Volevo confrontarmi con voi se avevate capito se si parte con 4 o 5 dita, poi ho finito la prima run e mi pare di capire che contare non serve, visto che ne tiene traccia il gioco. Avete avuto anche voi la stessa impressione?

Un racconto particolare e molto ben realizzato. L'autore denota una grande classe narrativa, la storia è serrata, avvincente, con protagonisti che ricalcano alcuni dei più solidi cliché di genere, ma ben declinati e resi in modo accattivante, tanto da non far risultare mai la storia banale, prolissa, o noiosa. Mi è piaciuta anche la scelta strutturale, con la suddivisione della storia in tre differenti epoche e con alcuni elementi ludici che fanno sì che le scelte fatte durante un dato periodo della nostra esistenza possano condizionare l'evoluzione degli eventi successivi e addirittura condurci a un epilogo piuttosto che a un altro (anche se da questo punto di vista si sarebbe potuto osare di più). I finali sono tre (più un quarto molto romantico che però lascia tronca la storia) e sono divertenti e interessanti ognuno in modo diverso, tanto che non sono riuscito a decidere quale fosse il mio preferito. In uno c'è addirittura un ribaltamento di prospettiva che mischia la carte proprio in dirittura di arrivo rovesciando la visuale (e cambiando il protagonista). Tutto molto ben fatto quindi.
Tuttavia, per motivi legati probabilmente a gusti miei personali, non mi sento di considerare il racconto alla stregua di quelli che ritengo i primissimi dell'annata. Ripeto, credo che dipenda molto anche dall'attitudine personale, ma mi sento in dovere di spiegare all'autore perché secondo me Prima dell'Alba non può essere al vertice della mia classifica:

1- Il taglio onirico della vicenda mescola molto le acque, troppo. La narrazione a tratti appare un po' confusa e molto è lasciato alle interpretazioni del lettore. Questo crea delle punte di illogicità nella storia che mi hanno un po' infastidito e non mi hanno fatto appassionare fino in fondo. Il difetto si riverbera anche nell'impaginazione del racconto, che in certi punti tende al caotico (e mancano anche i rimandi nei link).
2 - Il regolamento è semplice ma nonostante questo riesce a non essere chiarissimo. Periodonikes non aveva capito se il conteggio delle ore portasse alla fine prematura dell'avventura e confesso che anche io ho avuto dei dubbi all'inizio perché non è spiegato con assoluta chiarezza. Ma i passaggi che mi hanno messo in difficoltà maggiormente sono stati altri e nello specifico quando mi si chiede se voglio usare la spada di Voda o se Kathe è con me. Mi sono chiesto immediatamente se decidere la cosa fosse frutto di una scelta personale o di azioni che dovevo aver compiuto precedentemente nel corso dell'avventura. Sviscerando a fondo il racconto mi sono accorto che in un caso era in un modo e nell'altro in quello opposto (a complicare ancor di più il tutto). Maggiore chiarezza e maggior rigore in questo senso avrebbero giovato.
3 - Ho trovato molto azzeccato (una volta capitolo) il rimando all'impiego della spada a risolvere una situazione spinosa solo se tale arma l'abbiamo conquistata in un 'epoca precedente. Una componente ludica geniale che rende assai più soddisfacente il gameplay. Mi chiedo perché usare questo eccellente escamotage una sola volta, per di più in modo poco chiaro, invece di farlo diventare una caratteristica ritornante del corto. Ne avrebbe guadagnato moltissimo.

In conclusione Prima dell'Alba è un racconto ben scritto, ben pensato, con componenti strutturali e di gioco notevoli. Nonostante ciò, a causa di un approccio un po' confusionario a mio parere, pur imponendosi come un ottimo corto, non arriva al livello dei primissimi. Mi ha lasciato un po' le stesse sensazioni di un altro lavoro in gara quest'anno, A Un Passo dalla Sabbia. Mi sembra perciò corretto valutarli allo stesso modo.

Voto finale di Prodo 7,5.

Trama: Il vampiro Nick/Nicolae affronta il padre Ismael in una secolare lotta, al suo fianco la bella Kathe/Catherine

Attinenza al bando: Il racconto presenta tre periodi temporali in cui Nick affronta Ismael (e Voda) e l’esito delle sfide si ripercuote negli eventi delle epoche successive.

