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Corti 2024 - Settimana 6

Re: Corti 2024 - Settimana 6

mambo ha scritto:

2p2z ha scritto:

se gli autori non votassero nel loro stesso girone ma in TUTTI gli altri se li sgamerebbero subito

basta non votare due tre volte (come è successo, mi sembra).

Gli autori che conosco io mi sembra che abbiano votato tutti i gironi. Comunque, chi è nuovo forse non lo sa, ogni anno c'è la possibilità di indovinare chi sono gli autori dei corti con il cosiddetto Totoautori. Per indovinare si fa spesso affidamento ai commenti degli autori stessi, di conseguenza ogni anno c''è chi se ne si inventa di ogni per recensire il proprio corto senza farsi sgamare.  rolleyes  anche questo fa parte del gioco.   smile

2p2z
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Re: Corti 2024 - Settimana 6

Ma buon lunedì!
Ebbene sì, sono io il diabolico autore dietro a “Il Piccolo Pizza”. Eccomi qui per fare un commento conclusivo sul corto: su come è nato, su come è stato recepito, su cosa mi aspettavo.

Premessa: questo corto è un ripiego dell’ultimo minuto. Avevo un’altra idea in testa, ma è un’idea molto complessa, e sarà la quarta volta che la scrivo e mi blocco. Mi sono reso conto che non sono pronto per scriverla, così ho ritirato fuori un vecchio concept. È un concept ideato anni fa al liceo e che proposi sotto un post di Mornon, il quale mi disse “GENIALE! Devi scriverci un corto” (ciao Maury, ti voglio bene, pls rivediamoci al prossimo Modena Play).

Finita la stesura ero abbastanza soddisfatto: secondo me, il corto ha una sua coerenza ed è venuto fuori un bel giocattolo, con tutti gli ingranaggi al loro posto e una sua satira. Però, purtroppo, finisce lì: un bel giocattolo, nulla di più. Un corto che parla di un problema attuale, ma lo fa in modo sofisticato e a chi non ne ha bisogno.

Non mi aspettavo tutto questo polverone. Io e la mia partner in crime abbiamo reso questa la settimana più discussa del concorso. Anzi, questo thread è quello con più commenti e il primo a raggiungere i 100 dal 2020. Che spettacolo. Mi sono proprio divertito.

C’è chi ha letto e non ha capito. C’è chi ha letto, non ha capito, ma è convinto di aver capito. C’è chi ha capito ed è stato al gioco, chi si è sentito preso in giro, chi ha fatto discorsi sull’etica. Chi si è interrogato sul significato, chi ha sostenuto che non ci fosse alcun significato e chi più ne ha più ne metta! I veri capolavori sono stati
Periodonikes, che ha scelto di giocare accettando al 100% il patto narrativo e ha inventato un complotto a cui non avevo pensato neanche io (la scuola che viene demolita per coprire le tracce). Che figata quando un’opera vive oltre al proprio creatore!
Moch, che ha ideato un complotto al di fuori dal corto. A tal proposito, confermo tutto: io non esisto, sono semplicemente un’identità fittizia creata da Ersilia per partecipare con due corti. Questa foto è pura propaganda del sistema.
https://lucafabbian.github.io/imgs/ersilia_e_luca.jpg
Nota: volevo mettere la foto di tutti gli autori con la didascalia "Tienti stretti gli amici e ancor più stretti i Mauro Longo", ma i poteri forti non me la fanno trovare


Come alcuni di voi hanno suggerito, il corto nelle meccaniche è ispirato ad alcuni videogame indie (da Undertale a Inscryption). Per l’incipit e la storia in generale, invece, mi sono basato su una storia che mi hanno raccontato al liceo: un ragazzo, dopo la maturità, ha spedito una lettera in cui diceva al preside che secondo lui avevano messo delle microspie al quinto piano sotto una delle luci. La venni a sapere a una cena dal preside stesso, mi chiedo se qualcun altro ne conservi memoria.

Periodonikes ha scritto:

L’intro mi ricorda Heavy Rain, me lo confermi?

Ma sai che me l’hanno consigliato tutti? Mai giocato, però. Putroppo sono bloccato da mesi con Nier Automata ed Elden Ring, che sono bello, ma sono così vasti da farmi smarrite l’attenzione ogni volta.

Veniamo ora alle recensioni. Mi piacerebbe dare una risposta un po’ a tutto quel che avete detto.
Vado per “macroaree” più che per persona, così evito di ripetere dei discorsi, ma citerò comunque dei commenti specifici ogni tanto.

La scrittura ha dei problemi, è farraginosa, confusa, fredda o simili
Ragazzi, se riuscite a farmi degli esempi concreti e fornirmi delle idee per correggere, sarei molto grato. Notoriamente, non concordiamo tutti su cosa sia una buona scrittura, e proprio per questo il parere di un pubblico vasto come voi è preziosissimo. Ogni anno, provo a migliorarmi.

Il mondo non aveva bisogno di un corto su questo tema/è un tema che non funziona:
Credo che abbiate ragione, non è una tematica esaltante. Però a qualcuno è piaciuto, dai. Secondo me c’è una nicchia di lettori per cui è piacevole leggere questo genere di corti. Finché c’è un piccolo pubblico, ha senso scrivere anche di argomenti poco popolari.

Dovevi scrivere un corto più normale/azione/slice of life/con un altro messaggio
Ma scusa, ma mica devo scrivere il corto che avete in mente voi. Ho visto che in generale queste recensioni si trovano sotto tutti i corti. Secondo me, se uno scrive un giallo non potete dirgli “volevo un horror”, se uno scrive un rosa non potete dirgli “autore ti consiglio di fare action”. “Era meglio un regolamento di uno slata”. Ognuno scrive ciò che si sente, nel genere e nel messaggio.

HarlockHrk ha scritto:

È palese che sia stato scritto accuratamente per provocare o prendere in giro il lettore ma ed io non lo apprezzo.

Il corto è una provocazione, prende in giro il lettore e questo mi ha infastidito:
Comprendo perfettamente il punto di vista, capisco l’opinione e mi dispiace che la provocazione vi abbia dato fastidio. Io credo però che a fianco di film come Star Wars, ci vogliano anche sinfonie fatte da 4'33’’ di silenzio e Merde d’Artista vendute a peso d’oro (artisti a cui non oso paragonarmi, sia ben chiaro). È un gusto molto intimo e penso che non ci sia una risposta universale. Per me, il mondo ha bisogno di satira. E ne avrà sempre bisogno, perché è con la presa in giro che le persone ragionano e gli imperi cadono. Non bastano opere di avventura con dentro un messaggio. Detto questo, concludo con l'ennesima provocazione: viva il Star Trek e abbasso Star Wars!

zage ha scritto:

è un’idea bella e coraggiosa, ovvero chiedere al lettore di vivere la propria run come se fosse l’unica possibile e definitiva

La meccanica “definitiva” sarebbe bella, ma non si vive per davvero in questo corto, che spreco
Non sono d’accordo sulla prima parte: secondo me è una meccanica affascinante sulla carta, ma detestabile nella pratica. Io in primis sfoglio i librogame per cercare i modi diversi di affrontare lo stesso problema. Con le scelte definitive si toglie il fascino del medium. Forse esisterà in futuro qualcuno in grado di scrivere un bel libro con questa meccanica, ma io non ne sono in grado.


