GGigassi ha scritto:

come voteranno questo Corto quelli che chiedevano la testa dell'autore di 96_21 perché non aveva detto prima che bisognava ricordarsi se si finiva in un loop una o due volte

Per me De Cuius è uno dei migliori racconti dell'edizione.
C'è una differenza abissale fra il sistema di gioco dei due. In 96_21 il regolamento dà per scontato che ricordiamo un dato, e il lettore che non ha memorizzato tale dato non sa come proseguire. È universalmente riconosciuto come errore di game design.

Qui non siamo obbligati a memorizzare quei dati. Ci viene chiesto se li abbiamo in memoria. Viene contemplato dal testo stesso l'opzione "non ti ricordi".

Questo è stato uno tra i primi corti che ho letto (sì, noi giudici abbiamo accesso a un sacco di cose fighe e molto prima degli altri. Non ultima una suite pagata da Librogames land con open bar illimitato. Grazie Prodo!) Mi ero lasciato affascinare dal titolo: De cuius.
Come Zamanni mi insegna (se gli dessero 1 euro per ogni volta che lo cito, non dovrebbe neanche più lavorare) la formula de cuius si usa in giurisprudenza per riferirsi alla persona defunta.
La vecchia in questione (che non è proprio morta morta, anche se in alcune situazioni si fa il tifo per la tetra mietitrice) è praticamente mia nonna Maria. Oh, solo mia nonna aveva il fazzoletto nella manica e viveva per il nipote?
Ci troviamo nei panni di Perla Dell’ingegno, la giovane notaia di Chiasso Micciuso, e già questo è sufficiente per farmela piacere. La povera Perla si trova alle prese con la signorina Pandolfini, una di quelle donne di una volta fatte di contraddizioni che l’autore/autrice riesce a descrivere alla perfezione con dei dialoghi perfetti. Leggendo il testo si ha l’impressione di averla davanti agli occhi. Sono quelle cose del tipo: io, di mio pugno… quegli altri (rivolta ai parenti)… non mi fido… ecc. che ce la rendono reale (insieme al suo italiano sgrammaticato, ma fin troppo vero).
La vecchia ce l’ha con la nipote perché non è sposata, ma lei stessa non lo è. Ce l’ha con il fratello perché a suo dire è stato avvantaggiato in quanto maschio, ma lei replica lo stesso schema con il nipote. Insomma, mia nonna para para fino all’ultimo beddu (dove il beddu sarei io. Nonna diceva che assomiglio a Paul Newman. Tiè, becca e porta a casa.)
Il corto si sviluppa in una vera e propria indagine dove saremo chiamati a sviscerare la storia della donna, ricordando gli elementi chiave del suo racconto (scritti in neretto per una maggiore chiarezza) per sbloccare il finale migliore. Per fare ciò, dovremo porre domande, tenendone traccia con le dita della mano (5 domande per l'appunto, anche se alcune situazioni potranno aumentare o ridurre quel numero). Al termine della nostra piccola analisi ci verrà chiesto quanto siamo stati attenti ai vaneggiamenti di nonn… ehm, della signorina Pandolfini. Ho tribolato per sbloccare tutti i finali, e a ogni run successiva alla prima aggiungevo un nuovo tassello che mi ha consentito di sbloccare l'Epilogo extra. Tutto molto soddisfacente.
Una nota di colore sull'Epilogo 3, in cui l'autore/autrice fa una sua personale predizione sul prossimo vincitore del premio Librarsi, chiedendo a noi lettori di votare questa storia per continuare a leggiocare le avventure dello studio notarile Dell'Ingegno. Chissà se la previsione sia davvero azzeccata.
Il mio voto, scritto di mio pugno, ma non ditelo a quelli, è 9 (nove).
In fede, quello beddu beddu che somiglia a Paul Newman
Fabrizio Fortino

GGigassi ha scritto:

da podio solo se mettessimo tra le due sillabe la 16°, la 3° e la 13° lettera dell'alfabeto italiano

Bellissima definizione enigmistica!        

F.A.S. ha scritto:

dove siano le scelte del passato e l’eredità nel presente o futuro

Ti dico come l'ho capita io.

Ovviamente spoiler.

L'eredità, in questo caso, è l'eredità ideologica che la famiglia ha trasmesso alla signora Pandolfini e di cui lei è inconsciamente succube. Le azioni che compie sono infatti dovute alle scelte che i suoi genitori hanno preso e che lei imita nonostante da bambina le ritenesse sbagliate.
Sono le famose "scelte dei padri che vengono ripetute dai figli".
È una declinazione del tema a cui avevo pensato? Onestamente no.
Mi piace? Moltissimo.

A mio parere, non è una paraculata. Non è un elemento messo a caso, ma la morale stessa del corto. Una morale attualissima e presentata con delicatezza e acume.

Trama    Una neonotaia affronta la sua prima cliente, un’anziana signora, per la stesura del testamento.

Attinenza al bando: Le scelte del passato che influiscono il futuro non sono facili da individuare, di certo non quella della protagonista, suppongo quelle della famiglia della cliente, il cui comportamento ha influito sulle scelte dell’azienda per il testamento. Per quanto riguarda la regola di non adoperare ausili è stato troppo semplicemente utilizzato l’espediente di tenere a mente gli indizi, che tra l’altro saranno fondamentali alla fine per fare i conti. Non è realistico che la notaia, come qualsiasi consulente, non prenda nota delle informazioni del cliente. Mentre l’espediente delle dita della mano è accettabile anche se non è chiaro perché non potrei fare più domande del dovuto.

Giocabilità    Una storia a bivi semplice dove però bisogna tenere a mente alcuni indizi e contare con le dita le domande. Una volta completato però è difficile una rilettura, a meno di voler ritentare per un epilogo migliore.

particolarità: Penso di trovare per la prima volta un finale dove l’autore ringrazia il lettore per aver giocato.

Giudizio finale: Una sfida decisamente insolita quella del notaio e della cliente, anche se ricostruire le vicissitudini famigliari dell’anziana donna non si può dire una avventura avvincente, il tenere a mente tutto (soprattutto i numeri) non l’ho trovato un buon espediente, anche gli indizi sono riportati in grassetto per evidenziarli.  I diversi finali forniscono ulteriori indizi alle vicende famigliari della Pandolfini che possono lasciare, più o meno, l’amaro in bocca.
In generale però mi è piaciuta l'idea di una indagine sull'eredità famigliare in cui emergono i soliti "parenti serpenti", e anche le dinamiche di indagine sono ben descritte.
Gli do 0.5 punti in meno per le due "debolezze" di cui sopra (tema e indizi a mente), ma mi riservo il diritto a fine concorso di rivedere il punteggio.

voto    7