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8° racconto: Il Senza Pietà

Re: 8° racconto: Il Senza Pietà

Insomma, "il loro eco" già a pagina 1 è un po' brutto. Sì, "eco" può anche essere usato al maschile, ma in un testo letterario (parte narrativa) vedo sempre di cattivo occhio certe libertà.
Però la premessa mi piace, vediamo dove porta.

"Se non volete sentir ragioni, sentirete il filo delle nostre spade!"

Rygar
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Re: 8° racconto: Il Senza Pietà

Soluzione per arrivare all'epilogo (spoiler micidiale, da leggere solo se siete disperati)

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 Vincere la battaglia finale e uccidere il cavaliere d'oro ci porterà al paragrafo 90, apparentemente senza via d'uscita. Se avrete esplorato adeguatamente tutti gli ansiti del percorso precedentemente affrontato e soprattutto se avete chiamato in causa i vostri servitori nei paragrafi in grassetto avrete scoperto che la vostra divinità protettrice, il Dio dell'Uragano, desidera essere adorata in modo esclusivo, e non sopporta chi segue il pavido e non affronta il pericolo. Ve lo svela Lady Naxia nell'ultimo bivacco prima di Forte Praha: dovrete chiamarla in causa aggiungendo 11 al paragrafo in grassetto 5. Questa imbeccata vi da lo spunto per trovare una reliquia imprescindibile, la chiave di bronzo. Dopo aver parlato con la vostra sodale recatevi a caccia con Lingua Morta: una volta incrociati i cervi in fuga non seguite chi fugge e ha paura (gli animali), ma andate nella direzione opposta verso il pericolo, gli Yeti che li inseguono, e scopritene il villaggio. Lì tralasciate il pozzo e i cadaveri ed esplorate l'altare del dio dell'Uragano. Risolvete il gioco numerico e sollevate la pietra che simboleggia il colore del vostro nume tutelare (il giallo): sotto troverete una chiave di bronzo. Vi verrà detto di aggiungere 5 al paragrafo in cui siete quando vorrete usarla.
Ebbene, il paragrafo giusto per farlo è il 90, quando vi trovate in punto di morte. Vi accorgerete che non esiste alcun paragrafo 95 nel racconto, ma il paragrafo epilogo, quello che chiude la storia, è giusto dopo il 94. Consideratelo come 95, recatevi lì, e godetevi la fine "positiva" della vicenda.
Questa soluzione mi è stata confermata dall'autore, ed è pertanto da ritenersi corretta.

Prodo
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Re: 8° racconto: Il Senza Pietà

Prodo ha scritto:

Questa soluzione mi è stata confermata dall'autore, ed è pertanto da ritenersi corretta.

Scusa, tu conosci gli autori dei racconti in gara? Non è un problema, perché la tua correttezza è ben nota e al di sopra di ogni sospetto, ma credevo che solo i tre organizzatori avessero accesso a tale informazione.
O magari ho frainteso io...?

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Rygar
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Re: 8° racconto: Il Senza Pietà

Ciao a tutti, è il primo corto che leggo quest'anno e devo dire che l'ho trovato superlativo! Bello il meccanismo di gioco, belle le ambientazioni e nonostante i solo 100 paragrafi ho già fatto diverse strade...ovviamente morendo miseramente in tutte...Complimenti all'autore!

Aiutami a completare la collezione:
https://www.librogame.net/index.php/for … =2#p129392

El_tipo
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Re: 8° racconto: Il Senza Pietà

El_tipo ha scritto:

ovviamente morendo miseramente in tutte...

Questo è parte della bellezza!

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Rygar
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Re: 8° racconto: Il Senza Pietà

No no, non li conosco caro Adriano. Ho chiesto a Babacampione di chiedere all'autore di confermarmi la correttezza della soluzione e, per interposta persona, mi è stata appunto confermata. Ma senza svelare l'identità dello scrittore.

Prodo
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Re: 8° racconto: Il Senza Pietà

Prodo ha scritto:

No no, non li conosco caro Adriano. Ho chiesto a Babacampione di chiedere all'autore di confermarmi la correttezza della soluzione e, per interposta persona, mi è stata appunto confermata. Ma senza svelare l'identità dello scrittore.

In questo messaggio avevo scritto una breve battuta nel tentativo di chiarire meglio il punto di Prodo.
Ma, dopo aver letto il thread https://www.librogame.net/index.php/for … 1#p128174, mi rendo conto che ero quantomai inopportuno.
Continuate con la lettura e i giudizi!

