Il viaggio della màlia

Il viaggio della màlia è un racconto dal sapore stregonesco o wicca, ricco di avvenimenti e combattimenti, con un regolamento semplice anche se usare una mano per tenere traccia delle trasformazioni l’ho trovato macchinoso e poi incline ad aiutare la memoria, una volta capita la meccanica, ho tenuto traccia dei valori di Magia e Forza senza avere bisogno di ricordare a quale animale fosse associata la posizione delle dita, mentre tenere traccia degli hashtag è stato più semplice della forma assunta. Il tema del viaggio è rispettato, la protagonista è sempre in movimento, anche se più debolmente che in altri racconti.

Dopo una dura lotta scelgo L'ultimo viaggio come mio preferito del girone eliminatorio.

Solo tu senti la voce di Mike che parla nel vento
Fatto di cronaca che non conosco, questo racconto mi spinge ad approfondire la cosa, punto a suo vantaggio.
Regolamento e struttura fuori dagli schemi, che però secondo me esula dal bando del concorso, che richiede di poter leggere i racconti su dispositivi digitali senza l'ausilio di materiali esterni (carta e software pc lo sono), quindi per me non passa il turno.

Il viaggio della malia
Scrittura a mio avviso un po' incerta, bella storia raccontata un po' troppo in fretta e furia, sicuramente a causa delle ristrettezze del bando.

L'ultimo viaggio
Copertina che richiama i LibriNostri, ma non cogliendone i font giusti. Il che mi porta a pensare che l'autore sia una vecchia conoscenza di Lgl, ma che non si sia mai impaginato da solo o che comunque si sia appoggiato ad altri per quanto riguarda la copertina.
Racconto ben scritto e dal regolamento semplice come piace a me. Mi piacerebbe ritrovarlo rivisto e allungato quel tanto che basta per portarlo tra i LGL Collection


Passa il turno: L'ultimo viaggio

L'ULTIMO VIAGGIO

Un corto semplice, fatto molto bene, con paragrafi e scelte coerenti, senza fronzoli e funzionale. La fantascienza non è il mio genere preferito e questo corto viene anche oscurato da Star3 della settimana precedente, simile in alcuni punti, ma questa è solo la mia percezione. In realtà lo preferisco a Star3 perché non mi ha mai fatto storcere il naso per quanto riguarda stile di scrittura, coerenza e progettazione del corto. Resta comunque un try and error, seppur con meno aleatorietà rispetto a Star 3. Tuttavia il confronto devo farlo con i concorrenti di questo girone e posso affermare con sicurezza che non si classificherà al terzo posto. Cosa non mi è piaciuto? Il fatto che sia una storia a bivi e non un vero e proprio gioco. Tra le due fazioni “libro” e “game”, io cerco di non tendere troppo ai due estremi. Secondo me in questo corto c'è pochissimo gioco. Devo però riconoscere che rispetta il tema al 100% ed è una storia perfettamente ottimizzata per essere un corto. Ne terrò conto nel mio giudizio finale. Brav librogamista! Ci sai fare.


IL VIAGGIO DELLA MÀLIA

Durante la prima run (vittoriosissima), mi sono innamorato di questo corto. La meccanica delle trasformazioni l'ho trovata a dir poco geniale, un ottimo modo per evitare i dadi, ma restituire quella stessa sensazione adrenalinica data dal lancio e dalla scoperta del risultato. Non l'ho trovato difficile. Forse è difficile ricordare in quale animale ci si sta trasformando, ma in realtà non è necessario saperlo. Certo, ricordarlo rende l'esperienza più immersiva, ma alla fine ciò che conta è quante e quali dita sono alzate. Non l'ho trovato nemmeno scomodo: per dieci minuti si può resistere. Forse se il corto venisse trasformato in un libro, allora sarebbe il caso di modificare il sistema delle dita. Credo anche che siano state gestite bene le trasformazioni, evitando di fare riferimento alla forma attuale. Sono stato quasi sempre un cervo e mai mi è capitato di leggere “apri le ali e voli”. Bene! La prosa mi è piaciuta, forse alcuni passaggi mi sono risultati più bruschi rispetto al primo corto di questa settimana.
L'aderenza al tema mi ha dato da riflettere. C'è un percorso in cui il viaggio c'è e si sente, ma quel viaggio è quasi completamente evitabile prendendo un altro percorso. Nei panni dell'autore sarei stato più attento a questo aspetto.
Resta uno dei miei corti preferiti in questo concorso.
PS: l'atmosfera mi ha ricordato il fuoriconcorso Cappuccetto Rosso.


SOLO TU SENTI LA VOCE DI MIKE

Una bella atmosfera onirica, resa bene da una penna consapevole. Per tutto il tempo ho avuto la sensazione di avere a che fare con una persona assorta nei suoi pensieri e nei suoi conflitti e la scrittura a mano enfatizza ancora di più questa sensazione. Anche i disegni fanno la loro parte (piccola domanda fuori tema all'artista: si tratta di acquerello? Fatto “a mano” o al computer? Sono un appassionato di pittura ad acquerello quindi magari dopo il concorso discutiamone un po' XD).
Ho trovato una bella storia, una bella narrazione, un coraggioso azzardo e delle buone e efficaci diramazioni.
Veniamo però alle note dolenti.
Innanzitutto il regolamento. L'ho trovato un lungo e inutile preambolo che non mi ha fatto immergere fin dall'inizio nella storia. Era proprio necessario parlare del feedback dei tester? E poi perché progettare un racconto in cui bisgna stampare o salvare file se gli ausili esterni non sono concessi? In realtà l'ho letto senza seguire quelle indicazioni e sono riuscito comunque a raggiungere i finali tornando indietro e riguardando i disegni che avevo incontrato. Se il modo per sbloccare i finali era contare i colori, bisognava specificarlo prima. Forse l'autore/trice voleva creare un po' di suspance rivelando solo alla fine questo scopo, ma essendo la meccanica principale (l'unica, anzi), era necessario metterla in chiaro fin da subito. A livello extratestuale ha privato il lettore del suo scopo, fino alla fine.
La scrittura a mano è suggestiva, ma fastidiosa a lungo andare, così come la mancanza dei link ai paragrafi: posso farne a meno in un cartaceo, ma lo pretendo in un concorso basato sul presupposto della mobilità.
Qui si è parlato di esperimento. Forse io azzarderei “stravaganza”. Sì, perché se il tutto fosse stato scritto con word, e i disegni fossero stati semplici immagini o parti di testo colorato, il racconto sarebbe risultato normale. Probabilmente avrebbe incentivato anche la rigiocabilità visto che prima di imbarcarmi nelle run successive alla prima ci ho dovuto pensare più volte (non mi andava di riaffrontare la lettura di un testo a mano sullo schermo).
Il pensiero che ancora mi perseguita e a cui non riesco ancora a darmi una risposta è se considerarlo o no un fuori concorso.
Ci tengo però a ribadire che mi è piaciuta la storia e la scrittura e mi complimento con l'autore/trice. Potrebbe diventare un libro molto significativo. Non tutto scritto a mano però!



Mi prendo ancora qualche ora prima di esprimere il mio giudizio finale.

IL MIO VOTO PER LA FINALE

Come si evince dall'ultimo post, voto fortissimamente L'ultimo viaggio, perché, nonostante la semplicità - o meglio, l'assenza - delle meccaniche, riesce a portare chi legge in un appassionante viaggio attraverso l'universo, con tanti percorsi e finali interessanti ed avvincenti.