E proprio a fine concorso arriva la sorpresa! Ho la convinzione che questo racconto sia stato scritto da una delle autrici in gara, lo stile mi fa pensare a questo e la mancanza di link diretti ai rimandi mi convince che siamo di fronte a un esordiente (e tutte le partecipanti di quest'anno lo sono). Ragione per cui mi ha sorpreso constatare come De Cuius sia solido da tutti i punti di vista. Forse l'ideatrice ha già scritto LG in passato, o ha avuto validi tester, non lo so, sta di fatto che il lavoro è molto valido. Di solito chi si cimenta per la prima volta con un'opera interattiva tende a commettere, in modo più o meno netto, una serie di errori tipici in cui siamo passati un po' tutti quando abbiamo cominciato a scrivere librogame. In questo caso tali errori non ci sono. I difetti del racconto sono due o tre, tutti minori: la prosa, chiara e frizzante, a volte tende a indulgere in qualche ripetizione di troppo; il sistema ideato per lanciare la sfida, che prevede la memorizzazione di una serie di nomi e cifre, è forse un po' troppo astruso, soprattutto se si mira a conquistare l'epilogo migliore tra quelli disponibili; il finale del paragrafo 32, con l'uscita improvvisa dalla narrazione nella ultime due righe per rivolgersi direttamente al lettore, stride un po' e l'ho giudicato forse una punta fuori luogo. Ma sono difetti veramente minimi, che elenco per completezza analitica, perché l'opera mi ha convinto in pieno e mi ha divertito enormemente.
A cominciare dall'argomento prescelto, una simulazione di vita professionale di una giovane notaia (e credo che difficilmente verrò smentito se affermo che un'idea simile non c'era mai stata fino a oggi, e non solo a livello di concorso): un argomento potenzialmente pesantissimo che viene reso, ricorrendo a qualche licenza, avvincente. In pratica il primo caso di Perla Dell'Ingegno si trasforma in una vera e propria investigazione, in cui oltre a sapere porre le domande giuste dovremo essere in grado di valutare con sagacia le caratteristiche della persona che abbiamo davanti per capire come prenderla. Sbagliare l'approccio infatti può condurci a un prematuro game over, o a uno degli epiloghi meno soddisfacenti e soprattutto nella prima run non è peregrino incappare in errori.
Abbiamo un numero limitato di domande che possiamo porre prima che il tempo a nostra disposizione si esaurisca, e per tenerne conto l'autrice ha sfruttato un sistema non certo innovativo, ma efficace e snello, quello di alzare le dita della mano a guisa di conteggio. Tenere le antenne ben dritte e fare tesoro di quello che ci racconterà la signorina Pandolfini è fondamentale: per aiutarci i passaggi chiave del dialogo saranno grassettati, in modo da risultare più evidenti, ma non sarà comunque facile sbloccarli considerando che a certe informazioni si arriva solo con il corretto approccio. La struttura è valida: non esistono paragrafi inutili e anche quando si potrà avere l'impressione di perdersi in chiacchiere ridondanti sarà sempre possibile memorizzare preziosi elementi aggiuntivi. Raggiungere l'epilogo migliore già alla prima lettura è veramente difficile, e questo fatto garantisce al corto una buona rigiocabilità; penso che in media ci vogliano almeno tre run per leggere quasi tutto, anche se imparare dagli errori commessi nelle prime sessioni è piuttosto naturale e paga in quelle successive.
Un'altra cosa che ho apprezzato: la temperanza e la misura che predicano il racconto. Bisogna combattere per i propri ideali e non metterli da parte per comodità e quieto vivere; ma bisogna anche essere in grado di comprendere le persone che si hanno di fronte e utilizzare i giusti modi per approcciarle, perché spesso la vita insegna che la forma è sostanza e saper interloquire con chi abbiamo davanti una acuta forma di intelligenza. Questo si vede per esempio nel passaggio in cui puntualizziamo che non siamo "signorine" ma dottoresse o notaie: farlo una volta ci farà guadagnare info utili, insistere ancora e ancora sarà invece deleterio. Infine un encomio per gli epiloghi: al netto della piccola discrasia che ho citato in quello al paragrafo 32 li ho trovati tutti molto divertenti e in grado anche di far riflettere.
Dal mio punto di vista De Cuius merita applausi convinti: lo metto assolutamente nel lotto dei possibili vincitori e non vi nascondo che forse proprio l'ultimo corto in gara è diventato il mio favorito.

Voto finale di Prodo: 8.

Mah, non condivido l'entusiasmo del mio sodale Zakimos, anzi direi che questi ultimi tre Corti sarebbero da podio solo se mettessimo tra le due sillabe la 16°, la 3° e la 13° lettera dell'alfabeto italiano (scusate la battutaccia, era dall'inizio del concorso che volevo farla).

Zakimos ha scritto:

GGigassi ha scritto:

Mah, non condivido l'entusiasmo del mio sodale Zakimos, anzi direi che questi ultimi tre Corti sarebbero da podio solo se mettessimo tra le due sillabe la 16°, la 3° e la 13° lettera dell'alfabeto italiano (scusate la battutaccia, era dall'inizio del concorso che volevo farla).

Non me l'aspettavo da una persona normalmente morigerata qual tu sei

GGigassi ha scritto:

Mah, non condivido l'entusiasmo del mio sodale Zakimos, anzi direi che questi ultimi tre Corti sarebbero da podio solo se mettessimo tra le due sillabe la 16°, la 3° e la 13° lettera dell'alfabeto italiano (scusate la battutaccia, era dall'inizio del concorso che volevo farla).

Parbleu! 

Però sì, leggendo gli ultimi 6 corti mi sono reso conto di essere stato troppo basso coi voti nelle settimane precedenti, dove in effetti ci sono stati i lavori più belli (a mio parere). Spero di riuscire a correggere un po' il tiro nell'ultima settimana, questa cosa dei corti rilasciati a scaglioni mi ha messo in difficoltà.