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babacampione
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Re: 8° racconto: Il Senza Pietà

Ho superato la ritrosia verso l’idea di dovermi mettere di nuovo a compilare la scheda e poi modificarla tot volte e ci ho rigiocato. Stavolta l’ho finito al primo colpo, ovviamente forte delle informazioni che, volente o nolente, si erano sedimentate dalle precedenti partite, e preferendo un percorso diverso rispetto a quello più “logico” che avrebbero determinato gli indizi per come li avevo interpretati (il particolare del pozzo è un po’ fuorviante, forse l’autore voleva proprio che lo fosse).
È stata decisamente una doccia fredda: una scelta stilistica dell’autore ha rischiato di rendere il Corto non terminabile, almeno per me.

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 Il paragrafo in cui di logica dovremmo usare la chiave ci rimanda a un paragrafo che non esiste. Cioè non c’è nessun paragrafo numerato 95, ma intuitivamente dobbiamo capire di leggere quello che viene indicato come EPILOGO che si trova dopo il paragrafo numerato 94. È vero che l’autore scrive chiaramente “devi andare avanti di 5 paragrafi” e non usa una formula come “vai al numero di paragrafo così ottenuto”, ma di fatto (e sin dal regolamento del bando) un “epilogo” non è un paragrafo del Corto, cioè una sua parte giocabile. Le due cose avrebbero dovuto essere scisse e distinte, perché se consideriamo l’EPILOGO un paragrafo, allora l’autore avrebbe pure rischiato di sforare le pagine consentite per la parte “giocabile” del Corto. Cosa che non è successa, quindi a maggior ragione sarebbe stato funzionale un breve paragrafo 95 a pagina 49 che rimandasse a un epilogo a pagina 50.
Ora, non so voi, ma io ho fatto ricorso all’intuizione di andare al paragrafo “dopo il 94” come ultimissima risorsa, non sentendomi autorizzato a visitare un paragrafo che di fatto non esiste come tale non essendo numerato, e pensando magari di essermi perso qualche altro paragrafo in cui ci fosse un’imbeccata per usare la chiave (che chiaramente non c’è), perché è ovvio, almeno lo è per me, che all’epilogo (parte extra-gioco) ci sarei arrivato DOPO aver trovato il paragrafo vincente che mi ci avrebbe rimandato (parte infra-gioco), e tanto meno volevo leggere l’epilogo prima per non spoilerarmi da solo qualche parte dell’avventura e ovviamente anche per non “imbrogliare”.
Forse l’autore ha preferito non indicare il numero del paragrafo 95 per non evidenziarlo come gli altri che non hanno rimandi testuali (rendendolo quindi troppo lampante), ma la regola del rosso sottolineato vale solo quando usiamo i luogotenenti, e difatti la soluzione del circolo delle pietre non prevede una destinazione evidenziata in rosso. Oltretutto l’autore non avrebbe nemmeno avuto bisogno di ricorrere al mezzuccio di “dimenticarsi” di mettere il numero di paragrafo per non sforare le pagine a disposizione, perché comunque avanzava ancora spazio: sarebbe bastata qualche riga per compilare un paragrafo numerato 95 e poi l’epilogo si poteva mettere nella cinquantesima e ultima pagina del Corto: di spazio ce n’era ancora, evidente risultato di un lavoro di limatura e sottrazione che l’autore ha compiuto in altri punti (che in effetti risultano un po' sbrigativi) per rientrare nei termini del concorso.
Che si sia trattato di dimenticanza, errore, strategia o paraculaggine dell’autore, ne terrò conto nel giudizio finale, e mi spiace molto perché questo Corto, pur non privo di altri difetti (oltre a “eco” maschile, di altri errori ce ne sono sin dal titolo: IL SENZA PIETA’ invece di IL SENZA PIETÀ), è veramente buono.
Per il momento mi limito a segnalare anche un errore
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 nel passaggio dal 15 al 18: se chiedo consiglio a Ialos questi mi rimanda tassativamente a Zugar’rash, che però potrebbe essere morto prima, e il testo non fa menzione della cosa (non scrive ad esempio “puoi mandare Zugar’rash solo se è ancora con te”).

