SPIEGAZIONE RAPIDA
La Rosa dei Venti è un progetto imbastito in fretta e furia dopo una chiacchierata con Pietro Rotelli, che come i più attenti di voi hanno notato è stato l'illustratore di Jekyll e Hyde. È dai tempi di Onyrica di kagliostro che mi sono innamorato dei corti illustrati, amore che è proseguito negli anni con i fumetti-game della Makaka Editions. Pietro avrebbe voluto partecipare al concorso, per cui mi sono offerto di aiutarlo. Abbiamo subito pensato a una rosa dei venti come immagine chiave, e da lì ai numeri nascosti nelle immagini per trovare l'"uscita".
La struttura iniziale infatti doveva essere alla Indiana Jones, con l'esplorazione di rovine diroccate. Poi però è intervenuto un altro dialogo con un amico che avrebbe voluto partecipare: la sua idea era far costruire una girandola di carta al giocatore, ma non sapeva trovare una buona scusa per farglielo fare. Ho allora inventato sue due piedi il discorso che le persone sono come le girandole etc. etc., e poi - quando l'amico ha rinunciato a partecipare - l'ho riutilizzato "girandolo" in negativo, visto che a pensarci meglio era davvero troppo da Fabio Volo. L'ispirazione in questo caso mi è venuta da un altro splendido corto del passato, ossia "È ora che tu sappia".
All'inizio dovevano esserci vari bivi e solo le giuste scelte avrebbero portato all'immagine rivelatrice. Alla prova dei fatti però ho capito che non ci sarebbe stato spazio per inserirli, per cui ho dovuto rinunciare, a parte l'unico bivio del cassetto da aprire (e sì, ho sbagliato a mettere i due paragrafi così vicini tra loro).
Gli enigmi ci hanno fatto scervellare, specie il Libeccio. Rocco Siffredi sugli sci è stata una cazzata: avrei dovuto mettere Rocco Papaleo, ma obiettivamente faceva ridere e so che molti hanno apprezzato. Speravo che qualcuno googlasse la frase "sempre con la massima ironia" per avere un aiuto, ma nessuno lo ha fatto, per cui era obiettivamente quasi impossibile riconoscerlo.
Insomma, tutte le critiche formulate al corto sono fondate, a parte una: il fatto che il finale sia identico sia dopo aver trovato il segreto che in caso contrario è voluto.
La frase infatti assume un significato differente a seconda di come ci arriviamo: "non c'è nulla di importante qui" perché non abbiamo trovato nulla... o perché ciò che abbiamo trovato obiettivamente non ha importanza, per i motivi spiegati dal padre.