HarlockHrk ha scritto:

La considerazione nell'epilogo sulla faciloneria con cui compiremmo scelte irragionevoli mi sembra fuori luogo in un concorso di narrativa interattiva dove l'idea è essere i protagonisti di avventure più o meno fantasiose.

Il messaggio si depotenzia, perché il patto narrativo per definizione può farmi credere a qualsiasi cosa. Il corto potrebbe essere ambientato in un mondo in cui i complotti esistono.
Questa è una critica molto lucida e di cui ero cosciente prima delle votazioni, ma me ne sono reso conto quando era un po’ tardi per il cambio radicale del concept.

L’incipit è debole e insensato
Sì, concordo. Come nella risposta precedente, è una debolezza strutturale di cui mi sono accorto tardi. Ho preferito lasciarlo così per mantenere il messaggio originale e per non allontanarmi ulteriormente dal fatto reale a cui si ispira il corto. Chiarisco però che non si tratta di una storia inverosimile, ma anzi si basa vagamente su una storia che mi hanno raccontato e che è realmente accaduta.





Detto questo, ci sono un paio di pareri specifici che non ho compreso/ritengo inesatti:


Pirata delle Alpi ha scritto:

ma non quello della scelta delle caratteristiche: se una di loro non serve proprio a niente, non proporla, cribbio!

Non concordo. Non importa che sia una parodia o un corto serio, ci sono numerosi motivi per cui ha senso introdurre una caratteristica “inutile”: ad esempio, è un modo elegante per permetterti di giocare a difficoltà più elevata, oppure per farti sbloccare un segreto. È un meccanismo così radicato che, se guardi la diretta Twitch, gli spettatori si sono fiondati subito su spirito nonostante il povero giudice che li guardava male. (fra l'altro, complimenti, oltre alla voce stupenda, non ho mai visto un uomo con una faccia di bronzo simile).


sanguy12 ha scritto:

Mi trovo al 21 e non so come andare avanti. Rigioco e mi prende sempre meno. Diciamo che il livello è da terzo posto ma essendo in 2 arriva secondo.

Non credo che questa sia una critica corretta, visto che non c’è modo di bloccarsi al paragrafo 21, basta seguire i numeri in rosso, come indicato ripetutamente dalle istruzioni. Mi rendo conto che il corto ti stava antipatico a pelle e quindi, come tu stesso ammetti, l’hai giocato con poca attenzione. Tuttavia, proprio per questo, forse avresti dovuto esprimerti in modo meno acceso.

mornon ha scritto:


Inoltre, nessuno rispetta mai le volontà autoriali: una volta pubblicata, un’opera qualsiasi, appartiene a chi ne fruisce ed è lecito non mostrare riguardi per questo tipo di istruzioni. Dopotutto, le regole sono sempre e solo una sorta di linee guida, non leggi.

Non ho capito se fosse una considerazione generale, una critica a qualcosa nel corto (però non ho capito a cosa) o una tua svista. Il corto è fatto per essere rotto, quindi non dovresti essere d’accordo con me? A memoria, questo è il secondo/terzo corto del concorso (il primo è True Path) per cui l'autore ha previsto che tu barassi.


gpet74 ha scritto:

Se ti comporti sensatamente non esiste alcun Corto e alcuna storia. Se invece agisci in modo assurdo hai una storia che non sta in piedi. Credo che questa fosse proprio la volontà dell’autore. Diciamo il messaggio che voleva trasmettere.
Be’ qui faccio una piccola digressione. Io ODIO le opere di letteratura che voglio diffondere dei messaggi. Un’opera di narrativa deve avere un unico scopo, ossia quello di raccontare una storia.

Se posso esser sincero, ho trovato in generale le tue recensioni poco rispettose del lavoro degli autori. Detto questo, non so che messaggio “calato dall’alto” tu abbia visto, e sarei sinceramente curioso di capirlo.

Che io sappia, nel corto non c’è un messaggio. Ci sono riflessioni, satira e provocazioni. Ci sono domande, ma raramente risposte. Non sto dicendo che il complottismo è sbagliato, non sto dicendo che è giusto. Al massimo, sto dicendo che è umano, ma anche qui, si potrebbe discuterne. Tant’è che se guardi le altre recensioni, sulla morale dell’opera in molti si sono fatti idee diverse e anzi opposte.

Più in generale, leggendo alcune recensioni, mi è parso che, oltre a critiche giustamente severe, ci fossero critiche su cose che nel corto non ci sono, e in generale  commenti che si contraddicevano e sfociavano in un’incoerenza confusa. Il che è sacrosanto, perché recensire non è un lavoro a tempo pieno, e il mio corto richiedeva molto più tempo degli altri.

Questo però mi ha fatto riflettere. Forse è tutto nella mia testa, ma mi sono convinto che la confusione ci sia perché alcuni recensori sono rimasti scottati dal racconto e hanno incanalato della vera e propria rabbia nelle recensioni, per poi a volte ammorbidirsi nei commenti successivi. Vi ringrazio, non potevate farmi regalo migliore. Perché appunto questa è, prima di ogni altra cosa, un’opera di satira. Non siamo più negli anni ‘50 dove bastava Lolita (la storia di un pedofilo) per creare indignazione: oggi è ben più difficile, a meno di scrivere qualcosa con opinioni mostruose e deliranti. Io credo, nel mio piccolo (Pizza), di esserci riuscito.

FinalFabbiX
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Re: Corti 2024 - Settimana 6

FinalFabbiX ha scritto:

Non mi aspettavo tutto questo polverone. Io e la mia partner in crime abbiamo reso questa la settimana più discussa del concorso. Anzi, questo thread è quello con più commenti e il primo a raggiungere i 100 dal 2020. Che spettacolo. Mi sono proprio divertito.

confermo, settimana più divertente per distacco smile

FinalFabbiX ha scritto:

Secondo me c’è una nicchia di lettori per cui è piacevole leggere questo genere di corti. Finché c’è un piccolo pubblico, ha senso scrivere anche di argomenti poco popolari.

Sono d'accordo e penso che questi concorsi siano l'occasione giusta (e forse l'unica al momento) per farlo.

FinalFabbiX ha scritto:

Moch, che ha ideato un complotto al di fuori dal corto. A tal proposito, confermo tutto: io non esisto, sono semplicemente un’identità fittizia creata da Ersilia per partecipare con due corti. Questa foto è pura propaganda del sistema.

quella foto non prova nulla. Anche se il sistema sta cercando di convincere la community che gli autori di The Curfew e Il tuo piccolo Pizza siano due persone diverse (per non dover ammettere una falla nel regolamento) io continuo a essere convinto che ci sia un unico autore.
Penso che FinalFabbiX e 2p2z siano due account usati da anni dalla stessa persona per poter partecipare al concorso con due corti diversi. L'altra ipotesi è che siano effettivamente due persone diverse (come la foto vorrebbe far credere) ma che essendo amici una delle due abbia chiesto all'altra di farle da prestanome.