GGigassi
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Re: 8° racconto: Il Senza Pietà

Pubblico una precisazione dell'autore per chiarire alcune osservazioni fatte dal pubblico dei votanti

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 Io e il mio betatester siamo perfettamente consapevoli della modalità necessaria per raggiungere l'Epilogo. È una scelta voluta e attentamente ponderata. La riflessione sul posizionare o meno il 5° paragrafo nell'Epilogo è durata diversi giorni perché sapevamo che sarebbe uscita la critica "l'Epilogo non è un paragrafo". Dunque non esiste alcuna paraculaggine, non è un errore e non è una casualità.
È stata una decisione presa, ovviamente, nella speranza di stupire e piacere e ci rimettiamo completamente al giudizio dei lettori. Ciascuno valuterà in coscienza se aver messo l'Epilogo come quinto paragrafo è un'uscita brutta o bella. A noi è piaciuta e l'abbiamo inserita come "enigma" finale.

La soluzione alternativa proposta da GGigassi (inserire un altro paragrafo, tipo il 95, dal quale poi si rimanda all'Epilogo) ci era ben nota, ovviamente, ma non l'ho presa in considerazione perché altrimenti sarebbe venuto meno l'effetto "intuitivo", sarebbe venuta meno la "novità", cioè il considerare l'Epilogo il quinto paragrafo.
Sarebbe stato tutto troppo semplice e ovvio.

Detto questo, rimettiamo ogni giudizio nelle mani dei lettori, senza la pretesa di avere la verità in tasca.
È stata una scelta consapevole fatta nella speranza di essere un pochino innovativi ma accetteremo ogni critica negativa, compresa quella che l'Epilogo non deve essere considerato un paragrafo vero e proprio.

Per quanto riguarda l'altra critica sollevata da GGigassi, cioè l'errore di aver nominato il Generale Zugar'rash al paragrafo 18, rispondo che nel Regolamento (a pagina 7) ho chiaramente scritto e sottolineato che:
Nel caso in cui un membro del Governo delle Ombre non sia più con te (magari muore, o è in missione) devi cancellarlo dal Registro di Guerra e non puoi più usufruire dei suoi servigi

Quindi sono perfettamente consapevole anche di questo passaggio.
È vero che potevo aggiungere due righe del tipo "Se Zugar'rash è ancora vivo" ma non l'ho voluto fare per 3 motivi:
1) perché mi sembrava ripetitivo avendolo gia detto e il giocatore nel suo Registro di Guerra sapeva già se aveva o no Zugar'rash.
2) perché non volevo suggerite al lettore che Zugar'rash poteva essere morto in precedenza (l'unica volta in cui lui muore prima del paragrafo 18 è nelle steppe quando salva la vita a Lady Naxia).
3) perché una frase tra parentesi non mi piaceva in un momento del genere, dove il lettore doveva concentrarsi su ciò che stava dicendo Lord Ialos.
L'unica alternativa era non mettere proprio la scena in questione (cioè Lord Ialos che suggerisce Zugar'rash) ma è una rinuncia che non ho voluto fare perché mi sembrava un bel momento da non sacrificare.

Quindi non considero questo passaggio un errore MA anche qui mi rimetto al giudizio degli amici di LGL.
Grazie per l'attenzione.

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babacampione
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Re: 8° racconto: Il Senza Pietà

