Re: I Corti 2015 - Fantasmi
L'uso delle virgole non è corretto; esempio:
Non si accorge subito della nebbia però, ben presto ci si trova proiettato
dentro, come in una nuvola poggiata in terra.
In questa frase la virgola andava prima del però.
Nell'epilogo l'Autore ha fatto confusione, mischiando per il protagonista la seconda persona, come nel corpo del gioco, e la terza, come nel prologo.
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Re: I Corti 2015 - Fantasmi
Questo corto ha un errore di fondo clamoroso: il suo punto di forza dovrebbe risiedere nella rigiocabilità, essendo i singoli percorsi completamente separati e piuttosto brevi, ma il riutilizzo degli stessi paragrafi fa sì che già alla seconda partita* uno sappia quali evitare. Si aggiunga persino che in alcune situazioni di scelta multipla due opzioni rimandano allo stesso paragrafo, rendendo chiaro che si tratta della scelta sbagliata.
Insomma, potrebbe funzionare solo in forma elettronica con i rimandi "al buio", così com'è no, è completamente rovinato.
*per come sono formulate certe scelte anche alla prima...
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Re: I Corti 2015 - Fantasmi
Mornon ha scritto:Ragazzi, i link non ci sono
Ad abeas i link funzionano!
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Re: I Corti 2015 - Fantasmi
Allora... da dove cominciamo....
uhmmm a me piacciono gli enigmi, quindi...
Narrazione: voto 4.
Ho la pagina aperta su "ti sporge un altro sasso da usare [...]", ma andiamo con gran calma. L'introduzione è scritta ben(ino). Ma nessun appassionato di musica techno scriverebbe che è musica tecno. Arriviamo alla locanda, che se ho ben capito è situata in "territorio a libera amministrazione" (bella chicca, ma se uno non sa il tedesco se la perde)
Peccato che il paragrafo 1 sia ciò che proprio non vorrei leggere. Come può l'atmosfera essere calda ed accogliente, se ai tavoli ho un uomo delle caverne, un irriducibile giapponese, un ancor più irriducibile centurione, e.. un alieno? Comunque sia, autore, non devi limitarti a dirmi che l'atmosfera è accogliente! Dimmi com'è l'arredamento, dimmi che ci sono i boccali alle pareti, l'oste ha i lederhosen. Purtroppo la trovata dell'oste che non capisce il mio dialetto, quando al Neanderthal (o al romano) riesce abbastanza comprensibile, è infelice. Così come è infelice il comportamento dell'oste, che "pur di liberarsi di te e delle tue stravaganze" ti suggerisce cosa fare.
Scipione l'Africano, ET, l'ammiraglio Yamamoto e Urk non sono abbastanza stravaganti da attirare gli strali dell'oste? che è, però, talmente gentile da tirar fuori le schede dei PNG per noi.
Ok - ho sospeso l'incredulità. Mi va bene tutto. Accetto il paragrafo 1 come se fosse la cosa più bizzarra che potessi essermi fumato, andiamo avanti. Devo scegliere il mio contendente, quindi affrontiamoli.
Piglio il Giapponese: ho provato a cercare su internet cosa fosse lo Shoku ma non l'ho scoperto (forse era lo Shochu?); ed è un peccato che il testo non me lo spieghi. Ehi, autore, guarda che scrivere un racconto è l'occasione per raccontare ai lettori delle proprie esperienze, o per far vedere un pezzo di mondo sconosciuto... ci vuoi dire almeno di cosa sa questo Shoku?
La frase "Egli risponde solo "shoku" e te ne offre un sorso. Accetti per non correre il rischio di offenderlo e subito gli restituisci il boccale" apre dei dubbi. Shoku è il nome della bevanda o ha un altro significato? Non ho nemmeno desunto se ho bevuto o no.
"Dei quattro personaggi è quello più equilibrato". Bè, ma che ne so? Non ci ho parlato, con gli altri. Devo essere io, lettore a capire che il giapponese è uno equilibrato, e non tu a dirmelo.
Piglio il Neanderthal: "sta mangiando un piatto molto proteico". Idem come sopra... vermi? spaghetti? Knodelsuppe?