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 In realtà appena ho letto l'autorecensione di 2p2z ho capito (ci sono le prove nelle pagine precedenti) e il mio piccolo PizzaGate è andato in frantumi...però mi sono divertito a instillare il dubbio ahah (non che qualcuno ci abbia creduto, la propaganda di regime è ancora troppo potente al momento bigsmile)

m0ch
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Re: Corti 2024 - Settimana 6

FinalFabbiX ha scritto:

Ma buon lunedì!
Ebbene sì, sono io il diabolico autore dietro a “Il Piccolo Pizza”. Eccomi qui per fare un commento conclusivo sul corto: su come è nato, su come è stato recepito, su cosa mi aspettavo.

Grazie per la condivisione. Trovo sempre molto interessanti i retroscena ed i pensieri dell'autore!

Vedo che sono rientrato nei commenti/esempi, ne approfitto per qualche risposta smile2

FinalFabbiX ha scritto:

Il corto è una provocazione, prende in giro il lettore e questo mi ha infastidito:
Comprendo perfettamente il punto di vista, capisco l’opinione e mi dispiace che la provocazione vi abbia dato fastidio. Io credo però che a fianco di film come Star Wars, ci vogliano anche sinfonie fatte da 4'33’’ di silenzio e Merde d’Artista vendute a peso d’oro (artisti a cui non oso paragonarmi, sia ben chiaro). È un gusto molto intimo e penso che non ci sia una risposta universale. Per me, il mondo ha bisogno di satira. E ne avrà sempre bisogno, perché è con la presa in giro che le persone ragionano e gli imperi cadono. Non bastano opere di avventura con dentro un messaggio. Detto questo, concludo con l'ennesima provocazione: viva il Star Trek e abbasso Star Wars!

Mi dispiaccio io di essere andato via via indurendomi nelle recensioni col progredire del concorso, complici alcune situazioni esterne. Sono contento, in questo specifico caso, di essere partito molto duro ma essere rimasto a leggere tutti gli interventi per arrivare a) a capire le intenzioni e b) a rimodulare i toni della mia recensione (sia qui che su FB ).
Sul tema di Merda d'artista potremmo parlare per ore e non è questo il luogo o l'occasione (ma magari prima o poi potrà esserci!) e sono espressioni (artistiche?) che vivono necessariamente di un contesto specifico, fuori dal quale perdono forza, effetto wow, significato, etc. Quindi mi state piano piano convincendo a venire a Play quest'anno per fare due chiacchiere dal vivo...
Detto ciò: anche io sono per Star Trek e mi sento sempre più lontano da Star Wars smile2

FinalFabbiX ha scritto:

Il messaggio si depotenzia, perché il patto narrativo per definizione può farmi credere a qualsiasi cosa. Il corto potrebbe essere ambientato in un mondo in cui i complotti esistono.
Questa è una critica molto lucida e di cui ero cosciente prima delle votazioni, ma me ne sono reso conto quando era un po’ tardi per il cambio radicale del concept.

Ritengo che la stessa storia (linearizzata) e proposta su un altro mezzo non interattivo (es: cortometraggio, racconto) funzioni con maggiore (anzi piena!) efficacia.

FinalFabbiX ha scritto:

Questo però mi ha fatto riflettere. Forse è tutto nella mia testa, ma mi sono convinto che la confusione ci sia perché alcuni recensori sono rimasti scottati dal racconto e hanno incanalato della vera e propria rabbia nelle recensioni, per poi a volte ammorbidirsi nei commenti successivi. Vi ringrazio, non potevate farmi regalo migliore.

Qui non so se tu ti riferisca (anche) a me, dal momento che io stesso ritengo di essermi "incupito" nelle ultime settimane di concorso, divenendo suscettibile su alcuni aspetti. Per quanto tu lo abbia preso come un regalo, mi dispiaccio se ho dato l'impressione di avere incanalato vera e propria rabbia. La mia idea originale era di fare critiche costruttive che spero di essere comunque riuscito a dare. C'è un unico caso su cui non faccio alcun passo indietro, ma non riguarda questo girone e ho già detto tutto quel che potevo (pubblicamente) dire.

HarlockHrk
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Re: Corti 2024 - Settimana 6

Ciao a tutti e bentornati nel thread dei corti più discussi di questa annata! (Si sente che lo dico con modestia?)
Sono qua per chiarire alcuni aspetti di uno dei corti più divisivi del concorso (qua il cinque, Luca e GGigassi!)

Innanzitutto ringrazio tutti, ma proprio tutti, per esservi prestati a farmi da cavie e per aver risposto al mio corto-provocazione con i vostri commenti e le vostre impressioni; anche chi si è spaventato dei contenuti e anziché approfondirli ha preferito prenderne subito le distanze: lo posso capire.

Vi tolgo subito il vostro dubbio più grande che ha generato delle conspiracy theory niente male:

m0ch ha scritto:

Anche se il sistema sta cercando di convincere la community che gli autori di The Curfew e Il tuo piccolo Pizza siano due persone diverse (per non dover ammettere una falla nel regolamento) io continuo a essere convinto che ci sia un unico autore.

Eccomi, sono io: la prole di FinalFabbiX e 2p2z generata dall'AI:

https://i.postimg.cc/sBCLwfrF/IMG-20240422-160858741-HDR.jpg

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 (Non è vero, ho solo tagliato i capelli.)

m0ch ha scritto:

L'altra ipotesi è che siano effettivamente due persone diverse (come la foto vorrebbe far credere) ma che essendo amici una delle due abbia chiesto all'altra di farle da prestanome.

Complimenti a m0ch per aver indovinato cosa avevamo in serbo per voi l'anno prossimo. wink ora dovremmo farci venire in mente qualcos'altro... ma restate pur certi che non vi deluderemo!

sempre m0ch, oggi ce l'ho con lui ha scritto:

E' incredibile che siano stati sorteggiati nello stesso girone

Avendo fatto da playtester a Luca, sapevo già qual era il suo corto e sono stata felicissima di scoprire che ci saremmo sfidati.  bigsmile2  Non vedevo l'ora di vedere quale dei nostri corti avrebbe prevalso sull'altro!

… e invece...

BREAKING NEWS: 2P2Z SI È ESCLUSA DA SOLA?!?
Un link che non doveva esserci, il lancio di dadi che viola il regolamento... la pista dell'autosabotaggio è quella più battuta.
I dubbi degli inquirenti:

Quell'errore del lancio di dado è troppo "strano", è davvero insensato.
azzardo l’ipotesi che l’autore abbia fatto in modo di finire fuori concorso esattamente per questo motivo: ottenere “troppi” consensi e, magari, superare il girone avrebbe creato un “caso” molto imbarazzante, persino pericoloso, per il forum e la community tutta.


Ragaz, la verità è che...
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è stata una svista vera.
Un passo indietro...

Quando ho inviato il corto immaginavo che sarebbe finito fuori concorso. Avevo tirato la corda su tutto il tirabile: abuso dell'inglese, parolacce, linguaggio provocatorio, tema divisivo e di rilevanza politica e sociale sconsigliato dal bando... quello che non immaginavo era che avevo inavvertitamente creato un loop su uno dei paragrafi di lancio dei dadi in aperta violazione del regolamento.
Mi sono ovviamente autodenunciata ai giudici (era già passata la deadline), e insieme abbiamo deciso di fare uscire lo stesso il corto come fuori concorso: alla fine volevo soltanto discutere e far riflettere su un tema per me molto importante, e vincere non rientrava tra i miei obiettivi.
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 (Che poi, se la volete detta tutta, io li odio pure i dadi! Ma leggendo la parte sul game design capirete perché ho voluto inserirli per forza.)
Ora passiamo alle cose serie.

