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9° racconto: Lucca Goblins & Caves

Re: 9° racconto: Lucca Goblins & Caves

GGigassi ha scritto:

Il Corto non è esente da difetti: ed è giusto e sacrosanto così, perché la manifestazione di Lucca è altrettanto lontana dall’essere perfetta.

Interessante prospettiva. Dunque bisogna volutamente fare degli errori ogni volta che si tratta un tema che ha delle mancanze intrinseche?

Recensione di Lucca Goblins&Caves

Il Corto di questa settimana mi ha deluso sotto molti aspetti e la lettura del significato profondo scritta in maniera dettagliatissima dal bravo Gigassi è solo un aspetto marginale, che posso anche condividere, ma pur sempre marginale. È, diciamo, uno dei tanti parametri da tenere in considerazione.

La verità è che questo racconto mi ha annoiato ed è stato l'unico quest'anno.
Innanzitutto, non mi ha fatto ridere (forse l'autore non voleva affatto far ridere, ma certe uscite mi hanno lasciato intendere di si).
Poi ho trovato la trama poco curata (nessun pathos, nessuna tensione dovuta ai Goblins, nessuna descrizione di Lucca). La storia è stata descritta con una vena ironica e surreale senza prestare la minima attenzione all’immedesimazione (se mi parli di esseri che non esistono ma vuoi far credere al lettore che ci sono realmente lo dovresti fare con serietà e coinvolgendo il giocatore con descrizioni, avventure e scene dettagliate). Lo stile è troppo asciutto, quasi tirato via. I disegni sono carini, con un tratto infantile, ma non mi hanno  impressionato. La giocabilità non mi è piaciuta per niente. Se devo scegliere a caso le varie grotte della mappa devi stimolarmi a dovere su dove andare e perché; invece io mi sono annoiato passando da un posto all'altro.
Il finale poi... con la "morale" di non dare morali è ridicolo.
Questo Corto l'ho trovato insipido, non mi ha coinvolto e non mi ha emozionato e impallidisce se confrontato con altre opere di quest'anno come Sistema Enigma: Londra, il Palazzinaro e Oniryca.

Mi dispiace non aver apprezzato la tua opera, autore misterioso. Odio fare recensioni negative ma questo racconto non mi ha proprio convinto.

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Re: 9° racconto: Lucca Goblins & Caves

Recensione di “Lucca goblins and caves”

Tema/Protagonista

I sotterranei di Lucca sono invasi da goblin cosplayer e librogamers, la CIA ed i Servizi Segreti  inviano un robot-killer per uccidere il cervello dell'operazione è un'idea semplice ma efficace.

Ma questo è solo una scusa per presentare una caricatura della kermesse del Lucca Comics, come l'ha scritto Ggigassi. Non ci sono mai andato, ma devo ammettere che la voglia mi si è un po' passata dopo aver letto la sua recensione.

Stile/ Narrazione

Dalle prime righe, capiamo che questo Corto non si prende sul serio: lo stile è molto ironico e l'autore non si preoccupa di essere un mago della scrittura, ma di regalarci un lavoro fatto bene per farci due grasse risate con la sua critica del Lucca e dei fenomeni che ci si possono incontrare, senza dimenticare gli “omaggi” ad autori come Brennan e Dever. Quindi, non abbiamo la prosa epica del “Senza Pietà” o l'umorismo ironico e cinico di “Apocalisse!”, ma un'intelligente satira sul mondo dei gamers e su uno degli eventi più importanti per loro. Divertente anche il paragrafo finale... ma non ne dico di più.

Giocabilità

La mappa ricorda molto “Onyrica”, ma non ha la stessa pesantezza: non si può tornare venti volte allo stesso paragrafo e lo scorrere dei paragrafi è molto più naturale. Purtroppo, come nel suddetto Corto, dobbiamo trovare tre oggetti speciali senza i quali non possiamo finire il gioco. Quindi, l'avventura è un true path... peccato.

