Re: Corti 2023 - Settimana 5
Buon giorno a tutti,
guardando i commenti degli scrittori sui loro corti, ho deciso di lasciare anch’io un commento in qualità di autrice del corto di Post Scriptum.
Non vi scriverò i motivi che mi hanno portato a scrivere questo corto. Onestamente non lo ritengo il luogo adatto per tale questione. Ci sono motivazioni molto forti e personali dietro e non sarebbe facile scrivere pubblicamente cose tanto intime. Oltremodo, non è nato dalla semplice conoscenza di una bambina incontrata o dalla documentazione approfondita su uno specifico argomento.
Ciò non toglie che chiunque vorrà approfondire questo aspetto, possa scrivermi privatamente. Sarò ben lieta di esprimermi con maggiore trasparenza.
Offrendovi comunque un’opinione riguardo alle votazioni, sono rimasta piacevolmente attratta dalle vostre opinioni, altre invece le ho trovate un tantino meno piacevoli.
Credo che le persone, quando sono abituate a vedere il mondo in un certo modo, fanno un enorme fatica a vedere una prospettiva nuova, diversa, ignorata fino a quel momento.
Alcuni hanno la propensione a voler scoprire di più qualcosa che non si conosce, altri invece ricadono sulla costanza di avere un’idea ferma e decisa. È un difetto? Una visione sbagliata? Assolutamente no.
Ognuno è libero di vedere il mondo di qualunque colore voglia. Ciò nonostante, imporre un’idea sulla base di un’altra diversa od opposta dalla tua, crea una sorta di mancanza di comprensione.
Una storia non è solo una lettura ma è anche comprensione e consapevolezza.
La consapevolezza non deve mai essere solo di logica. Molti hanno usato solo la logica per il mio racconto e hanno peccato a loro volta di comprensione. Come detto, vedere modi diversi vuol dire avere percezioni diverse. Quando però utilizzi un modo universale per valutare tutti i racconti alla stessa maniera evidentemente non riesci ad andare oltre la tua visione.
Mi sento di condividere l’opinione che ultimamente i librigame si stiano concentrando più sulle meccaniche di gioco che sulla storia. La costante ricerca dell’innovazione, dell’attrattiva componentistica da giocare, lanciare dadi, pescare le carte.
E quando si ha solo una storia a bivi, lì si applica invece la semplice logica. Il gioco non è sempre una questione di matematica ma anche del contesto in cui si applica.
Molti di voi sono stati scettici nei confronti dell’associazione cuore/mente nelle scelte e nel contesto degli oggetti utilizzati ed è comprensibilissimo ma il mio corto è un “non detto” perché lasciava a chiunque la possibilità di immaginazione e interpretazione personale.
Dietro ogni cosa c’è sempre un perché, basta solo trovare la risposta più appropriata.
Il compito di un libro a mio avviso è quello di far immaginare ai lettori qualunque mondo loro vogliano creare con la propria fantasia.
Quanti sono rimasti delusi perché un film o una serie tv non era quello che loro si erano immaginati?
Immaginate di applicarlo anche al mio corto.
Non è innovativo a livello di regole, ma è davvero importante questo? O è importante che un lettore viva una bella storia?
La bambina è un’umana? Non lo è? È una bambina che ha perso la memoria? È una disabile? Un fantasma? Potete in questo caso applicare la logica per ognuno di queste prospettive? Se ne siete in grado, sarò molto curiosa di ascoltarvi.
Se invece la logica vi ha portato a fermarvi alla due prime opzioni che sono le risposte più scontate, in quel caso rimarrà comunque un vostro tipo di immaginazione.
Vi invito a una riflessione: qual'è il vostro concetto di librogame? Cosa credete sia appropriato mettere in campo per la sua realizzazione? E se l'intento è scrivere qualcosa di personale, non è meglio avvalersi dei romanzi? Bisogna imparare ad adeguarci agli altri o a scrivere solo per noi stessi?
In ogni caso, questo concorso è stata una bella occasione per interfacciarmi con il pubblico dei lettori. Capisco molto bene che se state leggendo questo commento potreste avere opinioni non proprio allegre nei miei riguardi ma sono una persona profondamente consapevole della mia onestà perciò tenere a freno questo tipo di considerazioni non avrebbe giovato, tenendole solo per me.
Perciò grazie di aver letto fino a questo punto e se volete fare due chiacchiere, avere scambi di opinioni o condividere le vostre idee sui vostri librogame, sarò ben felice di ascoltarvi e darvi tutto il mio supporto.