Piglio l'alieno: mi chiede tre litri di sangue, e sono lì lì per convincermi che "avendo un gruppo sanguigno molto comune, posso ricevere da ogni tipologia di donatore". Non è vero. Attenzione. Don't try this at home. Per accettare da tutti dovremmo avere AB+, che in Francia ed Italia è diffuso al 3% (non ho i dati per la Germania, ma saranno simili).
Poi c'è la gara di bevute: vince chi beve più alcol in un minuto. E allora perché farsi portare vino, birra, whisky, rum, e tutto quel ben di Dio? Tanto la gara dura un minuto, non si riesce a bere tutta quella roba. Ho provato.
Piglio il romano: caspita, questo percorso è buono (anzi, bonus!) e gli indovinelli sono in tinta con le sue conoscenze. Bravo autore! ma cribbio, non dare la risposta al lettore, lascialo ragionare! Bastava chiedere in quanti minuti riuscivano come minimo ad attraversare il ponte, ed andare al paragrafo corrispondente.
Giocabilità 3:
La risposta agli indovinelli è SEMPRE tra le scelte possibili, e non lascia al lettore il gusto di "farcela". Basta leggere, e anche chi non conosce l'indovinello ha la risposta lì. Con delle eccezioni:
- l'indovinello dei lupi, non ho capito perché 2 lupi che incontrano 5 lupi fanno 5 lupi.
- se il giapponese morto può farmi l'indovinello del gallo, il gallo può fare l'uovo
- nell'indovinello dove si confrontano i samurai, Sakura, Ishigawa (Goemon?) e Kodashi la risposta "giusta" al par. 32 è spiegata nel modo sbagliato
-l'indovinello degli alieni dagli occhi gialli (par.9) ... wow, so la risposta. Conosco la risposta. Perché non posso dare la risposta? Perché sono obbligato a fallire? Caro autore, devi (DEVI) dare la possibilità al lettore di sentirsi figo quando risolve un indovinello o una prova.
Divertimento: ucciso.
Voto globale 3.
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Re: I Corti 2015 - Fantasmi
Corto pieno di elementi positivi e negativi mischiati tra loro.
L'ambientazione a me è piaciuta e anche l'approccio fantastico "sfrenato", senza alcuna pretesa di verosimiglianza o coerenza, mi ha divertito.
Trovarsi di fronte a quattro personaggi da fronteggiare provenienti dai contesti più disparati mi ha ricordato una di quelle avventure "fracassone" fanciullesche in cui si disegnavano mappe popolandole di mostri senza preoccuparsi troppo di quello che si stava facendo.
E spesso e volentieri il collage variegato di creature e situazioni risultava la cosa più divertente della sessione di gioco.
Qui l'atmosfera che si respira è la stessa: l'introduzione è gradevole e ci consente di approcciarci bene all'ambientazione in cui ci imbattiamo una volta entrati dentro la locanda.
Forse per la prima volta dall'inizio del concorso il tema della nebbia e del locale è stato affrontato come lo immaginavo: un'osteria in mezzo al nulla come ancora di salvezza, le condizioni atmosferiche che portano con loro un pesante presagio di pericolo costringendoci a rifugiarci nell'occasionale ricovero, unico baluardo possibile sebbene anch'esso pregno di difficoltà.
E dentro personaggi ambigui, disposti ad aiutarci ma allo stesso tempo angoscianti e subdoli: ognuno di questi va affrontato con intelligenza, o ne usciremo con le ossa rotte.
Mi è piaciuta poco la parte regolamentare. Insufficiente l'introduzione e la gestione dei nostri punteggi medi, che l'oste ci suggerisce (3 per ogni caratteristica): non vengono impiegati in alcun modo. Peccato perché poteva essere una buona idea utilizzarli in talune occasioni per fronteggiare gli avversari.
La ricca tabella delle skill serve a poco, e alla fine l'unica funzione che ha è quella di instradarci e farci capire il modo corretto per affrontare ogni singolo avversario.
Da questo punto di vista l'approccio è estremamente logico: studiare la controparte e individuarne i punti deboli ci consentirà di sconfiggerla andando a battere proprio su quelli.
