...

L'interpretazione è un concetto abusato a mio parere.
Le rare volte che gioco (di norma faccio quasi sempre il DM) utilizzo personaggi brutali e violenti, mentre nella realtà io sono una persona molto studiosa decisamente inadatta a qualsiasi attività fisica. Quindi interpreto anche se volendo fare un personaggio brutale pretendo di avere parecchia forza e poca intelligenza. Ma in realtà interpreterei anche se impersonassi un pg con forza 8 e intelligenza 15 più consono al mio stile di vita reale.
Fino a che mi calo nella parte interpreto ed è dimostrato che per giocare gdr non è neppure necessario interpretare se il mio interesse e quello del mio gruppo fosse è puramente EUMATE.

Per mia esperienza ritengo che un giocatore sta interpretando sia che accetti di fare guello che i dadi gli propinano che quello che desidera lui (entro i limiti che impone il master rompiscatole).
Poi alcuni fautori del pensiero riformatore direbbero che fino a che c'è il DM nessuno interpreta veramente.

Semplicemente in principio quando ho iniziato a giocare negli anni novanta il mondo del gdr funzionava in modo più semplice e diverso da oggi, giocavo un pg creato in 10 minuti, e se nasceva storpio si sapeva che dopo tre sessioni moriva e si ricominciava, semplice selezione naturale. Era un periodo in cui nella mia esperienza il PG era un mucchio di numeri senza un valore emotivo attaccato.
Fino a pochi anni fa invece il pg era una cosa sudata che si voleva impiegare ore a costruire e una pagina per descrivere il suo passato, perchè nella scelta di opzioni e poteri rispecchiasse i desideri del giocatore che si aspettava di vederlo crescere. Si poteva accettare una morte gloriosa al livello 5 ma non di spezzarsi il collo in una buca al livello 1.

Oggi invece... (non mi esprimo ne su D&D 4 ne sulla new wave)

Io ho deciso che gioco bene con quelli fermi a ieri, perchè IMHO è pleonastico pensare di voler tornare indietro di addirittura 20 anni solo perchè si stava meglio quando si stava peggio, comunque capisco che alcuni abbiano ottimi motivi per farlo. Infondo anche i miei giocatori quando ho proposto di sostituire una parte delle regole della 3.5 con quelle di L.L. hanno convenuto che il vecchio D&D pure con i suoi difetti era più veloce.

Poi lo stile di gioco dipende molto dalle persone attorno al tavolo e dall'ambiente in cui si gioca, logicamente quindi sono un fautore dello stile con cui mi sono trovato meglio.

Ursha
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Re: Giocato è un'altra cosa

foreros ha scritto:

Poi se preferisci un PG esattamente come lo vuoi tu, allora non so se stai interpretando o se stai solamente trasportando te nel gioco...

Guarda me stesso anche nel gioco l'ho fatto solo una volta per una sessione e mezzo con KK, poi ho subito l'incantesimo d'integrazione e lì si è posto il vero problema su chi o cosa fosse o significasse "me stesso".
Io i personaggi preferisco farli come voglio io ma che assomiglino a me no, il cielo non lo voglia.

ORCO NON LASCIARE CHE IL SOLE TRAMONTI SU DI TE DA QUESTE PARTI.
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Re: Giocato è un'altra cosa

Usha, scusa se ho aspettato a rispondere.
Se posso dirlo, giocare EUMATE non è giocare di ruolo.
Quello è puramente tirare i dadi.
E questa sezione è dedicata ai GDR, se non erro.
Do per scontato che chi scrive qui giochi di ruolo e quello lo puoi fare studiando bene il tuo PG anche se ci metti 2 minuti a crearlo.
Poi si devono anche interpretare i punteggi perché un giocatore intelligentissimo non può far risolvere enigmi ad un PG con intelligenza e saggezza 7 o meno e un barbaro con carisma 4 non può fare da negoziatore in un caso in cui necessiti molta diplomazia.
Se si sta trattando con un oste che vuole fare il furbo sui prezzi, il barbaro può intimidire, ma se deve negoziare un trattato con un diplomatico, decisamente non lo può fare.
L'interpretazione si basa ANCHE sui valori del PG, basta però ricordarsi che esistono.
Quindi l'interpretazione va fatta anche solo sui punteggi, ma va fatta.
Vedi me che avevo creato un mago caotico neutrale su AD&D come PNG e questo sparava incantesimi a casaccio.
Una volta gli ho fatto tirare una palla di fuoco su una parete dipinta mentre i PG erano lì attorno ad ammirare la scena di un orco perfettamente disegnato e lui non voleva aspettare... (l'avventura richiedeva che tutto si svolgesse in poco tempo e il soffermarsi a perderne mi ha "costretto" a "punire" la loro poca attenzione. tongue)

foreros
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Re: Giocato è un'altra cosa

(...)

