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Verso la Terrasanta Cresci Aristea - 9.5%

Voti totali: 126

Fì’a’za e il Venditore di Tappeti

Re: Fì’a’za e il Venditore di Tappeti

:-) Come rispondere a tutti...?
Impresa più impossiible di quella che ho lanciato ai miei (pazientissimi) lettori...
Vediamo di farlo in un post unico, che via-via modificherò.

Iniziamo col dire che debbo dei grazie obbligati: perché l'idea di Fì'a'za mi circolava per le meningi da diverso tempo, e solo di fronte all'obbligo, appunto, del succitato regolamento, io ho potuto veder coronato il piccolo sogno di vedermelo in carne e lettere.
E iniziamo pure col dire (qui mi allaccio al monpracem) che questo racconto non andrebbe né letto né giocato pensando ai lg, ma, più in generale, alla narrativa interattiva, qualunque essa sia.
Già questo ci toglierebbe da una serie di problemi di tipo convenzionale, e di approccio con l'opera.
Quindi bacio in fronte monpracem quando dice 'semplice sarebbe il confrontarlo con i lg; molto meno semplice, ma più giusto, valutarlo per quello che è'...

E qui le mie prime spiegazioni: Fì'a'za è il contrario di Azaìf, per il quale sono già state scritte un paio di storie scaricabili su ewriters (nick name Tolkien); questa è la terza, che dunque prevede una sorta di alter-ego.
Partecipare o non partecipare al concorso che t'ha permesso di far nascere questa (a mio avviso bella) storia...?
Partecipare. Perché, se da una parte sono convinto che si tratti d'un racconto vero e proprio, dall'altra non posso disconoscere che molti spunti interessanti riguardano il mondo dell'interattività.
Iniziamo con l'aspetto narrativo: Fì'a'za è un racconto, e come tale va preso.
Ci troviamo di fronte ad un mercante che ha intenzione di raccontarci una storia, più per diletto che per sfida; la sfida la si prenda come un pretesto per far quello che poi alla fine vorrebbe il mercante: dilungarsi sui dettagli della città di Amàrti. E' una sorta di bizzarra planimetria, quella che ci ritroviamo fra le mani, forse come un papiro ingiallito... Planimetria affatto divertente se non la si esplora con divertimento.
Quest'aspetto squisitamente narrativo non volevo abbandonarlo, e ho le mie buone ragioni per supporre che sia funzionale anche per la parte ludica.
E arriviamoci: la parte ludica. Pochi, invero, si sono concentrati sul fatto che un lg con struttura combinatoria possa risultare non solo più lambiccoso, ma assai più interessante d'una struttura ad albero genealogico.
Che sinceramente io darei di taglio sullo zigomo a chi ancora me la rifila senza un minimo di originalità.
Non ne posso più.
Vai a destra o vai a sinistra? Guarda, ciccio, dove c'è tua zia, lì vado...
Io credo davvero che S. Jackson abbia dato il massimo possibile, pensando a questa struttura di gioco, con pensate impossibili, sfruttando tutto quel che era possibile (illustrazioni comprese).
Sono dunque per una ricerca, se si vuole anche infruttuosa, del sistema ludico, che altrimenti ha detto tutto.
E, a proposito di S. Jackson, io direi che la prima cosa che ha fatto questo racconto è spaccare il pubblico in Deveriani e Jacksoniani. Io ho sempre tifato per il secondo, e continuerò a farlo.

Nel sito Cronache Spadiane di Yanez (meraviglioso), ho letto a proposito de 'La Creatura del Male': Questo libro ha fama di essere l’opera maxima di Steve Jackson, la più completa e difficile da portare a termine con successo. Con tale premessa mi sono cimentato nella sua lettura, sapendo che alcune persone in molti anni non hanno avuto la pazienza di portarlo a termine e l’hanno finito per odiare.

Eh sì: se un'opera ci sfida, non è detto che la si ami. E' più l'odio e la repulsione, che se ne ha, quasi a pelle, e l'amore passa per il sacrificio di doversi lambiccare il cervello su una soluzione.
Non è diverso pensando a Fì'a'za.
E' un'opera difficile e complessa, e lo posso dire dopo averla abbondantemente testata, e non è un'opera per un pubblico eterogeneo; ma questo è vero solo in parte, perché tutti hanno avuto a che vedere col labirinto, e tutti ne hanno tratto una propria impressione...
Non succede l'istesso per la vita? E' brutta: mi suicido. Sto nella miseria, ma è bella, gli do un 10.
Si fa presto a dire: l'autore poteva far meglio... No: mai come in questo caso, il voto lo dà la propria pazienza, il proprio interesse, la propria curiosità, la propria abilità, il coraggio, l'arditezza, e tutte le qualità d'una persona prima ancora che d'un giocatore.
E' un'offesa a chi s'è scoraggiato? No, nemmeno questo: perché è pur sempre un Corto in mezzo a Corti piuttosto standard, o meno criptici e sperimentali (anche se abolirei questo termine: sembra che l'autore volesse 'sperimentare', e non dare vivo compimento ad una storia).

