Come ogni anno apro un thread sui miei progetti che non si sono concretizzati, invitando gli altri utenti a portare le loro testimonianze se ne hanno.

IL RITORNO DI DARDLEB (solo un’idea vaga): mi mancava un Corto-omaggio a Pirata delle Alpi e avevo pensato a questo, di cui però ho visualizzato solo il titolo e il fatto che il protagonista avrebbe leggermente cambiato nome in ogni paragrafo (come fece involontariamente PdA l’anno scorso). Inoltre lo avrei cominciato con una lunga presentazione del tipo “Io sono Dardleb, allievo di Ximaron-ap, colui che vinse i Gublin dalla lingua aspra e incomprensibile, colui che…” tanto per soddisfare la periodica necessità di invocare Pdor foglio di Kmer che sentono molti utenti nello scrivere i loro giudizi.
Ma poi non ho trovato nessun sistema per ficcarci dentro i/il venti.

IL CACCIATORE DI VENTI: il primo che mi è venuto in mente. Fantasy. Il giocatore interpreta un personaggio che deve catturare tre venti che una strega malefica ha “rubato” vincolandoli su una montagna che dovrà scalare. Ognuno dei tre venti ha una sua personalità: quello carezzevole e delicato (che però ti incanta), quello gelido e quello impetuoso.
Quattro razze tra cui scegliere (umano normale, simil-elfo, simil-nano e umano profugo delle terre della strega), possibilità di personalizzare un minimo le tre caratteristiche di base e determinazione casuale con due tiri di 1d6 su apposita tabella gli oggetti con cui si parte. Prove determinate dal lancio di un dado più il punteggio della caratteristica (forza, abilità, resistenza), anche i combattimenti si risolvono più o meno così.
Può vincere solo l’umano “profugo” fingendo di imporre all’ultimo vento di tornare dalla strega. Dopo aver catturato gli altri, ovviamente. Prima di incontrarlo si trova sulla montagna una misteriosa formazione che ricorda uno specchio e che si dice essere un portale per un regno fatato: dai simboli ai bordi del portale si può rinvenire un numero (ovviamente da invertire: è speculare) che è quello del paragrafo a cui chiedere supporto a una ninfa che potrà trasformare un appartenente a una delle altre razze nell’unica razza “vincente”.
Dopo aver cominciato a scriverlo e aver disegnato in Paint una rudimentale mappa/illustrazione ho abbandonato per la difficoltà di fare stare tutto nei limiti imposti dal bando di quest’anno.

CONFESSIONI DI UN D20 (o un altro titolo così): con uno stile triste e deprimente un misterioso interlocutore ci parla della pressione che gli altri gli mettono addosso e delle aspettative che hanno su di lui, considerato alla stregua di un oggetto senza sentimenti. In qualche maniera (scelta libera del giocatore o tiro di un vero dado da 20, eventualmente simulabile con qualche programma) bisogna determinare almeno 3 numeri e poi confrontarli con altrettante situazioni che vengono proposte alla fine senza rivelare subito di cosa si tratta: queste sono le classiche prove a cui vengono sottoposti i giocatori di Advanced Dungeons & Dragons, cioè tiri per colpire, prove di abilità, tiri-salvezza, ecc.
Chiaramente a seconda del caso serve un numero alto o basso per superare le prove, e il giocatore del Cortissimo non è conoscenza di quale prova si tratta per poter tarare il suo numero se lo sceglie. A seconda delle performance il dado potrebbe essere gettato via con sdegno oppure riposto nel sacchettino con noncuranza, da dove si lamenterà comunque con la sua voce piagnucolosa di essere stato ancora una volta usato senza che la sua importanza gli sia stata riconosciuta.
Abbandonato perché era troppo casuale (anche se ripensandoci avrei potuto mettere qualche indizio su quali prove venivano fatte sul tavolo da gioco), inoltre era un po’ una cretinata e non tutti gli utenti di LGL sono tenuti a conoscere il regolamento di AD&D, anzi il Cortissimo 20:20 forse testimonia che hanno maggior confidenza con le edizioni nuove. Visto che per alcuni è come il fumo negli occhi, poi…

TUTTO SUL 20: Cortissimo ispirato alla Smorfia: il protagonista è un giovane napoletano che ha sognato una festa e vuole giocare il 20 in una bisca clandestina della zona. I numeri dei paragrafi, non necessariamente in sequenza (si può passare dal 21 al 40, per dire), corrispondono ai significati della Smorfia. Possibilità di muoversi su una mappa e necessità di concludere la “missione” in un massimo di 20 mosse/passaggi di paragrafi. Abbandonato perché secondo me sarebbe andato fuori concorso essendo il 20 un motivo scatenante troppo esile.

SAN GIORGIO E IL DRAGO: un barbone milanese rivive il momento in cui, quando non era ancora un senzatetto, il tram numero 20 investì sua moglie uccidendola interpretando il mezzo come un drago da ammazzare. Nell’anniversario dell’incidente può concatenare una serie di situazioni/test (rubare un portafoglio, fare da corriere della droga per dei malavitosi che lo prendono in giro dicendogli di avere una lancia sacra, ecc.) che possono portarlo a vedere veramente il tram 20 trasfigurato in forma di drago e qui, se il giocatore avesse trovato il numero nascosto che pensavo di mettere in un’illustrazione a tutta pagina, anche “ammazzarlo”.
Troppo laborioso far stare tutto in sei pagine considerando che ci sarebbero state anche alcune illustrazioni (e dovendoci nascondere dei numeri il formato non avrebbe aiutato, anche se La Rosa dei Venti mi ha sconfessato), inoltre sarebbe stato fuori concorso visto che al posto del 20 avrebbe potuto starci qualsiasi numero. Chissà poi se a Milano i tram hanno un numero e se esiste il 20.

MANOSCRITTO RINVENUTO A MODENA: nell’introduzione ambientata in un remoto futuro vengono presentate queste sei pagine di lettere e numeri messi apparentemente alla rinfusa e senza senso, con una qualche chiave legata al numero 20 si sarebbe capito quali lettere scegliere per ottenere un brevissimo librogame. Troppo complicato da realizzare.

VENTI… DI GUERRA!: Boldi e De Sica si sfidano a colpi di scorregge. Mi sono venuti in mente solo il titolo e un abbozzo di copertina/manifesto. Per fortuna.