Al contrario un approccio sbagliato ci penalizzerà tantissimo.
Questo taglio indubbiamente azzeccato è però a mio parere sviluppato troppo poco, e quindi risulta molto meno accattivante di quanto avrebbe potuto essere.
Nella maggior parte dei casi la scelta è quasi ovvia (chi mai potrebbe pensare di battere un Neanderthal a braccio di ferro o di mettere nel sacco un alieno appartenente a una civiltà tecnologicamente più avanzata della nostra sfidandolo sul piano della logica e della conoscenza?), e le prime quattro sessioni di lettura che ho affrontato, dedicandone una a ognuno degli antagonisti, mi hanno portato ad altrettante facili affermazioni (solo nel caso del soldato romano ho dovuto faticare un po' di più e rintuzzare la sua riottosità nell'ammettere la sconfitta).
D'altro canto il taglio semplicistico si nota anche nella risoluzione degli enigmi: la risposta è scritta, e spesso si desume anche osservando il numero dei paragrafi.
Quelli negativi sono sempre gli stessi infatti, e dopo un paio di partite si individuano molto facilmente: un indizio veramente pesante che indica all'utente quali sono le scelte da non compiere.
Da cassare anche la tendenza, più volte espressa, a utilizzare uno stesso paragrafo come "uscita" per bivi proposti nel medesimo momento. E' veramente brutto leggere "Se scegli A, vai al 20, se scegli B vai al 31, se scegli C vai al 20".
Non sono in assoluto contrario al reimpiego di passaggi già confezionati, soprattutto in un corto dove saper amministrare lo spazio è una grande virtù, ma per favore, non fatelo nello stesso capoverso , è inguardabile .
Gli indovinelli e i problemi proposti poi, anche se sono accattivanti, in molti casi chiamano in causa i grandi classici del genere; troviamo un campionario completo degli enigmi più abusati della storia dei giochi di ruolo e del gioco in generale: quello dei due custodi, quello del lupo e degli agnelli che devono passare il ponte (o attraversare il fiume, qui in versione "soldati zoppicanti"), persino il gallo che fa l'uovo sul tetto (che non sentivo dai tempi delle medie credo ). Per carità, sono tutti molto carini, e fa piacere rileggerli, ma il fatto che siano conosciutissimi e diffusissimi contribuisce una volta di più ad abbassare un livello di difficoltà già di suo non elevato.
Tutti questi limiti però non rendono a mio parere il racconto insufficiente, e i miei colleghi Pirata e Gabriele sono stati secondo me troppo cattivi: alla fine la narrazione è frizzante e piacevole, pur con qualche caotico e spericolato passaggio, sintatticamente non impeccabile, dalla prima alla terza persona e viceversa (e qualche errore di battitura non rilevato, ancora una volta, in fase di testing).
I personaggi sono davvero ben caratterizzati e riescono a trasmettere con realismo la sensazione di trovarsi di fronte a un soldato romano, un militare nipponico, un alieno e un uomo primitivo: questo nonostante alcuni eventi strani, come il Neanderthal che parla tedesco e il soldato romano che si fa massacrare di botte da un uomo d'affari del XXI secolo senza colpo ferire.
E tirando le somme anche la gestione delle varie situazioni ludiche è divertente, a dispetto della già citata semplicità e dell'approccio non particolarmente elaborato.
Alla fine ancora una volta mi affido alle sensazioni rimaste dopo un'approfondita sessione di lettura, tesa a sviscerare ogni paragrafo, e a una pausa di alcune ore allo scopo di metabolizzare il tutto. E tali sensazioni ancora una volta, pur senza spingermi all'esaltazione, sono positive.
I difetti ci sono e non sono da poco, ma l'opera non è da bocciare, e ci sono anche molti pregi: credo che tutto sommato un voto sufficiente sia quello che rispecchia meglio la qualità del lavoro.