Per certi versi, insomma, Fì'a'za è una storia alla Rodari che al posto del finale a scelta ha il finale a combinazione: vedi te, Lettore, verso quale destino è incorso Fì'a'za, perché la leggenda in questo è pressoché contraddittoria...
E a Roma si direbbe: 'e nun t'abbasta...?!'; c'è chi ha storto il naso con un, 'mah, troppo poco!'.
Troppo poco?! Ma chi li rigiocherà mai, i Corti degl'altri, con tutto il bene e il rispetto possibili!
Si tratta di storielle da 40 par., non di tomi danteschi.
Ma io prevedevo questo 'tutto qui' (a mio avviso piuttosto immotivato), e son contento -e fiero- che alla fine nessuno (VERAMENTE NESSUNO, nemmeno la Giuria) ha indovinato l'unico finale possibile, o il più appagante, via...
Perché ci sono tre modi di giocare e terminare Fì'a'za:
1) Trovare la Principessa: non sono troppo paziente per stare lì a lambiccarmi il cervello su questo e quell'oggetto. Lecito: è probabile che i par. non parlino di loro, e che dunque Fì'a'za li abbia semplicemente recuperati.
2) Cercare di non barare, alle parentesi, che ti strizzano un'occhietto e sembrano dirti: perché tu li hai trovati, questi oggetti, nevvero...? Allora dovrò fare attenzione a non essere morso dalle serpi della medusa e a non rimanere pietrificato dal suo sguardo.
3) Ve lo dico se vi arrendete... :-) Altrimenti lascio che alcuni ci riflettano, lo rigiochino e/o traggano conseguenze, poi dirò se sono vicini o meno a una possibile soluzione.

In conclusione: non potevo pretendere che nel tempo di una settimana si arrivasse a tutto ciò che sottilmente Fì'a'za sembra dire al Lettore. Una cosa è certa: egli deve avere orecchie pulite (vedi, monpracem, che era una frase funzionale? :-) e vista aguzza! Unitamente a cervello fino...
In merito allo stile: Lamello è da bacio in fronte... E' l'unico che ha capito il perché della necessità di copiaincollare. Secondo altri m'era preso 'na botta de caldo e basta scrivere...
Certo che è una gioia sapere che ti devi risparmiare molta fatica nel comporre, ma non mi sono certo risparmiato facendomi danzare gl'occhi fino al mattino... senza contare che il tutto è favorito, suggerito e 'obbligato', oserei dire, da una trama, appunto: quando mai avrei potuto azzardare una cosa del genere se non c'era l'Oriente di mezzo...? Provate a dire a Iddio: uff...! Che pizza, 'sto deserto, tutto uguale, l'hai fatto...! Eh sì, ma un'avventura nel deserto è affascinante proprio perché mette alla prova i tuoi nervi... e da questo punto di vista, nessuno potrà dirmi che non sia stato messo alla prova.
Nulla, meglio di par. gemelli, rende l'idea di essere incappati in un labirinto: ci sono passato, per di qui? E qui? E qua? Forse sì; no, forse no... E' tutto più che funzionale, oltre che costituire ostacolo e funzionalità per il gioco stesso (è molto più difficile trovare gl'oggetti). Se prendete un tappeto orientale, o intarsi indiani, non trovate strutture labirintiche che si ripetono ipntoicamente...? E poi, oltre a dare la destabilizzazione del labirinto, non scordiamoci che ogni stanza ha delle droghe profuse nell'aria: ti ballano gl'occhi, dopo un po'...? Beh, colpa loro. Però sei di certo un tutt'uno con Fì'a'za.
E poi, altra trovata: volevo dar l'idea ch'egli altro non facesse che esplorare sempre la solita stanza, in disordine inizialmente, ma poi sempre più in disordine man mano che sposta i cuscini e gli oggetti... Un'ennesima magia per scoraggiarlo e dirgli: è inutile, bambino, in qualsiasi palazzo troverai sempre la solita stanza, lascia stare...
PS: caro monpracem, i doppi sono voluti (fumo/profumo; babbo/nababbo. In merito alla frase: perché tirata...? Prendiamo un nonno che racconta una favola: magari la racconta in terza persona, ma la voce dell'orco non la passerà sotto silenzio... e i genitori rapitori sono proprio l'Orco cattivo della storia: è dalla loro malefatta che parte il tutto, dunque sottolinearla era anche questo obbligatorio ai fini della narrazione, non solo pensando ad un regolamento).