Sono qui per chiarire alcuni punti che sono stati oggetto di critiche o che hanno generato perplessità e incomprensioni. Non avendo il dono della sintesi (in realtà è tutta una scusa per fare un post di spiegazione più lungo di quello di Luca, vediamo se mi riesce), ho messo dei grassetti in giro per farvi trovare subito quelli che vi interessano.

Iniziamo!


Il gioco di ritmo: cos'è, quand'è e perché.
Molti di voi non lo conoscevano, quindi è normale che non abbiate colto i riferimenti e che nel leggere il corto vi siate sentiti confusi.
OSU! (si legge "oss") è un rhythm game che si può giocare online sia in solo che in multiplayer. Deve la sua esistenza a Osu! Tatakae! Ouendan, un rhythm game giapponese uscito per Nintendo DS nel 2005 (poi commercializzato in occidente nella variante Elite Beat Agents). Un giorno, un ragazzo australiano decise di crearne una versione per pc. Oggi siamo più di 20 milioni di giocatori in tutto il mondo e da più di 10 anni si tiene la OWC (Osu World Cup). Io ci gioco dal 2013 ed è il mio gioco di ritmo preferito in assoluto, motivo per cui ho voluto omaggiarlo qui.
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 (Lorenzo, visto che ci giocavi anche tu dobbiamo sfidarci, è d'obbligo!)
Provo a spiegarne grosso modo il funzionamento:
Il gioco in sé consiste nel giocare delle "mappe", ovvero una sequenza di cerchi cliccabili progettata su una base musicale. È più facile a farsi che a dirsi, quindi vi invito a giocarlo voi stessi o a guardare qualche video su youtube (via, ve ne metto uno qui:
https://youtu.be/E5c783RuQ5c?si=kPIG-kp-QOgiy2sf )

Per questo corto ho cercato di realizzare un game design coerente con il videogioco e capace di rievocare un'esperienza simile; in sostanza volevo ricreare una simulazione del gioco digitale in analogico, un po' com'è stato fatto con la collana Press Start.

Naturalmente per mettere questa idea su carta ho dovuto riadattare i minigame in modo che riprendessero lo stile del gioco e che al contempo rispettassero le esigenze del formato librogame, ovvero quella di rimandare a dei numeri. Ci ho messo una settimana a elaborare un format che mi soddisfacesse.
Probabilmente se avessi creato delle griglie più grandi avrei potuto creare degli enigmi più difficili, ma sostanzialmente mi seccavo a perderci altro tempo e volevo che si percepisse il senso di inutilità del gioco a cui alludo direttamente nell'epilogo D.
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 (In più, avrebbero occupato troppo spazio, e avevo già dovuto rosicchiare parecchi paragrafi per far rientrare il corto nel limite di pagine.)
Il motivo per cui ho scelto di usare i dadi per determinare il livello di difficoltà è che in Osu si può effettivamente usare il comando !roll per decidere chi inizia. Fosse per me i dadi nei librigame non esisterebbero, ma qui avevo un valido motivo per inserirli, e ho deciso di non tirarmi indietro. La svista fu che, nonostante avessi pianificato due paragrafi gemelli (il 25 e il 35) per andare incontro al vincolo del regolamento, in fase di revisione me lo scordai, e pensai bene di aggiungere il 35 ai rimandi del paragrafo 48 (che prima conteneva solo il rimando al 66 e il testo: “Adesso tocca a te scegliere la prossima canzone”). Bella minchiata.

Ho notato che ad alcuni di voi non tornava per quale motivo ai minigame si dovesse poter giocare in due: nel gioco vero ciascun player vede solo il proprio schermo, ed entrambi giocano alla stessa “mappa”. Il gioco in sé consiste nel cliccare i cerchi a tempo di musica, quindi servono mira e precisione per vincere. Come c’è scritto nel paragrafo di warm up:
“L'hai già giocata altre volte, quindi sai già che alla fine del percorso la scia del mouse formerà il numero 25. (…) Devi solo calcolare i movimenti giusti per evitare di passare con il mouse sui cerchi sbagliati".
Quindi trovare il numero giusto voleva dire aver cliccato i cerchi nel modo corretto e avere fatto il massimo punteggio. Lo so, non era chiaro per chi non avesse presente il gioco. Ma - onesto? - non mi sono minimamente posta il problema.

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 Curiosità: oltre che nella copertina (grazie GGigassi per i complimenti!), ho cercato di replicare il tema dei cerchi anche nei singoli paragrafi, mettendo i rimandi tra parentesi tonde. Non so se si è notato.  bigsmile2
I nomi dei personaggi che non avete googlato.
Ringrazio il mio partner in crime Luca FabbiX per aver animato la discussione a inizio settimana dando qualche dritta in proposito. wink
Non so se qualcuno ha notato poi che SNEZ sono le ultime quattro lettere del cognome Couzens invertite.
XYZZY invece è un concorso di interactive fiction (The XYZZY Awards) che ho voluto citare per simpatia, visto che questo corto nasce come IF (per chi non lo sapesse: io scrivo su Twine).
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 (Che palle impaginare su word! Dall'anno prossimo sdoganiamo gli HTML, please. :')
Gli stranissimi (ma non improbabili) titoli delle room.
"Boyz boyz boyz music music music" è un piccolo omaggio all'autobiografia di Viv Albertine: Clothes clothes clothes, music music music, boys boys boys.

"Klick my ass" è un gioco di parole tra click, kick e lick (scusate, ho poca fantasia).

"Abbasso le tette" (sì quella cosa strana all'inizio è un W al contrario) è una room misogina: boobs è come vengono chiamate le donne nel gioco reale. Naturalmente si tratta di un termine offensivo e dispregiativo (sapeste quante segnalazioni...). Il fatto che la room venga chiusa serve a ricordare al giocatore che l'ambiente in cui si trova è "controllato" e che le azioni di tutti gli utenti vengono osservate da bot spie.

Le room "finte", ovvero quelle in cui non si può entrare - come la seconda e la terza - le ho progettate con scopo decorativo, ma anche in quanto funzionali all'immersione del lettore: da un lato infatti servono a ricreare un'atmosfera "dentro" il gioco, simulando i problemi tecnici che alle volte si vengono a creare, dall'altro attutiscono la sensazione che la storia sia pilotata (se mettevo soltanto le room funzionali alla trama vedrete che noia). Per lo stesso principio, quando XYZZY esce dalla room si ha la possibilità di aspettare che entri qualcuno che poi non entrerà mai.
Non so se qualcuno poi ha fatto caso al fatto che la room finale "Fuck the curfew" compaia solo dopo aver fatto un primo giro in una delle tre:
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 bisognava infatti che Sarah avesse il tempo materiale di andarsi a mettere al computer.
Numeri al posto delle lettere e altri simboli strani.
Come in ogni community virtuale, anche in quella di Osu ci sono delle regole di comportamento: parolacce e termini offensivi non possono essere utilizzate perché vengono automaticamente bloccate dal sistema. I giocatori ovviamente cercano di aggirare la censura scrivendo dei numeri al posto delle lettere o utilizzando forme abbreviate (es. czz per cazzo), e fanno lo stesso per le parole che temano possano fargli passare dai guai se intercettate: uscire, uomo, liberi, machismo, etc.
è un braccio con una manina che saluta. Lo dico al par. 44 ("il saluto di rito").