Amico autore, ti ringrazio per questo sistema di gioco: non si tratta più di un librogame e ancora meno di un Corto che si potrebbe leggere e finire in autobus, ma di un boardgame. L'idea di riprendere le basi di Subbutteo e di applicarlo ad un libro-gioco è geniale, ma non molto pratica. Non so voi, ma io mi sono divertito da matti con il fatto di lanciare la moneta contro i bersagli (non volevo utilizzare i miei goblin dipinti, ho preso solo le basi): gridi di gioia se il mostro era colpito, parolacce se la moneta si fermava a meta strada e bestemmie varie se la moneta passava a tre millimetri del goblin. Il fatto di utilizzare le bevande (alcoolizzate o no) rende il gioco ancora più divertente. Si potrebbe anche giocare questo Corto in più persone e sfidarci al massacro di goblin: naturalmente, è meglio non guidare dopo.

Anche se questo sistema è divertentissimo, rende il Corto molto più difficile da giocare: abbiamo “solo” 6 punti di Resistenza. Ogni tiro che supera il numero massimo di tentativi ci fa perdere 1 punto... i combattimenti diventano difficili (avete provato quello dei bagni chimici? È divertente, ma parecchio difficile). Quindi, dobbiamo scegliere il robot migliore e questo non è facile... poi ci sono molti fattori esterni che entrano in gioco: il tavolo scivola abbastanza? Lo scotch non farà sviare la moneta del suo obbiettivo? Ci sono 14 goblin o il mirto mi sta salendo al cervello?

La Morte Robotica è sempre in agguato e ci vorrà molta pazienza (e almeno 1,5 l di liquido rigenerante) per arrivare alla fine del Corto, ma state attenti all'etilometro! (se siete astemi, evitate il succo di mela verde).

Conclusione

“Lucca Goblins and Caves” è un Corto scritto per farci divertire: non ha la prosa del “Senza Pietà” il sarcasmo del “Palazzinaro” o la sfida enigmistica di “Sistema Enigma: Londra”, ma è un buon divertimento. Penso che sia anche fuori concorso a causa delle opinione politiche espresse dalla prime righe, ma questo non importa molto: personalmente, mi ha fatto passare un buon pomeriggio e sono scoppiato delle risate varie volte.

Il goblin VIP è parcheggiato in doppia fila davanti alla casa di Aloona per darle il mio voto

"We will survive, fighting for our lives, the winds of fortune always lead us on,forever free, for the world to see,the fearless masters, Masters of the sea"

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Re: 9° racconto: Lucca Goblins & Caves