Quello che ha fatto meglio è stato Lamello: ha giocato con difficoltà 2, anche se non credo sia possibile sopravvivere leggendo i par. tutti di fila :-)
Cercherò di rispondere con calma a tutti, i voti mi sono tutti piaciuti perché rappresentano esperienze vere ed uniche -anche se a volte sembrava più lo Score d'un videogioco: ho fatto 1, ho fatto 5, ho fatto 6,5...

Danilo Baldoni
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Re: Fì’a’za e il Venditore di Tappeti

Danilo, prima di tutto complimenti per tutti gli elementi innovativi che hai portato nel corto: leggendoti da mesi avevo capito subito come l'opera fosse opera tua. Ho alcune domande sul corto, ci sono elementi che non ho compreso appieno e mi piacerebbe che me li spiegassi. Inizio con due quesiti:

1 - Capitolo epilogo: tutte le spiegazioni che ha dato Lamello io le avevo colte in sede di lettura, e avevo interpretato anche io che l'incontro con la donna rappresentasse l'obiettivo della nostra cerca. Mi chiedo, perché la scelta di non investire un paragrafo per specificarlo meglio? Posso comprendere l'idea di lasciare che l'evoluzione della vicenda abbracciasse un piano onirico, e mi è anche piaciuta, ma perché non premiare il lettore in grado di seguire tutti i passi dell'opera fino in fondo regalandogli un finale, anche magari transitorio se volevi lasciare il racconto aperto?

2- Il corto è chiaramente concepito per dare il meglio di sé in un contesto "multiplayer". L'elemento della sfida temporale da chiare indicazioni in tal senso, così come la struttura dell'opera. Perché questo tipo di taglio in un concorso che privilegia moltissimo il giocatore solitario? Secondo me è stato proprio questo il principale problema che ha impedito al tuo lavoro di esprimere tutte le sue potenzialità, che pure sono enormi.

Prodo
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Re: Fì’a’za e il Venditore di Tappeti

Danilo Baldoni ha scritto:

ha giocato con difficoltà 2, anche se non credo sia possibile sopravvivere leggendo i par. tutti di fila :-)

Confermo, non è possibile: è lo stesso approccio che ho adottato io all'inizio, e ho dovuto rigiocare il corto per raggiungere vivo il paragrafo 36 e svelare l'arcano. E comunque tutti i passaggi che ha esplicitato Lamello li avevo sviscerati e compresi anche io, non vorrei Danilo che pensassi che il mio voto sia frutto di una sessione di gioco frettolosa o poco attenta: la tua opera, ti assicuro, l'ho letta e giudicata con estrema concentrazione, anche per la sua particolarità. Ma tutti i dubbi e le domande che ti ho posto permangono smile.

Prodo
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Re: Fì’a’za e il Venditore di Tappeti

:-) Ciao Prodo! Buondì!

Allora: al punto uno posso risponderti solo se qualcuno lo finisce... :-) Lasciamo che almeno il Lamello si diletti, è quello che ha fatto meglio... Poi darò indizi qua e là... In linea di massima, mi piace l'idea d'un libro che a un certo punto ti prende per un orecchio e ti dice: oh! Ma non hai pensato a questo?! E allora torni e lo giochi... Con un finale, questo non sarebbe possibile, in più perderei, oltre che il giocatore attento, l'idea del racconto, che era un po': Lettore, mi sai dire te che fine ha fatto Fì'a'za? Io davvero non lo so: ce lo dirà la tua partita...

Per il punto due: la gara è o col tempo (e contro se stessi, la propria pazienza), o con altri. Ma dilungarmi era troppo: già è strano che un Mercante ti proponga una gara a tempo -prendiamola come un fuori testo, o come un tipo bizzarro.
Un abbraccissimo!

Danilo Baldoni
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Re: Fì’a’za e il Venditore di Tappeti

:-)

No, no, tranquilli tutti... Già avevo messo in calcolo spedendo che il Corto non poteva essere votato 'serenamente': è un'opera piuttosto ardita, per il tempo di una sola set., fra impegni e cose varie...
Serve molto di più. Se poi c'è una medaglia per la sperimentazione, ben venga! :-)

Danilo Baldoni
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Re: Fì’a’za e il Venditore di Tappeti

Prodo scrive: E comunque tutti i passaggi che ha esplicitato Lamello li avevo sviscerati e compresi anche io, non vorrei Danilo che pensassi che il mio voto sia frutto di una sessione di gioco frettolosa o poco attenta: la tua opera, ti assicuro, l'ho letta e giudicata con estrema concentrazione, anche per la sua particolarità.

