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I Corti 2015 - La locanda nella foresta

Re: I Corti 2015 - La locanda nella foresta

Riparto da quello che ho scritto prima: Secondo me questo corto è un estratto o di un'avventura più ampia, o comunque di uno scenario di una campagna giocoruolistica assai più strutturata. Ci sono molti segnali che fanno pensare di trovarsi di fronte a un riassunto estrapolato da qualcosa di più grande.

Non posso pensare in altro modo, perché l'alternativa è che l'autore abbia scritto il corto senza un filo conduttore preciso, improvvisando progressivamente man mano che aggiungeva paragrafi. E questo non credo sia vero, perché sotto altri aspetti il lavoro è estremamente curato.
All'inizio mi è piaciuto moltissimo: la struttura a mappa completamente libera ed esplorabile senza limiti di tempo è la mia preferita in assoluto, e l'ambientazione è stata caratterizzata con sapienza. Mi è sembrato di trovarmi calato in una di quelle avventure un po' retrò, stile Tunnel & Troll o Uno Sguardo nel Buio: anzi nello specifico mi ha ricordato l'avventura in solitaria inclusa nel primo volume delle regole del GDR tedesco (quella dove vestiamo i panni di Alrik per intenderci).
Un edificio chiuso di dimensioni contenute, ma con molti più ambienti da esplorare di quanto ipotizzabile all'inizio (a questo proposito ottima l'idea di suddividere le stanze maggiormente estese in più paragrafi), un'atmosfera di pericolo costante, e anche quel senso di sinistra solitudine che ci attanaglia quando abbandoniamo le sale principali. Tutto molto bello e ben descritto, con uno stile narrativo asciutto e chiaro, capace di dilungarsi in descrizioni più accurate laddove necessario.
Questo ottimo comparto di gioco è accompagnato da delle appendici ampie, forse anche troppo, che ci aiutano a calarci ulteriormente nell'atmosfera, e da un regolamento che, sebbene sia semplice, sfrutta ottimamente alcune carte per alimentare la componente ludica: il solo fatto che dobbiamo creare un registro di gioco mentale, perché è proibito appuntarsi alcunché, costituisce una sfida aggiunta di non semplice gestione.
Leggendo continuavo ad apprezzare l'opera: mi infastidiva il fatto di trovare una ingente quantità di oggetti sparsi per la locanda, la maggior parte dei quali inutili, ma allo stesso tempo questo approccio rendeva più complessa e longeva la componente game del titolo. Diventava infatti un gioco nel gioco gestire l'inventario in modo da conservare solo quello che avrebbe potuto avere un qualche impiego, e che effettivamente avremmo utilizzato, eliminando il resto.
Farlo con perizia è fondamentale, perché gli slot a disposizione per portare materiale sono solo cinque.
Allo stesso modo mi ha colpito molto il criterio adottato per garantire la rigiocabilità del corto: perdere punti vita è frequente, e questo spesso accade in paragrafi "evitabili"; conoscere la struttura dell'opera è quindi molto importante, e l'esperienza accumulata nelle prime partite, in cui la morte è praticamente certa, diventa fondamentale per evitare scelte dannose