Parto da un presupposto: questo racconto-game non è un racconto-game.
O almeno non lo è nel senso classico della definizione. Analizzarlo come tale non ha molto senso, e fossilizzarsi su parametri come struttura, varietà delle situazioni, opportunità di gioco, solidità della trama e dei personaggi probabilmente ne ha ancora meno.
Tutto lo scheletro è stato preparato e approcciato con un obiettivo principale: realizzare un contenitore per rendere giocabile e usufruibile il sistema di combattimento ideato, che ha un pregio enorme secondo me. Quello di introdurre, in un ambiente contraddistinto da canoni di utilizzo molto precisi (che comportano l'impiego di fantasia e immaginazione, carta, matita, gomma e dadi) un elemento nuovo.
Lo possiamo definire una sorta di prova pratica che costringe il lettore a cimentarsi in un'attività, il combattimento a punta di dito, che non sarà innovativa di per sé, ma che lo è sicuramente nel campo della narrativa interattiva.
Sconfiggere gli avversari è un obiettivo non solo non demandato a componenti casuali (l'alea è il male assoluto come ironizza l'autore stesso nei paragrafi introduttivi), ma neanche ad approcci personali calati nel contesto immaginifico che stiamo vivendo in qualità di lettori.
No, per vincere i vari scontri dobbiamo proprio essere bravi noi, in prima persona, a "schiccherare". Se siamo degli assi in questa attività, se abbiamo mano ferma, mira e resistenza (perché alcuni combattimenti richiedono una quindicina di tentativi prima di concludersi e riuscire a non perdere il polso della situazione durante uno sforzo così prolungato non è semplice) tutto il resto diventa corollario.
La scelta del robot si trasforma in un esercizio puramente accessorio (influisce solo se subiamo dei danni, ma se riusciamo a non subirli affatto o li conteniamo al punto di poter facilmente annullare gli effetti delle menomazioni inflitteci recuperando punti di resistenza in una delle molte occasioni presenti nel corso delle nostre peregrinazioni diventa indifferente per quale creatura meccanica optiamo, se escludiamo il  sistema delle "preveggenze", che però riguarda un solo automa e alla fine della fiera non è particolarmente utile), procedere attraverso i percorsi introduce variazioni minime, e comunque facilmente gestibili già dalla seconda partita, così come le scelte da compiere, che ci riporteranno sempre e comunque sulla direttrice principale, non consentendoci epiloghi diversi da quello vincente finale, o da una prematura dipartita.
Uno schema narrativo quindi molto semplice, arricchito da alcuni parametri accessori a mio parere notevoli: il comparto grafico non solo è gradevole ma anche adeguato, come stile e risultati, all'atmosfera che permea la nostra avventura, così come non guasta affatto l'ironia di fondo, sempre presente e a volte anche un po' "cattiva", ma senza mai travalicare, secondo me, i limiti.
Anche perché le stoccate dell'autore alla manifestazione sono equamente distribuite tra organizzatori, scrittori, eventi e partecipanti, e in mezzo, in qualche categoria, ci siamo tutti noi. Quando la satira diventa democraticamente condivisa credo che sia piuttosto pretestuoso cercare una malizia di fondo, e considerarla eccessiva o inadeguata.
A limite può essere poco divertente, ma non è nemmeno questo il caso: alcune trovate mi hanno fatto molto ridere, come i due goblin che si picchiano selvaggiamente discutendo sul regolamento di un complicatissimo GDR o l'alter-ego compagnone di Lupo Solitario, Goblin Socievole.
Ma ripeto, si tratta di corollari: il succo del racconto è nel suo sistema di combattimento. Vi piace, vi appassiona? Vi piacerà l'opera. Non vi piace o, peggio ancora, decidete di giocare Lucca Goblins and Caves bypassando il sistema regolamentare (tra l'altro fantastica la trovata di spiegarlo in parte con un video su youtube, escamotage che immagino avrà anche consentito allo scrittore di non sforare i limiti di spazio imposti dal bando)? Allora tutto il resto non basterà per risollevare le sorti di un lavoro che non rientra chiaramente tra quelli adatti alle vostre corde.
Personalmente il sistema di combattimento mi è piaciuto, e l'ho trovato anche ben tarato (tendente al facile). Onestamente non l'ho adottato seguendo tutti i passaggi pedisequamente: non ho attaccato nastro adesivo sul tavolo e ho disposto le miniature un po' a occhio (tra l'altro ho recuperato giusto quelle di Hero Quest, affiancandomi idealmente alle stesse che impiegava l'autore nel video dimostrativo), ma credo di aver gustato il senso della lotta a schicchere abbastanza appieno, e di aver potuto cogliere bene lo spirito del Corto.
Assodato questo, arriviamo al succo della questione: LG&C rappresenta il mio ideale di racconto interattivo? No, perché nonostante abbia giocato per anni a Subbuteo da ragazzino, e nonostante apprezzi l'idea di fondo, quando leggo un librogame non amo molto cimentarmi in varianti pratiche chi mi distolgono non solo dalla lettura, ma anche dall'immedesimazione nella vicenda.
Posso dire perciò che il racconto in questione sia insufficiente? No, perché introduce elementi innovativi e divertenti, e lo fa anche bene, solleticando la curiosità, spingendo il lettore a cimentarsi in attività accessorie che si sforzano di rinnovare il genere ed eliminare elementi storici pesantemente radicati ma spesso considerati come dei possibili limiti all'evoluzione dell'interattività stessa (e mi riferisco in particolare alla casualità che regola sovente le situazioni di combattimento).
Secondo me LG&C è un'opera innovativa e ben congegnata, e merita un giudizio adeguato e positivo per queste sue importanti caratteristiche. Allo stesso tempo però a livello narrativo, strutturale e di ambientazione non regge il confronto con i migliori racconti del genere, alcuni dei quali presenti anche nell'edizione attuale del concorso: e personalmente questo fatto mi impedisce di tenerlo seriamente in considerazione per la vittoria finale.