NARRAZIONE: 6
GIOCABILITA': 6
DIVERTIMENTO: 6
GLOBALE: 6
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Re: I Corti 2015 - Fantasmi
Ok, ho finito di spulciarlo e farmi un'idea: devo dire che alcuni punti mi lasciano molto perplessa. Intanto, la scrittura è buona, l'atmosfera ben resa, ma trovo che quel continuo "tu" sia superfluo e un po' fastidioso e che alcuni periodi siano forse troppo lunghi, costringendo a un eccesso di virgole che toglie scorrevolezza. Questi, però, sono dettagli. La cosa che trovo davvero risparmiabile è la super-spoilerata buttata subito subito dall'inizio: quale cretino andrebbe subito al 30, dove è chiaro come il sole (dietro la nebbia) che finisci male? Sapere da subito il finale negativo non mi pare una buona trovata, avrei iniziato magari a introdurlo dalla locanda, altrimenti è finita: da quel momento in poi non sceglieremo MAI il 30 per tutto il resto delle giocate.
Altra perplessità: inizio col giapponese. Prima di tutto non capisco perché sprecare un paragrafo per il solo indovinello di una riga, non si poteva accodare al paragrafo prima? Ma FORSE, penso, qualche altro paragrafo raccorda allo stesso indovinello... invece no. Gli indovinelli sono personali, quindi ci si poteva risparmiare effettivamente un paragrafo. Resto invece più sbalordita del soldato per la questione del gallo: in che modo sapere che un gallo non fa le uova dovrebbe rappresentare la cultura e gli ideali del Giappone? Mi sfugge qualche metafora?
Parlo col romano e già so che sto parlando con un fantasma, il che dovrebbe farmi venire qualche dubbio su me stesso, che però non sembra scalfirmi. E va beh. Parla la mia lingua perché è stato in Germania... peccato che io sono un uomo moderno e l'idioma è totalmente differente, senza contare che non posso neanche giustificarla (a questo punto) col fatto che i fantasmi possano capire oltre le parole, avendo fatto questa specificazione. Il resto è piuttosto ben fatto e anche vario, niente da dire.
Provo con l'alieno, forse la parte che ho trovato, mi spiace dirlo, fatta peggio: già nella prima parte, il paragrafo 49 stona tantissimo con il 14, è evidente che sia un raccordo comune, ma in questo caso non c'azzecca davvero niente. L'indovinello matematico è carino, peccato che perdo in OGNI caso, salvo quel doppio rimando al 26 non sia un errore eclatante. Per un momento ho pensato fosse voluto, come a indicare che non si può comunque vincere la sfida mentale contro l'alieno, ma mi sembra impossibile... sarebbe un enorme spreco di paragrafi e comunque un brutto modo di porre la cosa.
Termino col Neanderthal, parte niente male. Divertente, anche se continuo a chiedermi perché sprecare paragrafi per dividere gli indovinelli dai paragrafi e dalle soluzioni, quando ho ormai appurato che sono personalizzati e quindi non comuni a tutti i personaggi. Insomma, non ce ne sarebbe bisogno. Le sfide sono simpatiche, ma c'è sempre il problema paragrafi sprecati: perché mi proponi la sfida di velocità, ma non ho alcun modo di vincerla e finisco comunque al 30, passando per il 49? Sì, è chiaro ormai che c'è una sola via buona per ogni personaggio, ma... boh, non ci trovo molto senso, se devo proseguire vorrei avere almeno una chance ulteriore, altrimenti segami subito, come per il braccio di ferro.
L'intro mi è piaciuta e non mi è piaciuta: il dialogo è per tre quarti raccontato, cosa che non gradisco, e la spiegazione del gioco è schematica al punto che mi è parso di parlare con un Master di gdr piuttosto che l'oste diabolico di una taverna infestata. Un modo alternativo di spiegare le regole, ok, ma non mi convince del tutto. E' un escamotage come un altro, però, neanche il peggiore che ho visto e ha una sua originalità, tutto sommato resto neutrale.
In ultimo: scusate, sarò stupida, ma l'epilogo non l'ho proprio capito.
"Comunque... mi domandavo che cosa faremo una volta che le avremo individuate (COSA?? NDR).
- Si farà come la prima volta... punto dopo punto, un passaggio alla volta, risolvendo tutti gli enigmi".