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 (penso per esempio al bagno popolato dal goblin assassino, o alla gita per le campagne in cui cadiamo preda di un agguato spettrale).
I personaggi sono molti e ben descritti, e, integrandoli con l'appendice
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 (che tra l'altro ha una funzione pratica fondamentale per risolvere l'unico enigma numerico presente),
aumentano il desiderio che abbiamo di esplorare meglio e più a fondo il mondo che ci circonda, di conoscere qualcosa di più su abitudini e comportamenti delle molte creature che lo popolano, e di impiegare le informazioni così accumulate per approcciare al meglio e gestire gli incontri con i nostri interlocutori, siano o non siano essi umani.
A questo proposito l'aspetto della molteplicità delle razze è stato curato benissimo: un vero tocco di classe lo troviamo nella descrizione della porta della locanda, che ha una maniglia enorme. Ovviamente questo accade perché il posto è frequentato da umani e non umani: una pensata semplice ma intelligente, che ha ben pochi riscontri nella letteratura di genere.
Insomma, de La Locanda nella Foresta mi era piaciuto tutto. E già pregustavo il sollazzo di assegnare un votone. Poi però arrivo alla fine e scopro che:
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 1) Diversi degli oggetti trovati hanno un impiego allo scopo di uccidere alcuni degli avventori che si rivelano non essere Milvius. Di contro uccidere Milvius non richiede oggetti particolari. Che senso ha?
2) Esistono stanze non esplorabili e chiavi non utilizzabili. Autore, se questo lavoro è un estratto di un altro maggiormente esteso dovevi togliere le stanze e le chiavi inutili
3) Un ramo di indagine mi porta a superare problemi e aprire porte a cascata per trovare il cristallo luminoso e infilarmi nel buio corridoio, dove posso sentire non visto una conversazione compromettente. Solo che questa conversazione invece di darmi indizi o imbeccate per scoprire l'identità dell'uomo che cerco mi fornisce, in modo anche piuttosto maldestro, ulteriori elementi per svelare la tresca e il tradimento del locandiere e il suo rapporto con il Re dell'Aquila: una storia che già conosco tramite le carte trovate nella sala dei trofei e che soprattutto è completamente inutile ai fini della mia missione.
4) Tutti i personaggi loschi, o che fanno qualcosa di losco, non centrano nulla con l'uomo che cerco. La sua identità segreta è difficilmente comprensibile, perché non solo non ci ostacola ma ci da un'imbeccata che poi si rivela corretta (quella sui traffici dell'oste). L'unica cosa che mi è venuta in mente, dopo essere morto 4 volte e aver barato per scoprire chi fosse, è che il Nomade viene descritto in appendice come un personaggio losco e mentitore. Il nostro nomade è invece schietto e onesto, e per questo motivo doveva insospettirci.
5) Di conseguenza comprendere chi è il ricercato è operazione con pochi puntelli sensati e molto influenzata dalla totale casualità. E visto che l'intero racconto si basa su questa indagine tale difetto è pesantissimo.
6) Dopo che abbiamo speso soldi e tempo per convincere il folletto ad aiutarci, ci da una soluzione che alla prova dei fatti si rivela errata (per il motivo già spiegato da Rygar). Brutto bug se l'autore ha davvero sbagliato, scelta bastardissima e di difficile lettura se invece l'"errore" è volontario e dovevamo capire che era necessario invertire l'ordine della pareti da battere in base al fatto che il folletto è mentitore per natura.
7) Anche il paragrafo "epilogo" non mi ha convinto molto. Mi sembra slegato dalla storia, e ridondante. La trovata di far rientrare in gioco il locandiere dopo qualche tempo è anche carina, ma centra poco con l'avventura che abbiamo vissuto e probabilmente se ne poteva fare a meno. Inoltre il fatto che le nostre peripezie debbano concludersi necessariamente con la morte è abbastanza frustrante.
Tirando le somme: il corto mi era piaciuto moltissimo, e avevo pensato di dargli un voto intorno all'8. Ma alla luce di quanto sottolineato in sede di spoiler il mio giudizio si è molto ridimensionato.
Peccato davvero, perché ci sono moltissimi elementi positivi. Ma la debolezza della fase di indagine e degli indizi (o presunti tali) che ci spingono a dipanarla sono un difetto troppo grande per confermare un voto tanto alto.
Mi allineo a Rygar e opto anche io per una sufficienza abbondante.

Giocabilità: 7
Divertimento: 5 (sarebbe stato 8 senza i difetti sopracitati) 
Narrazione: 8

Voto Globale: 6,5

Prodo
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Re: I Corti 2015 - La locanda nella foresta

scusate una domanda. Ho appena inziato a leggere e mi ha colpito il fatto che lo l'autore ci tenga a precisare il colore di ogni elemento citato nella storia. Me li devo tenere a mente? Immagino che poi ci siano degli enigmi basati sui colori, giusto?