Le scelte/non-scelte.
Lasciare il lettore libero di stabilire da sé cosa pensava e come si sentiva riguardo a questo argomento era per me fondamentale, e anche nei finali sento di essere stata quanto più imparziale possibile, limitandomi a riferire le conseguenze e le sensazioni del personaggio senza dare giudizio o fare la morale.
Scelte come firmare o non firmare la petizione, chiedere a SNEZ se lui ha firmato, o confessargli di aver firmato o meno non hanno conseguenze dirette sul gioco, servono solo a fare immergere il lettore facendogli prendere una posizione. Persino in uno dei finali si può scegliere se quello che dice nostra sorella ci fa piacere o no.
Secondo alcuni di voi non sono riuscita nell'intento di lasciare libero il lettore, quindi mi piacerebbe che mi raccontaste un po' che cosa non vi ha permesso di sentirvi liberi e vi ha fatto sentire giudicati.
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 Curiosità: un mio amico non è riuscito a firmare la petizione neanche per finta.
Maledetto inglese!
Qualcuno ha avuto comprensibilmente difficoltà, qualcun altro lo ha liquidato come ridicolo.
La critica sulla petizione in inglese la accetto e la comprendo. Da un lato l'ho messa in lingua per saggiare i limiti del bando, dall'altra perché googlando le parole chiave inglesi spuntano subito i riferimenti al fatto di cronaca, con tanto di nomi e cognomi, mentre in italiano spuntano dei siti che parlano della stessa cosa ma in maniera più generica. Speravo quindi che potesse tornarvi utile, però mi rendo conto di aver esagerato.

L'esempio del film che invece fa Mietitore lo reputo un po' fuori luogo: eccetto la petizione e l’uso inevitabile (vedi spoiler) di un gergo tecnico (room, hidden, warm up), le uniche parole in inglese nei dialoghi sono "thank you" e "yes", e sono parole che si usano normalmente anche all'interno di una conversazione in italiano.

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 Inevitabile perché non avrebbe avuto senso, ad esempio, far scrivere a XYZZY "vuoi fare riscaldamento?": è antieconomico e illogico. I giocatori, di solito, scrivono il minimo indispensabile, specie in un gioco di ritmo dove devi cliccare a raffica e vieni preso dalla frenesia (come si può vedere anche nell'ultima parte del video che vi ho linkato prima).
Per lo stesso motivo, il botta e risposta con SNEZ doveva essere coerente con il luogo in cui avveniva, pena l'interruzione della sospensione di incredulità: sarebbe stato ben strano se, in un mondo del genere, il protagonista non si insospettisse di fronte a un pg che gli attaccava i pipponi, o che non usava il gergo in-game.

Un grazie a Periodonikes, che si è accorto dello sforzo fatto per mappare il dialogo senza chiedere al lettore di tenere il conto.
Curious fact: c’è una scelta terminologica che ha dato noia anche a me: scrivere al par. 18 “sono le 7:30” al posto di “19:30”, visto che in inglese si usa il formato orario di 12 ore anziché 24: ogni volta che vedo quel 7 mi devo mangiare le mani per non correggerlo!


Il titolo della canzone da scegliere.
Lol, non immaginavo che qualcuno potesse restarci bloccato lì! Mietitore, si vede che eri un po' distratto.  tongue
Questo espediente in sé mi era sembrato un modo carino per simulare quando perdi tempo a scegliere una traccia e la gente si scoccia e se ne va. Felice che GGigassi abbia colto e apprezzato! Probabilmente ad alcuni di voi sarà sembrata una cosa superflua, ma questa roba succede spesso giocando in multiplayer, e io volevo simulare in maniera quanto più completa possibile le dinamiche del videogioco su un mezzo analogico (ripeto che la collana Press Start mi precede in tal senso, più mezzo forum immagino che in passato si sia dedicato a esperimenti simili).
Nell’ottica di un’economia di spazio mi è sembrata una win-win situation, visto che l'escamotage dell'alfabeto numerato mi permetteva di simulare un'esperienza in-game e dare una parvenza di interattività con solo un paragrafo in più.


La bonus track fantasma.
Sì raga, mi dispiace che ci siate rimasti male, ma era una cosa fine a sé stessa. Se la volete detta tutta, il corto arrivava a 100 paragrafi rientrando nel numero di caratteri, ma poi non rientrava in quello delle pagine e allora ho dovuto ridurre. Uno dei minigame che avevo fatto rimandava all'89, e quindi, sostanzialmente, mi avanzava. Volevo metterlo alla fine dell'ultimo epilogo (appunto perché ti diceva che ti rimettevi a giocare), ma poi ho pensato che vi sareste messi a cercare come dei disperati e allora ho deciso di metterlo in un paragrafo isolato. Vedo però che vi ha fatto impazzire lo stesso, quindi mi rendo conto che forse avrei fatto meglio a scriverci 01, così almeno ricominciavate il corto dall'inizio e non ci restavate male. :’D Per la prossima volta!


Sì, bello, però questo tema non dovrebbe essere esplorato in un corto perché si rischia di banalizzare/non c'è abbastanza spazio.
Non sono d'accordo con questa affermazione (che avete fatto in molti). La stessa idea si può trasmettere sia in 180 caratteri che in 180.000, semplicemente si trasmette in un modo diverso. Lo spazio del corto era quello e io l'ho usato. Probabilmente nessuno spazio vi sarebbe sembrato sufficiente ad affrontare questo tema, perché è un tema indubbiamente vasto e non può essere affrontato in tutte le sue sfaccettature. Neanche un libro basterebbe a contenerlo, semmai più libri, ognuno che tratta una selezione di argomenti.
Questo corto si concentra su un argomento particolare, ha un target, una missione e uno scopo ben precisi. Ditemi piuttosto che non vi piace il taglio che gli ho dato, o che è troppo provocatorio e non si capisce da che parte sta, o che è incoerente, o che ho dato troppo spazio al gioco e troppo poco alla discussione (qualcuno lo ha detto), ma la scusa dello spazio insufficiente, davvero, è pretestuosa. Sarebbe come dire che gli articoli di giornale non dovrebbero affrontare tematiche complesse a meno che abbiano a disposizione tutte le pagine della rivista, perché un trafiletto non può bastare a contenere l'argomento trattato. Suvvia!


Arriviamo al punto dolente: questo corto è femminista o maschilista?
L'idea di partenza era utilizzare un mondo distopico in cui i maschi sono in una posizione di svantaggio per far comprendere il punto di vista femminile nel mondo reale. Ho provato a realizzare ciò in più modi; uno dei tanti: mettere il focus sullo spazio urbano, che nella saggistica femminista viene spesso definito come uno spazio “a misura d’uomo”, perché le donne non si sentono sicure a camminare per strada (specie di notte, ma anche di giorno). Motivo per cui Sarah al par. 34 dice: “Hanno fatto bene a rinchiudervi. Le strade di notte sono molto meglio senza di voi”.

