PRIMA DELL'ALBA

Questo corto ci trasporta nelle atmosfere tipiche dei film alla Underworld, con ambientazione urbana, fumosa, con i colori virati al blu. Un blu notte. Ed è cosa risaputa che la notte è dei vampiri!
Ci troviamo subito alle prese con il genitore 1. Forse ha scoperto che siamo andati in discoteca senza permesso, o forse che stiamo frequentando una ragazza che non piace a genitore 2. Fatto sta che una cosa ci è da subito chiara: genitore 1 è un paternalista noiosone che ha come unico scopo nella vita di uccidere tutte le nostre fidanzate. Bo, va a capire perché. Più probabile sia nostra madre travestita.
La prosa è ottima e le descrizioni di luoghi e sensazioni curate nei dettagli, anche se la nebbia finta odora di borotalco e non di bruciato. La storia ci catapulta indietro nel tempo, fino ai Carpazi del 1290, dove ci ritroviamo alle prese con quel simpaticone di nostro padre che, tanto per cambiare, ammazza la nostra fidanzata. Non devo avere un gran gusto in fatto di donne, dopotutto. Da quel momento ci ritroviamo a vagare nel tempo, toccando i luoghi più affascinanti e scenografici, come la romantica Venezia o la Brooklyn del 99, in un susseguirsi di caccie spietate che si concludono quasi sempre con… indovinate un po'? La morte della nostra morosa. Che tu ti chiami Idilca, Catherine o Kathe, non ha importanza. Sappi che sei carne morta.
La meccanica è semplice, si tratta solo di contare le ore sulle dita delle mani, ore che abbiamo a disposizione per modificare il nostro destino. Al contrario di molti, non ho trovato difficoltà nel capire che allo scoccare della quinta ora fai un po' la fine del sorcio. Ma vabbè, si sa che io sono intelligente, al pari di quanto Ismael è infoiato con sta cosa delle fidanzate del figlio.
Ho faticato un po' a trovare il finale buono, anche se non ce n'è davvero uno migliore di un altro (forse a parte quello al 12 che lascia un po' con l'amaro in bocca). Il trucco era tutto nell'ottenere quell'oggetto che ci permette di ammazzare una volta per tutte il vecchio lagnoso dalla mascella sempre spalancata. Ho faticato, dicevo, perché la spada si trova in uno snodo strano per una scelta morale. Insomma, il babbo ammazza la nostra ragazza, figlia del suo peggior nemico. Quale altra scelta, se non rincorrerlo per gli eoni a seguire, abbiamo? Viene spontaneo, no? E invece no, dobbiamo seguire nostro suocero Voda, solo così avremo la spada (di Voda, appunto). A ogni modo la spada non è proprio fondamentale ai fini del gioco, ma… se solo l'autore/autrice avesse utilizzato un escamotage (come una parola chiave, o altro) per avvertirci nel momento in cui possiamo usarla, lo avrei apprezzato ancora di più.
A parte le mie farneticazioni idiote, questo corto mi è piaciuto davvero tanto. Bella l'atmosfera, bella la scrittura (a parte la scelta di mettere i dialoghi uno di seguito all'altro, forse per risparmiare spazio), belli i personaggi, bello tutto. Grazie, mo te ne poi pure annà (cit.).
Tiè, beccate sto 8 (OTTO)

Questo corto ha tutto, come cantava Morgan in una certa canzone dei Bluvertigo: "e quindi anche il brutto". In Prima dell'alba troviamo una raccolta di pregi e difetti tipici dei corti, ma con un'evidente preponderanza dei primi. Sì, c'è il passaggio dell'arma che è un po' forzato (come in tanti classici del genere), c'è qualche semplificazione eccessiva per far stare l'intera storia in poche pagine, ma chi ha realizzato il corto aveva una "visione" chiara in testa e l'ha tradotta bene sulle pagine, mostrando un'ottima capacità di gestione del medium.

Lo stile incontra il mio gusto personale, ricco senza essere troppo barocco, l'argomento è d'impatto (impossibile non pensare a Vampire The Masquerade - Redemption e Highlander) e soprattutto centra perfettamente il tema del concorso. Peccato per i link ipertestuali che han reso la lettura un po' più faticosa.

Allo stato attuale è forse il corto che gradirei di più vedere espanso in un'opera completa.
Per questo lo metto sul podio premiandolo con un 9.

DISCLAIMER: In queste valutazioni cerco di combinare il mio gusto soggettivo con una valutazione per quanto possibile oggettiva.
Il punto "POTENZIALE DI AMPLIAMENTO" non costituisce un elemento discriminante nella valutazione ma mi sembra giusto evidenziare se il corto, a mio avviso, potrebbe beneficiare di una futura versione estesa.