Seven_Legion
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Re: I Corti 2015 - La locanda nella foresta

Seven_Legion ha scritto:

Me li devo tenere a mente? Immagino che poi ci siano degli enigmi basati sui colori, giusto?

Non direi.
Credo si tratti piuttosto di un vezzo stilistico.

"Se non volete sentir ragioni, sentirete il filo delle nostre spade!"

Rygar
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Re: I Corti 2015 - La locanda nella foresta

Ho iniziato da poco e ci metterò più del mio solito, ma devo segnalare subito un rimando sbagliato: il link L5 rimanda al par. L8 (circa).
Non mi dispiace già, anche se devo approfondire: l'atmosfera è buona e coerente; per quanto sia un po' classica per i miei gusti, come avventura, il bestiario è carino e anch'io ho l'impressione di trovarmi di fronte ad un'opera estratta da un manuale più ampio.

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Aloona
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Re: I Corti 2015 - La locanda nella foresta

L'autore del corto ci tiene a specificare che...

"Esiste una soluzione unica, estrapolabile dal testo, per scoprire chi è Milvius."

"Un velo nero ti impedisce di vedere altro. La tua vita termina qui: nel campo di battaglia, con la mitica Blood Sword tra le mani, felice per la sconfitta dei Veri Maghi." Adriano, Blood Sword PBM
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Mornon
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Re: I Corti 2015 - La locanda nella foresta

Mornon ha scritto:

L'autore del corto ci tiene a specificare che...

"Esiste una soluzione unica, estrapolabile dal testo, per scoprire chi è Milvius."

Caro autore, io domani devo partire, ho solo due giorni per giudicare il tuo corto. Oggi riprovo a giocarlo cercando elementi che mi inducano a modificare il mio giudizio: se non ci riesco (per mia ottusità, o perché tu hai previsto una soluzione tortuosissima) non potrò fare altro che confermarlo smile.

Prodo
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Re: I Corti 2015 - La locanda nella foresta

Prodo ha scritto:

Mornon ha scritto:

L'autore del corto ci tiene a specificare che...

"Esiste una soluzione unica, estrapolabile dal testo, per scoprire chi è Milvius."

Caro autore, io domani devo partire, ho solo due giorni per giudicare il tuo corto. Oggi riprovo a giocarlo cercando elementi che mi inducano a modificare il mio giudizio: se non ci riesco (per mia ottusità, o perché tu hai previsto una soluzione tortuosissima) non potrò fare altro che confermarlo smile.

Idem.
Io per fortuna ho fino a domenica sera per giocare ancora. Se ci fosse una soluzione logica potrei alzare il voto di mezzo punto; se poi la soluzione fosse logica e la avessi "mancata" per mia ottusità, darei un punto intero.
Su, al lavoro!

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Rygar
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Re: I Corti 2015 - La locanda nella foresta

Ciao !

Ecco la mia recensione:

Narrazione
Vorrei complimentare l'autore per il realismo del suo modo di scrivere: c'è un grande lavoro di realismo sensoriale e di descrizione. Si sente il rimore dei guanti, mi viene l'acqualina in bocca quando leggo la descrizione dei piatti serviti nella locanda... è molto bello. Poi, mi piace molto l'ambiente geopolitico (i regni e le loro interazioni) che viene descritto, il bestiario, le conseguenze delle relazioni internazionali nella storia, facendone una spy-story... peccato che non sia un concorso di romanzi fantasy, perché l'autore avrebbe vinto.