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per approfondire: Donne in viaggio, Lucie Azema, Edizioni Tlon, 2022.
Una volta creata questa situazione “capovolta” in cui il protagonista si sente oppresso, l’obiettivo era mostrare l'importanza di lottare per la propria libertà.

In molti avete detto che l'epilogo C è negativo, invece è esattamente l'opposto: l'epilogo C è l'unico epilogo in cui il protagonista si ribella a una situazione di oppressione. Se pensate che gli epiloghi in cui resta chiuso in stanza senza avere la forza di ribellarsi siano epiloghi positivi, allora c'è qualcosa che non va.
Immaginate che al suo posto ci sia Sarah che lava i piatti, scontenta della sua situazione ma che la accetta perché tanto il fratellino la riempie di complimenti quando fa la brava "donna di casa" e fa quello che ci si aspetta da lei. Puntereste a ottenere l'epilogo in cui lei sogna di essere nata maschio? O quello in cui trova la forza di fare qualcosa per cambiare la sua situazione?

Probabilmente sarò accusata di aver scelto un'angolazione sbagliata, ma scrivere lo stesso corto con una protagonista che doveva uscire da una dinamica di oppressione sarebbe stato troppo facile, troppo scontato. Di fatto, inutile.
Realizzando un mondo al contrario - con tutti i rischi del caso - puntavo invece a portare l'attenzione su come si sente una donna quando ci si aspetta un certo comportamento da lei e quando il suo aspirare a qualcosa di diverso, non contemplato dalla società, viene castigato.
Chiunque può dire che quello che subisce la donna è ingiusto: è solo buonsenso; ma quanti riescono a vedere le cose veramente dalla sua prospettiva e a non criticare le sue scelte come invece succede nella stragrande maggioranza dei casi?

Mi riferisco a una tendenza ben precisa: ogni volta che c’è un caso di cronaca che vede una donna vittima di una situazione di oppressione - fateci caso - è sempre lei ad essere criticata: se si è ritrovata in quella situazione perché non ha provato a uscirne? E se ha provato a uscirne, perché l’ha fatto in quel modo e non in un altro?

Ora, dopo che voi stessi avete giudicato “sbagliato” l’epilogo C, come pensate che reagireste se un'altra persona, ritrovandosi nella stessa situazione, decidesse di intraprendere un'altra strada? In altre parole, la critichereste per non aver scelto un epilogo che voi per primi avete considerato "sbagliato"? E se invece scegliesse proprio quello, la biasimereste? O peggio ancora le fareste pesare la scelta dicendole che se ne merita le conseguenze?
Perché è questo quello che succede di solito (non solo alle donne, sia chiaro, ma confrontandomi con le mie amiche ci siamo rese conto che è una cosa che a noi capita nel quotidiano).

Secondo molti di voi l'epilogo C è il peggiore, quindi non è e non può essere considerato un good ending. Ma allora quale poteva essere secondo voi il good ending di questa situazione?

Il punto qui non era dare l'idea che non ci fosse speranza mettendo solo finali negativi; il punto era rappresentare, tramite il ribaltamento, il punto di vista femminile in un contesto ostile, in particolare quando si tratta di cose come esprimere la propria opinione, far valere il proprio punto di vista, manifestare indipendenza... tutte azioni per le quali il personaggio viene represso e punito, così come noi veniamo represse e punite nel mondo reale per lo stesso motivo. E, ragaz, vi assicuro che non succede di rado. Una delle ultime volte che mi è capitato è stato qualche settimana fa, leggendo le recensioni al mio corto che mi dicevano che dovevo dedicarmi ad altro. Ora, mi dispiace per Mauro, che avrà pensato veramente che il corto fosse scritto da un incel, ma gli restituisco la figuraccia. wink

Dire a un'altra persona che deve dedicarsi ad altro prima di fare cose di un certo tipo è inaccettabile, e questo a prescindere dal genere, perché passa come un tentativo di manifestare la propria superiorità. Ditemi piuttosto che non condividete il mio approccio al tema, non che non devo trattarlo finché non sono abbastanza esperta in materia. (Anche perché, chi lo decide?)

Mettiamo che fosse stato Mauro a fare il passo più lungo della gamba e a scrivere un librogame anche se non ha le competenze per farlo. Prendiamo per esempio la trilogia di Civetta. Mauro è stato il primo a utilizzare il genere ambiguo nel librogame italiano. Civetta è un nome promiscuo, ovvero fa parte dei nomi che valgono indistintamente per esemplari maschili e femminili
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 es. tigre, tartaruga, coccodrillo...
esempi opposti: gatto/gatta, leone/leonessa, cavallo/cavalla...
Civetta è un nome bellissimo sia per un uomo che per una donna, ma chi gioca nei suoi panni avrà serie difficoltà a immaginare di essere una donna. E questo perché, come dissi a Mauro ai tempi, aveva mancato di affiancare, all'ambiguità di genere grammaticale, una maggiore e migliore rappresentazione dei pg femminili, nonché delle dinamiche di interazione tra personaggi di tipo paritario. Per esempio: nella stessa circostanza, riferendosi a un personaggio femminile, Civetta lo chiama "ragazza", mentre riferendosi a un pg maschile lo chiama "compare".
Paradossalmente, è più riuscito, a mio parere, il tentativo di Dario Leccacorvi, che nell’edizione cartacea di Fra tenebra e abisso si arrende all’uso del maschile grammaticale ma crea un mondo pieno di guerriere, cacciatrici, sagge, esploratrici e scaricatrici di porto.

Mauro non avrebbe dovuto tentare questa strada, visto che ha sbagliato il tiro e la sua rappresentazione si è rivelata insufficiente allo scopo? Assolutamente no, anzi, io sono molto contenta che ci abbia provato e abbia così aperto la strada ad altre persone che hanno poi sperimentato la stessa cosa con risultati diversi e a volte migliori. (Penso al duo Bucciarelli/Gherardi e al loro Grafomante, dove l'ambiguità di genere c'è ma non si nota perché scompare e ricompare all'occorrenza nelle single quest dei diversi personaggi.)
Questo per dire che qualsiasi tentativo, per quanto fuori dagli schemi e non perfetto, può essere un buon punto di partenza per se stessi e per gli altri.

Tornando a The Curfew: era rischioso scrivere un corto del genere, sì, l'ho visto dalle vostre reazioni. Alcuni di voi non lo hanno capito, alcuni sì, qualcun altro forse lo capirà più avanti: in ogni caso son contenta.


E per concludere: Easter egg!
Nell'epilogo A il protagonista si chiede cosa avrebbe fatto la sorella al suo posto.
Nella sequenza di paragrafi 59>54>9>4 è nascosta la genesi del corto.

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SNEZ: dobbiamo reagire
TU: non credo sia questa la strada giusta
SNEZ: e quale sarebbe?
TU: scrivere
SNEZ: e che cosa?
TU: un libro
SNEZ: lol, bella questa, magari ci facciamo anche un videogioco
Ho deciso di scrivere questo corto quando mi sono chiesta cosa potessi fare concretamente oltre a partecipare alle manifestazioni contro la violenza di genere. Mi premeva cercare di trovare un rimedio a questa contraddizione: tutti dicono che la violenza sulle donne è sbagliata, eppure in molti la compiono senza rendersene conto. Forse, ricreando una situazione in cui i maschi si trovavano "dall'altra parte" potevo innescare una riflessione diversa.