“Comprendere un libro è il primo passo per essere vicini a uno scrittore.“
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Re: Corti 2023 - Settimana 5
Personalmente ho apprezzato molto la tua onestà e il tuo punto di vista. Hai fatto bene a condividerlo. Ci tengo quindi a risponderti al meglio.
Purtroppo il pubblico "di fuori", e io sono in questo pubblico avendo letto da spettatore il tuo racconto, è "freddo". Freddo nel senso che parte senza un background, o un punto di vista. Si basa solo su quello che legge.
L'autore ha il compito di fare innamorare il pubblico del testo solo DAL testo. Se non ci riesce non è colpa del lettore, perché lui parte, teoricamente, senza pregiudizio (non avendo alcun altro punto di riferimento).
Inoltre: sono totalmente d'accordo con te che le meccaniche non sono tutto. Ma ricorda che esistono due tipi di lettori: head e heart. I lettori head cercano la logica, e nel mondo del librogame cercano la soddisfazione del gioco. I lettori Heart sono invece quelli a cui tu punti: voglio emozionarsi.
Vale più un lettore rispetto a un altro? No di certo. Cosa dobbiamo sforzarci a fare noi? Puntare a soddisfare entrambi. Penderai ovviamente in una delle due categorie, ma soddisferai entrambi.
La Strada della Duchessa è piena di emozioni, ma ero consapevole che non tutti lo avrebbero scelto se ci fossero state Solo quelle. Da qui il parametro Fatica che diventa poi Tempo, gli enigmi visivi con rimandi nel testo, le 3/4 parole chiave.
Detto questo, non è che questa è una prescrizione del medico. Alla tua domanda: scrivi per te stesso o per gli altri, io ho una chiara risposta, mia e personale: io scrivo per gli altri. Da qui tutto il ragionamento sopra.
La cosa più bella però, e che mentre penso agli altri, gratifico me stesso. E questa è la mia grande fortuna
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Re: Corti 2023 - Settimana 5
Con colpevole ritardo posto le mie recensioni.
Inizio parlando della scelta della prima persona che accomuna La strada della duchessa e Post scriptum, perché è una bella novità che sta facendo molto discutere (in questo thread).
C'è chi l'ha trovata meno coinvolgente della prima, chi ha trovato il personaggio troppo caratterizzato per immedesimarcisi... personalmente posso dire che io l'uso della prima persona l'ho molto apprezzato, e anzi l'ho trovato una scelta vincente per entrambi i corti: i pensieri costanti dei personaggi protagonisti, che commentano quello che accade intorno a loro e che descrivono ciò che accade nella loro testa, non avrebbero avuto lo stesso effetto con una seconda persona; anzi, ho paura che in tal caso questi pensieri sarebbero sembrati forzati, come se fosse un'imposizione da parte degli autori.
Detto ciò.
De La strada della duchessa la cosa che mi è piaciuta di più è la facilità con cui l'immaginazione di Memmo ha rischiato di influenzare le mie scelte senza che me ne accorgessi: la sua paura di fare un percorso con le buche, ad esempio, con il rischio di bucare una ruota, mi ha portata in un primo momento a escludere quel percorso per paura di perdere tempo... poi mi sono resa conto però che questa paura era perfettamente infondata, visto che di fatto ci troviamo su una cyclette. Il fatto che mi ci sia voluto un attimo di più per accorgermene mi ha fatto capire quanto fossi arrivata a immergermi nella lettura. È per questo (e anche per la lettura assolutamente gradevole e la tenerezza che mi ha suscitato la storia) che ho votato questo corto per il passaggio di turno.
Due note di merito: le illustrazioni che ci aiutano a scegliere il percorso da intraprendere (che altrimenti sarebbe stata una scelta vuota, alla stregua di "vai a ovest" e "vai a est" in un dungeon), e i personaggi secondari che pure nella brevità delle loro comparse sono ben caratterizzati dai dialoghi ("scusa un cacchio, papà").
La cosa che mi ha colpito subito di Post scriptum invece è stata la narrazione al passato e le scelte al presente. Non l'ho stranamente percepita come una nota stonata. Era come se facessimo le scelte nel presente e la protagonista ci raccontasse delle conseguenze a distanza di tempo. Non so se è stato fatto con questo preciso intento, ma l'effetto finale mi è piaciuto.