Divertimento
Come molti Corti di quest'anno, il regolamento è molto semplice e non c'è nessun male in questo. Secondo me, la grande pecca di questo Corto è la mancanza di "azione" e con questo intendo che i combattimenti sono troppo passivi: i fatti vengono descritti e non si lancia neanché un dado per mostrare chi commanda ai fantasmi, goblin o a quel mascalzone di Milvius. Le lotte vengono desritte, ci si perde un Punto di Vita e basta... purtroppo non è una cosa che mi piaccia molto. Si va nella locanda, ci si incontrano i Png ma anche lì, tutto è troppo passivo: c'è un piccolo dialogo con vari tipi loschi, ma è troppo limitato come il rapporto che si ha con i Png di alcuni videogiochi (quelli che hanno solo una battuta per tutta la durata del gioco). Una locanda è un posto pieno di vita in mezzo ad una natura selvaggia (e anche fredissima in quel caso, mi sono beccato il raffredore ed ho perso 2 PV). Poi, secondo me lo sbaglio più grande, non ci sono missioni secondarie: si va qui per uccidere Milvius (che, secondo me è più un rompiscatole che un vero cattivo perché si dice che utilizza "rudimentali tecniche magiche"quindi non è né Saruman né Nagash...) e basta, non c'è nessun altro interesse per Entilen. E questo è un vero peccato: si viene qui solo per una cosa e non importa il resto ed è un vero peccato: la ricerca di oggetti, di monete o altre cose  è inutile in questo caso.

Giocabilità
Mi sono già espresso sui combatitmenti, non torno sull'argomento. La più grande pecca di questo Corto è l'obiettivo stesso: uccidere Milvius. Questo stregonaccio può essere chiunque nella locanda... ma purtroppo non è un buon bugiardo e neanché un bravo attore, l'ho smascherato al primo colpo; era troppo evidente. Vista la totale assenza di missioni secondarie o di altri interessi per Entilen, il gioco finisce qui e, secondo me, l'interesse di ricomminciare a giocare per scoprire altre cose è molto debole. Mi dispiace tanto di scrivere queste cose e non voglio ferire il suo autore ma altri elementi avrebbero dovuto essere aggiunti per poter ricomminciare e fare altri giri che arrichirebbero il gioco. Le mappe sono belle, ma le trovo un po' senza senso: visto il livello di scrittura, penso che proporre la scelta dei paragrafi facendo una breve descrizione seguita dal numero del paragrafo sarebbe stato meglio. La divisione tra paragrafi che indicano le stanze e paragrafi d'azione non è male, ma non mi piace il lato "ritorno alla casella di partenza" quando sbagli sul Png sospettato, fa troppo videogioco (quando ricomminci il livello dopo aver perso una vita). L'Epilogo non mi è piaciuto per niente

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 perché mettere un Instant Death? secondo me è finire su una nota stonata...
Narrazione 8
Divertimento 6
Giocabilità 5

Voto finale 6



Con tante scuse all'autore, La Locanda nella Foresta avrebbe potuto essere una vera sinfonia ma ci sono troppe stonature.

"We will survive, fighting for our lives, the winds of fortune always lead us on,forever free, for the world to see,the fearless masters, Masters of the sea"

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Re: I Corti 2015 - La locanda nella foresta

Pirata vai di spoiler e dicci cosa era troppo evidente per favore che qui per alcuni non è evidente per niente...

Prodo
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Re: I Corti 2015 - La locanda nella foresta

A richiesta di Prodo

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 Guardate la descrizione dei Nomadi di Nimdoit nel bestiario. Poi vedete come si comporta il nomade incontrato in L5. Quando un tipo che appartiene ad una razza di "esseri umani spregevoli e malvagi" che non ho mai incotrato mi dice di difidarmi di un altro tizio, mi puzza di bruciato... perché un uomo malvagio mi da un consiglio? sicuramente non per bontà d'anima, quindi è un tranello, sicuramente orchestrato da quel ruffiano di Milvius... elementare Watson. Ho accusato questo nomade e, sorpresa! era lui il cattivo! questo mi è sembrato troppo evidente

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