Sì, sì, so che non sei mai superficiale :-) Ma alla fine non può dare che un senso d'incompiutezza, all'orecchio più attento... cosa messa in calcolo, ma come dirla...? Anche fingendomi un lettore disattento, così da interagire un poco con un pubblico piuttosto spaesato, non posso svelare i retroscena... pena la squalifica.
Per cui stai più che tranquillo per il tuo voto, e vediamo se si riesce a regalare alla storia il suo più esatto finale: ne sarei entusiasta :-)

Danilo Baldoni
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Re: Fì’a’za e il Venditore di Tappeti

Danilo Baldoni ha scritto:

In conclusione: non potevo pretendere che nel tempo di una settimana si arrivasse a tutto ciò che sottilmente Fì'a'za sembra dire al Lettore.

anche secondo me in una costruzione del genere serve un po' più di tempo per assimilare il tutto.
anche io ho detto ammettendo di non aver avuto pazienza e di non averlo compreso, è un lavoro molto spiazzante e innovativo, per cui può piacere o non piacere e invogliare o meno il lettore a proseguire nella "sfida" ; questo tu l'hai già scritto nella tua lucida e onesta spiegazione più sopra.

nulla da dire sullo stile scelto, avevo intuito che era artefatto ad hoc e ben si integra nell'ambientazione scelta.

complimenti in ogni caso per il lavoro che è stato penalizzato da me solo perché non sono stato in grado di comprendere... magari in una futura rilettura...  rolleyes

Yanez
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Re: Fì’a’za e il Venditore di Tappeti

No, figurati, Yanez... questo non avrei potuto pretenderlo da nessuno, né tantomeno dagli amici più attenti e dai Giudici di gara.
Si converrà, comunque, tanto per me, quanto per chi ama l'interazione, che alcune idee meritano degli approfondimenti affatto leggeri, a mio avviso: si guardi alle false tracce (a proposito: qualcuno sa dirmi se esistono altri esempi...?), al fattore tempo (nemmeno qui saprei dire se vi siano), al lato probabilistico (nessuno s'è fatto due calcoli: quante probabilità vi sono, di coniare percorsi alternativi rispetto al primo giocato...? Ho un orgasmo al sol pensiero, altro che destra e sinistra!), alla ripetizione dei par. (che a mio avviso è molto bella: permette con più facilità di evitare il baro, e la cosa può conoscere sviluppi alla gdr per circa 1000 par.! Prima o poi mi cimenterò nell'impresa...).
Che il tuo sito mi dedichi almeno uno stralcio d'articolo, caspiterina!

ps: si fa per dire... Godiamci la vittoria, intanto!

Danilo Baldoni
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Re: Fì’a’za e il Venditore di Tappeti

Danilo, il tuo wall of text è abbastanza lungo e complesso da leggere e ti ringrazio per aver dato lumi ulteriori per ogni scelta fatta in sede di creazione del racconto-game.
Ho letto però qua e la una certa insoddisfazione tua su alcuni nostri commenti, qualcosa del tipo (semplifico, eh!): "non vi è piaciuta perché non l'avete capita..."

Secondo me devi prendere tutti i nostri feedback come stimoli positivi per migliorare. Alla fin fine, se Fiaza ha suscitato diverse perplessità nel "popolo" degli appassionati di librogame che trovi su questo forum, immagino che le criticità si possano amplificare quando il tuo racconto venisse fruito da un pubblico più vasto...

"Un velo nero ti impedisce di vedere altro. La tua vita termina qui: nel campo di battaglia, con la mitica Blood Sword tra le mani, felice per la sconfitta dei Veri Maghi." Adriano, Blood Sword PBM
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Mornon
Saccente Supremo
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Re: Fì’a’za e il Venditore di Tappeti

Posto che non ho ancora letto il racconto, il problema principale da quel che intuisco è un grado di sperimentalismo troppo ardito, che nel 2012 non funziona più. I futuristi potevano anche decostruire quello che volevano con le loro serate a suon di rumori e cazzotti, i testi-non-testi ecc., ma nel mondo attuale semplicemente non funziona, diventa un divertissement intellettuale che la concezione moderna di arte non consente, a meno di voler essere volutamente kitsch. Seguire un percorso del genere vuol dire non volersi far capire, il che ci può anche stare, basta esserne consapevoli. Però per l'appunto la mia è solo un'impressione e una valutazione generale. smile

kingfede
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