PRO
(+) Stile di scrittura molto buono.
(+) Finali ben diversificati
(+) Struttura ad atti che ho trovato particolare e ben realizzata
(+) W i Powerwolf!

CONTRO
(-) La meccanica delle ore non l'ho trovata troppo efficace. Ammetto dopo un po' di averla ignorata.
Non amo l'esercizio della memoria; non potevo prendere appunti su quale percorso richiedesse o meno la perdita di un ora. Questo rendeva la lettura del corto più faticosa.
(-) Non è estremamente originale

ADERENZA Al TEMA: Molto Buona
Uno dei corti più aderenti al tema finora letto, l'unica cosa che ancora una volta non mi fa dire "Ottima aderenza al tema" è che la storia è come se fosse intrisa dal destino dell'attrazione tra Nicola (si mi va di chiamarlo così) e la riccia di turno

POTENZIALE DI AMPLIAMENTO: Per quanto il corto sia già così autocontenuto la storia si presta ad essere approfondita ed arricchita fino anche, volendo, a diventare un librogame vero e proprio

Giudizio Finale: Al momento per tutte le ragioni elencate sopra è il mio corto preferito dell'anno.
Vai Armata Strigoi il podio è tuo!
VOTO 8.5

Devo ammettere che il regolamento mi ha lasciato interdetto. Non tanto per la questione “chi è Ismael”, visto che lo scopriamo in corso, quanto per quale motivo ci abbia fatto questo? E perché non ne siamo troppo stupiti? E perché all’alba dovrei morire? Siamo forse vampiri? E come faccio a cambiare il mio destino rivivendo le notti più importanti del mio passato? E chi è Idilca?
Insomma, non è un male che l’intro mi dia degli interrogativi: significa che è scritta bene e che è riuscita a farmi incuriosire riguardo alla storia del corto. Ma quando l’intro mi dà una quantità così grande di confusione mentale...
Insomma, è con tantissime domande in testa (forse troppe) che inizia la lettura di questo racconto, che per fortuna si dimostra ben scritto e ha anche una struttura molto interessante, diviso in capitoli e con diversi finali. È interessante anche l’idea che un’azione nel passato possa influenzare il presente, anche se da un punto di vista logico la cosa in questo corto mi sembra poco giustificata. Sembra poco chiaro anche l’utilizzo della spada: da quello che ho capito, se ne siamo venuti in possesso in passato, possiamo far affidamento su di essa, ma la cosa sembra completamente fuori contesto: come facciamo a usare una spada se in realtà siamo ad un concerto? È una spada invisibile? Ce l'avevamo con noi (e se si, per quale dannatissimo motivo?)? Ci andiamo in giro tutti i giorni?
Insomma, un’idea grandiosa dell’autore/autrice, descritta forse in maniera un po’ troppo confusa.

L’impaginazione poteva essere migliore, e anche in questo corto mancano i link ipertestuali.
Detto questo, do al corto un 7 perché, al netto delle cose che non mi convincono (e sulle quali, secondo me, è proprio impossibile passare sopra), ho trovato sia la scrittura che (soprattutto) la struttura del corto davvero ingegnose.

ECCELLENTE.

In tutta franchezza, il difetto principale di questo Corto è che quella che pare la sua meccanica di base, cioè la conta delle ore, non è spiegata bene: dirmi  “se esaurisci le ore vai al paragrafo X” e mettermi un finale ad hoc sarebbe stato perfetto, invece il “regolamento” ti dice solo “la tua avventura sarà conclusa”, indicazione vaga e insoddisfacente considerata la cura riposta nel resto dell’opera.

Se vogliamo, il fatto che la spada sia l’unico oggetto chiave e che alcuni paragrafi siano quasi interamente riciclati fa un po’ storcere il naso. E poi il paragrafo 37 menziona la spada di Voda anche se è possibile arrivarci senza averla recuperata, un errore grossolano che si poteva evitare senza che il paragrafo ci rimettesse alcunché.

Il resto è favoloso. Splendida scrittura, che non spiega tutto tutto ma è ben lontana dall’ermetismo di un certo Corto precedente. Fenomenale la suddivisione in atti, soprattutto perché miracolosamente tutti e tre riescono a svilupparsi molto bene nonostante i limiti di spazio. Ottimi tutti i finali, e bello il fatto che ce ne sia uno raggiungibile soltanto con un true path non facilissimo da individuare. Questo è un Corto completamente realizzato nello spazio a disposizione, impresa nient’affatto facile considerata l’ambizione dell’opera. Grande impatto, ritmo serrato e avvincente, invoglia proprio a rileggerlo più volte alla ricerca di tutte le opzioni.

Voto: 9