Disclaimer finali.
Ho scelto di ambientare il corto in una nazione straniera per evitare che l'esperienza di gioco venisse contaminata da sensazioni positive o negative legate ai fatti di cronaca nostrani. Alla fine del gioco, però, scrivo (non troppo convintamente) il nome di GC per riportare bruscamente il lettore al nostro presente, al nostro reale e al nostro Paese.
Dico che non ero convinta di questa decisione perché non volevo riempirmi la bocca appropriandomi della vicenda personale di un'altra persona, ma alla fine ho valutato però che fosse il caso correre il rischio per dare un bel cazzotto nello stomaco al lettore.

Concludo dicendo che per me questa è una battaglia importante al punto tale da espormi con un corto difficile davanti a persone perlopiù sconosciute rischiando di essere fraintesa e di fare "figuracce", ma non credo di esagerare né di fare morali quando dico che il momento in cui agire era ieri, perché oggi è già tardi, e far qualcosa domani sarà inutile.


Grazie per aver letto e per aver giocato!
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 Ho scritto un commento al corto più lungo del corto, aiuto!

2p2z
Maestro Ramas
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Re: Corti 2024 - Settimana 6

A me il tuo corto è piaciuto da pazzi smile e mi ha dato modo di leggere alcuni articoli molto interessanti.

E anche il drama che ne è scaturito è stato niente male! bigsmile

mizraim
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Re: Corti 2024 - Settimana 6

molto interessante, amo leggere questi making of.

Beh io sono tra quelli che hanno giudicato il finale C negativo e continuo a pensare che sia così bigsmile Provo a spiegare perché.

La mia prima interpretazione del corto era che volesse criticare la discriminazione in generale, intesa in questo caso come l’associare una determinata caratteristica (spesso negativa) a un’intera categoria. Per questo ho messo sullo stesso piano negativo la legge che impone il coprifuoco a tutti i maschi alla reazione che porta al finale C. Perché è vero che è giusto ribellarsi, ma farlo attaccando a propria volta un’intera altra categoria è secondo me sbagliato ed è quello che non condivido di certi atteggiamenti delle femministe. Penso sia sbagliato attaccare i MASCHI dopo un caso di femminicidio esattamente come è sbagliato attaccare i MUSULMANI dopo un attentato dell’Isis. Però per qualche motivo la nostra società critica giustamente questa seconda generalizzazione ma tollera la prima.
Mi era parso che l’evoluzione del rapporto tra i due fratelli potesse essere interpretato in tal senso e che quindi fosse positivo il finale in cui la sorella dice una frase del tipo “allora voi maschi non siete tutti uguali”. Avrebbe voluto dire che Sarah vedeva finalmente il fratello come individuo e non come maschio e al contempo il protagonista, rifiutando le provocazioni di SNEZ, vedeva la sorella come individuo e non come femmina.

Poi è arrivata la soffiata di FinalFabbiX (altro motivo per cui lo sospettavo di essere l’autore anche di The Curfew) sulla vera proposta di legge. Mi sono documentato un attimo e ho scoperto il vero fine di quella proposta provocatoria. A quel punto ho capito la giusta interpretazione del corto e ne ho avuto la conferma leggendo la tua auto recensione ma ho comunque continuato (e continuo) a ritenere negativo l’atteggiamento del protagonista nel finale C (così come nei finali A e D).

Detto questo, mi è piaciuto molto The Curfew, sia perché è stato capace di generare questo piccolo dibattito alla ricerca della corretta interpretazione sia per come ha saputo riprodurre le dinamiche e le atmosfere delle chat e dei giochi online. Mi ha calato molto nel contesto e questa per me è una qualità fondamentale di qualsiasi gioco o opera narrativa in generale.

Chiudo dicendo che mi dispiace aver rovinato la vostra idea del prestanome per il prossimo anno ma confido che vi inventiate al più presto qualche altra diavoleria che sappia stimolare le paranoie di noi complottisti  bigsmile

m0ch
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Re: Corti 2024 - Settimana 6

2p2z ha scritto:

Il punto qui non era dare l'idea che non ci fosse speranza mettendo solo finali negativi; il punto era rappresentare, tramite il ribaltamento, il punto di vista femminile in un contesto ostile, in particolare quando si tratta di cose come esprimere la propria opinione, far valere il proprio punto di vista, manifestare indipendenza... tutte azioni per le quali il personaggio viene represso e punito, così come noi veniamo represse e punite nel mondo reale per lo stesso motivo. E, ragaz, vi assicuro che non succede di rado. Una delle ultime volte che mi è capitato è stato qualche settimana fa, leggendo le recensioni al mio corto che mi dicevano che dovevo dedicarmi ad altro. Ora, mi dispiace per Mauro, che avrà pensato veramente che il corto fosse scritto da un incel, ma gli restituisco la figuraccia.

Che dire, Ersilia? bigsmile Stavolta mi hai fregato davvero. Il corto mi è sembrato talmente buttato via e il tema affrontato in maniera così banale che ero davvero convinto lo avesse scritto l'ultimo bimbominchia reazionario in circolazione. Invece, come spesso succede, le trollate più abili ed elaborate sono indistinguibili dalla propaganda che vogliono perculare. Ammetto che ci sono caduto con tutte le scarpe, e questa sensazione di "manifesto incel" me lo ha fatto odiare a pelle dopo i primi minuti.

2p2z ha scritto:

Dire a un'altra persona che deve dedicarsi ad altro prima di fare cose di un certo tipo è inaccettabile, e questo a prescindere dal genere, perché passa come un tentativo di manifestare la propria superiorità. Ditemi piuttosto che non condividete il mio approccio al tema, non che non devo trattarlo finché non sono abbastanza esperta in materia. (Anche perché, chi lo decide?) 

Su questo aspetto invece sono ancora convinto della mia posizione. SENZA PARLARE DEL TUO CASO.
Sono convinto ancora che più il tema è importante, scottante e delicato, più bisogna essere esperti, profondi, consapevoli e delicati nel toccarlo. I temi sulla pace nel mondo fatti alle scuole medie sono importantissimi per una finalità didattica in chi li fa, ma di sicuro non hanno grande valore tra le pubblicazioni accademiche legate alla geopolitica internazionale.

2p2z ha scritto:


Mettiamo che fosse stato Mauro a fare il passo più lungo della gamba e a scrivere un librogame anche se non ha le competenze per farlo. Prendiamo per esempio la trilogia di Civetta. Mauro è stato il primo a utilizzare il genere ambiguo nel librogame italiano. Civetta è un nome promiscuo, ovvero fa parte dei nomi che valgono indistintamente per esemplari maschili e femminili.
Civetta è un nome bellissimo sia per un uomo che per una donna, ma chi gioca nei suoi panni avrà serie difficoltà a immaginare di essere una donna. E questo perché, come dissi a Mauro ai tempi, aveva mancato di affiancare, all'ambiguità di genere grammaticale, una maggiore e migliore rappresentazione dei pg femminili, nonché delle dinamiche di interazione tra personaggi di tipo paritario. Per esempio: nella stessa circostanza, riferendosi a un personaggio femminile, Civetta lo chiama "ragazza", mentre riferendosi a un pg maschile lo chiama "compare".