Il Senza Pietà è un racconto con i fiocchi.
Introduce elementi strategici che garantiscono una profondità pazzesca a un Corto così breve, e riesce a farlo senza appesantire minimamente la narrazione.
Anzi è molto facile immedesimarsi nel ruolo del super-cattivo di turno, e viverne le vicende con trasporto, ansiosi di capire dove ci condurrà l'intreccio e cosa accadrà.
Gli elementi per una storia fantasy "massiccia" ci sono tutti, con tanto di sesso, tradimenti, violenza, guerra, arcani manufatti e un nemico irriducibile, che per la sua stessa natura sfuggente risulta ancora più temibile (mi riferisco ovviamente al cavaliere dorato). Non manca davvero nulla.
Fin da subito sono stato rapito non solo dalle meccaniche di gioco (estremamente interessante la possibilità di amministrare le risorse e di impiegarle per i nostri scopi. Trovare la strada migliore per giungere a Forte Takdush è complesso, e ci vorranno più tentativi per riuscirci senza perdere il 90% delle vettovaglie e buona parte dell'esercito), ma dalla vicenda in sé stessa: di chi ci possiamo fidare? Chi ci tradirà? Chi sopravviverà con noi fino alla fine e chi morirà? E ancora in che modo potremo evitare l'agguato nella foresta? Come facciamo a non perdere metà dell'esercito, ucciso dal freddo? Quale sarà la strategia vincente per impossessarsi delle piazzaforti nemiche? Come possiamo ingraziarci il favore del nostro nume tutelare, il Dio dell'Uragano?
Gli elementi sono tantissimi, tutti di estremo interesse, e davvero ci vogliono ore per sviscerarli nella loro completezza. Ma questo grosso impiego di tempo e di energie però non va a scapito del divertimento, perché le opzioni sono così varie e ricche che è un piacere dedicarcisi, e analizzarle a fondo man mano che progrediamo con la nostra missione.
A questa base già massiccia l'autore è riuscito ad aggiungere:
1) Il principio, simile alla preveggenza di Grecia Antica, per cui è possibile parlamentare con i propri servitori e chiedere loro consiglio e supporto. Questa trovata aggiunge una profondità pazzesca all'avventura: non solo tali "preveggenze" in certi passaggi saranno fondamentali (è impossibile raggiungere l'epilogo vincente senza usarle), ma in altri potranno essere addirittura negative e portarci alla rovina. Un atteggiamento ambivalente che mi ha ricordato, una volta di più, quello di Grecia Antica, in cui sbagliare una valutazione poteva condurre anche a malus pesanti. Qui però l'idea è articolata addirittura meglio, ed è molto più strutturata e interessante.
2) La fase iniziale in cui dovremo decidere come articolare le nostre riserve, cosa portare e cosa no. La nostra capacità di discernimento migliora con la conoscenza che abbiamo dei vari percorsi. Solo dopo vari tentativi saremo in grado di rifornirci nel migliore dei modi e riusciremo a evitare di subire pesanti sanzioni lungo il percorso. Situazione strategicamente stimolante e molto divertente.
3) Enigmi. Ce ne sono solo due, ma sono molto ben strutturati e richiedono una piena immedesimazione nella storia per essere risolti. Non si può prescindere però dall'affrontarli se si vuole raggiungere l'epilogo vincente: unire anche una componente intellettuale a quelle ludiche e strategiche secondo me costituisce la classica ciliegina sulla torta.

Difetti: di vere pecche non ne ho riscontrate. Ci sono delle piccolezze che potrebbero essere limate:
1) Il combattimento finale, sebbene con i bonus e malus legati a quello che siamo riusciti a gudagnarci precedentemente si affida completamente al lancio di un dado da 6. Lo stesso vale per l'epocale assedio di Nerveret (2d6 in questo caso). E' vero che a entrambi gli scontri devi arrivare preparato, altrimenti non hai speranze, però la meccanica dei combattimenti veri e propri è un pochino troppo semplice. Se l'autore fosse riuscito a inventarsi qualcosa di più elaborato il suo sforzo avrebbe rasentato la perfezione.
2) Nell'assedio di Takdush possiamo utilizzare diversi approcci: alla fine alcuni ci costeranno di più in termini di risorse, altri di meno, ma saranno tutti vincenti. Forse introdurne uno o due rovinosi avrebbe aumentato l'interesse del passaggio. Magari peritandosi di inserire indizi che ci instradassero su quale scelta compiere, sia a livello di gestione dello scontro che di situazione militare-ambientale. Non si tratta di un vero difetto, lo scontro è sensato ed equilibrato già così; anche in questo caso è più un piccolo passo ulteriore da compiere per raggiungere la perfezione.
3) Il discorso del manufatto del Dio dell'Uragano (la chiave di bronzo) che richiede di aggiungere 5 al paragrafo in cui si decide di usarla per leggerne gli effetti. Ad alcuni non è piaciuto che impiegandola al paragrafo 90 non si potesse raggiungere un reale 95, ma un epilogo posto dopo il 94. Io l'ho interpratata come un'ultima sfida che l'autore ci ha voluto lanciare proprio in dirittura di arrivo, e ho gradito molto la cosa. Capisco però anche le ragioni di chi non ha apprezzato la trovata, e capisco anche che qualcuno possa vederlo come un difetto.
In conclusione il Corto di questa settimana mi è decisamente piaciuto, e ritengo che si erga a livelli davvero alti. Le poche imperfezioni scompaiono di fronte al massiccio sistema di gioco, all'ottima capacità narrativa dell'autore, allo sforzo compiuto per caratterizzare ambienti, personaggi e situazioni e alle stupende dinamiche ideate, a vari livelli. E non nego che vorrei giocarlo ancora,  ne vorrei una versione più lunga e articolata.
Per me, allo stato attuale delle cose, Il Senza Pietà è il Corto vincitore di quest'anno, e il punto di riferimento con cui si dovranno confrontare tutti i lavori futuri.

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