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Prodo
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Re: 9° racconto: Lucca Goblins & Caves

Pirata delle Alpi ha scritto:

Il fatto di utilizzare le bevande (alcoolizzate o no) rende il gioco ancora più divertente.

Sono appena rientrato da Modena Play. Ho diritto a qualche rigenerazione gratuita?

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Re: 9° racconto: Lucca Goblins & Caves

Prodo ha scritto:

Tutto lo scheletro è stato preparato e approcciato con un obiettivo principale: realizzare un contenitore per rendere giocabile e usufruibile il sistema di combattimento ideato

Come ogni anno, le tue recensioni sono tra le più illuminanti e mi fanno riflettere però leggendo la parte del tuo intervento che ho quotato sopra mi sono reso conto che in questo modo si "giustifica" l'autore per le sue mancanze.
Cioè, passiamo sopra al resto del Corto "fatto male" (struttura, storia, immedesimazione, anche giocabilità perché no) perché comunque lo scopo era evidenziare il sistema di combattimento, innovativo nel mondo dei LG.

Non dico che ciò non sia legittimo, anzi ha un senso una valutazione di questo tipo. Ma credo che abbia senso anche fare un'analisi dei parametri classici e trattare il racconto come tutti gli altri.
Forse dipende da ciò che uno si aspetta da un Corto.

Io ho guardato e ascoltato attentamente il video e ho letto le regole e, ahimè, le meccaniche non mi sono piaciute e non comprerei un LG con tali meccanismi.
Pur riconoscendo l'innovazione, insomma, non sono riuscito ad apprezzare il risultato finale.

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Re: 9° racconto: Lucca Goblins & Caves

Anima di Lupo ha scritto:

Come ogni anno, le tue recensioni sono tra le più illuminanti e mi fanno riflettere però leggendo la parte del tuo intervento che ho quotato sopra mi sono reso conto che in questo modo si "giustifica" l'autore per le sue mancanze.
Cioè, passiamo sopra al resto del Corto "fatto male" (struttura, storia, immedesimazione, anche giocabilità perché no) perché comunque lo scopo era evidenziare il sistema di combattimento, innovativo nel mondo dei LG.

Non dico che ciò non sia legittimo, anzi ha un senso una valutazione di questo tipo. Ma credo che abbia senso anche fare un'analisi dei parametri classici e trattare il racconto come tutti gli altri.
Forse dipende da ciò che uno si aspetta da un Corto.

Io ho guardato e ascoltato attentamente il video e ho letto le regole e, ahimè, le meccaniche non mi sono piaciute e non comprerei un LG con tali meccanismi.
Pur riconoscendo l'innovazione, insomma, non sono riuscito ad apprezzare il risultato finale.

E ci mancherebbe altro: il tuo pensiero ci sta tutto. Ho espresso la mia idea, ma mi rendo conto che è personale e che potrebbe essere anche alquanto impopolare.

Prodo
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Re: 9° racconto: Lucca Goblins & Caves

Ecco, questo è uno di quei corti strapieno di battute per "addetti ai lavori", ne abbiamo visti tanti. Se da un lato si ottiene di aumentare il divertimento di chi capisce i riferimenti, fornendo un doppio livello di lettura, dall'altro si taglia fuori tutta una fetta di utenza che appunto si ferma al primo significato.
Io purtroppo rientro nel secondo caso, non avendo colto nessuna citazione oltre a quella dei due coglioncelli fascisti esponenti di Casa Pound. Ok, ho riconosciuto anche Brennan, ma quella era davvero ovvia.
Tra l'altro la mia ultima frequentazione a Lucca risale al 2009, quindi nel frattempo possono essere cambiate un bel po' di cose.