La forma diaristica poi si fonde bene con l'atmosfera e l'ambientazione del racconto: non sappiamo molto della protagonista o dell'attuale situazione della terra, i dettagli e le informazioni sono ben dosate per lasciare libera l'immaginazione del lettore, questo tiene aperte diverse possibilità di interpretazione e devo dire che in una certa misura mi è piaciuto e lo ritengo un punto di forza.
Le meccaniche d'altro canto sono un po' deboli, come già fatto notare da altri. La classica opposizione tra cuore e cervello è semplice e immediata, e il meccanismo in sé avrebbe potuto rivelarsi efficace. Quello che è mancato, secondo me, è stato che leggendo non si capiva in base a quali criteri venissero attribuiti i punti.
Faccio qualche esempio: guadagno un punto mente se uso la mappa che ho trovato prima, ma la scelta di usarla me la dà il testo, io non faccio nulla. Oppure: guadagno un punto cuore se accarezzo gli orsi, ma non se do loro del cibo. O ancora: guadagno un punto mente se non posso o non voglio dare l'acqua alla piantina.
Un'altra cosa che secondo me non ha funzionato è il fatto che la scelta finale dipenda unicamente dal nostro punteggio (si toglie agentività al lettore che diventa spettatore passivo in un momento decisivo), così come il fatto che il raggiungimento dell'unico finale soddisfacente sia pregiudicato da un oggetto che si può trovare solo all'inizio e compiendo una determinata scelta.
Infine, ci tenevo a spiegare il motivo per cui ho cambiato idea sul votare questo corto al ripescaggio: ha a che vedere con longevità del corto, ovvero con la sua rigiocabilità. Post scriptum mi ha dato delle emozioni forti e chiare alla prima giocata, ma alla seconda non mi ha detto nulla di nuovo, cosa che non mi è successa invece con Viaggio al centro della città.
Ho comunque molto apprezzato Post scriptum per la sua delicatezza e penso che sia una bella novità nel panorama librogame.
Viaggio al centro... della città
Mi ha divertito molto giocare questo corto, e l'ho fatto con un pizzico d'invidia perché avevo iniziato a scrivere un corto con delle meccaniche simili (poi abbandonato per mancanza di tempo). Leggendo Viaggio al centro della città mi sono ritrovata più volte in delle situazioni che ho davvero affrontato nella vita reale (la volta che stavo restando a piedi per il radiatore la ricordo ancora con un misto di orrore e divertimento) e quindi l'ho molto apprezzato per il suo realismo tragicomico, nonché per la sua rigiocabilità che mi ha infine convinto a votarlo per il ripescaggio.
Nota di merito: non è passata inosservata la scelta dell'autore di mettere prima il nome femminile e poi quello maschile ("ti chiami Giulia (o Giulio)"), un'accortezza che ho apprezzato perché implica che il genere femminile del pg non è l'eccezione ma può essere anche la regola.
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2p2z
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Maestro Ramas
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Re: Corti 2023 - Settimana 5
2p2z ha scritto:Viaggio al centro... della città
Mi ha divertito molto giocare questo corto, e l'ho fatto con un pizzico d'invidia perché avevo iniziato a scrivere un corto con delle meccaniche simili (poi abbandonato per mancanza di tempo). Leggendo Viaggio al centro della città mi sono ritrovata più volte in delle situazioni che ho davvero affrontato nella vita reale (la volta che stavo restando a piedi per il radiatore la ricordo ancora con un misto di orrore e divertimento) e quindi l'ho molto apprezzato per il suo realismo tragicomico, nonché per la sua rigiocabilità che mi ha infine convinto a votarlo per il ripescaggio.
Nota di merito: non è passata inosservata la scelta dell'autore di mettere prima il nome femminile e poi quello maschile ("ti chiami Giulia (o Giulio)"), un'accortezza che ho apprezzato perché implica che il genere femminile del pg non è l'eccezione ma può essere anche la regola.
Grazie mille per l'apprezzamento! Ho impostato la struttura del corto proprio con l'intenzione di favorire la rigiocabilità (la scelta tra estate e inverno in primis) e sono felice che abbia funzionato. Mi fa piacere anche che sia stato notato il mio sforzo di cercare uno stile di scrittura inclusivo.
PS: probabilmente era abbastanza intuibile, ma mi fa piacere rimarcarlo: il nome Giulia/Giulio è stato scelto prima di tutto perché molto 'romano', poi come omaggio a Jules Verne (infatti il cognome è Vernacci), autore di Viaggio al centro della terra.
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Pallo
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