Ma di che stiamo parlando? Siamo entrati in una locanda di fantasmi, in alcuni casi sappiamo di parlare con dei morti e in altri no (lo sappiamo del romano, ma non degli altri e se non ci stupisce che il romano parli tedesco moderno, ci stupisce addirittura UN POCO che un neanderthaliano parli la nostra lingua. Raga, qualcosa non torna... siamo ubriachi, scemi o immersi in un ebetismo onirico di qualche genere?). Cosa deve essere individuato? Sti tizi che evidentemente ricalcano il giapponese, il romano, noi stessi e... boh, il tizio scuro è l'alieno?, chi sono? I fantasmi di prima? E' tutto un esperimento, ma di che genere?
Spiegatemi, se c'avete capito qualcosa, non sento alcun colpo di scena altrimenti.
Pregi: bello l'incipit, molto varia la serie di sfide (anche se qualcuna è del tutto scenica, visto che si muore a prescindere); discreta giocabilità, non fosse per quel rimando al 30 dal primo paragrafo, che ti stronca la sorpresa o ti fa intuire subito sia da evitare, rendendo da quel momento rende superfluo che sia inserito come "scelta" possibile nelle varie sfide.
Vedo comunque buona volontà nella progettazione, alcune sfide sono divertenti e tengono impegnati, ma nel complesso non mi ha convinta. L'atmosfera non mi coinvolge tanto da farmi sopportare un librogame basato solo su enigmi e sfide, come era per La Nebbia, credo che dovrebbe essere rivisto in gran parte della struttura e l'epilogo mi lascia l'amaro in bocca; per contro, il materiale sviluppabile e migliorabile non manca.
NOTA 1: non so perché, ma alcune sfide mi hanno ricordato, pur se con tono completamente diverso, quel racconto esilarante sull'Italiano e le barzellette, che abbiamo avuto anni fa in concorso. Sarà colpa del gallo...
NOTA 2: i rimandi non funzionano neanche a me.
Per quanto mi riguarda, è un 5,5.
E ORA posso leggere i commenti degli altri.
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Re: I Corti 2015 - Fantasmi
gabrieleud ha scritto:
Piglio il Neanderthal: "sta mangiando un piatto molto proteico". Idem come sopra... vermi? spaghetti? Knodelsuppe? Suppongo...
... stufato, dato che l'oste ci dice che qui si serve solo stufato e vino. Forse il suo è PIU' proteico
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Aloona
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Re: I Corti 2015 - Fantasmi
Quotissimo gabrieleud, è irritante proporre un indovinello E mettere le soluzioni possibili come scelte. Ad esempio nell'indovinello del ponte uno basta che si legga le soluzioni e faccia il conto dei minuti, sarebbe stato molto più probante dover indovinare la soluzione ottimale.
La soluzione dell'indovinello dell'alieno dagli occhi gialli mi lascia perplesso
io sono un alieno. non ho modo di sapere di che colore ho gli occhi. quindi non so se devo uccidermi o no. il fatto che veda altri alieni con gli occhi gialli che non si uccidono non significa niente. è ovvio che neanche loro possano sapere di che colore hanno gli occhi. manca almeno una condizione: bisognerebbe sapere prima QUANTI alieni con gli occhi gialli ci sono. ma in quel caso non servono tre giorni, si capisce tutto al primo giorno. infatti se so che ci sono N occhi gialli, e tra tutti gli altri alieni ne conto N-1 so che l'N-esimo sono io e mi devo uccidere. In generale lo trovo un racconto senza capo né coda, non si capisce di star parlando con dei fantasmi, non si capisce il finale, non si capisce il comportamento del locandiere (dò la fede all'antico romano e lui la rivende al locandiere?? sono complici? ma perchè?! non erano fantasmi? che vogliono da me???) il sistema dei "punteggi" di ogni avversario è anche carino perchè può servire a scegliere il terreno su cui scontrarsi ma è descritto veramente male
Insomma, altro racconto che maschera una serie di enigmi/giochi/quiz come La Nebbia e Re Morto, a differenza del primo però gli indovinelli sono sin troppo facili, e tutta la narrazione è sacrificata ai giochi, a discapito della storia (come nel secondo)
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