Il sistema di gioco è demenziale, ma non di facile applicazione: ha ragione chi lo paragona a un gioco da tavolo più che a un racconto interattivo. Sarebbe stato divertente provare il robot che si ricarica a "shottini", ma non ne ho avuto il fegato (il doppio senso è voluto).

Purtroppo la parte narrativa è carente, molto raccontata e non utilizza nemmeno gli spunti proposti. Nelle prime righe leggiamo che l'uomo va su Marte e viene rieletto Abberluscone. Ok, in che misura influisce ciò sul gioco?

 Spoiler Show Spoiler Hide Spoiler
 Zero, nada, nul!
A me sembra proprio il tentativo di far sorrdere il lettore con una battuta fine a se stessa. Che poi, intendiamoci, anche io una risatina a denti stretti l'ho fatta pensando al mafioso Cavaliere di Arcore che torna a Palazzo Chigi ormai novantenne, ma la cosa è finita lì.

La struttura è quanto di più elementare si possa volere, ricordando molto alcuni ACdRA: mini-incontri slegati che conducono a recuperare X oggetti, che a loro volta consentono di raggiungere il boss finale. È chiaro che il divertimento si ha soprattutto nello "schiccherare" e non nell'interazione testuale.

"Lucca Goblin & Caves" è senza dubbio un racconto coraggioso e innovativo (come è giusto che sia un testo proposto in un concorso tra amici), ma è troppo compiaciuto nella propria autoreferenzialità per meritare più di una sufficienza. Tanto, se ho indovinato l'autore, dubito che il voto conti poi così tanto.

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Re: 9° racconto: Lucca Goblins & Caves

Rygar ha scritto:

Sarebbe stato divertente provare il robot che si ricarica a "shottini", ma non ne ho avuto il fegato (il doppio senso è voluto).

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Re: 9° racconto: Lucca Goblins & Caves

gabrieleud ha scritto:

Rygar ha scritto:

Sarebbe stato divertente provare il robot che si ricarica a "shottini", ma non ne ho avuto il fegato (il doppio senso è voluto).

Io rigenero

E io degenero.
Sarebbe da filmare una partita simile.

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Re: 9° racconto: Lucca Goblins & Caves

Anche questo corto sperimenta nuove idee per la letteratura interattiva; nello special modo, fare azioni ben oltre il consueto tiro di dado che portano a degli effetti sulla storia-gioco. Alcune di esse più attinenti, come i combattimenti basati sulla nostra abilità con la schicchera e altri un po’ meno, come ingurgitare bevande per recuperare punti vita. Chissà dove arriveremo di questo passo? Purtroppo o per fortuna poche di queste idee innovative hanno riscontrato il favore del pubblico.
La prosa di Lucca goblins and caves tenta un approccio comico quasi demenziale. Per me comunque l’autore utilizza un tono troppo confidenziale, come iniziare la narrazione con “Caro robot” ad esempio. I fatti sono buttati quasi a caso lungo la trama che sembra addirittura non esserci e il tutto in definitiva non mi ha trasmesso granchè. Sono presenti numerose citazioni, sempre in chiave ironica.
Il regolamento con tanto di (lungo) video non l’ho apprezzato, troppo macchinoso e necessita di spazi e oggettistica che non sempre è facile avere nel momento in cui decidiamo di giocare il corto. Salvo alcune parti di esso: la penalità alle capacità di combattimento al diminuire dei  punti resistenza e il poter scegliere tra sei personaggi robot diversi. Del racconto ho apprezzato molto il finale. Il resto sembra sia stato scritto troppo in fretta per riuscire a colpire nel segno.
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