A parte che "ragazza e compare" mi sembrano abbastanza neutrali bigsmile , sono sicuro che nella trilogia, nonostante abbia cercato in tutti i modi di essere neutrale/ambiguo/genderless, ci saranno tanti piccoli errori
di questo tipo, se non peggiori. Però li considero refusi rispetto alle intenzioni originarie, e io sono diventato MOOOLTO accondiscendente verso i miei errori. Mi concedo almeno 10 cazzate al giorno ormai senza battere ciglio. Averti scambiato per un incel ricade nella quota di quel giorno di marzo! wink

Inoltre, la trilogia di Civetta è action/adventure e non verte su un tema di genere. A parte 1-2 intercorsi particolari, Civetta potrebbe davvero essere di qualsiasi genere ipotizzabile e non cambia niente nella storia, visto che deve solo andare in giro a menare. Di fatto, questo è il mio intento con la maggior parte delle mie storie e dei miei personaggi.

Questo per dire, che giudicando me stesso, mi assolvo e mi promuovo ancora a pieni voti, oltre a essere contento di sapere che anche altri ci hanno provato dopo di me, con alterni esiti. Più che quelli che citi, quello che ha fatto veramente un ottimo lavoro è invece Mollica, in Stregoneria Rusticana! Quello sì che è venuto davvero bene!

2p2z ha scritto:


Questo per dire che qualsiasi tentativo, per quanto fuori dagli schemi e non perfetto, può essere un buon punto di partenza per se stessi e per gli altri.
Tornando a The Curfew: era rischioso scrivere un corto del genere, sì, l'ho visto dalle vostre reazioni. Alcuni di voi non lo hanno capito, alcuni sì, qualcun altro forse lo capirà più avanti: in ogni caso son contenta.

Sono d'accordo con te, a sipario alzato e ora che sappiamo che la questione è in questi termini. Il mio feedback finale è che se avessi messo giù una cosa più lineare e meno convoluta, sullo stesso tema ma senza la trollata - non più BUONISTA, ATTENZIONE, ma più facilmente INTERPRETABILE - probabilmente il corto ne avrebbe grandemente giovato.

2p2z ha scritto:

Concludo dicendo che per me questa è una battaglia importante al punto tale da espormi con un corto difficile davanti a persone perlopiù sconosciute rischiando di essere fraintesa e di fare "figuracce", ma non credo di esagerare né di fare morali quando dico che il momento in cui agire era ieri, perché oggi è già tardi, e far qualcosa domani sarà inutile.

Su questo invece sono d'accordo al 100%. Tanto più che mi ci sono incazzato sopra tantissimo, quando credevo che il suo significato fosse l'opposto di quello che intendevi dargli.

Bomba!

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Re: Corti 2024 - Settimana 6

FinalFabbiX ha scritto:

Ma buon lunedì!
Ebbene sì, sono io il diabolico autore dietro a “Il Piccolo Pizza”.

Ah ma eri te? Ma che è questo, il girone degli scherzoni?? bigsmile bigsmile


FinalFabbiX ha scritto:

È un concept ideato anni fa al liceo e che proposi sotto un post di Mornon, il quale mi disse “GENIALE! Devi scriverci un corto” (ciao Maury, ti voglio bene, pls rivediamoci al prossimo Modena Play).

Non vedo l'ora, ma se pensi anche solo per un istante che io mi ricordi di quella conversazione hai un'idea troppo elevata del MIO GENERE UMANO bigsmile bigsmile bigsmile (ormai ho la memoria di un floppy).


FinalFabbiX ha scritto:



mornon ha scritto:

Inoltre, nessuno rispetta mai le volontà autoriali: una volta pubblicata, un’opera qualsiasi, appartiene a chi ne fruisce ed è lecito non mostrare riguardi per questo tipo di istruzioni. Dopotutto, le regole sono sempre e solo una sorta di linee guida, non leggi.

Non ho capito se fosse una considerazione generale, una critica a qualcosa nel corto (però non ho capito a cosa) o una tua svista. Il corto è fatto per essere rotto, quindi non dovresti essere d’accordo con me? A memoria, questo è il secondo/terzo corto del concorso (il primo è True Path) per cui l'autore ha previsto che tu barassi.

Però non è che critico e basta eh, gli ho dato 2 punti! bigsmile Ecco come finiva il mio commento:

"Riprendendo a giocare, ho esplorato un po’ di andirivieni e ho apprezzato abbastanza il sistema delle scelte iniziali, l’indagine, i numeri, l’epilogo finale che ci riporta coi piedi per terra in una specie di gioco esperienziale.
Tuttavia, alla fin fine, l’intera esperienza di gioco e di lettura mi è sembrata un po’ troppo aleatoria e sconclusionata: un buon esperimento, una bella idea, ma la cui realizzazione non tocca vette d’eccellenza."

Aggiungo a questa cosa, un altro tuo quote:

FinalFabbiX ha scritto:

C’è chi ha letto e non ha capito. C’è chi ha letto, non ha capito, ma è convinto di aver capito. C’è chi ha capito ed è stato al gioco, chi si è sentito preso in giro, chi ha fatto discorsi sull’etica. Chi si è interrogato sul significato, chi ha sostenuto che non ci fosse alcun significato e chi più ne ha più ne metta! I veri capolavori sono stati
Periodonikes, che ha scelto di giocare accettando al 100% il patto narrativo e ha inventato un complotto a cui non avevo pensato neanche io (la scuola che viene demolita per coprire le tracce). Che figata quando un’opera vive oltre al proprio creatore!

Ecco il punto della questione, così come vale per altri corti - e per la vita in generale.
Non basta il tema, e l'idea, e il significato da veicolare, o l'originalità, o la giustezza di una causa, per fare grande (o bello, o adeguato) un prodotto dell'ingegno umano.

I giochi esperienziali sono una trovata meravigliosa, e ne vorrei vedere mille in giro. Però vanno fatti bene. A parte la narrativa, la struttura, il gameplay... tutte cose che si possono affinare all'infinito, un problema fondamentale è la CHIAREZZA dell'esposizione. Nascondere il messaggio in maniera convoluta, imprecisa, opaca, oppure dietro una trollata, uno strawman argument, una satira troppo arzigogolata, purtroppo finisce per affondare l'idea.

Per cui ribadisco, con la massima sincerità: il contenuto forse era valido, ma devi secondo me lavorare meglio sulla sua forma e sulla sua trasparenza.

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Re: Corti 2024 - Settimana 6

FinalFabbiX ha scritto:

Non concordo. Non importa che sia una parodia o un corto serio, ci sono numerosi motivi per cui ha senso introdurre una caratteristica “inutile”: ad esempio, è un modo elegante per permetterti di giocare a difficoltà più elevata, oppure per farti sbloccare un segreto. È un meccanismo così radicato che, se guardi la diretta Twitch, gli spettatori si sono fiondati subito su spirito nonostante il povero giudice che li guardava male. (fra l'altro, complimenti, oltre alla voce stupenda, non ho mai visto un uomo con una faccia di bronzo simile).

OK, adesso capisco meglio.
Non sono mai andato su Twitch.

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