Lorelai si illumina alla vista di Vallorch, tirando un sospiro di sollievo, ma tenendo d'occhio alle sue spalle.
"Spiriti sapienti, Saggio! Che gioia vedervi! Dove sono tutti gli altri?"

VALLORCH:

"E' un piacere vedere che anche voi siete vivi e state bene...", risponde Vallorch abbozzando un sorriso, "Con gli altri ci siamo separati al laboratorio, spero che anche loro stiano bene".
Quindi si guarda intorno per orientarsi e per cercare di capire se gli altri compagni sono in arrivo.

La porta aperta da Damas rivela una camera illuminata da braceri fumosi, che emanano bagliori rossi e vapori dolciastri. Al centro, sul pavimento, tanto per non sbagliare, un enorme teschio rosso è inciso su marmi neri.
In fondo alla stanza si trova un trono di onice e ossidiana e su di esso è in tronfia attesa un essere pesantemente ammantato da un enorme cappa rossa, da cui escono solo le mani adunche e scheletriche, che terminano in artigli affilati.
L'essere trattiene per il collo la povera ragazza che avete incontrato nei sotterranei. A quanto pare non è riuscita a fuggire. Una delle unghie nere della creatura ora è appoggiata sulle vene della gola e la punge leggermente, lasciando stillare una goccia di sangue vermiglio sulla pelle pallida.
Dietro al trono, una creatura alta oltre due metri e mezzo attende con un volto inespressivo. é ammantata con luridi cenci grigi e neri, che la ricoprono dal collo al suolo. Ai pugni ha delle catene e pesanti stivali neri borchiati ai piedi.
Il viso di questo mostro è inespressivo, la carnagione grigia, la pelle percorsa da cuciture, cicatrici di ogni genere e macchie nerastre.

L'essere con il manto rosso vi chiama con voce sibilante e rugginosa: "Entrate dunque, ché fin qui siete giunti, di tra i Morti e i miei servi." Estrae dalle pieghe di una manica un Medaglione di Opale, simile ai vostri.
"Ho seguito ogni vostra mossa da quando siete entrati in possesso di questi gingilli. STOLTI!" urla con un inaspettato picco di voce.
"Li concedo io ai miei servi per poter comunicare con loro! Credevate che non ne possedessi anche io uno?"

In questo momento tutti voi CANI mi state udendo.
Venite dunque qui a provare cosa siete in grado di fare..."

(Immagino che il mio medaglione abbia rimandato queste parole)

Al suono della voce Lorelai si interrompe, sbiancando in viso, e afferra il medaglione per guardare all'interno.
Osserva agghiacciata la scena e con occhi imploranti si volta verso i compagni:
"Vi supplico un'ultima volta..." - mormora - "non possiamo affrontare quella creatura! Non possiamo far nulla se non farci massacrare senza senso. Andiamo via, ora!". Il suo sguardo va al cacciatore. "Ho fatto un patto con te, non posso tradirlo, ma ti prego..." E poi all'assassino e al Rosso. "Voi siete i più scaltri tra noi, sapete che ho ragione!"

Le dita del Rosso sbiancano strette sulla spada e anche se la sua espressione sembra indifferente si nota il sangue defluire dal viso facendolo impallidire.
Non pronuncia una sola parola, ma le sue labbra sono strette in modo decisamente anomalo.
Guarda la ragazza con sguardo fisso, senza riuscire a spiccicare parola.