Giocabilità: Oltre ai classici (ma non banali) bivi in cui al lettore è data la possibilità di scegliere la strategia su come affrontare Ismael, è introdotta la regola del tempo che, trattandosi di un vampiro, è fondamentale per evitare di arrivare all’alba quando la luce solare potrebbe ucciderlo. La varietà delle scelte permette al lettore di rileggere il racconto almeno un paio di altre volte oltre la prima. Spiace non sia stato introdotto un sistema più interattivo che permettesse di lottare contro strigoi e Ismael, alla fine sono solo le scelte “strategiche” a determinare l’esito degli scontri.

particolarità: Siamo tornati dalle parti dei vampiri di Anna Rice, che negli anni ’90 spopolavano tra i giovani. Non sono mai stato un fan di quella corrente, ho sempre preferito i vampiri della Hammer (e di Carpenter), ma visto che dopo sono arrivati i vampiri di Twilight forse erano meglio quelli bellocci con le camicie bianche, i pantaloni attillati e la manicure.

Giudizio finale: Il racconto è ben scritto e dettagliato, tanto da sembrare uno scenario per Vampiri Dark Ages (o Masquerade);  non male l’idea di suddividere in tre capitoli (e quindi tre minicorti all’interno del corto) la storia, con l’esito che influisce sul capitolo successivo.
Per quanto fosse ovvio non avrei lasciato per scontato che il lettore capisse subito che Cathrine e Kathe fossero la stessa persona, così come Nick e Nicolae.
La storia comunque funziona, si legge bene, coinvolge il lettore nella dinamica degli eventi, per quanto non vi sia molta interazione negli scontri se non a livello di scelte.
voto    7.5

Un corto avvincente, scritto bene, con scelte e meccaniche che si incastrano a meraviglia.
L'ambientazione da Secoli Bui/Masquerade è evidente e ben riportata, ambientazione che personalmente adoro.
La suddivisione del corto in tre parti esalta la trama e il susseguirsi delle epoche, creando un piccolo capolavoro racchiuso in poche pagine. Non ho praticamente mai percepito il "poco spazio" a disposizione.
La scrittura è eccellente, a volte forse troppo ricercata, ma non capita quasi mai di doversi soffermare a rileggere.
Ciò che mi è piaciuto di meno è la meccanica delle ore. In primo luogo perchè non si capisce perchè mai un vampiro dovrebbe avere il potere di viaggiare nel tempo per cambiare il futuro. Ha già tanti poteri, di questo nessuna traccia nella narrativa: ovviamente ognuno può generare la propria versione del mondo che descrive e della sua magia, ma allora dovrebbe spiegarla, e qui mi sembra che invece sia data per scontata.
Inoltre, non ne vedo la necessità. Chi ha scritto il corto ha avuto un autentico colpo di genio nello scegliere come protagonista un vampiro, la cui esistenza si misura in secoli: il modo ideale per rispettare il bando senza doversi rifugiare nella scelta più scontata, ovvero i viaggi nel tempo (metodo scelto, giustamente, dalla metà dei corti finora in gara). Ma questo vampiro, che potrebbe fare in modo naturale scelte lontane nel passato per modificare il futuro, che fa? Un viaggio nel tempo! E porc...!
Una menzione speciale la riservo per i finali, che sono semplicemente stupendi, a prescindere dalla positività o negatività. Il fatto che siano così diversi e così reali indicano la solidità della trama e della struttura. Peccato per il quarto finale mancato (paragrafo 12): se gli fosse stata data dignità pari agli altri non avrebbe sfigurato, anzi!
Il fatto che l'unica meccanica presente, di per sè semplicissima, sia spiegata così male (io credo di aver fallito le prime due run e di essere riuscito alla terza col finale migliore, ma ancora nutro dei dubbi sul conteggio) lascia l'amaro in bocca. Così come la mancanza di un finale ad hoc per questo caso, o come la frase "un'ora all'alba", chiaramente errata. Sono errori che stonano con la qualità del resto del corto.
Nonostante questi difetti, il corto è di certo il più bello che ho letto finora.
Voto: 8