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Re: Giocato è un'altra cosa

foreros ha scritto:

Usha, scusa se ho aspettato a rispondere.

Anch'io sono stato impegnato.

Se posso dirlo, giocare EUMATE non è giocare di ruolo.

Non puoi dirlo perché il concetto di EUMATE
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Nasce nell'ambito di D&D che è GdR e non board game perché gli omini possono parlare, cercare indizi, compiere scelte e fare tante altre cose.

Quello è puramente tirare i dadi.

Non necessariamente, che l'EUMATE sia solo tirare dadi è una mistificazione.


E questa sezione è dedicata ai GDR, se non erro.

Si ma l'EUMATE e il tirare dadi fanno parte del GdR anche loro. Però, oggettivamente, nei mie post precedenti non ho e ti sfido a quotarmi, fatto nessuna apologia dell'eumate.

Do per scontato che chi scrive qui giochi di ruolo e quello lo puoi fare studiando bene il tuo PG anche se ci metti 2 minuti a crearlo.

Si, ok, però c'è da vedere come funzionano le meccaniche del gioco di cui stiamo parlando. Prendi cospiracy X: non ha i valori delle caratteristiche e delle abilità sociali perché ci si aspetta che questa parte qui se la spupazzi il giocatore e non il personaggio.

Poi si devono anche interpretare i punteggi perché un giocatore intelligentissimo non può far risolvere enigmi ad un PG con intelligenza e saggezza 7 o meno e un barbaro con carisma 4 non può fare da negoziatore in un caso in cui necessiti molta diplomazia.

Psst: tano se è una cosa che c'è da fare il tiro (cioé una cosa importante) i due ometti del tuo esempio perdono. Non è un fatto d'interpretare è che tanto hai le statistiche così e se ti sforzi di usare i personaggi in direzione contraria alle loro caratteristiche sei già """punito""" dalla loro scarsa efficacia.


Se si sta trattando con un oste che vuole fare il furbo sui prezzi, il barbaro può intimidire, ma se deve negoziare un trattato con un diplomatico, decisamente non lo può fare.

Per me può anche provarci, tanto poi se non ha per le mani un asso nella manica davvero "pesante" la trattazione va a carte 48.

L'interpretazione si basa ANCHE sui valori del PG, basta però ricordarsi che esistono.

Volendo si. Ma con le caratteristiche il fatto è che sono così quindi così te le devi tenere, piaccia o meno. Puoi anche non interpretarla cioé mettiamo che hai una barda cretina che vuole fare l'intellettuale, si vede che non sa fare la O col bicchiere, ma se vuole impostare il personaggio così, non è uno scandalo, per me.

Quindi l'interpretazione va fatta anche solo sui punteggi, ma va fatta.

Se una roba tipo l'OD&D (giocato senza skill) per forza perché per caratterizzare ci son solo quelle robe lì e gli allineamenti, ma non sono interpretabili ne in senso teatrale né in senso intellettuale interpretare nel senso di "leggere" qualcosa perché sono dati di fatto, i dati di fatto non sono dimostrabili, sono e basta, non si possono cambiare né niete.

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Re: Giocato è un'altra cosa

Penso che siamo bene o male tutti d’accordo sul fatto che comunque sia i punteggi vanno interpretati e comunque vanno fatte delle prove su di essi, ma il punto è:
“perché devo interpretare quello che mi da il caso quando esistono dei metodi per scegliere cosa interpretare?”

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Re: Giocato è un'altra cosa

Ursha ha scritto:

il punto è:
“perché devo interpretare quello che mi da il caso e quando esistono dei metodi per scegliere cosa interpretare?”

mah... a volte può essere divertente, ma anche io sono d'accordo con te

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Re: Giocato è un'altra cosa

Ursha ha scritto:

Penso che siamo bene o male tutti d’accordo sul fatto che comunque sia i punteggi vanno interpretati e comunque vanno fatte delle prove su di essi, ma il punto è:
“perché devo interpretare quello che mi da il caso e quando esistono dei metodi per scegliere cosa interpretare?”

A parte che, a seconda del gioco, ci sono delle scale di riferibilità più o meno valide, io penso che le statistiche siano degli assunti di base, cioé non sono dimostrabili, non si possono mettere in discussione né niente, sono caratteristiche come peso, altezza, etc.
Poi uno un personaggio lo usa come vuole, secondo me, il fatto è che se lo usa in direzione delle caratteristiche, non dico che sia più divertente usarlo perché non è necessariamente vero, è che funziona meglio.
Poi che i giocatori si prendano dei bonus surrettizziamente non piace neanche a me ma non penso che sia poi quel gran furto.

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