Nel frattempo rispondo a Zagrabal con un'occhiata in tralice ed un'altra la riservo a Ketharr: "Non burlatevi di me, messere. Nutro molta piu' fiducia in chi ha deciso di non perdere tempo con rischi inutili. Sono qui solo perche' io e quest'uomo abbiamo stretto un patto. E un patto, per una strega, e' sacro. Ma sappiate che non approvo questa bravata.". Chiudendomi di nuovo in un silenzio caustico, continuo a tenere gli occhi aperti.

Non rispondo, concentrata sulla nebbia attorno e le rovine, che mi inquietano visibilmente all'approssimarsi. Il mio sguardo sembra pero' spaziare, come temessi non tanto la costruzione, quanto un agguato dal buio.

LORELAI:
Rispondo allo sguardo di Ketharr senza abbassare il mio, con aria determinata: "Neanche per sogno. Ho detto che siamo compari e, finché ci accomunerà un pericolo più grande, tu non vai da nessuna parte senza di me. Per quanto ritenga sciocco disturbare ciò che dimora da sempre in questa valle, do peso alle mie parole, cacciatore! Quindi, se anche tu tieni alla mia incolumità, sta attento a quel che fai.". Ciò detto, torno a controllare il buio, cercando di mantenere i sensi all'erta e di non fare passi falsi. D'istinto, cerco nella nebbia il braccio di Ketharr, poggiandovi la mano per aiutarmi a non inciampare.

LORELAI:
Un'occhiata di fuoco vola a Zagrabal: "Non sono una semplice maga, ma l'apprendista di una potente fattucchiera... nelle mie terre conosciamo bene il valore di tali legami, perché garantiscono la nostra sopravvivenza da secoli. Quando due streghe stringono tra loro un legame nella magia o nel pericolo, esso trascende la loro singola volontà e ne assume una propria, che non ci è dato contrastare, ma solo seguire... e ciò non termina, spesso, neanche con la morte. Dite, voi avete mai conosciuto qualcosa del genere?". Torno a guardare il suolo, tentando di scrutare pericoli.

Zagrabal abbassa il tono di voce, sia per seguire il consglio di Ketharr, che per scusarsi con Lorelai: "Mia signora, chiedo venia... La rozzezza di questi posti, così come di coloro che ci girano attorno, debbono avermi fatto dimenticare le buone maniere. Provengo dalla città di Midraex e non sono uso ad affrontare situazioni sconosciute, in luoghi sconosciuti, con persone sconosciute. Nondimeno, non è mia abitudine avere a che fare con i poteri arcani della magia. E li temo, soprattutto se perseguono i fini del male."
Con un brivido nella voce, Zagrabal sfodera poi i suoi due pugnali, continuando a fare attenzione a dove mette i piedi.